Europa, patria del pianoforte. I Solisti Veneti
con Alessandro Cesar

  • Quando:   10/07/2024
  • evento concluso

MusicaEventi e spettacoli a TrevisoTreviso


Europa, patria del pianoforte. I Solisti Veneti
con Alessandro Cesar
Alessandro Cesar

Dopo il successo registrato nel 2023, mercoledì 10 Luglio la Chiesa di San Francesco a Treviso farà nuovamente da cornice al concerto del pianista Alessandro Cesaro accompagnato dall'Ensemble Vivaldi de I Solisti Veneti.

Entrare in un luogo sacro significa essere trasferiti in una dimensione altra, dove l'Invisibile si rende presente, tangibile, palpabile e la musica diventa l'ancella che trasporta il pubblico in una esperienza di fusione. La Chiesa di San Francesco – uno dei gioielli architettonici di Treviso – fu eretta tra il 1230 ed il 1270, non lontano dalle Mura, per volere di Papa Innocenzo III. L'architettura dell'edificio – austera, francescana – riflette la transizione tra il romanico e il gotico. La facciata è a capanna; semplice ed elegante, è percorsa da lesene e coronata da archetti. L'interno è stupendo, a grande navata unica, con un breve transetto aperto attraverso due ampie arcate. Le nude pareti a mattone e la luce soffusa che filtra dall'esterno, favoriscono il silenzio ed il raccoglimento.

In questa cornice si esibiranno i solisti dell'Ensemble Vivaldi e il maestro Alessandro Cesaro, in un repertorio che vede protagonista il pianoforte nella storia musicale europea e che prosegue il ciclo per pianoforte e archi iniziato l'anno scorso con Mozart, Weber e Clementi. La vocazione di Alessandro Cesaro alla musica si manifesta fin da bambino per il suo interesse alla composizione, segno inequivocabile di una profonda comprensione del linguaggio musicale. A questa naturale predisposizione ha affiancato lo studio del pianoforte svolto sotto la guida di Franco Angeleri al Conservatorio di Padova, diplomandosi con la massima votazione, la lode e la menzione speciale della Commissione a soli 16 anni.

La carriera concertistica comincia ben presto in seguito a vittorie in prestigiosi Concorsi Nazionali e Internazionali (tra cui il Premio Venezia, l'"Amadeus" di Palermo, il Premio "Yamaha" di Stresa) e soprattutto con l'importante affermazione al 48° Concorso Internazionale di Ginevra che a soli 18 anni lo pone in primo piano in campo internazionale. Innumerevoli sono i recitals in tutta Italia e nel mondo. Il suo stile eclettico ma personale è cambiato profondamente nel corso degli anni, dal neoclassicismo all'atonalità, dallo stile aleatorio allo strutturalismo. Pubblica le sue composizioni sulla piattaforma americana di San Francisco Swirly Music.

Il concerto apre con Haydn. Nella dozzina di concerti per strumento a tastiera composti da Haydn, il Concerto in re maggiore per fortepiano o clavicembalo Hob. XVIII n. 11, scritto all'inizio degli anni Ottanta, gode da sempre di una meritata popolarità. La sua fortuna - attestata già all'epoca dalle numerose edizioni a stampa: a quella viennese di Artaria, nel 1784, ne seguirono altre a Parigi, Amsterdam e Londra - è certamente dovuta a una particolare freschezza melodica, a una chiara architettura, alla raffinatezza delle armonie. Ma non sono solo queste le attrattive dell'opera: Haydn sembra qui sentire l'influenza dei concerti mozartiani nel sottile trattamento dell'orchestrzione e nel gioco che il solista intrattiene con gli altri strumenti, perfettamente esemplificato dall'elegante cesello del movimento centrale in tempo lento.... leggi il resto dell'articolo»

Segue il Concerto in fa maggiore op. 45 n. 1 per pianoforte ed archi di Moscheles, pianista e compositore, nato a Praga il 30 maggio 1794, morto a Lipsia il 10 marzo 1870. Studiò il pianoforte prima con Weber poi con Clementi, e la composizione con Albrechtsberger e con Salieri. A 12 anni inizio la serie dei suoi concerti; a 14 eseguì in pubblico un Concerto di sua composizione. Dotato di eccezionali qualità musicali e di prodigiosa memoria, egli fu celebrato come uno dei più completi virtuosi della tastiera. Beethoven gli affidò la trascrizione per pianoforte dei Fidelio. Nel 1816 fece la prima tournée a Monaco, Dresda e Lipsia, nel 1820 fu a Parigi, nel 1821 a Londra. Dal 1846 alla morte fu maestro di pianoforte al conservatorio di Lipsia. Le sue esecuzioni ricche di brio, di effetti nuovi, di procedimenti arditi e inaspettati, ebbero grande influenza su un'intera generazione di pianisti.

Il pubblico ascolterà poi di John Field il Concerto in mi bemolle maggiore n. 1 per pianoforte ed archi. Pianista e compositore irlandese, John Field nacque a Dublino nel 1782. Ricevette i rudimenti dell'educazione musicale già in famiglia: il padre, Robert Field, era infatti un violinista affermato; il nonno, suo omonimo, era un importante organista; ben presto, tuttavia, si distinse per il grande talento dimostrato e fu accolto come alunno da Tommaso Giordani, col quale perfezionò lo studio della tastiera e si esibì pubblicamente nonostante la giovane età. Da un punto di vista compositivo, la sua quasi totale attenzione fu riservata al suo strumento, il pianoforte. Alcuni resoconti dei suoi concerti fanno emergere uno stile esecutivo particolare, incentrato sulla dolcezza del suono piuttosto che su un virtuosismo maestoso (tipico, ad esempio, di Franz Liszt). Le sue composizioni rispecchiano queste caratteristiche: in esse non mancano momenti lirici con ampie linee melodiche, insieme a rapidi abbellimenti virtuosi, accompagnate dalla cura per armonie ricercate.

Il concerto si chiude con Chopin, Grande Polacca brillante preceduta da un Andante spianato op. 22
(versione di Xaver Scharwenka per pianoforte ed archi). L'Andante spianato e Grande Polacca brillante è una composizione di Fryderyk Chopin scritta fra il 1830 e il 1835. L'Andante è per pianoforte solo, mentre la Polacca prevede l'accompagnamento degli archi. Questa composizione è stata scritta in due riprese, a distanza di circa cinque anni. Chopin scrisse la Grande Polacca fra il 10 settembre e il 25 ottobre 1830 ed è la più virtuosistica fra quelle giovanili, ideate quando il musicista si trovava ancora in Polonia. La parte iniziale, Andante spianato, fu invece composta più tardi, nel 1835 e fu pensata in un primo tempo come un notturno per il suo tono lirico e romantico, poi però Il musicista ritenne di poterla utilizzare come introduzione alla Polacca brillante scritta in precedenza.[2] La composizione così finita venne eseguita in pubblico il 26 aprile 1835 in un concerto per beneficenza alla Salle de Concert del Conservatoire Nationale de Musique con lo stesso Chopin al pianoforte e la direzione di François-Antoine Habeneck, considerato all'epoca il più importante direttore d'orchestra. L'opera venne pubblicata l'anno seguente con il titolo Grande Polonaise brillante, preceduta da Andante spianato.

L'Andante spianato prende la denominazione dalla terminologia del belcanto italiano che indicava un canto tranquillo, senza passionalità o animazione, semplice, in contrasto con uno più colorito e ricco di contrasti. Chopin però usò questo termine non tanto ispirandosi alla lirica italiana, quanto a una composizione di Niccolò Paganini che ebbe occasione di ascoltare a un concerto del 1829, Cantabile spianato e Polacca, dal terzo concerto per violino. Il brano si può annoverare fra i capolavori del musicista polacco, è un'opera di una grande profondità espressiva, di un perfetto equilibrio strutturale. La melodia, sommessa, sembra a tratti incespicare eseguita con quel morbido tentennamento tipico del pianismo chopiniano che è il rubato. La terza parte non è una vera e propria ripresa dell'inizio, ma solo una ripetizione di quattordici battute che la portano, con una breve coda, a conclusione.

Il brano risveglia l'ascoltatore da quell'atmosfera un po' onirica e pacata dell'Andante per portarlo in un mondo di colori accesi e intensità ritmica; è una composizione profondamente polacca nello spirito e riflette più la vitalità giovanile e l'aspetto sentimentale della generazione del musicista che l'aspetto un po' marziale e austero legato alla danza nazionale. La Polacca unisce la verve e la piacevolezza con l'eleganza; anche se scritta da Chopin a soli vent'anni è già la composizione di un autore ben sicuro dei propri mezzi e che riesce a esprimere il meglio di sé.
L'Andante spianato e la Grande Polacca brillante segnano l'abbandono da parte di Chopin delle opere di puro virtuosismo, così come la prima esecuzione della composizione denota l'addio dell'autore ai grandi concerti come pianista; da allora in poi si dedicherà infatti a esecuzione per ambienti più riservati e salottieri, mentre il suo stile entrerà nella fase della piena maturità.

Programma

HAYDN
Concerto in re maggiore Hob.XVIII:11
per pianoforte e archi
MOSCHELES
Concerto in fa maggiore op. 45 n. 1
per pianoforte ed archi
FIELD
Concerto in mi bemolle maggiore n. 1
per pianoforte ed archi
CHOPIN
Grande Polacca brillante
preceduta da un Andante spianato op. 22
(versione di Xaver Scharwenka per pianoforte ed archi)

La tua iscrizione non può essere convalidata.
La tua iscrizione è avvenuta correttamente.

Utilizziamo Sendinblue come nostra piattaforma di marketing. Cliccando qui sotto per inviare questo modulo, sei consapevole e accetti che le informazioni che hai fornito verranno trasferite a Sendinblue per il trattamento conformemente alle loro condizioni d'uso

Europa, patria del pianoforte. I Solisti Veneti
con Alessandro Cesar

Treviso - Chiesa di San Francesco

Apertura: 10/07/2024

Conclusione: 10/07/2024

Organizzazione: I Solisti Veneti e Andrea Garbo

Indirizzo: Viale S. Antonio da Padova, 2 - 31100 Treviso

Orari: ore 21.00

BIGLIETTI:
SOSTENITORE € 25
INTERI € 15
RIDOTTI € 10 (over 65 under 18)
BAMBINI € 5 (under 12)
STUDENTI € 3 (Conservatorio e Università)
Acquistabili a Treviso presso Mezzoforte (Via Pascoli 11 – tel 0422 540365), a Padova presso gli uffici di P.le Pontecorvo 4/A (tel. 049 666128)

Sito web per approfondire: https://solistiveneti.it/