19:35 è un progetto nato con lo scopo di raccontare il passaggio/immobilità del tempo quei luoghi che furono così duramente colpiti dal terremoto, alle 19:35 del 23 novembre 1980.
23 fotografie che raccontano una Natura che inesorabile si riprende quanto le era stato tolto.
Stanze che diventano boschi a cielo aperto, in cui giovani fusti di albero sono le nuove colonne portanti dell’edificio. Rami che attraverso vani delle finestre, da dentro escono, da fuori entrano, confondendo la percezione dei confini. “Una bellezza che, spietata e noncurante, avvolge nel suo manto e talvolta stritola ciò che non fa parte della sua natura” racconta Terlizzi.
Le foto, i testi e le poesie raccontano di un territorio difficile, in cui le infrastrutture, costruite negli ultimi decenni, facilitano ma non risolvono interamente la difficoltà di spostamento tra un luogo e l’altro. Una terra fertile e ricca, disegnata da corsi d'acqua e dolci colline, in cui l'estate è molto calda, e l’inverno molto rigido.
Fotografie che raccontano l’abbandono delle istituzioni, e delle loro promesse di ricostruzione, in parte mai terminate, in parte mai avvenute, in parte copertura di atti criminali. Abbandono delle proprie abitazioni, per andare in nuovi paesi, alle volte ricostruiti distanti dal luogo di origine. Abbandono del Sud, con ancora meno prospettive, e spopolamento dei borghi, un divario tra nord e sud acuito dalla tragedia del terremoto e dalla sua ancor più tragica gestione illecita. Un esodo che continua tutt’oggi.
23 fotografie intervallate dai testi dell'autore e le poesie di Marco Russo in cui si raccontano i viaggi in quelle terre, esplorate a bordo di un furgone, in compagnia di altri artisti come Joseph Narangio, che si occupa durante le esplorazioni di raccogliere audio e trasformare le proprie sensazioni in vibrazioni sonore.
Paolo Terlizzi e Marco Russo raccontano le loro sensazioni nel camminare tra natura e macerie, ascoltando il silenzio, lo scricchiolio dei passi e i lamenti dei solai, dormendo tra richiami di animali e annunci ferroviari di stazioni dismesse. Sensazioni ed emozioni complesse, in cui trovano spazio allo stesso modo angoscia e contemplazione di bellezza.
19:35.
”90 secondi che hanno cambiato per sempre le sorti di una terra.
Dopo quarant’anni le cicatrici sono ancora ben visibili nell’anima delle persone e dei paesi, e in molti casi le ferite sembrano non essersi ancora rimarginate. Tra luoghi sospesi, rabbia, amara rassegnazione e bellezza dell'assenza, si resta nel mezzo, incapaci di giudicare la natura che con inesorabile lentezza e tenacia si riprende i suoi spazi, ricopre e seppellisce quel che resta di un tragico evento, incerti sul labile confine tra documentazione e turismo della tragedia. Camminando con rispetto tra polvere e macerie, tra silenzi assordanti e detriti di tempo immobile, si va via convinti di aver preso, carpito o rubato qualcosa. Ma, per ogni immagine che si porta via, una parte di sé resta lì, sospesa”.
Paolo Terlizzi... leggi il resto dell'articolo»
Evento 1° ottobre ore 17:00 - Biblioteca Crescenzago
Serata di presentazione
Musiche, racconti e poesia
Fotografie di Paolo Terlizzi
Poesie di Marco Russo
Musiche Joseph Narangio e Marco Russo
Voce narrante Marco Russo
Crediamo nell’incontro, nell'interazione e nella condivisione dei talenti. Ci siamo messi in viaggio insieme, insieme abbiamo sentito l'esigenza di raggiungere e visitare luoghi impervi, isolati, fermi nel tempo immobile dell’abbandono. Alianello, Apice, Calitri, Conza della Campania, Senerchia, Romagnano al monte, Tocco Caudio, Tocco Vecchio… L'abbandono esiste solo per il passo che vi si inoltra, l'occhio che vi si sofferma, l'orecchio che origlia e ascolta. Indelebili nella nostra memoria di bambini, tremendi, quei novanta secondi del 23 novembre ’80 ci avevano solo sfiorati, toccati – noi, distanti qualche centinaio di chilometri dall'epicentro del sisma – solo marginalmente. Abbiamo voluto sentire, vedere, capire. Più di ogni altra cosa, abbiamo voluto scambiarci (di solito davanti a un bicchiere, la sera a tavola, di ritorno dalle nostre personali esplorazioni) suggestioni, impressioni, riflessioni, evocazioni.
È nato così un progetto di comunicazione dialogica tra immagine fotografica e poesia, che Paolo Terlizzi ha presentato per la prima volta on line poco più di un anno fa, in occasione del quarantennale del terremoto dell’Irpinia. Senza un occhio che sappia guardarle, le rovine – dice l'antropologo Marc Augé – restano macerie, e il diroccato, il dirupato, il decrepito – tutto sembra uguale. Da qui le raccomandazioni alla mia imprudenza: camminare sui bordi, tastare attentamente i solai, non fidarsi delle travi sbilenche. In ogni viaggio, Joseph Narangio ha curato la scelta e il commento musicale, assecondando il silenzio delle soste notturne e suggerendo letture sonore dei luoghi, come l’intuizione di sciogliere le briglie ai Virginiana Miller nello spazio fuori dal tempo che circonda la stazione dismessa di Romagnano. Questo intreccio di parole, immagini e suoni si ricomporrà dal vivo, durante la serata di presentazione, in una mostra-esperimento che intende far rivivere emozioni spesso indecifrabili, spiazzanti, generate dal pieno dell'assenza: lì dove non vi fu “ricostruzione”, dove “prevalse l’ipotesi dell’abbandono”, dove “sei millenni finirono in un giorno”.
Marco Russo
Mostra: 19:35 - A quarant'anni dal terremoto - foto di Paolo Terlizzi
Milano - Biblioteca Crescenzago
Apertura: 14/09/2022
Conclusione: 31/10/2022
Curatore: Fotografie e testi di Paolo Terlizzi - Poesie di Marco Russo
Indirizzo: Viale don Orione, 19 - Milano
Sito web per approfondire: http://www.diciannovetrentacinque.com/
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