Ci sono libri che non arrivano mai all'attenzione del pubblico, e quello che la Kasa dei Libri presenta, dal 20 novembre al 20 dicembre 2024, per la mostra "L'officina di Chagall" è decisamente uno di questi.
Un prodotto fondamentale nella sua unicità perché con lui si conclude l'esperienza della mitica rivista francese «Verve» per la quale Chagall compone queste litografie, approdo finale della sua riflessione sul testo sacro.
Un volume come se ne vedono pochi che segna un'esperienza editoriale, artistica e personale dove è possibile riconoscere tutta la fantasia artistica tipica di Chagall e che alla Kasa sarà messo a disposizione dei visitatori, sfogliabile in originale.
La mostra è a cura di Andrea Kerbaker
Si tratta infatti di quello che nel gergo tecnico si definisce "menabò", cioè una prova di stampa del 1960 che circola solo tra gli addetti ai lavori, fondamentale per creare il prodotto finito che arriva poi al lettore. Si dà il caso (ma forse tanto casuale non è che sia proprio qui alla Kasa dei Libri) che noi ne abbiamo uno che va ben oltre questa particolarità. Il volume che esponiamo è stato realizzato infatti nel 1960, periodo del quale questi materiali sono per lo più spariti dalla circolazione. Una uncorrected proof, per dirla all'inglese, ovvero una prova di stampa non corretta, che poi in generale veniva distrutta. Quindi trovarne una oggi è cosa rara.
Il visitatore si potrà ulteriormente stupire scoprendo che qui del testo non c'è nemmeno l'ombra. E quindi, che diamine di libro è? si domanderà giustamente. E qui entriamo nel campo delle ipotesi: potrebbe essere un campione per verificare la qualità della stampa, una prova per l'edizione americana (le poche annotazioni a mano sono in inglese), magari da sottoporre all'artista per l'approvazione finale. Quel che è certo è che l'esemplara alla Kasa dei libri ospita le prove delle litografie che Chagall crea per illustrare la Bibbia, 16 delle 24 del volume finale pubblicato per la rivista «Verve», che di per sé in Italia non si vede quasi mai dato che il fascicolo è custodito da una sola biblioteca e chissà se da qualche privato.
Il perché del numero parziale non lo sappiamo per certo ma possiamo ipotizzare che si sia scelto di inserire solo le tavole che erano arrivate a un grado di definizione soddisfacente: dobbiamo infatti tenere conto che, per raggiungere il grado definitivo per la pubblicazione, editore e artista provavano e riprovavano la stampa per valutare la resa dei colori, il livello di accuratezza dei particolari, la posizione delle immagini e così via.... leggi il resto dell'articolo»
E' stato scelto di intitolare questa mostra "L'officina di Chagall" proprio per cercare di avvicinarci il più possibile a quella sensazione di lavorio continuo e instancabile della mente e delle mani, per mostrare l'affascinante attività dietro le quinte che si racconta molto poco e che si vede ancora meno. Nel volume ci sono poi 96 illustrazioni in bianco e nero, queste definitive, che si accompagnano parallelamente alle litografie. Ecco, quindi, al centro della mostra il prezioso menabò, liberamente sfogliabile in originale, circondato dalle 16 riproduzioni in grande formato delle litografie a colori, così da gustare a pieno il sapore delle particolarità conservate al suo interno. Quello che offriamo con questa mostra, e che crediamo non capiti in tanti altri luoghi – sicuramente nessun altro in Italia –, è la possibilità di attingere senza barriere da un oggetto senza uguali, testimone di storie collettive e personali che è importante tramandare.
Un prodotto non solo come se ne vedono pochi ma anche fondamentale nella sua unicità perché con lui si conclude l'esperienza di «Verve», mitica rivista fondata dall'editore greco Tériade e uscita in Francia dalla fine degli anni Trenta con lo scopo di dare una vetrina agli artisti più in voga nella Parigi di quegli anni, da Picasso, che firma la copertina del primo numero, fino appunto a Chagall. Nel 1960 però, il mondo in cui era nata «Verve» è alle sue battute finali e con lui anche questo tipo di pubblicazione ha ormai fatto il suo tempo: siamo in un momento di rottura dove l'arte segue altre strade (una su tutte quella tracciata da Pollock) e la nuova generazione di artisti vuole sovvertire gli schemi del passato e coerentemente ha un concetto di libro d'artista completamente diverso.
L'interesse del libro va al di là della copia così particolare in esposizione: per Chagall si tratta infatti di un punto di arrivo di una riflessione sulla Bibbia iniziata fin dal 1930 su stimolo del gallerista parigino Ambroise Vollard e anche se il progetto originario non vedrà mai la luce, l'artista si esercita continuamente sui soggetti biblici nella loro molteplicità e in una gamma vastissima di applicazioni che vanno dalle vetrate per chiese o sinagoghe fino ai pastelli preparatori per tele più impegnative. Tutte le scritture sono sempre ripercorse dall'inventiva dell'artista bielorusso, che inserisce la sua fantasia colorata e poetica nel contesto biblico. È quello che avviene anche in questo libro, dove Chagall si misura col vecchio testamento, da Caino e Abele fino all'Annunciazione.
Quello esposto è dunque un volume unico, non solo per la sua natura di "prova" ma anche perché segna un'esperienza editoriale, artistica e personale, stando all'incrocio di tante strade, lì dove germogliano le idee.
Le famiglie sono le benvenute con bambine e bambini per esplorare la mostra tramite un gioco gratuito adatto ai più piccoli (6-12 anni).
Mostra: L’officina di Chagall
Milano - Kasa dei Libri
Apertura: 21/11/2024
Conclusione: 20/12/2024
Organizzazione: Kasa dei Libri
Curatore: Andrea Kerbaker
Indirizzo: Largo Aldo De Benedetti, 4 - 20124 Milano
Inaugurazione: 20 novembre h 18.00
Orario: lunedì-sabato h 15.00-19.00
Info: +39 02.66989018 | mostre@lakasadeilibri.it
Sito web per approfondire: https://www.kasadeilibri.it/
Facebook: https://www.facebook.com/KasaLibri/
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