8 settembre ‘43. La Liberazione d’Italia

  • Quando:   08/09/2023 - 16/12/2023
  • evento concluso

FotografiaMostre a MilanoMilano


8 settembre ‘43. La Liberazione d’Italia
“Prigionieri di guerra siciliani in viaggio verso le loro case” Settembre 1943, Sicilia, Italia, Autore Nick Parrino, © Courtesy Office of War / Library of Congress

In anteprima nazionale, la mostra "8 settembre '43. La Liberazione d'Italia - La sconfitta dell'Asse in Nord Africa e dei Nazifascisti in Italia negli archivi fotografici di stato americani, polacchi e tedeschi" è curata dal giornalista pubblicista Alessandro Luigi Perna, editorialista esperto di storia della fotografia e appassionato di storia contemporanea, e prodotta da Eff&Ci Facciamo Cose di Federica Candela, consulente e produttrice in ambito culturale, artistico e fotografico. La mostra è un'iniziativa di History & Photography – La Storia raccontata dalla Fotografia (www.history-and-photography.com), l'innovativo progetto analogico e digitale rivolto al grande pubblico e a scuole e università che ha per obiettivo valorizzare gli archivi storici iconografici, renderli fruibili al grande pubblico attraverso esposizioni e pubblicazioni e infine supportare l'insegnamento della storia contemporanea agli studenti attraverso le immagini fotografiche.

Composta di 65 fotografie di grande suggestione, scelte sia per la ricchezza dei contenuti documentaristici che per la loro alta valenza estetica, l'esposizione ripercorre brevemente gli eventi che hanno portato alla sconfitta delle armate italiane e tedesche in Nord Africa per poi soffermarsi approfonditamente sull'invasione alleata della Sicilia, l'armistizio dell'8 settembre del 1943 e gli eventi che sono seguiti fino alla completa liberazione dell'Italia dalle forze nazifasciste. Le immagini provengono dagli archivi di stato americani, polacchi e tedeschi. Una scelta curatoriale e produttiva che mira a valorizzare e far conoscere collezioni poco note in Italia, conservate e messe a disposizione gratuitamente dalle istituzioni e autorità pubbliche che ne sono proprietarie con l'intento mirabile di promuovere la storia dei loro paesi.

Il punto di vista visuale è perciò quello degli archivi da cui sono state selezionate le immagini. La mostra è corredata di ricche didascalie integrative di approfondimento che compensano le mancanze iconografiche attraverso i loro contenuti. Il taglio dei testi è giornalistico: una prospettiva che rinnova il modulo editoriale delle fotonotizie, tipico dei grandi quotidiani e periodici della prima metà del Novecento, combinandolo con i nuovi linguaggi della divulgazione storica contemporanea. Una scelta che riprende i principi narrativi della Public History, una vera e propria nuova disciplina che mira a raccontare la storia ai più giovani e al grande pubblico con linguaggi meno accademici, più dinamici e meno distanti dall'eloquio quotidiano. Il risultato è una scrittura agile, spesso a tinte forti e molto ritmata che ha l'obiettivo di incollare i lettori ai testi e portarli senza fiato fino alla fine delle vicende narrate.

I dati storici e i brani di testi narrativi, sempre per scelta curatoriale e produttiva, provengono da vari documenti istituzionali, iniziative editoriali, testi giornalistici e voci enciclopediche rintracciate in gran parte su internet ma non solo. Non sono state inserite le fonti delle informazioni nel dettaglio perché la loro raccolta non mira a emulare i saggi accademici ma semplicemente a fornire gli elementi necessari per dare un contesto al discorso del curatore, impostato deliberatamente con una logica sia da cronista che da opinionista.

Un'ultima importante segnalazione: in riferimento alle forze americane e inglesi, nonché a tutti gli eserciti che le affiancano in battaglia sui fronti occidentali e meridionali d'Europa, è usato il termine Alleati. Una scelta lessicale tradizionale in linea con la narrativa italiana riguardante la storia della Seconda Guerra Mondiale. Ma a livello internazionale, soprattutto in ambienti anglosassoni, il termine utilizzato al posto di Alleati è Nazioni Unite. Il riferimento all'ONU – Organizzazione delle Nazioni Unite che traspare da questa definizione non è fortuito: americani e britannici a partire dall'agosto del 1941, cioè da quando è stato concepito dal Presidente Roosevelt e dal Primo Ministro Churchill l'organismo internazionale che sostituirà la fallimentare Società delle Nazioni, cominciano a riferirsi a loro stessi proprio come Nazioni Unite.... leggi il resto dell'articolo»

L'obiettivo è palese: rendere chiaro che le due Potenze combattono per un mondo nuovo, che deve essere ispirato a principi di giustizia e libertà. Gli stessi per cui combattono contro il Fascismo e il Nazismo. E in teoria anche contro il Comunismo in stile sovietico. Ma questioni di real politik hanno costretto gli stessi artefici del progetto ideale a piegarsi alla realtà non inserendo l'Unione Sovietica nel novero dei nemici da combattere e accettandola come Alleato almeno a livello formale. Ma sia a Washington che a Londra sono sempre stati persuasi, anche se con differenti consapevolezze, che il futuro nemico sarebbe stata Mosca. Come lo scoppio della Guerra Fredda dimostrerà.

Le fotografie provenienti dagli archivi di stato americani.

Le immagini, alcune molto conosciute all'estero ma meno in Italia, provengono in gran parte dagli archivi di stato americani, in particolare Library of Congress, U.S. National Archives, U.S. Navy e U.S. Army. Una selezione di fotografie di grande qualità estetica che permettono di raccontare non solo la drammaticità degli scontri in prima linea ma anche le condizioni di vita dei soldati, i retroscena della campagna d'Italia, le distruzioni che l'hanno accompagnata e le difficoltà della popolazione italiana.

Le immagini della U.S. Navy sono spesso realizzate dai fotografi che facevano parte della mitica The Naval Aviation Photographic Unit capitanata da Edward Steichen, a sua volta fotografo già conosciuto negli Stati Uniti prima dell'inizio del conflitto. Sono  professionisti provenienti dalle più diverse discipline della fotografia che diventeranno autori di fama internazionale nel dopoguerra continuando a lavorare come freelance o entrando nelle principali agenzie mondiali.

Il loro compito principale era quello di raccontare la vita sulle portaerei per invogliare i piloti civili ad arruolarsi nella U.S. Navy invece che nella concorrente U.S. Air Force. A volte andavano oltre i loro compiti specifici ritraendo anche la popolazione e le località italiane man mano che gli alleati avanzavano lungo la penisola. Di particolare qualità sono le immagini della popolazione napoletana e dei suoi bambini realizzate da Wayne Miller nell'agosto del 1944 mentre è in preparazione l'invasione della Francia Meridionale programmata con l'Operazione Dragoon.

Le immagini provenienti dagli archivi dell'U.S. Army sono invece realizzate da decine di fotografi, per lo più sconosciuti ma a volte di grande talento, arruolati negli U.S. Army Signal Corps con il compito di documentare le azioni di guerra e di raccontare la vita sul fronte e nelle retrovie. Degli stessi archivi fanno parte anche una serie di immagini scattate da semplici soldati o ufficiali dell'esercito che all'occasione usavano la propria macchina fotografica personale per documentare le loro esperienze di guerra, i contatti con la popolazione civile o quanto vedevano mentre combattevano.

A fornire in formato digitale molte delle immagini degli U.S. Army Signal Corps è il Signal Corps Archive, un'ente privato che ha l'intento di metterle gratuitamente a disposizione in alta definizione agli addetti ai lavori e al grande pubblico postandole su Flickr in un lavoro che è in continuo progredire dal 2020. Una parte di esse tuttavia erano già state messe a disposizione dagli uffici degli U.S. National Archive in un progetto di cooperazione con Wikipedia Commons che ha permesso l'accesso gratuito a migliaia di immagini sulla storia americana.

Una delle immagini esposte è stata realizzata dalla fotografa di fama mondiale Toni Frissel. In essa l'autrice ritreae un gruppo di piloti afro-americani durante un briefing prima di entrare in azione per una missione con la loro squadriglia. Siamo nel marzo del 1945 a Ramitelli, nel comune di Campomarino, in provincia di Campobasso in Molise. La foto fa parte di un servizio dedicato proprio ai piloti afro-americani appartenenti alla 332d Fighter Group (il "Tuskegee Airmen") realizzato con lo scopo di sensibilizzare l'opinione pubblica nei confronti degli afro-americani nell'esercito degli Stati Uniti e per sottolineare il sacrificio e il contributo da loro fornito per vincere la guerra sebbene in patria siano vittime di razzismo.

Autrice di immagini di moda per le più importanti riviste internazionali, conosciuta per le sue ambientazioni esterne che mostrano le donne enfatizzando il loro attivismo sul lavoro e nella vita privata, Toni Frisell comincia a ritrarre il Secondo Conflitto Mondiale prima con la American Red Cross, quindi con la Eighth Army Air Force e infine come fotografa ufficiale dei Women's Army Corps. È forse sua, anche se il credito originario afferma che l'autore è sconosciuto o non fornito, una bellissima immagine - esposta in mostra - di soldatesse americane su una spiaggia del Nord Africa mentre sono in libera uscita.

Le fotografie provenienti dagli archivi di stato polacchi.

Una parte minore delle immagini arriva invece dagli archivi di stato Polacchi ( Archives Narodowe Archiwum Cyfrowe) e fa parte della Collezione della Casa Editrice Cracovia – Varsavia (Collection Wydawnictwo Prasowe Kraków-Warszawa – vedi: https://portal.ehri-project.eu/units/pl-003140-2) fondata nell'ottobre del 1939 dal governo nazista della Polonia occupata per ordine di Goebbels, ministro della propaganda del III Reich. La sede della casa editrice, produttrice di tutte le riviste legali al tempo nel paese, si trovava a Cracovia nel Palazzo della Stampa e aveva filiali presenti a Varsavia, Radom, Lublino, Częstochowa, e successivamente anche a Lviv.

A dirigerla era Hans Strozyk con l'obiettivo di promuoverre le esigenze di propaganda di Hitler. Le fotografie erano scattate da fotoreporter dipendenti della casa editrice, agenzie di stampa, studi fotografici privati e corrispondenti di guerra. Una volta raccolte, le immagini venivano poi distribuite ai vari organi di stampa che erano autorizzati a usarle (come a riportare le notizie) senza commenti ma solo con le didascalie ufficiali approvate dalla censura tedesca.

La prospettiva delle immagini provenienti dagli archivi di stato polacchi è quella delle forze dell'Asse, il taglio è per lo più da fotoreportage, con molte fotografie scattate in prima linea e durante azioni di combattimento. Alcune invece sono costruite accuratamente per sfruttare i chiaro scuri e hanno una veste molto grafica. Molte sono di grande qualità estetica: i fotografi che le realizzavano, al di là della visione ideologica personale o dei loro committenti, erano estremamente consapevoli del mezzo che utilizzavano e particolarmente dotati dal punto di vista artistico.

Proviene sempre dalla stessa fonte l'immagine di Benito Mussolini nel momento in cui è liberato a Campo Imperatore dai paracadutisti tedeschi in un'azione spettacolare effettuata con gli alianti, preludio alla nascita delle Repubblica Sociale Italiana.

Le fotografie provenienti dagli archivi di stato tedeschi.

Due immagini invece provengono direttamente dagli archivi di stato tedeschi che le ha messe a disposizione di Wikipedia Commons in alta definizione per un progetto di cooperazione autorizzandone l'uso per qualsiasi finalità. La prima è di particolare importanza per la storia della Seconda Guerra Mondiale in Italia perché mostra una retata di civili effettuata dalle truppe della Repubblica Sociale Italiana e dell'esercito tedesco in una via di Roma subito dopo l'attentato partigiano di via Rasella "contro – come recita la didascalia originale fornita dai Bundesarchiv, gli archivi di stato della Germania - una compagnia di polizia altoatesina (aggregata alle SS) in addestramento, avvenuto il 23 marzo 1944."

Gli arrestati "furono portati al Viminale, detenuti e malmenati, e una parte di essi – continua a raccontare la didascalia - sarà uccisa nella conseguente rappresaglia alle Fosse Ardeatine." La seconda mostra un reparto della X MAS, corpo d'élite dell'esercito italiano che in parte aderì al nuovo stato della RSI, schierato a Roma per essere passato in rivista dagli alti comandi tedeschi presenti in città prima di raggiungere la prima linea del fronte di Anzio e Nettuno.

History & Photography

La Fotografia ritrae e racconta la realtà ormai da quasi due secoli. È partendo da questo presupposto che nasce History & Photography, un progetto che si pone tre obiettivi principali: realizzare e promuovere iniziative (esposizioni, pubblicazioni, fotoproiezioni) che raccontino la Storia contemporanea con la Fotografia (e che raccontino anche la Storia della Fotografia); riscoprire e rendere fruibili al grande pubblico e ai più giovani, esaltando sia la funzione narrativa e documentale delle immagini che il loro valore estetico, i tantissimi archivi fotografici storici italiani e stranieri, pubblici e privati, che conservano veri e propri gioielli artistici spesso sconosciuti perfino agli addetti ai lavori; supportare con lo strumento della fotografia, e il punto di vista del fotoreportage in particolare, l'insegnamento della Storia e delle società contemporanee in Scuole e Università con percorsi già precostituiti di circa 50-70 immagini. Le fotografie sono spesso dotate di testi di approfondimento che affrontano i diversi argomenti storici con un taglio giornalistico e documentaristico.

Il curatore

Alessandro Luigi Perna è giornalista pubblicista, consulente (editoria, fotografia, eventi, comunicazione, ufficio stampa) e curatore e organizzatore di iniziative con la fotografia sia contemporanea che storica, sia rivolte al grande pubblico che a scuole e università. È specializzato inoltre nella valorizzazione e promozione di archivi di fotografi, agenzie, case editrici, musei, aziende. Fornisce servizi di consulenza a fotografi (progettualità, comunicazione, cura e organizzazione) e gallerie espositive (direzione artistica, organizzazione, gestione spazi, comunicazione).

In curriculum ha articoli di fotografia,  interviste a grandi fotografi internazionali, alcuni volumi fotografici, decine di mostre realizzate con enti pubblici e privati, la cura e co-cura di tre festival. È stato infatti co-ideatore e co-curatore delle prime tre edizioni di Memorandum – Festival della Fotografia Storica di Biella e Torino, co-curatore della sezione fotografica del festival Urbana di Biella e ideatore, curatore e co-produttore di All you need is photography! Unlimited Edition Photo Festival di Milano.

Ha curato mostre in Triennale, Fondazione Stelline di Milano, Casa dei Tre Oci di Venezia, Museo di Arte Contemporanea di Lucca, Museo delle Scienze di Torino, etc. Ha realizzato mostre o foto-proiezioni con gli archivi fotografici di Fiat, Alenia, Pirelli, Olivetti, Unione Industriali Torino, L'Europeo - RCS, Touring Club, Società Geografica Italiana, Museo del Risorgimento di Torino, Musei Civici di Pavia, Università degli Studi di Torino – Museo della Facoltà di Antropologia, Museo del Calcio di Coverciano, etc. Ha curato mostre e foto-proiezioni inoltre con numerosi archivi internazionali pubblici e privati tra cui, tra gli altri, quelli dei Musei di Londra, degli U.S. National Archives, della Library of Congress, della U.S. Navy, dell'U.S. Marine Corp, del Ministerio de Educación, Cultura y Deporte di Madrid.

Ha curato esposizioni di numerosi fotografi tra cui Michel Comte, Cesare Colombo, Romano Cagnoni, Giovanni Porzio, Giancolombo, Frank Hurley, Gianfranco Moroldo, Santi Visalli, Guido Alberto Rossi, Roberto Polillo. Ha promosso, supervisionato e coordinato mostre di: Werner Bischof (Magnum), Magnum (collettiva), Bruno Barbey (Magnum), Herman Leonard, Pino Ninfa, etc. Dal 2011 con il progetto History & Photography, realizzato in partnership con Eff&Ci – Facciamo Cose di Federica Candela, racconta anche la storia della fotografia e del mondo contemporaneo sia al grande pubblico che ai ragazzi delle scuole con mostre e foto-proiezioni.

Il Produttore

Eff&Ci - Facciamo Cose fornisce servizi e attività di consulenza a chi opera nella cultura e nel sociale come enti pubblici e associazioni e propone agli artisti dal supporto alle loro esigenze espositive fino alla progettazione, cura, allestimento, esposizione e promozione delle loro mostre. Nel corso di questi anni ha organizzato presso "la Casa di Vetro" di Milano diverse iniziative espositive - personali e collettive di fotografia, pittura e scultura di artisti italiani e stranieri. Nell'ambito del progetto History & Photography ha prodotto numerose mostre di fotografia storica.

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Mostra: 8 settembre ‘43. La Liberazione d’Italia

Milano - Casa di Vetro

Apertura: 08/09/2023

Conclusione: 16/12/2023

Organizzazione: Eff&Ci e History & Photography

Curatore: Alessandro Luigi Perna

Indirizzo: Via Luisa Sanfelice 3 - 20137 Milano

Orari: da mercoledì a sabato dalle 16:00 alle 19:30 (ultimo ingresso alle 19:00)

Ingresso: € 5,00

Visite guidate (minimo 4 persone): € 15,00

Foto-proiezioni commentate (minimo 10 persone): € 15,00

Il biglietto di ingresso permette:

di tornare tutte le volte che si vuole presentando la ricevuta
di visionare la mostra nella versione on line per una settimana

Informazioni: 02.39.43.83.95 | federica.candela@effeci-facciamocose.com



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