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“Poi, dopo che la terra questa stirpe ebbe coperto,
essi sono, per volere del grande Zeus, dèmoni
propizi, che stanno sulla terra, custodi dei mortali,
e osservando le sentenze della giustizia e le azioni scellerate,
vestiti di aria nebbiosa, ovunque aggirandosi sulla terra.
dispensatori di ricchezze: questo privilegio regale posseggono”
Nell’era contemporanea la “lente materialista” è un filtro che oscura ogni singolo aspetto della nostra esistenza e nasconde la Verità Originaria. Secondo il grande Equilibrio dell’Universo, solamente immergendosi nei più oscuri e profondi abissi, si può comprendere l’altitudine e l’immensità delle cime più alte. Il subacqueo e l’astronauta provano la stessa esperienza di immensità del creato, ciò che sta incredibilmente in basso e ciò che sta incredibilmente in alto.
Avvertendo intorno a sé il silenzio primordiale, accompagnati solo dal proprio respiro, si entra in un Luogo fuori dal tempo e dallo spazio. L’essere umano si ritrova a fluttuare, sospeso e incantato.
Le chimere inutili del nostro mondo sconsacrato, ci ingannano e ci conducono ad un vuoto, profondo e incolmabile. L’unica soluzione per salvare la propria anima e il mondo con essa, sta nell’immaginazione. Nella nostra immaginazione, attraverso la pratica della solitudine, l’ascolto dell’inconscio e dei sogni, gli Dèi ci rendono visita, raccontandoci dell’Armonia Originaria.
Creature mitologiche, centauri, esseri alati e demoniaci popolano l’universo metafisico di Guido Ricciardelli: artista giovanissimo, caratterizzato da una pittura già così distinguibile e di altissima qualità.
Le sue origini venezuelane lo chiamano a tradizioni di miti ancestrali e riti sciamanici, come “El baile en la candela”, una danza intorno al fuoco; dipinto che, attraverso simboli archetipici, rappresenta un rito pagano venezuelano per invocare spiriti in onore della dea Maria Lionza. Insieme alle sue radici, Guido esplora il mondo onirico, come in “Divina Tiniebla”, letteralmente divina oscurità, dove una donna si affaccia a guardare attraverso una finestre un cielo tempestoso che nasconde un intero universo, un desiderio di altrove.
In questi momenti sacri, l’uomo è sempre un ospite, gentilmente invitato, rimane piccolo a osservare momenti grandiosi e rivelatori.
Il concetto del demon socratico deriva dal greco antico dáimōn, «essere divino», a metà strada fra ciò che è divino e ciò che è umano, con la funzione di intermediario tra queste due dimensioni.
Come un demon, il pittore, sollevando il velo di Maya della realtà illusoria, ci invita nei suoi quadri dall’atmosfera magica e sospesa.
Prendendoci per mano, ci conduce nell’universo del suo inconscio, facendo luce su creature mitologiche che appartengono al mondo delle idee.
Entriamoci in punta di piedi e in silenzio, ascoltiamo.
Rebecca Ardizzoni
DE PROFUNDIS - GUIDO RICCIARDELLI
a cura di Rebecca Ardizzoni
L’anima ha già capito queste immagini prima di vederli, ed è venuta a ricordare ciò che già sapeva. Una finestra verso l’altrove è anche uno specchio per l’anima, come l’oceano rispecchia la volta celeste. Immergersi nelle più basse profondità è incontrarsi con la nascita delle più grande altezze. In un mondo nel limbo, toccare il fondo significa scoprire l’esistenza d’una cima.
Le immagini simboliche sono rappresentazioni fisiche delle verità metafisiche.
La lente materialista ci ha reso ciechi rispetto al mondo simbolico, ma con la nostra cosmovisione non abbiamo trionfato sopra le forze primordiali che questi simboli rappresentano, siamo solo diventati inconsci del dominio di queste forze su di noi. In questo modo, operano nelle ombre le forze che ci guidano e diventiamo suscettibili alle grande tragedie delle quali i nostri antenati ci avvertivano attraverso le diverse mitologie del mondo. Non possiamo più chiamarle superstizioni. L’uomo è stato fatto per adorare, e l’umanità senza mito si perde in tutti tipi di strani inferni nichilisti.
Noi apparteniamo alle idee, non viceversa. La plétora di forze inconsce che ci possiedono costituisce il pantheon degli dei. Nel nostro cosmos sconsacrato, questi dei hanno smesso di esistere ed il vuoto abissale è stato riempito da chimere infuocate. Gli dei non muoiono quando smettiamo di proiettarli nella notte stellata, ma sono scesi dal cielo e ritornati alla nostra immaginazione, ed alla profondità dell’immaginazione si deve scendere per trovarli.
Quando smettiamo di affogare la coscienza con le preoccupazioni della massa, la guida interna prende le redini. Ridurre lo stimolo sensoriale esterno incrementa l’attenzione verso le macchinazioni nello sfondo della nostra mente. in questo modo si diventa consapevole del flusso di sogni che ci circondano sempre, ma che non sempre possiamo percepire. In solitudine, l’inconscio diventa forte e parla attraverso immagini che illuminano il buio della mente, come una stella che guida nella tormenta. Seguendo questa luce del daemon socratico, si persegue Hermes, il messaggero degli dei, attraverso Ade e verso l’Olimpo che ci invoca. Dal inferno al Cielo, al Nirvana; della massa all’Essere; all’oro alchemico. Vedere il mondo attraverso i suoi patroni simbolici significa purgare le porte della percezione per vedere l’infinità della immaginazione primordiale.
Le mie pitture cercano di rivelare la mappa di questo mondo interno, ancora nella riva di vasti territori da esplorare. Queste pitture e le successive sono immagini riscattate dopo l’introversione verso le profondità del mio essere, sono luci nelle ombre della mia anima. Meditazione al buio e dialoghi con le figure che vivono dentro la mia immaginazione che appaiono nei sogni e visioni, in contemplazione, silenzio e solitudine.
Dostoyevsky ha detto che “la bellezza salverà il mondo” e forse è vero; solo so che sta salvando il mio e che in questo modo salvo il mondo del mio proprio inferno, di questo sono convinto. Ravvivare la conoscenza delle grandi culture del mondo significa incarnare gli spiriti ancestrali che garantiscono il futuro. Consultare gli antenati che hanno costruito i pilastri sopra i quali si regge il nostro mondo. Rifiutare la saggezza delle nostre grandi tradizioni significa tagliare l’albero del Axis Mundi che unisce l’umanità alle forze che lo trascendono.
“la semplicità è la sofisticazione suprema” come sosteneva Da Vinci, in che la teoria non dovrebbe sottomettere la pratica. Uno si puo affogare di parole per sovra compensare il nulla.
Oppure si può dipingere in silenzio e, come diceva Jung “Parlare in imagini primordiali che parlano mille lingue”; creare arte che punta verso le verità ineffabili. Per concludere, un martello di Nietzsche: “L’autore deve stare zitto quando il suo lavoro inizia a parlare”.
Guido Ricciardelli
Titolo: De Profundis - Guido Ricciardelli
Apertura: 19/01/2019
Conclusione: 14/03/2019
Curatore: Rebecca Ardizzoni
Luogo: Blu Gallery - Bologna
Indirizzo: Via Don G.Minzoni, 9 - Bologna
Sito web per approfondire: http://blugallery.it/