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Three Artist Trees, Firenze Light Festival

  • Quando:   08/12/2019 - 06/01/2020
  • evento concluso
Three Artist Trees, Firenze Light Festival

Novità assoluta di questa edizione di F-Light, Firenze Light Festival 2019, dedicata alla conquista dello spazio e alla prima camminata sulla superficie della luna nel 1969, sono gli Alberi di Natale commissionati a tre celebri artisti: Michelangelo Pistoletto, Mimmo Paladino e Domenico Bianchi a cui è stato chiesto di interpretare le forme tradizionali dell'abete, immagine di un simbolo universale, di festa e di speranza. THREE ARTIST TREES è un progetto unico al mondo che vede protagoniste tre piazze di straordinario valore storico-artistico, l'arte contemporanea, il linguaggio della luce e la poesia del Natale, un progetto Museo Novecento, ideato e a cura di Sergio Risaliti, organizzato da MUS.E.

Dall’8 dicembre 2019 al 6 gennaio 2020, Piazza Repubblica, Piazza Santa Maria Novella e Piazza Santissima Annunziata accolgono le invenzioni dei tre artisti, vere e proprie opere site specific, costruite sulla base di una forma comune, una struttura geometrica di ben 18 metri di altezza, incoronata da una stella cometa. Pistoletto, Paladino e Bianchi hanno trasformato la tradizione in linea con il loro personale linguaggio artistico, conservando tuttavia qualcosa della natura popolare e rituale dell'antico simbolo natalizio, quel cono di luce che da sempre ritroviamo nelle nostre case e nelle piazze a evocare nascita e rinascita, il rigenerarsi della terra e lo scambio generoso di doni.

La prima opera accesa è quella di Michelangelo Pistoletto in Piazza della Repubblica. Il grande albero, retroilluminato, è rivestito di immagini raffiguranti le varianti del Terzo Paradiso, simbolo emanifesto dell’artista dal 2003, installate in tutto il mondo. Terzo Paradiso significa il passaggio a uno stadio inedito della civiltà planetaria, indispensabile per assicurare al genere umano la propria sopravvivenza. Il simbolo, disegnato da Pistoletto, è la riconfigurazione del segno matematico dell'infinito, ricomposto in tre cerchi consecutivi. I due cerchi esterni rappresentano tutte le diversità e le antinomie, tra cui natura e artificio. Quello centrale è la compenetrazione fra i cerchi opposti e rappresenta il grembo generativo della nuova umanità.

La stella cometa, rappresentata sempre dal segno del Terzo Paradiso, dalla punta dell’albero, propaga la sua scia fino ai portici della piazza.

In Piazza Santa Maria Novella e in Piazza SS. Annunziata troviamo i lavori affidati rispettivamente a Mimmo Paladino e a Domenico Bianchi.... leggi il resto dell'articolo»

L’albero di Paladino, di fronte al Museo Novecento, è caratterizzato da una sequenza di numeri fatti di neon luminosi. I numeri ricorrono spesso nelle opere dell’artista, sono elementi fondamentali delle sue alchimie visive, hanno un valore enigmatico, quasi cabalistico. E qui, Una tombola per Firenze, titolo voluto da Paladino per questo lavoro, allude alla tradizione di uno dei giochi più popolari attorno al quale si riuniscono famiglie e comunità durante le festività natalizie: la tombola, altrimenti detta Smorfia o Cabala napoletana. Ma i numeri sono associati anche ai giorni in calendario, a quelli della vita.

In Piazza SS. Annunziata, tra le piazze fiorentine quella che meglio incarna gli ideali della città rinascimentale, abbiamo l’albero di Domenico Bianchi. Il lavoro dell’artista è fatto di segni che si ripetono e che creano un movimento apparente, spaziale e temporale, ponendosi in diretto rapporto con la cosmologia. Quest’opera incarna il suo pensiero, evoca una sorta di armonia tra le forme astratte dell’arte e l’immagine del Cosmo. Sulla sua superficie rossa si disegnano pieni e vuoti che giocano sulle trasparenze, lasciando fuoriuscire la luce dal suo interno.

MICHELANGELO PISTOLETTO (Biella, 1933). Michelangelo Pistoletto nasce a Biella nel 1933. Inizia a esporre nel 1955 e nel 1960 tiene la sua prima personale alla Galleria Galatea di Torino. La sua prima produzione pittorica è caratterizzata da una ricerca sull’autoritratto. Nel biennio 1961-1962 approda alla realizzazione dei Quadri specchianti, che includono direttamente nell’opera la presenza dello spettatore, la dimensione reale del tempo e riaprono inoltre la prospettiva, rovesciando quella rinascimentale chiusa dalle avanguardie del XX secolo. Con questi lavori Pistoletto raggiunge in breve riconoscimento e successo internazionali, che lo portano a realizzare, già nel corso degli anni Sessanta, mostre personali in prestigiose gallerie e musei in Europa e negli Stati Uniti. I Quadri specchianti costituiranno la base della sua successiva produzione artistica e riflessione teorica.Tra il 1965 e il 1966 produce un insieme di lavori intitolati Oggetti in meno, considerati basilari per la nascita dell’Arte Povera, movimento artistico di cui Pistoletto è animatore e protagonista. A partire dal 1967 realizza, fuori dai tradizionali spazi espositivi, azioni che rappresentano le prime manifestazioni di quella “collaborazione creativa” che Pistoletto svilupperà nel corso dei decenni successivi, mettendo in relazione artisti provenienti da diverse discipline e settori sempre più ampi della società. Tra il 1975 e il 1976 realizza nella Galleria Stein di Torino un ciclo di dodici mostre consecutive, Le Stanze, il primo di una serie di complessi lavori articolati nell’arco di un anno, chiamati “continenti di tempo”, come Anno Bianco (1989) e Tartaruga Felice (1992).
Nel 1978 tiene una mostra nel corso della quale presenta due fondamentali direzioni della sua futura ricerca e produzione artistica: Divisione e moltiplicazione dello specchio e L’arte assume la religione. All’inizio degli anni Ottanta realizza una serie di sculture in poliuretano rigido, tradotte in marmo per la mostra personale del 1984 al Forte di Belvedere di Firenze. Dal 1985 al 1989 crea la serie di volumi “scuri” denominata Arte dello squallore. Nel corso degli anni Novanta, con Progetto Arte e con la creazione a Biella di Cittadellarte-Fondazione Pistoletto e dell’Università delle Idee, mette l’arte in relazione attiva con i diversi ambiti del tessuto sociale al fine di ispirare e produrre una trasformazione responsabile della società. Nel 2003 è insignito del Leone d’Oro alla Carriera alla Biennale di Venezia.
Nel 2004 l'Università di Torino gli conferisce la laurea honoris causa in Scienze Politiche. In tale occasione l'artista annuncia quella che costituisce la fase più recente del suo lavoro, denominata Terzo Paradiso. Nel 2007 riceve a Gerusalemme il Wolf Foundation Prize in Arts, “per la sua carriera costantemente creativa come artista, educatore e attivatore, la cui instancabile intelligenza ha dato origine a forme d'arte premonitrici che contribuiscono ad una nuova comprensione del mondo”. Nel 2010 è autore del saggio Il Terzo Paradiso, pubblicato in italiano, inglese, francese e tedesco. Nel 2011 è Direttore Artistico di Evento 2011 – L'art pour une ré-évolution urbaine a Bordeaux. Nel 2012 si fa promotore del Rebirth-day, prima giornata universale della rinascita, festeggiata ogni anno il 21 dicembre con iniziative realizzate in diversi luoghi del mondo. Nel 2013 il Museo del Louvre di Parigi ospita la sua mostra personale Michelangelo Pistoletto, année un - le paradis sur terre. In questo stesso anno riceve a Tokyo il Praemium Imperiale per la pittura.

Nel 2014 il simbolo del Terzo Paradiso è stato installato nell'atrio della sede del Consiglio dell'Unione Europea a Bruxelles durante il semestre di presidenza italiana.
Nel maggio del 2015 la Universidad de las Artes de L'Avana gli conferisce la laurea honoris causa.
Nello stesso anno realizza un'opera di grandi dimensioni, intitolata Rebirth, collocata nel parco del Palazzo delle Nazioni di Ginevra sede dell'Organizzazione delle Nazioni Unite.

MIMMO PALADINO (Paduli, Benevento, 1948). Sul finire degli anni ’70, in contro tendenza rispetto alla smaterializzazione promossa dalle correnti del Minimalismo e dall’Arte Concettuale, Mimmo Paladino è tra i sostenitori di un ritorno alla pittura, alla figurazione e al colore, in termini sia espressivi sia materici. Silenzioso mi ritiro a dipingere un quadro, è il titolo emblematico di una sua opera del ‘77. Nel 1980, su invito del critico Achille Bonito Oliva, partecipa alla mostra Aperto 80 alla Biennale di Venezia, che segna la nascita della Transavanguardia. Fin dagli esordi, l’attività artistica di Paladino è caratterizzata da un’ampia sperimentazione di tecniche e media (pittura, scultura, incisione, scenografia e cinema), attraverso cui elabora un linguaggio personale basato sulla potenza primitiva dell’immagine. Negli anni sviluppa un’iconografia ben definita dal sapore arcaico che richiama le tradizioni della sua terra e alterna elementi figurativi dell’arte egizia, etrusca e paleocristiana a segni astratti e forme semplificate, tipiche di una poetica moderna. All’interno delle sue opere ricorrono ciclicamente figure ricche di riferimenti al mito e a rituali antichi, che danno vita ad un universo misterioso e onirico.
Dalla fine degli anni ‘80 il dialogo tra pittura e scultura si fa sempre più intenso. Soggetti come le maschere prive di espressione, i segni grafici e gli animali vanno progressivamente affrancandosi dalla tela per vivere nella
tridimensionalità ed approdare, negli anni ’90, nelle grandi installazioni realizzate dall’artista per lo spazio pubblico (come la Montagna di sale del 1990 a Gibellina e La Croce del 2012 a Firenze).

DOMENICO BIANCHI (Anagni, 1955). Vive e lavora a Roma. Domenico Bianchi emerge all’inizio degli anni ‘80 tra gli artisti che promuovono un ritorno alla pittura attraverso uno sguardo nuovo e rivitalizzato. Diversamente dal gruppo di artisti della Transavanguardia, Bianchi non recupera la figurazione ma elabora uno stile essenziale ridotto a pochi elementi: immagini iconiche che si uniscono a segni astratti.
Le opere pittoriche sono frutto di un lavoro lento e meticoloso che inizia a partire dalla scelta dei materiali e restituisce alla pittura una dimensione sacrale. L’interesse dell’artista è rivolto verso materie, semplici o preziose, che possiedono una trasparenza luminosa intrinseca (la cera, la fibra di vetro, le foglie di argento, il palladio), che il mezzo pittorico sarà in grado di esaltare.
La luce è un elemento primario dei suoi lavori poiché definisce la partitura dello spazio e il movimento delle forme. Le tele si compongono di un nucleo segnico centrale che campeggia, solitamente, su uno sfondo di colore uniforme.
Questo elemento è il principio ordinatore dell’intera superficie pittorica, anche quando la tela assume dimensioni ambientali, esso genera la forma e rimanda a innumerevoli ipotesi di immagini, suggerendo una vastità infinita, sempre aperta.
La ricerca di un’armonia di elementi è perseguita da Bianchi anche nella scultura, come nei lavori delle panchine.
Queste, arricchite da intarsi geometrici o da oggetti in marmo, vengono disposte all’aperto o all’interno di luoghi d’arte, definendo uno spazio visivo che invita alla sosta, alla riflessione e alla contemplazione.

INFO: MUS.E
Tel. +39 055 2768224 – +39 055 2768558, info@muse.comune.fi.it
Tutto il programma su www.flightfirenze.it

Immagini di di Andrea Paoletti

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Mostra: Three Artist Trees, Firenze Light Festival

Piazza Repubblica, Piazza SS. Annunziata, Piazza Santa Maria - Firenze

Apertura: 08/12/2019

Conclusione: 06/01/2020

Organizzazione: MUS.E

Curatore: Sergio Risaliti

Indirizzo: Piazza Repubblica - FIrenze

Sito web per approfondire: http://www.flightfirenze.it/



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