Arte contemporaneaMostre a Reggio Emilia
Rossano Ferrari, formatosi nella scia della tradizione provinciale novecentesca, dovette presto accorgersi che quegli insegnamenti, quei linguaggi, quei colori coi quali dipingere i propri pensieri, seppur armonici, calibrati e spesso fascinosi, non erano più congrui a rappresentare i tempi nuovi e che occorrevano assoluti e radicali cambiamenti. Le regole basate sul “Bon Ton” artistico, di sapienti impasti tonali e di imprescindibili vincoli prospettici, appariva improvvisamente datato e soprattutto inutile per convincenti rappresentazioni del reale. L’abbattimento della tradizione che mai deriva da implosione interna, ma sempre dall’apporto da fattori concomitanti, sociali, politici ed economici, condusse ad una improvvisa libertà, assoluta ed obbligatoria. Ciò valse per tutti i giovani artisti di quegli anni e in particolare per coloro che nel nome di quella libertà avevano strenuamente e giustamente combattuto. Altrove ci fu chi si “americanizzò”, chi si ubriacò delle virulenze espressionistiche, chi non sapendo cosa dipingere fece tagli e buchi sulla tela, chi ammucchiava oggetti e li chiamava con nomi fantasiosi. Rossano Ferrari fece la propria scelta seguendo cultura, sentimento e continuità del vivere, vale a dire ricordando che nella nostra esistenza convivono molti tipi di memorie: quelle di gruppo, quelle di un’intera collettività, quelle storiche e quelle più intime, personali, apparentemente minori, ma sono il patrimonio della vita di ciascuno di noi. L’artista scelse queste ultime perché più sincere, più affidabili e frutto del proprio vissuto. Un tempo questi artisti erano definiti “intimisti” per quella loro ostinazione a conservare e rappresentare le piccole scorie colorate della loro esistenza, a volte velate di mistero o permeate di un sottile filo di inquietudine e di vago ammonimento. I suoi dipinti astratti e figurativi che siano parlano lo stesso linguaggio, sono frutto sapiente della medesima poetica. Ho potuto notare un linguaggio del tutto personale, scevro di qualsiasi manierismo, ma frutto di studio, di applicazione e di ricerca continua, che lo hanno portato ad avere tanti meritati riconoscimenti.
Titolo: Mask and Colors
Apertura: 24/03/2019
Conclusione: 24/05/2019
Curatore: Monica Lazzaretti
Luogo: Brugneto (RE) - Villa De Moll
Indirizzo: Via Guastalla, 113-129, 42046 Brugneto RE
Sito web per approfondire: https://www.pavarini.it/