Never The Same, Twice

La Galleria Piero Atchugarry è lieta di presentare "Never The Same, Twice", una mostra che riunisce le opere di cinque artisti: Anne-Cecile Surga (nata nel 1987), Malin Bülow (nata nel 1979), Sophia Belkin (nata nel 1990), Mariana Palma (nata nel 1979) e Alicia Viebrock (nata nel 1986), creando un potente dialogo che esplora la malleabilità delle forme e l'intersezione tra elementi naturali e artificiali. Le loro opere utilizzano una lente di astrazione, invitando gli spettatori a riflettere sulle relazioni intricate e sfaccettate che condividiamo con il nostro ambiente. Attraverso mezzi e approcci diversi - dalle intricate tecniche tessili e di ricamo alla senza tempo arte della scultura in pietra naturale - questi artisti offrono una profonda esplorazione dell'esperienza umana.

Lo spazio della galleria accoglie gli spettatori con un'esperienza multisensoriale di texture, forme e colori che seducono gli occhi in uno stato profondo di coinvolgimento. Le opere di Sophia Belkin, Mariana Palma e Alicia Viebrock convergono, esudendo collettivamente un senso di dinamismo, spontaneità e reverenza per le forme organiche. I tessuti dipinti e ricamati di Sophia Belkin e i suoi collage tessili collegano astrazione e rappresentazione, evocando colonie microbiche che ricordano la germinazione e la disintegrazione. Allo stesso modo, gli arazzi di media mista di Mariana Palma incorporano elementi organici come conchiglie e coralli, giustapposti a materiali sintetici, creando un dialogo tra il naturale e l'artificiale. C'è un senso di fluidità e caos controllato nelle opere di entrambi gli artisti, riflettendo la tensione tra l'intervento umano e le composizioni ibride. Il pezzo gestuale e astratto di Alicia Viebrock porta un senso di energia e movimento, con vivaci spruzzi di colore e pennellate espressive. Insieme, le opere di questi tre artisti invitano gli spettatori a immergersi in tele armoniose ma enigmatiche, dove elementi diversi si fondono in unioni inaspettate.

Le opere di Anne-Cecile Surga e Malin Bülow esplorano il corpo umano come tema centrale, sfidando gli spettatori a confrontarsi con le complessità dell'incarnazione che modellano la nostra comprensione del sé fisico. L'opera "Untitled, 2024" di Anne-Cecile Surga raffigura una figura umana contorta, enfatizzando la spina dorsale sporgente. La sua scelta del marmo sovverte le associazioni tradizionali del mezzo, creando un'esplorazione contemporanea della forma umana. Nelle vicinanze, le fotografie di Malin Bülow, basate sulla sua installazione su larga scala "En Caul, 2023", incapsulano la figura umana all'interno di una membrana elastica semitrasparente fatta di lycra. La fragilità e la resilienza di questa seconda pelle mettono in risalto una resistenza corporea alla struttura con cui interviene, dove ogni nuova forma può essere vista come uno stato di transizione, simile a un bozzolo, una fase di riposo prima della completa metamorfosi. Mentre lavorano con mezzi contrastanti - Bülow con materiali sintetici come acrilico e lycra, e Surga con marmo portoghese - entrambe le artiste reimmaginano il corpo come una metafora delle complessità dell'esistenza umana.

Pur differendo significativamente nel loro linguaggio visivo, questi cinque artisti condividono un ethos comune, sfidandoci a ripensare le nostre supposizioni sulla natura dei materiali e l'interazione tra elementi organici e costruiti. Le opere presentate in "Never The Same, Twice" dissolvono collettivamente i confini rigidi, abbracciando il flusso perpetuo e la metamorfosi che modellano la nostra percezione evolutiva dell'esperienza umana.