
Maddaloni inaugura la prima edizione della Biennale delle Arti AMA (Arte + Maddaloni + Architettura) dedicata alla rigenerazione urbana e culturale della città attraverso l’arte, il design e l’architettura contemporanea.
Fino al 21 aprile un ricco programma di mostre, installazioni, eventi e performance trasformerà la storica cittadina in provincia di Caserta in un grande palcoscenico espositivo. Oltre 80 protagonisti tra artisti, architetti e designer per un format culturale innovativo che intreccia il patrimonio artistico della città con visioni contemporanee.
La manifestazione è stata presentata (oggi venerdì 28 marzo 2025) presso il Convitto Nazionale "G. Bruno", alla presenza del Sindaco di Maddaloni Andrea De Filippo, di Mariano Nuzzo, Soprintendente ABAP dell'Area metropolitana di Napoli e Caserta, e di Luca Molinari, direttore artistico di AMA.
“AMA - Biennale di arte ed architettura, rappresenta per la mia città una straordinaria occasione di rinascita culturale e sociale e ha l’obiettivo di mettere in vetrina il grande patrimonio artistico e culturale di Maddaloni, affinché innanzitutto i maddalonesi se ne riapproprino, orgogliosi delle proprie radici e delle proprie tradizioni. Con questa operazione, basata sul connubio tra cultura e rigenerazione urbana, siamo convinti di innescare sul territorio un processo virtuoso, in grado di rinsaldare le ragioni della legalità con la bellezza delle nostre emergenze storiche e architettoniche, nel ricordo mai sopito della figura di Franco Imposimato, vittima innocente della barbarie mafioso-camorristica. Da tali premesse deriva la decisione di investire in questo progetto, che mira ad accogliere artisti e visitatori in un contesto di ospitalità ed amicizia. Anche perché crediamo nella forza evocativa dell’arte ed in una politica che ad essa si ispiri, soprattutto al fine di fornire alle nuove generazioni nuovi e suggestivi strumenti per concepire ed interpretare il mondo. Con AMA – Biennale di Arte e Architettura – noi intendiamo favorire la piccola grande rivoluzione sociale e culturale del nostro territorio, utilizzando il potere rigenerativo dell’arte, la forza della cultura ed il fascino della bellezza.” – spiega Andrea De Filippo, Sindaco di Maddaloni.
AMA nasce come occasione concreta per restituire centralità culturale a Maddaloni inaugurando un dialogo inedito tra le esperienze più significative del tempo presente e la storia millenaria della terra maddalonese. Il tema scelto per questa prima edizione, “Nuovi racconti (per il futuro)”, invita a immaginare nuovi scenari, sperimentando linguaggi capaci di mettere in dialogo passato e presente.... leggi il resto dell'articolo»
Fulcro della manifestazione è la grande mostra ospitata nel monumentale Complesso del Convitto Nazionale “Giordano Bruno”, sotto la volta barocca che custodisce la più ampia tela dipinta sospesa al mondo che riprende il titolo di AMA 2025 “Nuovi racconti (per il futuro)”. L’allestimento, curato da Simona Ottieri e Concetta Tavoletta, riunisce le opere di circa settanta autori italiani e internazionali – architetti, designer, illustratori, fotografi – che riflettono sul progetto come strumento di rigenerazione sociale e territoriale. Tra disegni, modelli e fotografie prende forma un racconto corale che intreccia realismo e visione, attenzione al presente e sguardo sul futuro.
Nel cortile del Convitto, l’installazione site-specific “In stato di grazia”, ideata dalla paesaggista Annalisa Metta insieme al filosofo Felice Cimatti, sospende nell’aria una costellazione di figure dorate evocando ex-voto e immagini simboliche.
Il Museo Civico ospita il secondo polo espositivo della Biennale, con la mostra “Nuovi racconti. Quando l’antico e il presente si abbracciano”, dove opere contemporanee di Studio17, Astrid Luglio, Elena Cutolo e BRH+ dialogano con le collezioni storiche del museo. Sempre qui, la mostra “Maddaloni velata” del fotografo Pasquale Carangelo propone uno sguardo intimo e sospeso sul territorio.
La Chiesa di Santa Maria dei Comandati accoglie “Nuovi racconti (per San Michele e il cielo tutto!)”: un progetto site-specific di Teresa Antignani, Fabrizio Vatieri, Roberto Amoroso e Roberto di Alicudi, che esplorano la relazione tra arte, spiritualità e memoria urbana con opere inedite che dialogano con la tradizione del culto dei Santi e affrontano temi urgenti del presente. Dallo stendardo femminile e simbolico di Albanova, ai due arazzi laici che evocano un futuro possibile, dalla riflessione urbana e politica di “Vela celeste” fino alle pitture su vetro che reinterpretano il sacro con ironia e devozione: ogni lavoro invita a un'esperienza immersiva, sensibile e profonda.
Il 28 marzo, in occasione dell’inaugurazione (ore 19), va in scena “Vela Celeste”, performance musicale di Vatieri, Antignani e Francesco Addati, ispirata al tragico crollo della Vela Celeste a Scampia nel luglio 2024.
Il percorso espositivo si estende nel centro storico di Maddaloni: nella Chiesa di San Giovanni e nella Cappella Congrega Ipogea, le video installazioni di Francesco Jodice e Adrian Paci raccontano una “bellezza dimenticata”, mentre Cherubino Gambardella firma l’installazione “Seduti sotto un telaio dorato” sul sagrato della Chiesa di San Pietro, trasformandolo in luogo di sosta e incontro. Sulla facciata della nuova sede del Comune, “Senza Riparo” di Francisco Bosoletti – opera realizzata in anteprima per Art Days 2024 – raffigura il volto di una donna ispirato a reperti antichi, simbolo di un futuro in attesa.
AMA raccoglie l’eredità della Biennale Internazionale di Grafica degli anni 1985 e 1988, rinnovando lo spirito creativo e civile della città, anche in memoria di Franco Imposimato. La manifestazione ribadisce con forza che “l’arte è contro tutte le mafie”, trasformando la cultura in strumento concreto di rinascita urbana.
Accanto ai contenuti artistici, AMA produrrà materiali informativi per raccontare i luoghi di Maddaloni, realizzati in collaborazione con il Dipartimento di Architettura e Design dell’Università “Luigi Vanvitelli”, destinati a rimanere come materia utile (fisica e digitale) per il Comune anche dopo la biennale. Lascerà al territorio manufatti resistenti: elementi di allestimento per moduli montabili, aggregabili e da riutilizzare nel tempo. Ogni edizione lascerà un’opera d’arte permanente alla città, costruendo negli anni un nuovo patrimonio condiviso.
La Biennale delle Arti AMA (Arte + Maddaloni + Architettura) è un progetto promosso dal Comune di Maddaloni, curato da Luca Molinari, architetto, professore ordinario di Teoria e Progettazione architettonica presso l'Università della Campania “Luigi Vanvitelli”. Si avvale del patrocinio della Regione Campania e del Consiglio Regionale della Campania. È organizzata con la collaborazione e il supporto del Dipartimento di Architettura e Disegno Industriale, Università della Campania “Luigi Vanvitelli”, dell’Ordine degli Architetti Pianificatori Paesaggisti Conservatori della provincia di Caserta, dell’Ordine degli Architetti Pianificatori Paesaggisti Conservatori della provincia di Napoli. Si ringrazia il FAI Campania.
La prima edizione coinvolge, tra gli altri, 30 autori campani, 12 collettivi e 15 studi professionali e artisti provenienti da Argentina, Austria, Colombia, Danimarca, Francia, Germania, Libano, Olanda, Regno Unito, Turchia e Ungheria.
Gli artisti: Teresa Antignani, Roberto Amoroso, Francisco Bosoletti, Matilde Cassani, Roberto Cesaretti, Roberto di Alicudi, Antimo Matano, Adrian Paci, Fabrizio Vatieri; i fotografi: Mario Ferrara, Francesco Jodice, Filippo Romano; gli illustratori Mauro Bubbico e Mario Trimarchi; i designer: Elena Cutolo, Astrid Luglio, Caterina Sbrana e Gabriele Mallegni (Studio17), Studio Ossidiana.
Gli architetti: aidnastudios, Carmen Andriani, Archea associati, Carmelo Baglivo, Claudio Bertorelli (Aspro Studio), Gianfranco Bombaci e Matteo Costanzo (2A+P/A), Brarbara Brondi e Marco Rainò (BRH+), Lorenzo Capobianco, Renato Capozzi, Pasquale Carangelo, Orazio Carpenzano, Gianluca Cioffi, Maria Claudia Clemente e Francesco Isidori (Labics), Michele De Lucchi, Corrado Di Domenico, ĒTER, Alberto Ferlenga, Adam Nathaniel Furman, Luca Galofaro, Cherubino Gambardella, Maria Gelvi, Alfonso Giancotti, Matteo Ghidoni (Salotto Buono), Alberto Iacovoni (ma0), Fabrizia Ippolito e Ilenia Mariarosaria Esposito, Johansen Skovsted arkitekter, Bernard Khoury, Ugo La Pietra, Luca Lanini, Francesco Librizzi, Sara Marini, Antonio Martiniello (Keller Architettura), Giancarlo Mazzanti (El Equipo Mazzanti), Donatella Mazzoleni, Annalisa Metta e Felice Cimatti, Valerio Morabito, Simona Ottieri, Angela Palumbo e Luisa Parisi, Paradigma Ariadné, Pietro Carlo Pellegrini, Ippolito Pestellini Laparelli (2050+), Périphériques Architectes, Marco Pignetti, Carmine Piscopo e Daniela Buonanno, Efisio Pitzalis, Franco Purini, raumlabor, Angelica Sylos Labini e Nicola Russi (Laboratorio Permanente), Salon Alper Derinbogaz, Maria Antonietta Santangelo, Beniamino Servino, Studio L A, Superflex con KWY.studio, Concetta Tavoletta, Marina Tornatora e Ottavio Amaro, Zeynep Tumertekin, Federica Visconti, We Made That.
Primo polo espositivo
Nuovi racconti (per il futuro)
Complesso Monumentale Convitto Nazionale “Giordano Bruno”
Sotto la volta di uno dei capolavori italiani del tardo Barocco europeo e la tela dipinta sospesa più grande del mondo, viene ospitata la mostra principale dal titolo Nuovi racconti (per il futuro) attraverso le opere originali di 70 artisti tra architetti, designer, fotografi, illustratori italiani e internazionali. La mostra, allestita presso il Complesso Monumentale Convitto Nazionale “Giordano Bruno”, raccoglie lavori dedicati al progetto come forma di rigenerazione e attenzione alle comunità che abitano i territori tra architetture costruite, sperimentazioni e visioni. Disegni originali, modelli, fotografie si alternano in un racconto corale inedito che mescolerà realismo e visionarietà sperimentale. L’esposizione, cuore del progetto AMA, esplora il tema del futuro come spazio di rigenerazione, immaginazione e attenzione alle comunità. L’allestimento, curato da Simona Ottieri e Concetta Tavoletta, riflette un pensiero ecologico: è stato progettato per essere riutilizzato dal Comune di Maddaloni e per non generare sprechi. In un tempo di radicale cambiamento, la mostra invita a ripensare il mondo attraverso nuovi racconti e prospettive condivise.
In mostra opere di:
aidnastudios, Carmen Andriani, Archea associati, Carmelo Baglivo, Claudio Bertorelli (Aspro Studio), Gianfranco Bombaci e Matteo Costanzo (2A+P/A), Mauro Bubbico, Lorenzo Capobianco, Renato Capozzi, Orazio Carpenzano, Matilde Cassani, Roberto Cesaretti, Gianluca Cioffi, Maria Claudia Clemente e Francesco Isidori (Labics), Michele De Lucchi, Corrado Di Domenico, ĒTER, Alberto Ferlenga, Mario Ferrara, Adam Nathaniel Furman, Luca Galofaro, Cherubino Gambardella, Maria Gelvi, Alfonso Giancotti, Matteo Ghidoni (Salotto Buono), Alberto Iacovoni (ma0), Fabrizia Ippolito e Ilenia Mariarosaria Esposito, Johansen Skovsted arkitekter, Bernard Khoury, Ugo La Pietra, Luca Lanini, Francesco Librizzi, Sara Marini, Antonio Martiniello (Keller Architettura), Antimo Matano, Giancarlo Mazzanti (El Equipo Mazzanti), Donatella Mazzoleni, Valerio Morabito, Simona Ottieri, Angela Palumbo e Luisa Parisi, Paradigma Ariadné, Pietro Carlo Pellegrini, Ippolito Pestellini Laparelli (2050+), Périphériques Architectes, Marco Pignetti, Carmine Piscopo e Daniela Buonanno, Efisio Pitzalis, Franco Purini, raumlabor, Filippo Romano, Angelica Sylos Labini e Nicola Russi (Laboratorio Permanente), Salon Alper Derinbogaz, Maria Antonietta Santangelo, Beniamino Servino, Studio L A, Studio Ossidiana, Superflex con KWY.studio, Concetta Tavoletta, Marina Tornatora e Ottavio Amaro, Mario Trimarchi, Zeynep Tumertekin, Federica Visconti, We Made That.
In stato di grazia.
Installazione di Annalisa Metta e Felice Cimatti
Nel cortile interno del Complesso Monumentale del Convitto Nazionale “Giordano Bruno” prende vita l’installazione In stato di grazia, un'opera site-specific ideata dalla paesaggista Annalisa Metta e dal filosofo Felice Cimatti. L’intervento dialoga poeticamente con lo spazio seicentesco, celebrando la presenza miracolosa dell’albero di limone dedicato a San Francesco. Una trama di cordoni dorati, tesa tra i pilastri, segna la quota originaria del terreno dove il limone fu messo a dimora e richiama il giardino dipinto da Decio Tramontano nella chiesa dell’Immacolata Concezione. Da questa trama sospesa pendono leggere figure dorate − animali, conchiglie, frutti, sassi − come ex-voto non umani, oscillanti tra cielo e terra. Visibile anche dall’alto, l’opera trasforma il cortile in uno spazio magico, una festa dorata in cui ogni elemento celebra la grazia, le promesse mantenute e la bellezza di Maddaloni, città che splende d’oro.
Secondo polo espositivo, mostra ed installazioni
Museo Civico di Maddaloni
Nuovi racconti. Quando l’antico e il presente si abbracciano
Opere di Caterina Sbrana e Gabriele Mallegni, Astrid Luglio, Elena Cutolo, BRH+
Museo Civico di Maddaloni
Il Museo Civico di Maddaloni è custode di memorie antiche, tradizioni, mestieri scomparsi e profonda devozione. In questo spazio ricco di significato per la comunità, alcune autrici e autori del design e dell’artigianato artistico sono stati invitati a esporre opere contemporanee che dialogano in modo intimo e rispettoso con il patrimonio del museo. Passeggiando tra le sale e le teche, si alternano gli interventi di Caterina Sbrana e Gabriele Mallegni, Astrid Luglio, Elena Cutolo e BRH+. Ogni pezzo selezionato instaura un confronto silenzioso ma potente con i reperti antichi, mettendo in luce una raffinata qualità tecnica ed espressiva. Le opere contemporanee non sovrastano, ma valorizzano ciò che le circonda, creando connessioni inattese. Grazie a questi accostamenti, il passato e il presente si riflettono l’uno nell’altro, generando nuovi racconti da esplorare e condividere.
Maddaloni velata
Mostra fotografica di Pasquale Carangelo
presso il Museo Civico di Maddaloni – secondo piano
Maddaloni velata è uno sguardo inatteso e trasognato sulla città e il territorio di Maddaloni grazie a un autore che abita i luoghi e li riscopre con sguardo inedito e necessario. Ogni immagina obbliga con grazia a riguardare i palazzi, le case e i paesaggi che vengono attraversati con poca attenzione per sollecitarci a riscoprirli nella loro bellezza attuale.
Nuovi racconti (per San Michele e il cielo tutto!)
presso la Chiesa di Santa Maria dei Comandati (complesso del Museo Civico)
opere di Teresa Antignani, Fabrizio Vatieri, Roberto Amoroso, Roberto di Alicudi
La chiesa seicentesca di Santa Maria dei Comandati è un luogo prezioso da riscoprire con sguardo attento. Per valorizzarne la bellezza e il significato, sono stati invitati quattro artisti campani a intervenire con opere inedite, pensate appositamente per questi spazi. Un omaggio alle antiche tradizioni del culto dei Santi, ma anche uno sguardo sensibile e critico sul presente. Teresa Antignani, Fabrizio Vatieri, Roberto Amoroso e Roberto di Alicudi animano la chiesa con lavori potenti e raffinati, che interrogano, commuovono e invitano alla riflessione.
Teresa Antignani presenta Albanova, uno stendardo in tessuto di oltre 6 metri di altezza collocato davanti all’altare, realizzato insieme alle donne della comunità di Presenzano: una reinterpretazione del culto di San Michele Arcangelo, il “Santo Guerriero” patrono di Maddaloni, che diventa figura femminile e portatrice di una nuova alba attraverso il superamento della violenza.
Ai lati della navata si trovano i due arazzi di Roberto Amoroso, La voce del vento ed Eco dal futuro, visioni laiche che suggeriscono un superamento delle paure legate alla crisi del nostro tempo.
Nella sacrestia, Vela celeste di Fabrizio Vatieri rilegge con forza poetica e politica il crollo delle Vele di Scampia, evocando il dolore di una tragedia urbana e l’urgenza di affrontare le contraddizioni del presente. In un luogo nascosto della chiesa, le tre pitture su vetro di Roberto di Alicudi — Altarino borbonico di San Michele, San Michele scaccia il demonio dall’acquedotto carolino e La bilancia di San Michele — giocano tra devozione, ironia e rilettura del sacro con uno sguardo sottile e intenso.
Quattro voci diverse si intrecciano in un racconto corale e coinvolgente, che invita a un'esperienza lenta, intima, profonda.
Performance Vela Celeste
Presso la Chiesa di Santa Maria dei Comandati, in occasione dell’inaugurazione del 28 marzo alle ore 19.00, sarà presentata in anteprima ad AMA la performance Vela Celeste, sequel dell’opera dell’artista Fabrizio Vatieri La morte è la vostra religione, ispirata a quanto accaduto a Scampia nel luglio del 2024: il crollo dei ballatoi della Vela Celeste che causò la morte di tre persone, il ferimento di altre undici e 800 persone sfollate. Autori e protagonisti della performance saranno Fabrizio Vatieri (chitarra ed elettronica), Francesco Addati (Sassofono) e Teresa Antignani (Voce).
Scoprire il centro storico di Maddaloni. Le altre sedi espositive
Nuovi racconti. Quando Atlante incontra la bellezza dimenticata
Opere di Francesco Jodice, Adrian Paci
Chiesa di San Giovanni e Cappella Congrega Ipogea
Due video installazioni abitano gli straordinari spazi della chiesa settecentesca, firmate da due tra gli artisti più riconosciuti a livello europeo. Le proiezioni, distribuite tra la navata principale, la sacrestia e la cappella ipogea della Congrega della Morte recentemente restaurata, trasformano e smaterializzano gli ambienti tardo barocchi, accompagnandoci in un percorso immersivo e riflessivo. Nella navata, Atlante (2015) di Francesco Jodice prende spunto dalla potente e tragica figura dell’Atlante Farnese custodito al Museo Archeologico di Napoli. Il video ci invita a riflettere sulla fatica insostenibile di un mondo che crolla, e sull’oblio come forma di fuga collettiva. Nella sacrestia, due fotografie di Adrian Paci evocano l’assenza, la bellezza dimenticata e la fragilità della memoria, mentre nella cappella ipogea viene proiettato U’ncuotru (2021), sempre di Paci. Il video rilegge la tradizione siciliana della “Madonna vasa vasa”, trasformandola in un incontro intimo e notturno tra una madre e un figlio. Un gesto sacro e silenzioso che, spogliato della spettacolarità pubblica, ritrova tutta la sua potenza simbolica ed emozionale.
Seduti sotto un telaio dorato
Installazione di Cherubino Gambardella
Sagrato della Chiesa di San Pietro
Seduti sotto un telaio dorato di Cherubino Gambardella è il titolo della seconda installazione site-specific di AMA che occupa il sagrato della chiesa di San Pietro offrendo un nuovo spazio di sosta e riposo davanti alla chiesa. Un segnale inatteso per chi arriva dalla strada sottostante e insieme l’invito a fermarsi, riposare, parlare e stare insieme.
Senza Riparo
di Francisco Bosoletti
Facciata Comune di Maddaloni
Opera prima di AMA e murales che anticipa la rigenerazione della nuova sede del Comune di Maddaloni, in Piazza Matteotti. L’opera, a metà tra passato e futuro, raffigura il volto di una donna che riposa in attesa del futuro che arriverà. Dopo aver visitato e approfondito la storia della città per diversi giorni, Francisco Bosoletti ha tratto ispirazione proprio da reperti appartenenti al patrimonio storico maddalonese: una veste antica di donna esposta nel Museo archeologico nazionale di Calatia e numerosi bassorilievi antichi “scoperti” dall’artista in alcuni angoli della città. Senza Riparo è la prima opera permanente dedicata alla città.
AMA. Arte + Maddaloni + Architettura
Maddaloni - sedi varie
Apertura: 28/03/2025
Conclusione: 21/04/2025
Organizzazione: Città di Maddaloni
Indirizzo: Via S. Francesco D'Assisi, 119 - Maddaloni (CE)
Sito web per approfondire: https://www.amamaddaloni.it/