Flowers

  • Quando:   24/05/2025 - 30/06/2025

Arte contemporaneaMostre a BariBari


Flowers
FLORALIA, IIa, 2021

I fiori hanno suscitato l'interesse degli artisti di ogni tempo e cultura con significati e ruoli diversi, a volte sono solo elementi decorativi, altre rappresentano un vero universo di simboli.
Anche negli ultimi decenni, gli artisti hanno continuato a guardare ai fiori: dall'ispiratrice della Pop Art Georgia O'Keeffe, passando per Andy Warhol o David Hockney, fino a Jeff Koons, il fiore non ha perso nulla del suo fascino tra gli artisti contemporanei.
In un momento in cui la crisi climatica ci sta portando a ripensare il nostro rapporto con la natura e il mondo vivente, il nostro fascino per loro sta crescendo, ben oltre il mero piacere estetico. Possiamo chiederci cosa possiamo imparare dai fiori, dalla loro resilienza, dal loro costante adattamento all'ambiente. Vulnerabili ed essenziali, sono una forza motrice indispensabile alla vita. Simboli di fragilità e rinascita, stanno diventando un indicatore particolarmente potente per illuminare questioni attuali.
Ognuno degli artisti in mostra è riuscito a sfruttare il potere visivo e concettuale dei fiori in modi nuovi e inaspettati attraverso linguaggi differenti.

Lello Gelao è un artista italiano che vive e lavora a Bari. La sua ricerca, che si è sempre svolta nell'ambito del linguaggio pittorico, verte da alcuni anni sui temi del paesaggio e del ritratto attingendo ad un immaginario che è quello dei mass media e della fotografia. L'abilità di Gelao consiste nel rappresentare la complessità della figura umana con linee semplici e colori piatti. Infatti, i suoi volti e busti colpiscono per la loro immediatezza e profondità emotiva, pur nella linearità delle forme. Così ogni ritratto sembra catturare una verità intima, capace di coinvolgere il pubblico su più livelli.

L'opera "Fiori" è caratterizzata da colori audaci e vivaci e dalle forme semplificate. Continuando a usare grandi campi di colore piatti, l'artista rivolge la sua attenzione alla flora nello stesso modo in cui si concentra sui suoi soggetti umani. Si concentra sulla morfologia dei fiori, appiattendo la complessità della pianta per coglierne il fascino e la personalità. L' opera finita esprime armonia ed equilibrio. L'artista si dedica anche alla creazione di sculture, come "Five Flowers" qui in mostra che, pur essendo realizzate con fogli di alluminio e fili di ferro, appaiono leggere e aeree, trasformando una forma d'arte statica in un gioco dinamico di movimento, volume e colore.

Francesca Loprieno è un'artista italiana che vive e lavora a Parigi. Sperimenta differenti linguaggi, privilegiando la fotografia, il video e l'installazione, e fa dell'attraversamento e del viaggio, sostanziato dalla memoria personale e collettiva, il suo attuale campo di ricerca. Il suo lavoro è un personale tentativo di messa in dialogo tra la percezione del paesaggio e il suo intimo attraversarlo con l'intento di raccoglierne tracce sensibili e impercettibili, frammenti di un diario intimo nel quale l'identità e l'alterità si compenetrano per generare una storia più ampia e collettiva.

L'artista propone un'installazione dal titolo Harnes: nel fiore impresso sul telo, evoca un'immagine archetipica e al tempo stesso intima, esito di un progetto in più fasi che si dipanano tra il 2017 e il 2025. L'opera s'inserisce in una più ampia indagine sul paesaggio e sugli elementi naturali, usati come chiavi di accesso al luogo d'origine materno: una regione del nord della Francia profondamente segnata dalla migrazione italiana degli anni Cinquanta.... leggi il resto dell'articolo»

Questo fragile elemento botanico, isolato e ingigantito, si fa emblema di una femminilità primordiale, ma anche di una fragilità esistenziale che sfiora l'universale. Il fiore, nel suo silenzioso dispiegarsi, non è solo materia vivente: diviene segno, simbolo, metafora della Madre Terra, della memoria genealogica e della potenza creatrice.
In questo gesto d'ingrandimento e contemplazione, l'artista non solo celebra le origini, ma interroga il senso stesso dell'identità, rivelando quanto la natura possa farsi specchio dell'anima e custode delle radici.

Lauren Moffatt è un'artista australiana che vive tra Valencia e Berlino. Lavora con pratiche sperimentali utilizzando media differenti come pittura, performance e tecnologie immersive. Le sue opere, spesso presentate in molteplici forme, esplorano la paradossale soggettività dei corpi connessi e l'attrito ai confini tra il mondo virtuale e quello fisico. Assumono solitamente la forma di ambientazioni e personaggi della speculative fiction (macrogenere che comprende fantasy, fantascienza, horror e i loro sottogeneri), e sono concepiti utilizzando una miscela di tecnologie obsolete e pionieristiche, e che spesso occupano sia lo spazio fisico che quello virtuale.

L'artista propone un dittico costituito da Compost XXII e Compost XXII bis , due video che fanno parte di Flowers for Suzanne Clair (dal nome di un personaggio secondario nel romanzo catastrofico di J. G. Ballard The Crystal World) un corpus di opere sul rapporto tra umano e non umano, radicato in questioni contemporanee anticipate nei libri di J.G. Ballard e altri autori come Ursula K. Le Guin.
In questi lavori crea uno strano tipo di digitalità organica che ruota attorno a un processo di raccolta e digitalizzazione di esemplari di piante attraverso uno scambio tra il fisico e il virtuale. Fondendo dettagli fotografici di fiori con trame aleatorie, queste specie vegetali fittizie sono finestre sull'alterità intravista, attraverso un prisma, della vita biologica.

Ursula Palla, è nata a Coira, città in cui è cresciuta; attualmente vive e lavora a Zurigo. La fragilità della natura e del mondo animale è al centro di molte delle sue opere. Ursula Palla lavora con video e installazioni, creando esperienze visive immersive in cui spazi reali e virtuali si intersecano. Utilizza spesso materiali delicati come lo zucchero fuso, la polvere di carbone o la neve. Il suo processo creativo è radicato in una ricerca approfondita, molto simile a quella di uno scienziato. Di conseguenza, le sue opere risuonano su più livelli: esteticamente, affascinano con una bellezza fragile ma suggestiva, mentre a un livello più profondo, portano con sé sfumature critiche, a volte inquietanti, o un tocco di sottile umorismo.

Presenta Flowers 4 che è stato girato in Olanda, al mercato dei fiori di Aalsmeer. Il video offre uno spaccato del lavoro quotidiano dei tintori, che immergono fiori bianchi, in particolare garofani, astri, rose e gipsofile, in bagni colorati. La tintura e il confezionamento dei fiori sono ripresi in un ambiente in cui il profumo naturale dei fiori cede gradualmente il passo all'odore dei colori sintetici. La brutalità di questo processo, che ricorda l'estetica di un mattatoio, contrasta nettamente con la naturalezza e la bellezza dei fiori. Il mercato dei fiori diventa lo scenario di una messa in scena assurda che evidenzia come l'uomo cerchi di plasmare la natura secondo la propria visione. L'installazione video riflette sul modo in cui l'uomo interviene sulla natura. I fiori, epitome della bellezza naturale, diventano la metafora dell'artificialità, e oggetti preziosi diventano ordinari trasformandosi in rifiuti pericolosi.

Chiara Passa, artista visiva (Roma, 1973), lavora nel campo della media art dal 1997.
Tra i pionieri, in Italia, nell'impiego del digitale come strumento di creazione artistica, Chiara progetta le sue opere adoperando più mezzi: l'animazione, la video installazione interattiva e la realtà virtuale esplorando il confine tra reale e immaginario, utilizzando forme geometriche essenziali che sfociano in una visione dinamica e tridimensionale dello spazio. Le installazioni coinvolgono in prima persona lo spettatore spingendolo a confrontarsi con un'altra spazialità, un altrove digitale. Un'idea di performance è alla base delle sue opere, dove il luogo è autonomo e si muove oltre la sua funzionalità.

Object Oriented Bulb n 3 è una scultura virtuale e interattiva che reinterpreta forme litiche e bulbi floreali attraverso la metamorfosi digitale. Quest'opera trasforma concettualmente materiali antichi in sculture fluide e generative, svelando dimensioni nascoste tramite l'interazione del pubblico. Gli spettatori manipolano forme 3D con clic e tocchi, alterando la materialità attraverso algoritmi che deformano e frammentano la struttura. L'opera interattiva esplora il contrasto tra permanenza scultorea e fluidità digitale, creando uno spazio partecipativo dove materia e codice convergono. Object Oriented Bulb n 3 invita a dissolvere i confini tra il fisico e il computazionale.

Utilizzando un mix di fotografia, animazione 3D e tecnologie analogiche, l'artista Sabrina Ratté, nata in Canada e residente a Parigi, indaga l'interazione tra ambiente e soggettività. La sua pratica include video, animazioni, installazioni, sculture, performance audiovisive e stampe, tutte funzionali a un'esplorazione multidisciplinare dello spazio, sia digitale che fisico.

L'artista propone a Bari il secondo dei quattro video della serie Floralia realizzata nel 2021, in questi giorni proposta al Meet Digital Culture Center a Milano. Per la questa serie video, Ratté trae ispirazione dagli scritti di Donna J. Haraway, autrice di A Cyborg Manifesto, e dagli scrittori di fantascienza Ursula K. Le Guin e Greg Egan, mentre immagina un futuro speculativo in cui campioni di specie vegetali estinte vengono conservati ed esposti in una sala archivio virtuale.
Nelle quattro opere Ratté simula quattro ecosistemi, visualizzando una fusione di materia organica e tecnologia in cui, come spiega Ratté, la vita passata e la nuova tecnologia "coesistono in una tensione perpetua del presente".

Ogni video raffigura i vari ecosistemi mentre sperimentano momenti di interferenza, causati da ricordi che fuoriescono dai campioni di piante mentre l'energia antica viene rilasciata dalle loro forme organiche, "rivelando tracce di un passato che continua a infestare il luogo". Floralia , ispirata agli scritti di Donna Haraway e Ursula K. Le Guin, trasporta lo spettatore in un futuro speculativo in cui specie vegetali estinte sono conservate digitalmente, in un archivio dove memoria e percezione si sovrappongono, sollevando interrogativi sulla continuità tra il passato e il futuro. Le opere video sono accompagnate da sound design e registrazioni sul campo dell'artista canadese Andrea-Jane Cornell, nonché dalla composizione della colonna sonora della stessa Ratté

Raeda Saadeh è nata in Palestina a Umm al-Fahm nel 1977 e ha studiato alla Bezalel Academy of Arts and Design di Gerusalemme, dove oggi vive e lavora. Fotografa di fama internazionale, le sue opere vengono esposte in tutto il mondo. I suoi mezzi di espressione sono oltre alla fotografia, l'installazione, il video e le performance. Il lavoro di Saadeh usa il corpo come strumento per esplorare identità, genere e spazio, nonché la relazione tra luogo e il sé. Le sue performance, i suoi video e le sue opere fotografiche sono incentrate sui confini come fenomeno culturale, topografico e fisico.
L'artista presenta la video performance "Love..., no love" proposta per la settima edizione di Arctic Action nelle Isole Svalbard, in cui sfoglia trenta rosee rosse nella natura selvaggia fuori Longyearbyen.
Raeda crea opere, come in questo caso, motivate dal suo essere una donna palestinese poiché l'arte può essere una risposta emancipatrice a una società spesso definita da conflitti patriarcali, tradizionali e religiosi.

La donna, come soggetto ricorrente nelle sue installazioni e performance, è rappresentata come se vivesse in uno stato di occupazione. Questa occupazione o forza "occupante" è il risultato delle condizioni politiche del suo ambiente e ciò influenza la qualità altrimenti pacifica del suo mondo. Ci sono elementi sia privati che pubblici che manipolano questo mondo. Anche la sua libertà personale è limitata ma cerca giustizia e anela al cambiamento e va avanti con forza instancabile e nonostante tutto, guarda al suo futuro con un sorriso e a volte, sente quasi di dover assumere una sorta di follia nel suo comportamento per poter vivere indenne dall'oppressione.

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Mostra: Flowers

Bari - Muratcentoventidue Artecontemporanea

Apertura: 24/05/2025

Conclusione: 30/06/2025

Organizzazione: Muratcentoventidue Artecontemporanea

Indirizzo: Via G. Murat 122/b – Bari

Inaugurazione: sabato 24 maggio 2025 ore 19.30

Orari di apertura
La mostra sarà visitabile il mercoledì, il giovedì e il venerdì dalle 18.00 alle 20.00
Lunedì, martedì e sabato su appuntamento

Per info: 3348714094 – 392.5985840 | info@muratcentoventidue.com



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