Egitto. Viaggio verso l'immortalità

  • Quando:   23/10/2024 - 06/04/2025

ArcheologiaMostre a TrevisoConegliano


Egitto. Viaggio verso l'immortalità

Faraoni, piramidi, sontuosi corredi tombali, mummie che si risvegliano, misteri ... l'eterno, esotico fascino dell'antico Egitto, così come diffuso da infiniti film e racconti.

Artika è lieta di presentare "Egitto. Viaggio verso l'immortalità", la grande mostra in programma a Palazzo Sarcinelli di Conegliano, a partire dal 23 ottobre 2024.

L'esposizione condurrà i visitatori nella realtà sottesa all'incredibile turbinio di leggende sorte intorno ai Faraoni e alle innumerevoli divinità del pantheon egizio; per scoprire le credenze ed i riti che accompagnavano la morte nell'Egitto dei Faraoni, dal Medio Regno (iniziato nel 2065 a.C.) fino all'epoca greco-romana (conclusasi nel 313 d.C.).

Miti non troppo dissimili da quelli di altre religioni, fatta forse salva una specifica necessità: quella di preservare i corpi per garantirsi la vita eterna.

Egitto. Viaggio verso l'immortalità è una mostra nata da un'accurata ricerca scientifica, a cura di Maria Cristina Guidotti su progetto di Contemporanea Progetti, organizzata da ARTIKA e CP, in collaborazione con il Comune di Conegliano. Tutte le opere esposte provengono dal Museo Egizio di Firenze (Museo Archeologico Nazionale di Firenze), in esclusiva a Conegliano dopo la tappa internazionale in Danimarca.... leggi il resto dell'articolo»

Il percorso espositivo offre un preciso spaccato del concetto egiziano dell'aldilà e dei rituali ad esso associati.

La mostra indaga l'inizio del viaggio verso l'immortalità, le pratiche di imbalsamazione, la funzione dei corredi che accompagnavano il defunto verso i Campi di Iaru, poi conosciuti come Campi Elisi e, volendo, il Paradiso.
Più di 100 reperti straordinari, compresi alcuni scoperti nel corso della spedizione guidata dal mitico Jean-François Champollion (il decifratore dei geroglifici) e da Ippolito Rosellini (il padre dell'egittologia italiana), racconteranno in 5 sezioni il percorso di corpo e anima verso l'eternità.

Molte mostre sono state di recente dedicate alla civiltà egizia, ma raramente ci si è concentrati su alcuni aspetti che necessitano di ulteriori studi scientifici: precisamente quelli legati alle pratiche funebri, all'imbalsamazione e al proseguimento della vita nell'aldilà. Questo lo scopo di "Egitto. Viaggio verso l'immortalità", un'esposizione destinata ad analizzare un argomento che ha a lungo affascinato, tanto gli esperti quanto la gente comune, sin dal tempo dello storico greco Erodoto, il quale visitò l'Egitto nel V secolo a.C. e riportò ai contemporanei, con grande copia di dettagli, notizie circa le procedure in uso in quelle regioni.

La mostra, attraverso oltre 100 capolavori dal Museo Egizio di Firenze, racconta il viaggio verso l'immortalità del popolo egiziano. Gli oggetti esposti coprono un vasto arco cronologico: dal Medio Regno (iniziato nel 2065 a.C.) fino al Periodo Tolemaico (successivo all'invasione di Alessandro Magno) e all'epoca Greco-Romana (conclusasi nel 313 d.C.).

Oltre 2000 anni di storia raccontati attraverso autentiche mummie antiche imbalsamate migliaia di anni fa, sculture in legno e bronzo, meravigliosi gioielli in oro e fayence blu, e stele funerarie finemente incise. Le antiche divinità, come Anubi, Osiride, Iside e Horus, rivivranno a Palazzo Sarcinelli, assieme alle storie documentate di grandi personalità, il cui corpo e i cui oggetti funerari sono arrivati fino a noi dopo 3000 anni dalla loro morte.

Ampio spazio è riservato al corredo funerario che veniva depositato accanto al defunto, all'interno della sua tomba. Gli antichi egizi credevano che la morte non costituisse la fine della vita, ma che questa continuasse sotto un'altra forma. L'anima del defunto però, per continuare a vivere, doveva avere la possibilità di reincarnarsi nel proprio corpo: da ciò derivava la necessità di rendere non deperibile il corpo e quindi la ricerca di metodi sempre più sicuri e perfezionati di imbalsamazione, che venne praticata dagli egiziani fin dalle prime dinastie della loro storia millenaria.

Spesso il pubblico, attratto da questo tema con un misto di mistero e orrore, ha acquisito delle idee distorte riguardo alla ricerca dell'immortalità da parte degli antichi Egizi. Infatti, all'interno delle convinzioni religiose di questo popolo, è opportuno mettere in risalto proprio questa aspirazione alla vita eterna: tutti i rituali funebri, perfino i più macabri, non miravano semplicemente alla preservazione del corpo del defunto, bensì ad assicurare il proseguimento della vita nell'aldilà.

Tra i "pezzi" di spicco vi sono le statue raffiguranti il dio del regno dei morti Osiride e Iside con Horo (il dio rappresentato con la testa di falco). Non manca il celebre Anubi: il dio dalla forma di canide comunemente identificato con uno sciacallo.

Anubi era un antichissimo dio funerario protettore delle necropoli. In mostra incontreremo alcune stele funerarie a falsa porta che avevano la funzione di permettere al ba, l'anima del defunto, di uscire dalla tomba. Il cuore dell'esposizione è chiaramente dedicato alle spaventose mummie.

La più rappresentativa è la mummia di Paugimaiu (sarà esposto anche il sarcofago) del III Periodo Intermedio: un corpo bendato di tremila anni fa. Prezioso è anche il sarcofago con pseudomummia, portato a Firenze nel 1765 da Giovanni Francesco Agostini: la piccola mummia di sembianze antropomorfe contiene in realtà, come ha svelato la radiografia, il corpo di un falco al quale è stato dato l'aspetto di un neonato.

Amuleti a forma di occhi wdjat (l'occhio del dio falco Horo), scarabei alati, vasi canopi, casse canopiche riccamente dipinte, sarcofagi ben conservati, maschere funerarie, busti di faraoni e monili in oro saranno alcuni tra i numerosi oggetti di inestimabile valore. 

Provenienza delle opere

La totalità delle opere in mostra proviene dal Museo Egizio di Firenze (Museo Archeologico Nazionale).

La collezione egizia di Firenze si formò principalmente lungo il corso dell'Ottocento, anche se un primo nucleo di reperti raggiunse la città toscana nel secolo precedente, nelle collezioni medicee. Il primo nucleo fu incrementato per volontà del Granduca di Toscana Leopoldo II, che, oltre ad acquistare alcune collezioni, finanziò una famosa spedizione scientifica in Egitto.

La Spedizione franco-toscana era diretta da Champollion, il decifratore dei geroglifici, e dal pisano Ippolito Rosellini, il padre dell'egittologia italiana, i quali si erano conosciuti a Firenze nel 1825. La Spedizione fu finanziata da Granduca assieme a Carlo X re di Francia. Gli esploratori partirono il 31 luglio 1828 e tornarono il 27 novembre 1829. Le due missioni, francese e toscana, viaggiarono e operarono assieme e i numerosi oggetti raccolti, soprattutto a Tebe, furono suddivisi al ritorno tra Parigi e Firenze.

Il Museo fiorentino ospita anche un dipinto di Giuseppe Angelelli che ritrae i protagonisti della spedizione con, sullo sfondo, le rovine del tempio di Karnak a Tebe. Nel 1830 venne subito allestita a Firenze in via Larga (oggi via Cavour) una esposizione per il pubblico delle antichità acquisite e fu deciso di convogliare i reperti agli Uffizi. Nel 1832 venne acquistata la collezione egizia di Alessandro Ricci, che aveva raccolto le sue opere durante una precedente permanenza nel paese.

Nel 1855 fu istituito formalmente il Museo Egizio di Firenze in via Faenza, nell'ex convento delle Monache di Fuligno. Nel 1880 l'egittologo piemontese Ernesto Schiaparelli, futuro direttore del Museo Egizio di Torino, fu incaricato di trasferire e riordinare il Museo di Firenze, insieme al Museo Archeologico, in piazza SS. Annunziata. L'inaugurazione avvenne alla presenza del re Umberto I e della regina Margherita. Grazie a Schiparelli le collezioni conobbero un significativo incremento, grazie ai suoi scavi e alle sue acquisizioni effettuati durante due spedizioni in Egitto, prima del suo trasferimento a Torino nel 1894. La ricca collezione consta oggi di più di 14.500 reperti e permette di avere una panoramica completa delle usanze funerarie dell'antico Egitto e del concetto di immortalità dell'anima oltre la morte.

Una spedizione mitica 

Il primo nucleo delle collezioni del Museo Egizio di Firenze, da cui provengono molte delle opere esposte a Conegliano, venne creato grazie alla mitica spedizione archeologica di Jean-François Champollion (il decifratore dei geroglifici) e da Ippolito Rosellini (il padre dell'egittologia italiana).

Ippolito Rosellini non era uomo da farsi dire di no. Era pisano, testardo e tenace. Ed era un appassionato. Egittologo, aveva seguito con attenzione e ammirazione l'interpretazione del geroglifico, la scrittura egizia, da parte del giovane egittologo francese Jean-François Champollion. I due si erano conosciuti, intorno al 1826, ed era nata un'amicizia fatta di collaborazione e di proficuo scambio di esperienze e di informazioni. Insieme visitarono alcune collezioni egizie sparse per la penisola italiana e prese corpo, nel giovane studioso pisano, l'idea di una spedizione archeologica in Egitto.

Il Granduca di Toscana Pietro Leopoldo accolse con favore la proposta di Rosellini di finanziare una spedizione franco-toscana lungo il Nilo; Champollion, per parte sua, voleva visitare l'Egitto per sperimentare di persona la validità della sua interpretazione dei geroglifici. La spedizione venne così progettata fin dal 1827: secondo gli accordi Rosellini era posto a capo di una commissione toscana che avrebbe affiancato quella francese diretta da Champollion, con lo scopo di far eseguire i disegni dei monumenti egiziani sconosciuti o non ancora documentati e di eseguire degli scavi al fine di "arricchire i Musei dello Stato".

La spedizione prese il via solo nell'anno successivo. Partì da Tolone nel luglio 1828 e sbarcò ad Alessandria d'Egitto il 18 agosto 1828: 15 mesi in tutto, durante i quali i due egittologi con il loro gruppo di disegnatori, botanici, architetti, inservienti risalirono il Nilo toccando quelle che già all'epoca erano le principali tappe dell'archeologia egizia: Giza, Saqqara, Menfi, Tebe, Philae, la Nubia. In quei 15 mesi fu prodotta una messe infinita di documenti, tra note, copie di testi geroglifici, disegni, cui andarono a sommarsi ben 76 casse di oggetti antichi. Quanto a questi, l'accordo fra i due direttori della spedizione prevedeva che ciascuno avrebbe dovuto raccogliere materiale archeologico di pari valore e importanza: così avvenne che ad ogni ritrovamento veniva deciso a quale delle due missioni assegnare un oggetto o un corredo, cercando di mantenere equilibrio ed eguaglianza nelle assegnazioni. Questo comportò delle spartizioni che oggi possiamo tranquillamente definire insensate: non solo i corredi furono smembrati, suddivisi tra il Louvre di Parigi e il futuro Museo Egizio di Firenze, ma anche i monumenti furono sezionati.

In totale Ippolito Rosellini riportò quasi 2000 reperti dall'Egitto. La spedizione, durata un anno e mezzo circa, fece ritorno nell'autunno del 1829. In particolare, la missione italiana sbarcò a Livorno il 27 novembre nel 1829. Rosellini, già nel 1830, allestì una mostra presso l'Accademia di Arti e Mestieri di Santa Caterina (in via Cavour) nella quale mostrava al pubblico i reperti recuperati in Egitto. È in questo momento e in questo luogo che può dirsi costituito il primo nucleo del futuro Museo Egizio di Firenze.
Documento ufficiale della spedizione franco-toscana in Egitto rimane, all'ingresso del Museo Egizio di Firenze, il grande dipinto, opera di Giuseppe Angelelli: in esso, sullo sfondo di una grandiosa, imponente, ma al tempo stesso romantica Luxor, si sistemano i protagonisti di questa avventura in terra d'Egitto: in piedi, col mantello bianco e la barba rossa, è Ippolito Rosellini; accanto a lui, seduto con la scimitarra, è Jean-François Champollion; tra gli altri personaggi è degno di menzione il povero Alessandro Ricci, medico e disegnatore di Siena, che è ritratto di spalle col calcagno scoperto, in quanto era stato punto da uno scorpione. Proprio in conseguenza di questa ferita morì dopo il rientro in patria. Davanti ai due protagonisti del dipinto sono raggruppati alcuni reperti egizi.

Il patrimonio documentario recuperato in un clima di amichevole reciprocità con il gruppo francese guidato da Jean-Francois Champollion e gli anni di studio che Rosellini gli dedicò sono alla base dell'Egittologia moderna. Ippolito e i sei membri toscani della Spedizione, con una determinazione pari solo alla consapevolezza di essere quasi gli iniziatori di una nuova scienza, riuscirono a copiare oltre 1300 disegni e migliaia di geroglifici oggi conservati, con migliaia di altre carte e appunti inediti relativi a quell'impresa.

La tua iscrizione non può essere convalidata.
La tua iscrizione è avvenuta correttamente.

Utilizziamo Sendinblue come nostra piattaforma di marketing. Cliccando qui sotto per inviare questo modulo, sei consapevole e accetti che le informazioni che hai fornito verranno trasferite a Sendinblue per il trattamento conformemente alle loro condizioni d'uso

Mostra: Egitto. Viaggio verso l'immortalità

Conegliano - Palazzo Sarcinelli

Apertura: 23/10/2024

Conclusione: 06/04/2025

Organizzazione: Artika, Contemporanea Progett

Curatore: Maria Cristina Guidotti

Indirizzo: Via XX Settembre, 132 - 31015 Conegliano (TV)

Orario: mercoledì-venerdì 10.00-13.00 e 14.00-19.00 | Sabato, domenica e festivi 10.00-19.00

Per info: +39 351 8099706 | info@artikaeventi.com

Sito web per approfondire: https://www.artikaeventi.com/



Altre mostre a Treviso e provincia

Arte graficaArte orientalemostre Treviso

HOKUSAI | L'acqua e il SEGRETO della grande onda

La genialità artistica di Katsushika Hokusai, maestro indiscusso dell'Ukiyo-e, in una mostra ospitata dal Museo civico "Luigi Bailo" di Treviso.

29/03/2025 - 28/09/2025

Veneto, Treviso

Arte contemporaneamostre Treviso

Cosimo Damiano Zambetta. EURITMIA

"EURITMIA" rappresenta un ciclo perpetuo in cui ogni fine è solo un nuovo inizio, riflettendo la bellezza di un'eterna rinascita.

08/03/2025 - 14/04/2025

Veneto, Treviso

Arte contemporaneamostre Treviso

Vera Giardilli. Nei giardini segreti

Dal 23 gennaio al 28 febbraio 2025 i locali del Comune di Roncade ospitano la mostra "Nei giardini segreti" di Vera Giardilli.

23/01/2025 - 28/02/2025

Veneto, Treviso

Ingresso libero

Mostre tematichemostre Treviso

Maddalena e la Croce. Amore Sublime

"Maddalena e la Croce. Amore Sublime", al Museo di Santa Caterina dal 5 aprile al 13 luglio, affronta temi universali quali passione, sofferenza, devozione, redenzione, amore.

05/04/2025 - 13/07/2025

Veneto, Treviso

Mostre tematichemostre Treviso

Studiosi e Libertini | Il Settecento nella città di Giorgione. Francesco Maria Preti

A 250 anni dalla morte di Francesco Maria Preti, una mostra che racconta i protagonisti di quella vivace stagione intellettuale.

25/01/2025 - 06/04/2025

Veneto, Treviso

Arte graficaIllustrazionemostre Treviso

Differenti con metodo | Società, design, architettura: Manifesti dal 1950 al 1980

A Treviso vanno in scena i carteles, fenomeno grafico unico, nella mostra "CIAK! CUBA. Il cinema nei manifesti cubani dalla Collezione Bardellotto", dal 20 ottobre 2024 al 31 marzo 2025.

01/12/2024 - 23/02/2025

Veneto, Treviso

ArchitetturaDesignmostre Treviso

Differenti con metodo | Architetti e designer dallo IUAV: opere dal 1960 al 1990

Al Museo Bailo a Treviso una mostra ricorda i protagonisti del design e dell'architettura trevigiana degli ultimi sessant'anni.

30/11/2024 - 23/02/2025

Veneto, Treviso

Arte graficaIllustrazionemostre Treviso

CIAK! CUBA | Il cinema nei manifesti cubani dalla Collezione Bardellotto

A Treviso vanno in scena i carteles, fenomeno grafico unico, nella mostra "CIAK! CUBA. Il cinema nei manifesti cubani dalla Collezione Bardellotto", dal 20 ottobre 2024 al 31 marzo 2025.

20/10/2024 - 31/03/2025

Veneto, Treviso

Arte contemporaneamostre Treviso

Mario Raciti. Ricordi dell'Eden

Un'esposizione dedicata a Mario Raciti dal titolo "Ricordi dell'Eden", presso gli spazi di Oltrearte Galleria Contemporanea, dal 14 dicembre 2024, dedicata a lavori inediti degli anni sessanta.

14/12/2024 - 15/02/2025

Veneto, Treviso