Angelo Cingolani. Oppressione globale

  • Quando:   21/09/2024 - 28/09/2024
  • evento concluso

Arte contemporaneaMostre a CagliariCagliari


Angelo Cingolani. Oppressione globale

Sabato 21 settembre 2024 alle ore 18 si inaugura, presso la Galleria Spazio 61 in via dei Genovesi 48 a Cagliari, Ossessione globale, mostra personale dell'artista Angelo Cingolani.

L'esposizione, visitabile dal 21 al 28 settembre, consiste principalmente in una serie di opere che prendono ispirazione dal rapporto conflittuale tra la scienza e la tecnica da un lato e la filosofia dall'altro, con al centro l'essere umano artefice del progresso, con la sua incondizionata volontà di sapere, ma con il denaro diventato il senso ultimo di tutte le cose, in quel mercato mondiale in cui l'uomo conta solo per il suo potere d'acquisto. Da qui la riflessione dell'artista che evidenzia come l'uomo sia diverso da tutte le cose del mondo, perché nella sua totalità non può diventare oggetto, concludendo il pensiero suggerendo che è necessario "pensare oltre l'oltre", al di là di ciò che è razionale, logico, inquadrato, schematizzato, conformizzato.

Oppressione globale

L'oppressione globale nasce dalla cultura del dominio sviluppatasi in occidente, diventata in seguito ossessione mondiale della contemporaneità.
Sotto il dominio della ratio, il cui significato affidato all'etimologia del verbo reor (credere, ritenere, pensare, giudicare, considerare), cioè stimare qualcosa per quello che è e quindi sottoporre qualcosa alla stima o al calcolo di qualcuno a cui il qualcosa deve rendere ragione, si stabilisce una continuità con la scienza che respingendo l'inaccessibile riduce la natura alla propria immagine logica, e la filosofia segue la scienza nella concezione di un'immagine meccanica e rigorosamente deterministica del mondo, generando nel pensiero moderno la volontà di assoggettare, meccanizzare, dominare, e quindi dissolvere ogni interiorità che non fosse direttamente verificabile con gli strumenti della logica assolutizzata, e dunque annullando lo spazio della trascendenza, dell'esistenza e della libertà dell'uomo.

La logica dell'occidente, incapace di superare la conoscenza oggettiva, si proibisce la trascendenza, ed allora la nostra epoca, espressione dell'attività tecnica, fondata sul calcolo e sulla pianificazione, non è in grado di conoscere per sé alcun autentico futuro, perché l'accadimento di ogni novità è qualcosa di irrimediabilmente passato, perché pre-visto, pre-calcolato, perché anticipatamente voluto. La modernità, pertanto, non annuncia un nuovo tempo, ma un nuovo modo di vivere il proprio passato.
L'uomo contemporaneo dispone solo di due linguaggi: quello comune e quello scientifico. L'uno e l'altro sono piegati all'utilità, l'unica trascendenza dell'uomo di oggi. Ma le valutazioni sulla giustezza di un'azione utilitaristica non prendono in considerazione l'irriducibilità degli individui, non trattano le persone come individui autonomi, con la loro propria soggettività, propri progetti, propri valori. Oggi l'incontro quotidiano con le cose avviene sotto la categoria vincolante dell'utilità, il senso delle cose dipende dalla loro rispondenza all'utile, sull'utile viene misurata e definita la loro essenza. La natura è già utilitaristicamente definita. Le cose sono considerate solo per quello che servono, e non per quello che sono. Se qualcosa si sottrae allo schema dell'utile diventa insignificante, senza senso, perché ogni senso è custodito dall'utilità.... leggi il resto dell'articolo»

Il mondo immediato delle cose da utilizzare si compone col mondo pubblico degli altri che vivono con noi. Qui uno vale l'altro e per l'uno e per l'altro vengono impiegati i mezzi pubblici di trasporto, di divertimento e di informazione. Nasce l'opinione pubblica livellata dai mass media, avvelenando le coscienze e uccidendo il senso critico.
Il senso comune si muove quotidianamente sul terreno delle ovvietà non problematizzate, e si esprime in un sapere costituito da una somma di affermazioni e negazioni prive di fondamento. Questo comportamento torna comodo a chi, impegnato nella trasformazione del mondo, agevoli e favorisca il suo dominio sull'umanità, cioè la dittatura tecnocratica e finanziaria, quasi che nessun ostacolo si frapponga sulla strada della realizzazione dei suoi disumani piani!

L'essenza del metodo scientifico sta tutta nell'anticipazione matematica delle ipotesi da seguire. La scienza è raccolta nella scrittura anticipante che caratterizza il suo metodo, che è poi quella via seguita per raggiungere quell'utilizzazione del mondo a cui l'uomo si trovava già impegnato prima della nascita della scienza stessa.
La corsa folle che oggi trascina le scienze verso mete che esse stesse ignorano, ha la sua forza propulsiva nel potenziamento e nel progressivo assoggettamento alla tecnica del metodo, anche se la scienza non è in grado di dare un senso alle sue realizzazioni e quindi alla realtà del mondo contemporaneo che delle sue realizzazioni ne è l'espressione.

La tecnica non è la semplice applicazione dei risultati scientifici, ma è la forma stessa della scienza che traduce il pensiero da teoretico in produttivo. L'operare che scaturiva dal sapere antico si limitava ad assecondare la natura, mentre l'operare che scaturisce dal sapere scientifico moderno dispone della natura a partire dalla progettualità umana.
La mancanza di senso sa mascherarsi anche con belle parole ed elevate intenzioni, non ultima l'incondizionata volontà di sapere che non è altro che volontà di potenza per la quale tutto diviene materiale della produzione. La terra e la sua atmosfera divengono materie prime. L'uomo stesso diventa materiale umano impiegato secondo piani prestabiliti. Non soltanto il vivente è scientificamente oggettivato e tecnicamente allevato nello sfruttamento, ma è in pieno svolgimento l'assalto della scienza e della tecnica ai fenomeni della vita come tali. E' l'essenza stessa della vita a essere rimessa alla produzione tecnica ed oggi c'è già chi progetta la produzione in serie di esseri umani!
L'operativismo produttivo determina l'affarismo come suprema realtà dietro cui si compie il lavoro scientifico. L'affarismo e quindi il denaro sono diventati il senso ultimo di tutte le cose, in quel mercato mondiale in cui l'uomo conta solo per il suo potere d'acquisto.
Il limite fondamentale della scienza risiede proprio nella natura del suo procedimento metodologico, che prevede l'oggettivazione del reale mediante ipotesi di natura matematica. Circoscritta dal suo metodo, che le impone di attenersi alle oggettività ipoteticamente costruite, la scienza non pensa se il volto del reale sia proprio quello che risulta dalla sua matematica oggettivazione. Col suo procedimento la scienza non giunge alla verità delle cose, ma semplicemente alla loro esattezza ovvero alla corrispondenza della loro oggettivazione con le ipotesi che hanno consentito il processo oggettivante. Ciò che le scienze conoscono, quindi, non è il mondo, ma l'ordinamento del mondo da loro ipotizzato: un cosmo di oggettivazioni che nella sua chiarezza si sovrappone al mistero impenetrabile del mondo. Ciò che sta oltre questo cosmo, nella scienza resta insospettato, per la tendenza abituale degli scienziati a ridurre il reale a ciò che si lascia oggettivare dalle ipotesi ordinatrici.

Si credeva, sempre in modi diversi di trovare metodi di comprendere l'uomo come un tutto. In ciascuno di questi metodi la presunta totalità si rivelò come una totalità entro la vasta e mai oggettivata totalità dell'essere umano, ma mai come questa totalità stessa. L'uomo, infatti, nella sua totalità sta fuori e oltre ogni possibile e afferrabile oggettivazione. Egli non può giungere a compimento: è sempre più di quanto egli sappia e possa sapere sul proprio conto. L'uomo è diverso da tutte le cose del mondo, perché nella sua totalità non può diventare oggetto. Ed ora quest'essere, l'uomo, sta diventando anche oggetto della speculazione della tecnocrazia finanziaria transumanista globale che sta, incredibilmente, progettando di produrlo in serie!

L'idea di totalità, che si profila ai limiti di ogni particolare ricerca scientifica, dice del carattere non assoluto della scienza. Per raggiungere il senso della totalità era necessario oltrepassare la scissione di soggetto e oggetto, in cui la scienza, a motivo della loro impostazione metodologica, costantemente si trattengono. Era necessario "pensare oltre", al di là di ciò che è oggettivo. E' necessario "pensare oltre l'oltre", al di là di ciò che è razionale, logico, inquadrato, schematizzato, conformizzato.
E' necessario contemplare la Verità e al sua lontana Luce che dal Perduto Paradiso nel Sentimento si manifesta.

Angelo Cingolani

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Mostra: Angelo Cingolani. Oppressione globale

Cagliari - Galleria Spazio 61

Apertura: 21/09/2024

Conclusione: 28/09/2024

Organizzazione: Galleria Spazio 61

Indirizzo: Via dei Genovesi, 48 - Cagliari

Inaugurazione: sabato 21 settembre h 18

Orari: Dal lunedì al sabato H 18-20 | Domenica H 10:30-12:30

Per info: tel. +39 3287589900



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