La mostra di Ariel Schlesinger. Mierda y mariposas inaugurerà in galleria Massimo Minini sabato 21 settembre dalle 17 alle 21.
Le opere di Ariel Schlesinger (nato a Gerusalemme nel 1980, vive a New York) combinano l'umorismo con l'imminente minaccia di distruzione o pericolo. Oggetti o immagini che fanno parte della nostra quotidianità presentano alcune caratteristiche inaspettate che ci inducano a riflettere su ciò che ci circonda in modo diverso dall'ordinario.
La mostra resterà visitabile fino al 6 novembre.
Testo di Sofia Lemos
Mierda y Mariposas, in italiano "Merda e farfalle", si muove fluidamente tra forze opposte, riflettendo la tensione tra creazione e disfacimento, vita e rovina. Al centro della mostra di Ariel Schlesinger si trova il cortometraggio in 16 mm La Avelina (2024), un ritratto della natura strana, inquietante e spesso contraddittoria del mondo naturale. Girato al tramonto, il film mette in scena un albero con una fiamma che brucia dall'interno e i fumi che si sprigionano attraverso i rami. Ambientato in un paesaggio lugubre e desolato, il film fa pensare a una rimozione forzata, come se l'albero, soggetto alla violenza dello spostamento, fosse stato messo in moto, sradicato e trapiantato altrove.
Nell'opoca dell'espropriazione globale, il filosofo Michael Marder sostiene che l'esilio sia ormai diventato universale, estendendosi oltre i gruppi umani alla terra e all'atmosfera, alle piante e ai luoghi, agli animali, ai microrganismi, ai batteri e ai funghi. Ogni organismo e ogni ecosistema viene colpito dal cambiamento climatico "provocando l'esilio delle ecologie; (...) senza nessuna possibilità di tornare alla stabilità dello stato originale, di per sé nient'altro che una finzione teorica"[Marder, Michael. "Exilic Ecologies." Philosophies, vol. 8, no.5, 2023, 2.]. Come il fuoco, che non può tornare indietro o essere invertito, l'esilio implica sia distruzione che rinnovamento, estinguendo ciò che noi consideriamo originale.... leggi il resto dell'articolo»
Nel cortometraggio La Avelina, un albero da frutto trovato senza vita in un villaggio viene faticosamente tagliato a pezzi, svuotato e riassemblato in una fattoria a Quito, in Ecuador, prima che l'artista gli dia fuoco. Per Schlesinger, la ricerca degli alberi e la loro osservazione sono parte integrante della sua pratica artistica: "è sempre interessante guardare gli alberi perché loro cambiano come cambiamo noi". Di recente, una scultura in bronzo a grandezza naturale ha occupato la galleria Minini costringendo i visitatori a chinarsi sotto un groviglio di rami scuri che sorreggevano una fiamma per raggiungere le altre stanze (Untitled, 2019). Nel Museo Ebraico di Francoforte, un monumentale calco in alluminio di due alberi intrecciati, allestito in modo permanente nel piazzale (Untitled, 2019), parla di appartenenza e sradicamento. Forse la scultura rimanda all'albero della conoscenza, che determinò il primo esilio della storia dell'umanità. Come spiega Marder, "L'atto di mangiare dall'albero della conoscenza del bene e del male è interpretato in termini di separazione della conoscenza dalla vita e del successivo esilio degli essere viventi dalla vitalità".
Piuttosto che fungere da simbolo della fede o di una credenza, la poetica del fuoco e l'importanza degli alberi nella pratica di Schlesinger sottolineano la reinvenzione della vita rispetto alla disperazione. Così come il fuoco può consumare rapidamente, nello stesso modo può rilasciare energia, cambiare forma, dare sostentamento. In termini ecologici, un incendio nel bosco devasta gli alberi, ma è anche vero che nutre il terreno consentendo la crescita di nuova vita. Il fuoco, in questo senso, concilia apparenti contraddizioni, riformulando la possibilità di vivere nella dualità, essendo più di uno e soltanto uno alla volta. L'opera di Schlesinger affronta questo paradosso: il doppio, la coppia e la contraddittoria rottura con il dualismo, che troppo spesso viene usato per orientarsi nel mondo. Per l'artista, "il significato sta nel materiale"[Comunicazione personale con l'autore], rivelando il desiderio di comprendere la sostanza dei processi e degli oggetti piuttosto che forzare delle narrazioni su di essi.
Al centro della realtà materiale è presente anche una dimensione metafisica che riguarda l'apparente, dove credo che l'opera di Schlesinger si soffermi con penetrante disagio. Nato a Gerusalemme, Schlesinger conosce bene la spettralità e l'apprensione che caratterizzano lo straordinario susseguirsi di vita e morte in un luogo allo stesso tempo occupato e in stato di esilio.
In questo luogo, lo spettrale può essere sentito e percepito a modo suo. I continui cambiamenti annunciano ora un disastro imminente ora un nuovo inizio, e questa lunga attesa invisibile, come precisa Jalal Touffic, incombe sul visibile con frammenti di eventi, traumi e ricordi che continuano a plasmare il presente[5]. Forse questo è il motivo per la presenza del gas in così tante opere di Schlesinger: "le persone hanno paura di ciò che non possono vedere" [Comunicazione personale con l'autore].
La crisi ambientale opera su scale così impercettibili, così vaste, distribuite e prolungate che sfuggono a qualunque ragionamento convenzionale. La Avelina conferisce alla mostra la sua atmosfera sonora - composta da Miruna Boruzescu - assieme ad un sottotono operistico dell'ambiguità avvertita sotto l'influenza di scale sia materiali che immateriali. Le tensioni personali, sociali ed ambientali della mostra Mierda y Mariposas compongono una visione deromanticizzata dell'ecologia, "staccata dal bucolico e dal pittoresco, e dissociata dal nativismo e dall'autoctonia", idee tradizionalmente associate alla natura.
Nell'opera di Schlesinger emerge una sensibilità estetica che riflette la complessità della vita. Le sue opere gettano una visione completa sull'interdipendenza, riconoscendo il nostro coinvolgimento nei sistemi ecologici, nel bene e nel male. Dalle raffigurazioni di alberi che bruciano lentamente e di coltelli da macellaio in fiamme (Just Entschuldigung your way out, 2024) ai ritratti di farfalle posate su escrementi (The an avoidable consequence of you, 2024), assieme all'umorismo tagliente di Everything is yet (2024) ─ una semplice fiamma trascinata in un buco nero ─ le sue opere, proprio come il fuoco, non esauriscono, ma trasformano quelle che sembrano forze irreconciliabili.
Mostra: Ariel Schlesinger. Mierda y mariposas
Brescia - Massimo Minini
Apertura: 21/09/2024
Conclusione: 06/11/2024
Organizzazione: Massimo Minini
Indirizzo: via Luigi Apollonio 68 - 25128 Brescia
Info: Tel. 030383034 - info@galleriaminini.it
Inaugurazione: sabato 21 settembre dalle 17 alle 21
Sito web per approfondire: https://www.galleriaminini.it/
Facebook: galleriamassimominini
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