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Fiori per redimere la terra dei fuochi

Nella Reggia di Caserta dal prossimo 20 maggio una mostra fotografica particolare che ha due scopi: far conoscere due artisti e, soprattutto, redimere il degrado della terra dei fuochi attraverso i fiori. Una mostra ambiziosa che terminerà il 30 di giugno ma che combina molto bene, arte contemporanea, beni culturali e messaggio sociale.

Dalla terra dei fuochi, infarcita di scorie tossiche e avvelenata dalla malavita, alla terra dei fiori, luogo in cui crescono gerbere e crisantemi, fiori che l’arte accoglie per farne espressione di bellezza, spiritualità e rinascita.

Alla Reggia di Caserta una mostra fotografica su “La Terra dei fiori” del duo Sasha Vinci e Maria Grazia Galesi  in collaborazione con la galleria A29 Project Room di Gerardo Giurin Milano | Caserta a partire dal prossimo 20 maggio fino alla fine di giugno. 

La sequenza di grandi immagini fotografiche, ospitata nei saloni del Piano Nobile della Reggia, esprime “il percorso che ha portato il duo Vinci–Galesi ad indagare le dinamiche di identità attraverso luoghi dimenticati e spazi segnati da abbandono, trascuratezza, morte civile.  Un esperimento, è stata definito, di contro mitologia per arrivare ad un riscatto territoriale. Dove l’arte gioca il suo ruolo in sostegno del territorio.

Le immagini di Vinci–Gallesi sono visioni cariche di contrasto. Dentro ambienti spettrali di una terra violentata, i due artisti avanzano interamente avvolti in mantelli floreali, coloratissimi. I loro tratti somatici scompaiono per far posto a figure evocanti magiche presenze. Numi che disseminano colore e futuro nel grigio e nell’abbandono del presente.

Vinci–Galesi propongono visioni transitorie, occasioni preziose e fugaci. Lampi di futuri possibili. Da far propri senza por tempo di mezzo. Fuggevoli quanto è fuggevole la bellezza di un fiore, meraviglia condannata ad un veloce disfacimento. 

L’elemento floreale trasforma, nasconde, anima. È una presenza naturale che racchiude un universo di significati simbolici che affondano le radici nelle culture e nelle mitologie più antiche.
I fiori nel mondo vegetale rappresentano l’immagine della vita, della rinascita e del ciclo stagionale. Sono simbolo di gioia e di lutto, dell’eros che anima l’amore terreno e della pace che scioglie quello celeste.
Nella giornata inaugurale della mostra, il 20 maggio, Vinci–Galesi daranno vita ad una performance, assieme ad un cavallo purosangue, con cui sfileranno, integralmente ammantati di fiori. Trasformati in floreali evocazioni, gli artisti avanzeranno dal giardino verso il piano nobile attraversando il porticato a cannocchiale, progettato da Vanvitelli per fornire al visitatore del palazzo una vertiginosa visione prospettica, ed il maestoso scalone centrale della residenza. 

Come scrive nel suo testo il curatore Daniele Capra, “la performance suggerisce, in maniera simbolica, le potenzialità mimetiche e metamorfiche insite nell’elemento floreale, che vengono portate al massimo grado. La bellezza semplice ma altera di gerbere e crisantemi incarna la reazione allo sfacelo di un territorio soggiogato dalla criminalità e dall’inquinamento causato dai rifiuti. È metafora del possibile ribaltamento della forzosa circostanza di prigionia, è il sogno di ribellione ad una situazione a cui, razionalmente, non si sarebbe potuto immaginare una via d’uscita percorribile”.

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Pubblicato il 02/05/2017

Itinerarinellarte.it