Kabuki, ma anche Noh. Antiche xilografie del teatro giapponese

  • Quando:   02/11/2024 - 17/11/2024
  • evento concluso

Arte graficaMostre a Massa CarraraMassa


Kabuki, ma anche Noh. Antiche xilografie del teatro giapponese

La mostra "Kabuki, ma anche Noh" dopo il grande successo ottenuto alla Galleria d'Arte Antitesi Art Space di Torino, nel suo percorso itinerante, dal 2 novembre approda al Museo Ugo Guidi 2 (MUG 2) nel cinquecentesco Palazzo Vescovile sito nel centro storico di Massa, in Toscana. L'importante evento è nato grazie alla collaborazione tra l'Associazione Culturale Fly Art, la Galleria Ai Tre Torchi di Torino (dalla quale provengono le opere) e la dirigenza del Mug 2 presieduto da Mario Locatelli con la direzione artistica di Clara Mallegni.

L'esposizione che consta di una collezione di oltre cinquanta xilografie originali che vanno dalla seconda metà dell'ottocento fino agli inizi del novecento, è arricchita da libri tematici, maschere dell'antico teatro giapponese e da alcuni video che esemplificano in modo tangibile le differenze tra la tradizione teatrale noh, contraddistinta da scenografie minimaliste e da una recitazione essenziale ed evocativa ed il kabuki, teatro più moderno, improntato ad una maggiore dinamicità e libertà espressiva. Va sottolineato come ancor oggi queste due forme teatrali rappresentino per il Giappone e non solo, un tesoro storico di grande valore al punto da essere entrate di diritto nel 2008 nel Patrimonio culturale immateriale dell'UNESCO.

La mostra a cura di Carlo e Giulia Beccaria competenti ed appassionati cultori dell'arte incisoria e della storia dell'Antico Giappone, nonché titolari della Galleria Ai Tre Torchi di Torino, è patrocinata dal Museo Ugo Guidi di Forte dei Marmi e dal Museo Itinerante Mipac di Torino. La direzione artistica del progetto è affidata a Roberto Borra, critico e curatore della Galleria Antitesi Art Space di Torino e delle Esposizioni Internazionali del Castello di Costigliole d'Asti(At) e ad Alberto Bongini, gallerista e curatore nonché Presidente dell'Associazione Fly Art di Torino.

Durante il periodo Edo (1603-1868) l'ascesa sociale e culturale della borghesia urbana stimola in Giappone profondi cambiamenti. Una nuova concezione della vita, sintetizzata nel termine ukiyo ("mondo fluttuante"), si afferma in opposizione alla tradizionale visione ascetica e spirituale del buddismo. Questa visione non solo accetta la natura fuggevole e illusoria dell'esistenza, ma invita a celebrare ogni singolo istante attraverso la contemplazione della bellezza del mondo e il godimento dei piaceri effimeri. L'ukiyo ispira profondi cambiamenti culturali e artistici. La borghesia, pur sentendo la necessità di un confronto con le tradizioni della nobiltà, crea una propria cultura e nuove forme di intrattenimento. Tra queste, si evidenziano gli spettacoli del teatro kabuki, molto diversi dal tradizionale teatro noh. Quest'ultimo era un teatro ritualistico di matrice aristocratica, con scenografie statiche e minimali e una recitazione lenta e stilizzata fondata sull'uso delle maschere e su un simbolismo di non facile accesso. Il kabuki offre invece spettacoli più dinamici e coinvolgenti, graditi alla borghesia ma anche alle classi popolari.

Rispetto al noh, le storie del kabuki erano più dinamiche e libere, con semplici canovacci di partenza il cui sviluppo scenico erano affidato in larga misura all'estro creativo degli attori. La recitazione del kabuki, accentuata anche dal kumadori (un trucco molto marcato che enfatizzava l'espressività emotiva dei volti), era più vivace ed eccessiva, mentre le scenografie, incentrate su fondali dipinti dai colori vivaci e attenti ai dettagli, cambiavano molto spesso durante lo spettacolo. Accanto al kabuki, la cultura ukiyo del periodo Edo incoraggia naturalmente anche l'affermazione dell'ukiyo-e ("immagini del mondo fluttuante"), un nuovo genere di stampa artistica che rappresenta visivamente ideali, temi e momenti tipici del mondo ukiyo (paesaggi, bellezze femminili, scene di vita quotidiana, scene erotiche ecc.). Il legame che si stabilisce tra ukiyo-e e kabuki è subito molto profondo e condiziona ben presto la maggioranza delle stampe prodotte in Giappone. Le xilografie, infatti, raffiguravano spesso scene di spettacoli kabuki ed erano apprezzate per come sapevano fissare momenti drammatici e iconici delle storie rappresentate sulla scena. Inoltre, quando presto gli attori del kabuki iniziano a essere riconosciuti dal pubblico al di là dei personaggi che interpretano, e diventano così delle autentiche celebrità (prefigurando per molti aspetti il moderno divismo cinematografico), le stampe propongono i loro ritratti in costume, dalla figura intera alla più originale mezza figura, una dimensione più efficace per catturare l'espressività emotiva enfatizzata dal kumadori. Quest'ultimo poteva addirittura costituire l'essenza del ritratto, nei casi in cui l'attore realizzava per gli ammiratori il cosiddetto oshiguma, impressionando i tratti del proprio trucco su un panno. Anche gli oshiguma erano non di rado rappresentati nelle xilografie, a conferma della stretta relazione tra questi due linguaggi artistici. Il kabuki, quindi, vede nelle stampe un formidabile mezzo di promozione, mentre il mondo artistico dell'ukiyo-e individua nel kabuki una costante fonte di ispirazione. Ciò non significa tuttavia che l'ukiyo-e non includa anche rappresentazioni del tradizionale teatro noh, anzi: queste iniziano a diffondersi proprio dalla seconda metà del periodo Meiji (1868-1912), quando la riapertura del Giappone alle influenze occidentali alimenta, per reazione, un rinnovato interesse verso la cultura tradizionale giapponese, incluso appunto il teatro noh.... leggi il resto dell'articolo»

Le stampe dedicate al teatro noh riflettono chiaramente le differenze tra questa antica tradizione teatrale e il kabuki. Se le stampe legate a quest'ultimo rappresentano sia attori colti in pose drammatiche dinamiche e molto espressive sia scene spesso movimentate ed emozionanti, con scenografie accurate nei dettagli e colori vivaci, le stampe dedicate al noh presentano immagini più essenziali e statiche, rispecchiando la ritualistica sobrietà di questo teatro. Le scene sono meno movimentate, con scenografie ed arredi scenici ridotti all'essenziale o quasi assenti. Gli attori sono per lo più mostrati in pose ieratiche, con maschere che ne fissano stabilmente l'espressione. Proprio la diversa rappresentazione degli attori, d'altronde, è una delle principali differenze tra le stampe del kabuki e quelle del noh: nel primo caso, come si è detto, gli attori, ritratti in mezza figura, sono ben riconoscibili nella loro individualità, il che era funzionale a promuoverne ulteriormente la grande popolarità, mentre nelle stampe del noh gli attori sono rappresentati a una certa distanza, in campo totale e quasi mai da soli. Gli attori del kabuki hanno una vita (e, appunto, una celebrità quasi divistica) che va al di là dei loro personaggi (si veda, per esempio, la stampa di Kuniyoshi che raffigura gli attori di un dramma kabuki mentre si rilassano in una casa da te dopo la recita) mentre gli attori del noh non sembrano avere una concreta esistenza al di fuori delle loro maschere e delle scene che interpretano.

La mostra è completata da relativo catalogo a colori a cura di Carlo Beccaria. Testi di Carlo Beccaria e Roberto Borra.

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Mostra: Kabuki, ma anche Noh. Antiche xilografie del teatro giapponese

Massa - Museo Ugo Guidi | MUG 2

Apertura: 02/11/2024

Conclusione: 17/11/2024

Organizzazione: Antitesi Art Space con Associazione Culturale FLY ART e Galleria Ai Tre Torchi

Curatore: Carlo e Giulia Beccaria

Indirizzo: Via Alberica, 26 - Massa (MS)

Ingresso libero

Orario apertura: venerdì/ sabato e domenica dalle ore 19 alle ore 21

Telefono info e biglietterie 393 2816003 Email Museo: direzione@museougoguidi2.it

Sito web per approfondire: https://museougoguidi2.it/



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