ESTROFLESSIONE DISSEMINAZIONE MONOCROMIA
Bonalumi Pinelli Pezzi
Ancora una volta Ferrarin presenta artisti di grande spessore e, se aveva già esposto Bonalumi e Pinelli, ora propone, assieme a questi, un’artista più giovane ma di grande valore, Paola Pezzi.
Si tratta di una mostra che unisce, non casualmente bensì con una logica teorico-storica, tre artisti certamente differenti, per età, storia personale ed artistica, ma “legati”, in un qualche modo, e capaci di offrire un insieme complesso e stimolante.
Nella storia dell’arte contemporanea, fu Lucio Fontana a voler andare “al di là” del quadro con tagli e buchi “disseminati” sulla tela, per cercare quello che c’è oltre alla superficie, cioè per trovare l’infinito, e fu Alberto Burri a realizzare l’estroflessione della tela (i Gobbi) che faceva protendere, in modo aggettante, l’opera; poi fu Agostino Bonalumi, oltre a Enrico Castellani e Turi Simeti, a sviluppare l’estroflessione che divenne il fondamento della sua poetica, così come la “disseminazione” diventò la cifra di Pino Pinelli che ha sempre basato il suo operare su questa pratica la quale lo rende unico nel panorama dell’arte contemporanea.
Bonalumi (1935 – 2013) nelle sue opere fa apparire la linea curva e la rotondità che danno un senso di pacatezza, di morbidezza, anche se, assieme a questi lavori, ne ha realizzati altri più “freddi” con sporgenze di forma lineare retta.
Pino Pinelli (1938), invece, “rompe” il quadro e “dissemina” sulla parete i singoli pezzi che sono tridimensionali e acquistano senso solo nell’installazione sul muro che, quindi, diviene il luogo dell’evento.
Paola Pezzi (1963) realizza, come Pinelli, opere che hanno “spessore” e che colloca sul muro per avere una visione frontale. Utilizza materiali trovati e quotidiani quali matite, gomme, passamanerie, fili e tanti altri; e, come accade per gli altri due artisti, di preferenza la sua opera è monocroma.
Se il monocromo è un elemento che accomuna questi artisti, per loro si potrebbe introdurre anche un altro concetto, quello di “barocco”. Un barocco inteso non come mera decorazione bensì come uso della rotondità, del cerchio, della linea curva che eviti le asperità delle ortogonali, pur mantenendo una evidente tensione: in Bonalumi abbiamo l’estroflessione rotonda e sinuosa, in Pinelli la dislocazione degli elementi in una linea leggermente curva se l’opera è lineare o in una sintesi ovoidale nelle grandi disseminazioni, in Pezzi la torsione dei suoi singoli elementi che, come in un vortice, esprime anche volontà di movimento, e che ritroviamo nelle curve flessuose dei fogli di gomma più recenti.
Un testo del curatore, Giorgio Bonomi, la riproduzione delle opere degli artisti, di quelle in mostra e di altre, e le loro biografie compongono l’ampio catalogo che, così, si presenta come un efficace strumento di analisi e di conoscenza.
Mostra: Al di qua del muro
Legnago - Ferrarin Arte
Apertura: 11/02/2017
Conclusione: 25/03/2017
Curatore: Giorgio Bonomi
Indirizzo: Via de Massari, 10, Legnago VR
Sito web per approfondire: http://www.ferrarinarte.it/Mostre-2017/mostre-2017.html
Facebook: https://www.facebook.com/Ferrarin-Arte-555339861200605/?fref=ts
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