Un viaggio trasversale lungo quasi 60 anni tra design, architettura, exhibition design e molto altro.

La retrospettiva si inaugura esattamente a trent’anni di distanza da quella a lui dedicata dal MoMA di New York nel 1987 che dava conto della sua attività di designer, già allora presente con 25 opere nella collezione permanente del museo americano. Proprio il 1987 è stato l’anno della svolta di Bellini che da allora si dedica prevalentemente all’architettura di grande scala e al disegno urbano.

Un omaggio, dunque, all’opera poliedrica e singolare di un progettista italiano che ha ottenuto ogni successo sia nella piccola scala (otto compassi d’oro, arredi e oggetti diventati icone che sono entrati nelle case e negli uffici di tutto il mondo, spesso anticipando o rivoluzionando gusto e stile); sia nella grande scala (Centri Congressi, Fiere, Musei progettati dal Giappone agli Usa, dalla Germania all’Australia e, nel 2012 il Dipartimento delle arti islamiche, un’onda dorata per il museo più prestigioso del mondo, il Louvre di Parigi).

La mostra occupa oltre mille metri quadrati del Palazzo dell’Arte, è articolata in Portale, Galleria, Piazza e quattro Stanze (organizzate secondo un tema guida), e vuole porre attenzione sulla necessità e sul ruolo eversivo e salvifico della bellezza. Da qui il sottotitolo “Italian Beauty”.

Curatore della mostra è Deyan Sudjic, direttore del Design Museum di Londra. Con Ermanno Ranzani (architettura) e Marco Sammicheli (design). Le installazioni video sono a cura di 3D Produzioni con la regia di Giovanni Piscaglia.
Il progetto di allestimento è dello stesso Mario Bellini che dal 1962 a oggi si è sempre appassionato anche a “mettere in scena” esposizioni, prevalentemente d’arte e di architettura.
Il catalogo di Silvana Editoriale è una pubblicazione critica più che un catalogo della mostra a cura e con una introduzione di Francesco Moschini, con una prefazione di Germano Celant, e saggi, tra gli altri, di Deyan Sudjic, Ermanno Ranzani, Marco Sammicheli, Enrico Morteo, Italo Lupi, Kurt Foster, Franco Purini, Marco Romano, Carlo Arturo Quintavalle, Francesco Binfarè, Vittorio Sgarbi.