Al Museo Bailo a Treviso una mostra tanto coinvolgente quanto necessaria, ricorda i protagonisti del design e dell'architettura trevigiana degli ultimi sessant'anni - tra progetti innovativi, relazioni professionali, dibattiti culturali, trasformazioni urbane e territoriali, grandi cambiamenti del tessuto socio-economico, amicizie e interessi personali – accomunati dalla formazione in quella fucina straordinaria che fu lo IUAV di Venezia, con alcuni dei maggiori Maestri italiani nel corpo docente, da Franco Albini, Ignazio Gardella, Bruno Zevi a Giuseppe Samonà, Egle Trincanato e Carlo Scarpa, e in città le grandi archistar internazionali come Frank Lloyd Wright, Le Corbusier e Louis I. Kahn.
Una mostra con tanti importanti eventi collaterali, promossa da [e]DesignFestival e coorganizzata con la Città di Treviso e i Musei Civici di Treviso, in collaborazione con FATV-Fondazione Architettura Treviso e Forma Ubis; curata da Luciano Setten direttore artistico di [e]DesignFestival, con Mario Gemin, Giuseppe Cangialosi e LucaFacchini.
Il periodo storico, 1960-1990 porta a considerare, come scrive Roberto Masiero, "... le trasformazioni politiche e ideologiche che accompagnano il boom economico, l'emergere di una nuova classe dirigente, lo sviluppo di una industria diffusa dei beni di consumo a medio contenuto tecnologico, ma ad alto contenuto di immagine; l'inurbamento scomposto che ha modificato il paesaggio rurale ed ha letteralmente violentato i modi d'uso dei centri storici".
Tra oggetti, progetti e studi in mostra, di Paolo Bandiera e Umberto Facchini, Luciano Gemin, Giuseppe Davanzo, Vittorio Rossi e Boccato-Gigante, si evidenzia il lavoro di Roberto Pamio, in un percorso espositivo che evidenzia l'anima segreta delle cose, con particolare attenzione ad una ricerca formale che si riscontra, costantemente, nelle opere degli architetti selezionati, tutti accomunati dalla capacità di visualizzare attraverso gli schizzi quale strumento per pre-vedere il progetto.
Architetto, designer e pittore, Roberto Pamio - scomparso nel 2021 - si è distinto nel mondo dell'architettura e del design per la capacità di emozionare attraverso le sue creazioni. In oltre mezzo secolo di attività, ha firmato innumerevoli progetti, in Italia e all'estero, da abitazioni private a complessi residenziali, spazi produttivi e pubblici, compresi pure alcuni monumenti, donati alla collettività. Professionalmente trevigiano d'adozione, Pamio è colui che in città realizzò le attuali antenne telefoniche "mascherate" da opere d'arte futuristiche, come quella di piazza Matteotti. In particolare, di Roberto Pamio vengono esposti i progetti architettonici di alcune ville, a Vicenza, nel Connecticut (1986), e a Treviso come Villa Bornello (1977), Torre Matteotti e Casa Ghedin (1990). E di design, tra cui il sofà Lara, disegnato per Stiwood negli anni '60, e le lampade Gill del 1962 e Febo del 1970 per Leucos.... leggi il resto dell'articolo»
"Siamo molto orgogliosi che questa mostra celebri il lavoro e la visione di nostro padre" afferma l'architetto Matteo Pamio. "Onoriamo la sua eredità portando avanti il suo metodo basato su un perfetto equilibrio tra osservazione, ispirazione e immaginazione. Un approccio dove sostenibilità e creatività si combinano con funzionalità ed estetica, privilegiando materiali naturali per promuovere il benessere delle persone e il rispetto per l'ambiente".
Mostra: Differenti con metodo
Architetti e designer dallo IUAV: opere dal 1960 al 1990
Treviso - Museo Bailo
Apertura: 30/11/2024
Conclusione: 23/02/2025
Organizzazione: [e]DesignFestival
Indirizzo: Treviso, Borgo Cavour 24 - Treviso
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