Pasquale de Sensi. Blues for a dead giant

Per il prossimo appuntamento la galleria Mondoromulo arte contemporanea ospita l’artista lametino Pasquale de Sensi nella personale Blues for a dead giant a cura di Marco Amore.

Nella sua trasversalità la galleria sceglie di dar voce ad una delle tecniche da sempre considerata minore, il collage, e lo fa proponendo uno degli artisti più interessanti del panorama nazionale.
Il titolo Blues for a dead giant è tratto da una serie di 23 tavole che compongono un racconto per immagini iniziato nel 2015. Molte sono state le collaborazioni (artisti, musicisti, mecenati) e le ispirazioni che hanno portato alla genesi di un lavoro in cui i simboli uniti tra di loro sembrano celebrare con una sinfonia un gigante morto, l’allegoria del capitalismo.
La mostra però non si ferma solo a questo racconto. Il cuore dell’allestimento è composto anche da un dipinto di 200x200cm, il cui titolo è Blind girl at the kite parade, e dalla serie Ice Age, 9 stampe in unica copia bianco su bianco.

Si creano tre blocchi narrativi, tre visioni ludiche della nostra società. Pasquale non propone un prodotto artistico ricco di simboli e segni pronti a raccontare le ansie e i tormenti dei nostri giorni, con lo scopo di arricchire il senso di angoscia degli interlocutori. L’artista, invece, raccoglie i vari pezzi del racconto dal mondo e li unisce in un gioco. La produzione diventa una ballata che celebra una disavventura, e la celebra per stimolare in chi osserva quel sorriso che la rappresentazione grottesca induce. Un approccio un po’ punk e un po’ rinascimentale.
Ad unire questi tre blocchi o visioni, la mostra è arricchita da una sorta di ponte creato da un insieme di lavori che rappresentano l’antologia recente dell’autore, tra collage, disegni e gif animate, che al sorriso aggiungono un senso di sazietà.

Pasquale de Sensi
Nato nel 1983, Pasquale de Sensi coniuga uno stile immaginifico di carattere surreale con un senso della composizione studiato sugli equilibri formali e sulle corrispondenze di affinità o contrasto che si stabiliscono fra i simboli. I suoi riferimenti ideali sono vari e molteplici, spesso in contraddizione fra loro. Nei suoi collage si rintracciano elementi prelevati dall’arte religiosa, la ritrattistica rinascimentale, così come sono presenti riferimenti espliciti al dadaismo e al collage degli autori classici punk. Ha studiato grafica e pittura, con particolare interesse per la storia dell’arte e la fenomenologia, in varie città italiane come Roma, Reggio Calabria, Urbino e Perugia. Nonostante pratichi anche il disegno, la pittura e l’assemblaggio oggettuale, la sua tecnica prescelta è il collage.