La Galleria Valentina Bonomo è lieta di annunciare l’apertura della mostra collettiva 22 opere su carta...e un nuovo mosaico fino al 10 giugno 2021 in via del Portico d’Ottavia.
22 opere su carta...e un nuovo mosaico è un progetto in cui viene presentatauna raccolta di opere su carta di artisti di diverse generazioni, partendo dall’arte povera e dal minimalismo fino ad arrivare alle nuove e più recenti sperimentazioni artistiche. Per ognuno degli artisti selezionati il lavoro su carta rappresenta la base della propria ricerca e produzione artistica.
Oggi, l’espressione di Giorgio Vasari "...si forma nella mente quella tal cosa, che poi espressa con le mani si chiama disegno...", si arricchisce di nuovi tempi di esecuzione come l’autonomia dell’opera disegnata che non è più preparatoria al dipinto, o l’aggiunta di materiale che fa diventare il disegno installazione concettuale, o proiezione di un altro luogo con la stampa fotografica, o il fare del disegno un dipinto. Ogni distinto procedimento dato al disegno apre nuovi squarci mentali.
Infatti partendo da opere più storiche, da Alighiero Boetti, Mario Merz, Pino Pascali, Giulio Paolini, David Tremlett fino a Sol LeWitt, la mostra si sviluppa attraverso una ricerca che include artisti internazionali quali Peter Schuyff, José Damasceno e Shahzia Sikander e le più giovani generazioni fra cui Rä di Martino, Jacopo Ricciardi, Caterina Silva ed Edison Pashkaj.
Una piccola sezione della mostra raccoglie delle opere storiche di Vanessa Beecroft e Nobuyoshi Araki, realizzate entrambe con polaroid, sottolineano quanto questa tecnica possa rivelarsi come l’immediata traduzione dal concetto all’immagine e quindi da considerarsi l’equivalente del disegno per il fotografo.
In questa mostra sono presentate due nuove edizioni inedite della Galleria Valentina Bonomo: un mosaico di Mimmo Paladino e 7000 Islands, una cartella grafica con opere di Nunzio Rä Di Martino e Micol Assaël.
Il progetto di Mimmo Paladino è realizzato dal maestro mosaicista Costantino Buccolieri con tessere in vetro di Murano, marmi colorati e oro zecchino che ricoprono l’opera anche lateralmente e producono un effetto tridimensionale quasi scultoreo.
7000 Islands è composta da tre opere rispettivamente di Nunzio, Rä di Martino e Micol Assaël, realizzate in diverse tecniche tipografiche, che includono anche il collage, la foglia d’oro, dalla Litografia Bulla di Roma. Un testo di Giorgio Guglielmino presenta il progetto.
ARTISTI IN MOSTRA:
Nobuyoshi Araki
Araki ha contribuito ad innovare il mondo dell’arte fotografica, esaltando principalmente la caducità dell’esistenza, l’intensità di un singolo gesto e la carica emozionale dello sguardo. Le sue polaroid raccontano di
dettagliati scorci urbani, scenari naturalistici, attimi passionali con una notevole predilezione per la nudità. Colpisce il contrasto tra luci e ombre presente in tutti i suoi scatti, creando un effetto chiaroscurale di grande suggestione.... leggi il resto dell'articolo»
Vanessa Beecroft
Un percorso di ricerca in continua evoluzione improntato sullo scrutare i cambiamenti degli usi, dei costumi e dei consumi della cultura occidentale contemporanea e uno sguardo particolare sulla concezione del corpo della donna.
Quello che propone con le sue polaroid è uno sguardo voyeristico e sovversivo che rifiuta la visione maschilista della femminilità.
Alighiero Boetti
Tra le opere di Alighieri Boetti, questo collage presentato in mostra colpisce per l’eleganza e la sottigliezza che lo contraddistingue. Quest’opera, tutta giocata sui vari toni del bianco, prende le distanze dai lavori più colorati
dell’artista per andare a toccare ancora di più l’osservatore con la delicatezza che la caratterizza.
M’Barek Bouhchichi
Bouhchichi basa il suo lavoro sull’esplorazione dei limiti interiori e sulla capacità dell’essere umano di avventurarsi verso l’altrove, oltre se stesso. Le sue opere, muovendosi tra l’estetica e il sociale, evidenziano il forte legame dell’artista con la tradizione e la storia, così come la sensibilità verso la questione razziale.
Josè Damasceno
L’artista brasiliano inventa spazi nuovi e singolari che si muovono tra il minimalismo e il surrealismo, grazie alla creazione di enigmatici sistemi di rappresentazione e luoghi immaginari, con i quali induce lo spettatore a
partecipare con la mente ad un gioco dove non esistono regole e in cui è invitato a decifrare l’esperienza visiva proposta. Viene a delinearsi un nuovo atteggiamento artistico in cui ordine e caos non sono più principi inconciliabili, ma fonti di arricchimento reciproco.
Rä di Martino
L’artista presenta un’opera realizzata su una pagina di giornale, un Espresso del 1969, sulla quale è intervenuta adoperando foglia d’oro e pigmenti. L’opera è parte della sua ultima serie intitolata “Allunati” e dedicata all’analisi dei paesaggi lunari, che vengono popolati dai gesti quotidiani di eleganti silhouette in foglia d’oro, ombre preziose dell’uomo sulla luna. La speranza di un futuro pacato e vivibile, in opposizione a quello che è invece il presente nel quale viviamo, viene quindi rilanciata qui dalla normalità dei soggetti rappresentati
combinati all’immobilità pacifica dei paesaggi lunari.
Tristano Di Robillant
Tristano Di Robillant, artista che siamo abituati a vedere nella veste di scultore di opere in vetro di Murano, propone questa volta tre disegni, studi per due sculture in vetro e una maiolica.
Per la loro grande armonia riscontrabile sia nelle forme sia nelle cromie, questi tre fogli sfuggono al concetto di studi preparatori, imponendosi piuttosto all’occhio dell’osservatore come opere d’arte a sé stanti.
Antonio Finelli
Una mano disegnata su carta realizzata artigianalmente. Simbolo della saggezza e del lavoro dell’uomo, l’opera di Antonio Finelli è una raffigurazione dello scorrere del tempo, che segna la pelle arricchita dall’esperienza della vita.
Daniel González
Combinazione di stesure in acrilico e stampa serigrafica, l’opera di Daniel Gonzaléz è segnata da uno sfondo fatto di macchie della sedimentazione e dello studio sulle quali si staglia la riflessione dell’arista, un pensiero che egli presenta allo spettatore e che rielabora in modo da trasformare anch’esso in immagine.
Hilario Isola
L’opera presentata in mostra è una fotografia scattata dall’artista nel corso di un suo viaggio in Birmania dopo il terremoto del 2016. É ritratta una pagoda nel corso della sua ricostruzione, circondata da una struttura in bamboo. Si viene a creare una nuova immagine, una scultura ibrida con un forte richiamo al rapporto continuo che intercorre tra l’intervento dell’uomo e la forza della natura.
Irene Kung
Le sue sono fotografie sospese nel tempo e nello spazio, visioni evanescenti sottratte al loro contesto che, superando la realtà, entrano a far parte di una dimensione onirica in cui lo spettatore si abbandona con
gli occhi e con la mente. Esploratrice di forme e di quotidianità, Irene Kung riesce a mostrare ciò che sfugge all’occhio dell’uomo distratto e incapace di cogliere la bellezza che ancora lo circonda. Infatti, attraverso
una sapiente tecnica d’intervento digitale, enfatizza i dettagli più belli e significativi delle immagini riducendole all’essenziale proprio per condividere con lo spettatore l’emozione che suscita.
Sol LeWitt
Dopo aver visto Piero Della Francesca, Giotto e altri affreschi rinascimentali durante un soggiorno a Spoleto, Sol LeWitt, affermatosi alla fine degli anni ’60 come il principale esponente dell’arte concettuale, realizza queste due opere su carta tracciando a matita quelle linee e quei piani geometrici che si evolveranno nelle iconiche superfici colorate che abitano i suoi lavori su carta o su muro.
Mario Merz
Espressione più diretta e intima del suo pensiero, il disegno è all’origine dell’avvicinamento alla vita artistica di Mario Merz. Dopo essere stato incarcerato nel 1945 all’età di 20 anni in quanto militante del gruppo antifascista Giustizia e Libertà, si rifugiò nella natura, trasferendo le sensazioni che ne traeva sulla carta. Avvicinatosi così al mondo dell’arte, non abbandonerà mai il disegno, che lo accompagnerà per tutta la vita, affiancando i suoi lavori più grandi. Come ricorda egli stesso in un’intervista, "il disegno è una fessura per passare attraverso il kitsch di segni, di teorie, di idee... il disegno è una cosa sentimentale.” (Franco Torriani, L'intensità del disegno, Edizioni Stufidre, Torino, 1981).
Matteo Montani
La sua è una pittura gestuale, nella quale il movimento stesso dell’artista riveste un aspetto centrale della creazione. La porosità della carta ed il suo aspetto metallico sono dati dalla particolare tecnica adoperata,
pigmenti metallici emulsionati con colori ad olio.
Mimmo Paladino
Mosaico realizzato a mano con tessere in vetro di Murano, marmi colorati e oro zecchino che ricoprono l’opera anche lateralmente. La libellula in oro posata sulla tipica testa di Paladino è un nuovo elemento che entra a far parte della simbologia dell'artista. Il mosaico, che misura 32 x 21 x 4 cm, è concepito come un oggetto tridimensionale a parete in edizione limitata di 1-25/25 e I-X/X esemplari numerati e firmati dall’artista, realizzato in Italia dal maestro mosaicista Costantino Buccolieri.
Jacopo Ricciardi
Mentale è il disaccordo tra l'apparizione dell'arco e la sua natura bidimensionale: l'arco sembra reggersi su se stesso ma si appoggia staticamente sui bordi del foglio, ed è proprio il confine del foglio a convincerci della solidità dell'immagine dell'arco. Le varie parti dell'arco si appoggiano una sull'altra ma sono dei semplici riquadri, e la struttura non ha qualità estetiche né architettoniche. L'arco segna la superficie della tela ma contiene un paesaggio semplificato con un orizzonte al suo centro che però appare nella mente con caratteristiche di profondità e con peculiarità costruttive che non sono descritte nell'opera. Nell'immagine la prospettiva appartiene alla mente e non sta nel dipinto, ma la mente la crea in esso. Si guarda una figurazione dove non c'è figurazione.
Mario Schifano
Mario Schifano adopera le polaroid per catturare con immediatezza le sensazioni e le emozioni più intime e personali. I due scatti presentati in mostra ritraggono dei corpi femminili fotografati e successivamente rielaborati dall’artista, in modo da sottolinearne i tratti più significativi, secondo quella stessa pratica adoperata oltreoceano da Andy Warhol.
David Tremlett
Forme geometriche e cromie caratterizzano l’assetto principale della ricerca di David Tremlett, uno degli artisti inglesi più noti della scena contemporanea della sua generazione. Le sue opere sono una trascrizione delle proprie memorie di viaggio che vengono tradotte attraverso forme e colori.
Giulio Paolini
Le opere su carta di Giulio Paolini costituiscono il nucleo più intimo della sua creazione artistica. Attraverso il gesto, l’artista mette in risalto la forza dell’immagine e delimita lo spazio che è destinato a contenerla. Più che una creazione vera e propria la sua è una manipolazione di qualcosa di preesistente che prende una forma nuova. Sottilissima e delicata, la sua opera è caratterizzata dal susseguirsi di diversi fogli di carta che si combinano alla stampa fotografica, probabilmente ritagliata da un libro o da una rivista, secondo una pratica consolidata dell’artista.
Pino Pascali
L’opera presentata qui e realizzata da Pino Pascali si inserisce perfettamente nel clima giocoso e bizzarro della sua creazione artistica. Pascali presta un’attenzione particolare ai disegni dei bambini e sembra appropriarsi di alcune caratteristiche, quali le sproporzioni o la sovrapposizione di piani diversi, ma soprattutto la freschezza e l’innocenza che permettono di dar vita a composizioni indenni da convenzioni sociali o artistiche.
Edison Pashkaj
Edison Pashkaj presenta in mostra quattro disegni nei quali il tema della natura e del suo rapporto con l’uomo è nuovamente protagonista.
Adoperando in maniera talvolta anche compulsiva diversi tipi di inchiostro su carta, l’artista crea quattro immagini che mostrano sia la natura più incontaminata, sia paesaggi prettamente urbani, sia, infine, il punto di
incontro quasi onirico tra le due realtà.
Peter Schuyff
Le opere di Peter Schuyff si muovono sulla sovrapposizione di moduli geometrici e sul colore. L’effetto che ne scaturisce è quello di un’illusione ottica che volutamente cattura lo sguardo dell’osservatore.
Shahzia Sikander
Nata in Pakistan e cresciuta negli Stati Uniti, Sikander fonde armoniosamente l’arte orientale con quella occidentale. Partendo dall’originale rilettura della miniatura indo-persiana crea una propria personalissima dimensione pittorica in cui mescola ricordi personali all’enfasi delle espressioni soggettive occidentali, sfidando la pittura miniata e portandola nell’universo dell’arte contemporanea.
Caterina Silva
La pittura, che intrattiene un forte rapporto con il corpo stesso dell’artista, viene usata in maniera estremamente delicata per rendere materiale ciò che non si riesce a spiegare a parole. Vengono in questo modo realizzate immagini aperte e disponibili all’interpretazione dell’osservatore, conseguenza di un processo di decostruzione delle sue stesse sovrastrutture interne.
7000 Islands
7000 Islands è una cartella composta da tre opere rispettivamente di Nunzio, Rä di Martino e Micol Assaël,
eseguite in diverse tecniche tipografiche che includono anche il collage e la foglia d’oro, realizzate dalla Litografia Bulla di Roma e con un testo di presentazione di Giorgio Guglielmino.
Si tratta di 48 edizioni delle quali 25 segnate con numeri arabi da 1/25 a 25/25 destinate all’Ambasciata italiana di Manila e 20 segnate con numeri romani da I/XX a XX/XX.
Mostra: 22 opere su carta e un nuovo mosaico
Galleria Valentina Bonomo - Roma
Apertura: 29/04/2021
Conclusione: 10/06/2021
Organizzazione: Galleria Valentina Bonomo
Indirizzo: Via del Portico d’Ottavia, 13 - Roma
Orario di apertura: martedì - sabato h. 15.00 - 19.00
Email: info@galleriabonomo.com
Sito web per approfondire: https://galleriabonomo.com/
Facebook: https://www.facebook.com/galleriabonomo/
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