Bruno Munari

Bruno Munari nasce a Milano nel 1907 e trascorre la fanciullezza a Badia Polesine (RO), nei pressi dell’Adige, dove i genitori gestiscono un albergo. Con la maggiore età si stabilisce a Milano, dove aderisce presto al Futurismo ed espone in importanti mostre collettive (Galleria Pesaro, Biennale di Venezia, Quadriennale di Roma, Triennale di Milano). Nel 1930 realizza la Scultura aerea, cui seguirà l’importante serie di sculture sospese Macchine inutili (dal 1933 in poi). Dal 1930 sino al 1937 è associato con Ricas (Riccardo Castagnetti) nello studio grafico R+M. In questo periodo lavora per riviste (“La Lettura”, “Natura”, “Settebello”, “Grandi Firme”), libri (Il poema del vestito di latte di Filippo Tommaso Marinetti) e pubblicità (Campari). Nel 1942 pubblica il libro umoristico Le macchine di Munari (Einaudi). Dal 1939 al 1945 lavora come grafico per Mondadori ed è art-director della rivista “Tempo”. Nel 1945, sempre con Mondadori, comincia una lunga e fortunata serie di libri per bambini, stimolati dalla nascita, nel 1940, del figlio Alberto. Nel 1947 realizza Concavo-convesso, nuova scultura sospesa. Nel 1948 è tra i fondatori del MAC (Movimento Arte Concreta), assieme a Gillo Dorfles, Gianni Monnet e Atanasio Soldati. A partire dal 1949 pubblica i Libri illeggibili. Nel 1951 presenta le prime Proiezioni dirette, vetrini di diapositive in cui sono inseriti frammenti di vari materiali ingigantiti dalla proiezione. Dal 1952 lavora nel campo del design industriale progettando giocattoli in gommapiuma (Gatto Meo e Scimmietta Zizì, Pirelli), il Portacenere cubico (Danese, 1957), le lampade di maglia Falkland (Danese, 1964). Un oggetto prodotto in serie a pura funzione estetica è Ora X (Danese, 1963 su prototipo del 1945). Nel 1962 organizza la mostra collettiva itinerante Arte programmata, sostenuta dalla Olivetti, con testo critico di Umberto Eco (Milano, Venezia, Roma). Nei primi anni Sessanta disegna la veste grafica delle collane editoriali Einaudi. Nello stesso periodo, presso lo Studio di Monte Olimpino (CO), collabora con Marcello Piccardo alla realizzazione di film sperimentali, tra i quali Tempo nel tempo (1964). Nel 1970-1971 progetta la struttura Abitacolo (Robots). Nel 1974-1975 torna all’olio su tela con la serie Curve di Peano, basate su una teoria formulata nel 1890 dal matematico Giovanni Peano. Nel 1975 disegna il simbolo grafico della Regione Lombardia. Negli anni Settanta l’infanzia è sempre più al centro dei suoi interessi, il che lo porta a progettare numerosi laboratori didattici. Il primo di questi è realizzato nel 1977 per la Pinacoteca di Brera. Negli anni Ottanta prosegue a sperimentare con i materiali più vari, ad esempio nella serie Filipesi (dal 1981). I suoi saggi principali sono: Arte come mestiere (Laterza, 1966), Design e comunicazione visiva (Laterza, 1968), Artista e designer (Laterza, 1971), Codice ovvio (Einaudi, 1971), Fantasia (Laterza, 1977), Da cosa nasce cosa (Laterza, 1981). Nel 1995 riceve il premio “Compasso d’oro” alla carriera, dopo i numerosi assegnati a progetti specifici (a partire da quello del 1954 per la Scimmietta Zizì). Muore a Milano nel 1998.

Ultimo aggiornamento: 20/10/2017

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