
Oltre 70 artisti, più di 100 opere e documenti d'archivio per ripercorrere, dagli anni Cinquanta a oggi, la storia dell'arte italiana attraverso il tema dell'ironia, con un allestimento pensato per gli spazi della Sala delle Ciminiere.
Ironico di per sé, il titolo della mostra richiama l'apparente semplicità del fenomeno svelandone al contempo l'intrinseca complessità. Una contraddizione che diventa gioco a tutti gli effetti e che invita il pubblico a interrogarsi sulla natura del linguaggio, sui luoghi comuni che lo accompagnano e, allo stesso tempo, sul modo in cui questi influenzano la nostra osservazione e interpretazione del mondo che ci circonda.
Dagli anni Cinquanta a oggi, con alcuni fondamentali antefatti rappresentati dal Surrealismo e della Metafisica, Facile Ironia ripercorre la storia dell'arte del nostro Paese attraverso l'espediente critico e immaginativo dell'ironia sviluppato in macro-aree tematiche, utili nell'illustrare le diverse declinazioni e la trans-storicità del fenomeno: il paradosso, il suo legame con il gioco, l'ironia come pratica di nonsense e l'ironia come arma femminista di critica al patriarcato e all'ordine sociale italiano, e poi ancora la sua relazione con la mobilitazione politica e l'ironia come forma di critica istituzionale. Aleggia negli spazi del museo uno humor nero che attraversa più sezioni, una forza apparentemente contraria all'ilarità, che, in modo cinico e dissacrante, spinge a confrontarsi con le contraddizioni esistenziali.
Ad accogliere il visitatore la Mozzarella in carrozza di Gino De Dominicis che traduce la nota pietanza in realtà ed esplicita il primo cortocircuito linguistico dell'esposizione: il paradosso. L'espediente viene intercettato nell'arte italiana del XX e XXI secolo attraverso opere emblematiche, dai lavori surreali di Giorgio De Chirico e da quelli concettuali di Piero Manzoni alle finte sculture di Pino Pascali, passando per i lavori di Francesco Vezzoli e Paola Pivi, dalle installazioni di Maurizio Cattelan, Roberto Cuoghi e Lara Favaretto, fino alla collezione di libri di Roberto Fassone.
Il percorso espositivo continua esplorando il gioco e il suo contributo nella sovversione delle regole con artiste e artisti che hanno tratto ispirazione dal mondo dell'infanzia per svelare l'incoerenza del mondo adulto e della società. Qui la parabola temporale incontra le opere di Alberto Savinio ed Enrico Baj, dalle Sculture da viaggio di Bruno Munari agli arredi "inutili" di Carla Accardi, la ricerca pittorica di Aldo Mondino per arrivare ad artisti più giovani come Riccardo Baruzzi, Valerio Nicolai, Guendalina Cerruti e Federico Tosi.... leggi il resto dell'articolo»
Il viaggio prosegue analizzando l'ironia come atto di insubordinazione e critica femminista della società patriarcale e dei suoi valori e vede protagoniste Tomaso Binga, della quale è ricostruito Carta da parato, il suo storico "ambiente", già presentato nel 1978 alla Galleria d'Arte Moderna di Bologna in occasione della mostra Metafisica del quotidiano, le esperienze di collettivi napoletani come il Gruppo XX e Donne/Immagine/Creatività, con attenzione al contributo di Rosa Panaro nell'iter della loro nascita e affermazione. Le immagini pseudo-pubblicitarie di Ketty La Rocca, la poesia visiva di Mirella Bentivoglio, l'abito da sposa di Cinzia Ruggeri, senza dimenticare le ricerche di Monica Bonvicini e Chiara Fumai, con il loro sguardo sulla società contemporanea, o della più giovane Benni Bosetto.
Tra gli artisti che si succedono nella sezione dell'ironia intesa come strumento di mobilitazione politica, laddove l'individuo perde i suoi contorni e la moltitudine rivendica i propri diritti, vi sono, tra le diverse opere, le documentazioni fotografiche delle azioni della compagnia Lo Zoo di Michelangelo Pistoletto, l'animazione in gomma piuma, testimonianza di una lunga militanza, utilizzata da Piero Gilardi durante la manifestazione del 1°maggio del 2015, i lavori fumettistici degli Indiani Metropolitani firmati da Pablo Echaurren e i collage di Nanni Balestrini.
A prendere in giro il sistema attraverso una forma ironica di Institutional Critique sono stati, invece, artisti come Giuseppe Chiari, con le sue dichiarazioni lapidarie sull'arte, Emilio Prini e Salvo. Italo Zuffi e Piero Golia hanno proposto una lucida osservazione sui riti e sulle dinamiche di potere presenti nel sistema dell'arte, mentre Eva & Franco Mattes, nella loro più recente ricerca, riflettono in modo giocoso sul tema dell'originalità dell'opera d'arte nel mondo contemporaneo.
Chiude la mostra una raccolta di lavori incentrati sull'ironia come nonsense evocata da poete e poeti italiani che hanno avviato una ricerca fonetica basata sul potenziale ludico e liberatorio della parola. Una sperimentazione, condotta da figure come Arrigo Lora Totino, Giulia Niccolai, Adriano Spatola e Patrizia Vicinelli, che insiste sulla perdita di senso del linguaggio e della parola.
Già nel mondo antico, grazie a figure come Socrate e Platone, l'ironia è "l'arte di fare domande": uno strumento del tutto unico, che permette all'essere umano di avere uno sguardo più lucido e disincantato sulla realtà, poiché in grado di svelarne anomalie e contraddizioni. Tramite giochi umoristici, parodie e battute di spirito l'ironia diventa anche antidoto, alternativa divertente e arguta per proteggere l'uomo da ciò che lo affligge.
Si può ritenere che l'ironia sia una caratteristica distintiva del modo di fare e concepire l'arte e il gesto artistico in Italia? In che misura questa caratteristica è più o meno evidente negli artisti italiani rispetto ad altri contesti artistici?
Artiste e artisti italiani di più generazioni hanno condiviso una strategia estetica ed esistenziale anti-tragica che abbraccia lo "scherzo cosmico" della realtà.
Questo contesto critico e immaginativo è raccontato in mostra dallo sviluppo di macro-aree tematiche, utili nell'illustrare le diverse declinazioni dell'ironia e la trans-storicità del fenomeno: il paradosso, il suo legame con il gioco, l'ironia come arma femminista di critica al patriarcato e all'ordine sociale italiano, la sua relazione con la mobilitazione politica, l'ironia come forma di critica istituzionale, come pratica di nonsense e infine come dark humor.
Il progetto di allestimento della mostra è a cura di Filippo Bisagni che si è ispirato al progetto di ristrutturazione dell'ex Forno del Pane, luogo designato per ospitare il MAMbo, dell'architetto milanese Aldo Rossi, il quale venne poi modificato dopo la sua morte essendo ritenuto dall'allora direzione non funzionale nella sua suddivisione tra spazi espositivi, aree di servizio e uffici. L'idea di base per l'allestimento della mostra Facile ironia si struttura quindi a partire dall'evocazione di un elemento architettonico andato perduto e al conseguente effetto di spaesamento che susciterà nel pubblico.
La mostra è accompagnata dall'omonimo catalogo edito da Società Editrice Allemandi, con testi dei curatori Lorenzo Balbi e Caterina Molteni, dell'exhibition designer Filippo Bisagni, e degli ospiti Jacopo Galimberti, Allison Grimaldi Donahue, Loredana Parmesani, Cesare Pietroiusti, Francesco Poli, Valentina Tanni ed Elvira Vannini chiamati ad approfondire le diverse sezioni della mostra.
Artiste e artisti in mostra
Carla Accardi, Vincenzo Agnetti, Enrico Baj, Nanni Balestrini, Riccardo Baruzzi, Mirella Bentivoglio, Tomaso Binga, Luther Blissett, Alighiero Boetti, Monica Bonvicini, Benni Bosetto, Marcella Campagnano, Maurizio Cattelan, Guendalina Cerruti, Giuseppe Chiari, Daniela Comani, Roberto Cuoghi, Giorgio De Chirico, Giuseppe De Mattia, Gino De Dominicis, Antonio Donghi, Donne/Immagine/Creatività, Lia Drei, Pablo Echaurren, Roberto Fassone, Lara Favaretto, Giosetta Fioroni, Chiara Fumai, Alberto Garutti, Aldo Giannotti, Piero Gilardi, Piero Golia, Gruppo XX, Ketty La Rocca, Sergio Lombardo, Arrigo Lora Totino, Lina Mangiacapre, Piero Manzoni, Lucia Marcucci, Eva Marisaldi, Eva & Franco Mattes, Fabio Mauri, Maurizio Mercuri, Marisa Merz, Aldo Mondino, Liliana Moro, Bruno Munari, Giulia Niccolai, Valerio Nicolai, Giancarlo Norese, Luigi Ontani, Rosa Panaro, Clemen Parrocchetti, Pino Pascali, Diego Perrone, Cesare Pietroiusti, Marinella Pirelli, Michelangelo Pistoletto, Paola Pivi, Lisa Ponti, Emilio Prini, Carol Rama, Silvia Rosi, Cinzia Ruggeri, Salvo, Alberto Savinio, Greta Schödl, Lorenzo Scotto di Luzio, Enrico Scuro, Davide Sgambaro, Adriano Spatola, Aldo Spoldi, Alessandra Spranzi, Valentina Tanni, Federico Tosi, Franco Vaccari, Francesco Vezzoli, Patrizia Vicinelli, Italo Zuffi.
MAMbo – Museo d'Arte Moderna di Bologna
La storia del MAMbo è legata alla Galleria d'Arte Moderna di Bologna, nata nel 1975 in Piazza della Costituzione, che nel 2007 si sposta nell'Ex Forno del Pane di via Don Giovanni Minzoni inaugurando l'attuale sede del museo.
Con i suoi ampi spazi dedicati alla cultura visiva e alla sperimentazione, il museo colleziona, conserva, studia, comunica ed espone il proprio patrimonio artistico.
La collezione permanente propone un'interpretazione dell'arte italiana attraverso la storia della Galleria d'Arte Moderna di Bologna e le successive acquisizioni, dagli anni Cinquanta fino agli sviluppi più recenti.
Attraverso un'intensa attività espositiva nella Sala delle Ciminiere, il MAMbo esplora il presente e contribuisce a tracciare nuove vie dell'arte seguendo le più innovative pratiche di sperimentazione. Tutte le mostre temporanee allestite, ampie monografiche e collettive di artisti italiani e internazionali, si sviluppano in una prospettiva aperta alla ricerca e alla dialettica tra le opere e il contesto espositivo. La Project Room, negli spazi della collezione, ospita focus espositivi dedicati ad artisti del territorio.
Mostra: Facile ironia
L'ironia nell'arte italiana tra XX e XXI secolo
Bologna - MAMbo, Sala delle Ciminiere
Apertura: 06/02/2025
Conclusione: 07/09/2025
Organizzazione: MAMbo - Museo d'Arte Moderna di Bologna
Curatore: Lorenzo Balbi e Caterina Molteni
Indirizzo: Via Don Minzoni, 14 - 40121 Bologna
Inaugurazione: mercoledì 5 febbraio 2025, ore 18.00 - 21.00
Orari: martedì e mercoledì dalle ore 14.00 alle 19.00, giovedì dalle ore 14.00 alle 20.00, venerdì, sabato, domenica e festivi dalle ore 10.00 alle 19.00.
Dal 6 al 9 febbraio 2025, durante ART CITY Bologna, sono previste aperture speciali con orari estesi.
Ingresso:
- intero € 6
- ridotto € 4 (vedi sul sito le categorie)
Sito web per approfondire: https://www.museibologna.it/mambo/
Facebook: MAMboMuseoArteModernaBologna
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