HM, HE, HA è un titolo difficilmente pronunciabile, è piuttosto una sequenza di versi di interiezione, un distillato di suoni che secondo Degas erano le uniche cose che andrebbero dette, che è necessario dire, o che potrebbero esaurire qualsiasi commento critico di fronte a un quadro. Lo riferisce Julian Barnes questo aneddoto su Degas, Barnes che, tra gli scrittori del nostro tempo, è quello che più di tutti ha una inclinazione a narrare fatti dell'Ottocento, intrecciandoli con racconti e descrizioni di immagini dipinte emblematiche di quel secolo.
In ogni caso, sotto al titolo di HM, HE, HA c'è scritto "una mostra in due parti", e questa, che riunisce e mette in dialogo i dipinti di Luca Bertolo e Manuele Cerutti è, appunto, la seconda parte. La prima parte era quella che vedeva uno accanto all'altro, su ogni piano del Torrione, i lavori di Michele Tocca e Pesce Khete. La mostra di Bertolo e Cerutti funziona allora in due sensi: come possibilità, per i due artisti, di individuare tangenze e ricorrenze nei loro lavori, ma anche di ricucire tutto il percorso della mostra, il dialogo non solo tra due, ma tutti e quattro gli artisti. Per questo i quattro dipinti, specie di autoritratti che ognuno di loro ha realizzato, sono ancora lì, uno accanto all'altro, e accolgono il visitatore all'ingresso del Torrione.
HM, HE, HA è una mostra che nasce, prima ancora che da premesse teoriche o visioni comuni, da una dimensione di scambio e confronto che, tra gli artisti coinvolti, dura da molto tempo. Bertolo e Cerutti non hanno mai esposto assieme, ma si sono sempre guardati, negli anni, e non hanno mai smesso di dialogare a distanza. La preparazione della mostra è somigliata a un gioco, con azioni e reazioni, dove ognuno dei due ha preparato le proprie mosse prefigurandosi quelle dell'altro. Solo dopo, solo alla fine, un'ipotesi di tracciato è apparsa chiaramente.
I lavori esposti al primo piano portano lo sguardo verso il basso, verso la terra, secondo una traiettoria tracciata dal Soldato (2015), dipinto da Bertolo: figura dalla testa reclinata, che offre alla visione, in un primo piano molto ravvicinato, il pattern mimetico che decora il suo casco mentre il volto sciama in un viluppo di pennellate pulviscolari, come quelle che ricorrono in diversi dipinti dell'artista. La terra, il basso, è qui richiamato in diversi modi: dimensione di orizzontalità sulla quale gli oggetti dipinti da Cerutti – oggetti disfunzionali e dimenticati, prelievi dal paesaggio – ritrovano, in posizioni instabili, in disequilibrio sul piano orizzontale, nuove possibilità di esistenza; luogo di apparizioni, come in Profumo di terra (2008) di Cerutti, dove un fungo è una piccola epifania del paesaggio; superficie densa, coagulo di pennellate spesse, multidirezionali, che diventa, in un dipinto di Bertolo, un cumulo di foglie autunnali.
La macchia, unità di base del lavoro di Bertolo – una macchia che cancella, oppure suggerisce o descrive, che può posarsi sul bordo o all'interno della rappresentazione, indicare diverse potenzialità della figura o far virare il dipinto verso l'astrazione – è l'elemento attorno a cui si dipana il dialogo al secondo piano. La macchia in Bertolo è molte cose diverse, insieme: tratto spensierato, segno della mano, ma anche esitazione, nota a margine, dunque commento e interrogazione sulle potenzialità e i limiti di una immagine dipinta. Anche nella pittura di Cerutti possono comparire macchie, che entrano nella rappresentazione a complicarne la lettura, sospendendola, lacune che costituiscono il potenziale narrativo di alcune sue immagini. Come nella macchia al centro de Le massage (2009), un elemento molle e informe, indescrivibile, che un uomo ispeziona e custodisce tra le mani.... leggi il resto dell'articolo»
Se c'è una parte del lavoro di Cerutti che la mostra mette in evidenza è quella che l'artista ha sviluppato attorno alla rappresentazione di oggetti (che nel suo lavoro ci sono sempre stati, ma che tuttavia sono diventati soggetto di molti dipinti quando la figura è andata diradandosi, per riapparire negli ultimi anni). C'è un aspetto che sembra accomunare i suoi lavori in mostra: la tendenza o il desiderio degli oggetti di affermare una soggettività, di porsi come corrispettivi del corpo – del corpo dell'artista – di diventare dunque, in qualche modo, autoritratti, per prossemica o contagio. Questa presenza si manifesta attraverso inediti accostamenti e avvicinamenti, ma anche dis-equilibri e sproporzioni, come accade ne Il sospetto (2013), dove una cipolla (a cui è accostato un piccolo cubo) campeggia sullo sfondo di un ripiano che sembra paesaggio, con un orizzonte ampio. C'è allora, indiscutibilmente, un lato depisisiano, comune a entrambi gli artisti, che questa parte della mostra fa emergere: le nature morte dipinte da Bertolo, sempre un po' storte, con vasi di fiori che poggiano su ripiani instabili, pennellate che si estinguono sulla superficie, richiamano talvolta il De Pisis degli anni finali.
Gli ultimi due piani del Torrione sembrano funzionare per contrasto: al quarto l'immagine dei lavori che vi sono esposti sembra ripiegarsi, nascondersi, stare dietro o sotto, e il dipinto accogliere diverse potenzialità a partire da una tendenza della rappresentazione a coincidere con superfici diafane, superfici-schermi, grado zero di un'immagine, come nelle Veroniche dipinte da Bertolo. Una serie di lavori di Cerutti in cui il quadro come oggetto, con le sue articolazioni materiali, diventa soggetto del dipinto, si riverbera in Abstract painting (2018) di Bertolo, vero e proprio trompe l'oeil che, mostrando il rovescio di un dipinto, indica la possibilità di un'immagine completamente astratta, un'immagine che non esiste, che sta dall'altra parte.
L'osservatorio, in cui la visione sulla città si offre a trecentosessanta gradi, è la parte finale della mostra, dove le traiettorie dei due artisti divergono, quella più giocata sul contrasto che non sulle tangenze. Nel lavoro di entrambi riappare, cioè, l'immagine in forma più assertiva: una serie di lavori di Bertolo in cui il soggetto del quadro è la parola, una parola che può essere indifferentemente prelevata da libri, giornali, biglietti trovati e perfino cartelli stradali; piccoli dipinti di Cerutti, invece, nei quali riappare il corpo dell'artista, un corpo disarticolato e frammentato, trattato come oggetto tra gli oggetti.
Note biografiche
Luca Bertolo
Milano, 1968. Ha studiato informatica all'Università Statale di Milano e poi pittura all'Accademia di Belle Arti di Brera. Ha vissuto a São Paulo, Londra, Berlino, Vienna. Dal 2005 vive in un paese sulle Alpi Apuane. Ha partecipato a mostre in spazi pubblici e privati. Nel 2018 ha pubblicato I baffi del bambino. Scritti sull'arte e sugli artisti, Quodlibet. Nel 2022 ha curato l'edizione italiana di Lo strano posto della religione nell'arte contemporanea, di James Elkins, Johan & Levi. Insegna pittura all'Accademia di Belle Arti di Bologna
Manuele Cerutti
1976, Torino
L'artista si è laureato all'Accademia Albertina di Belle Arti di Torino.
Da vari anni la ricerca dell'artista prosegue, nel contesto della pittura e delle sue possibili declinazioni, la riflessione sull'auto-presentazione di segmenti di realtà osservata, rivolgendosi al mondo umano e non umano, consapevole che il nostro sé non sia che un'appartenenza a una rete di relazioni vitali.
Tra le principali mostre personali recenti: Quem Genuit Adoravit, Collezione Maramotti, Reggio Emilia, (2024); Dona Ferentes, Studio Museo Felice Casorati, Pavarolo, Torino (2020); Motus Naturalis, Guido Costa Projects, Torino (2018); Standing, Waiting, Artuner in Régence 67, Brussels (2018); Gleiches zu Gleichem, Wilhelm Hack Museum, Ludwigshafen am Rhein (2017); Proprioception, ICI - Istituto Italiano di Cultura, London (2016); Prove di carisma, 401contemporary, Berlin (2015); Pause – Vitrine, GAM - Galleria d'Arte Moderna e Contemporanea, Torino (2014); L'Ospitalità, Maerzgalerie, Leipzig (2014); Greater Torino, Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Torino (2011).
Ha partecipato a diverse mostre collettive: Love at the Source, Colnaghi, London, (2024), Sensing Painting, Castello di Rivoli Museo d'Arte Contemporanea, Torino (2023); Italian Painting Today, La Triennale di Milano, (2023); Hors d'oeuvre n°4, Fondation Francès, Senlis, (2023); Pittura in Persona. La nuova Collezione della Fondazione CRC, Castello di Rivoli, Museo d'Arte Contemporanea, Torino, (2021); Prima che il gallo canti. Opere dalla Collezione Sandretto Re Rebaudengo, Palazzo Re Rebaudengo, Guarene d'Alba (2021); Un giorno in casa, Fondazione smART – polo per l'arte, Roma, (2021); WHAT I SEE. New figurative art in Italy. Galleria Civica, Trento (2020);The Milky Way 5. Interno/Inner, Galleria Franco Noero. Torino, (2020); Lost and Found in Paradis, Artuner in Rue de Paradis, Paris (2019); U Au fil de l'amour, Maison des Arts et Loisirs, Laon (2019); Cosa in sé, Guido Costa Projects, Torino (2018); Premio Lissone 2018, È strano continuare a pensare che la pittura sia fatta per essere vista, MAC, Lissone (2018); Spatium, Palazzo Botti, Torre Pallavicina – Bergamo (2018); Passare il Segno, Pinacoteca Albertina, Torino (2017); Fountain of Youth, Reiter, Leipzig (2017); Deposito d'Arte Presente, Artissima, Torino (2017); Journey of painting – Autumn, MA2 gallery, Tokyo (2016).
Nel 2004 vince Illy Present Future Prize.
E' co-fondatore e membro di Progetto Diogene a Torino (dal 2007).
L'artista è rappresentato da Guido Costa Projects, Torino; Artuner, Londra.
Mostra: HM, HE, HA
Seconda parte: Luca Bertolo e Manuele Cerutti
Vicenza - Fondazione Coppola, Torrione di Porta Castello
Apertura: 05/10/2024
Conclusione: 11/01/2025
Organizzazione: Fondazione Coppola
Curatore: Elena Volpato e Davide Ferri
Indirizzo: Corso Palladio 1 - 36100 Vicenza
Inaugurazione: sabato 5 ottobre ore 18:00
Orari: Dal venerdì alla domenica 14:00-18:00 (ultimo ingresso ore 17:30)
Biglietti
Ingresso torrione con mostra: € 5
Ingresso torre senza mostra: € 4
Ingresso ridotto per gli over 65: € 4
Ingresso ridotto per i possessori di Artsupp Card: € 3
Ingresso gratuito per le seguenti categorie: under 18; studenti universitari in possesso della VI-University card; giornalisti accreditati in possesso di tessera stampa in corso di validità; possessori della VicenzaCard
(La vendita dei biglietti presso la reception termina alle ore 17.20)
Sito web per approfondire: https://www.fondazionecoppola.org
Facebook: FondazioneCoppola
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