Peppe Biancardi. Echi d'Entroterra

Echi d'Entroterra, allegoria di un territorio è un viaggio poetico in quelle che da tempo sono definite 'aree interne', raccontato attraverso la magia del bianco e nero fotografico di Peppe Biancardi. Ogni scatto è una sublimazione metaforica, una sinfonia visiva che si snoda in quattro capitoli tematici, quasi si trattasse di un percorso da compiere insieme all'artista. Biancardi guida con il suo sguardo d'autore, trasfigurando il territorio già noto in un racconto lirico e profondo.

Le sue fotografie non sono semplici immagini, ma poesie visive, versi di tormento e di cieli tumultuosi, che emergono con forza attraverso la verità della fotografia. Ogni scatto è un invito a osservare, indagare e animare l'identità di un territorio antico, rivelato con geometrie variabili e una sensibilità unica. La mostra diventa così un libro per immagini, un dialogo plurimo che respira e narra la storia invisibile dell'entroterra sannita.

Pensare per immagini è ciò che accade a chi indaga tempo e spazio, chi lascia che il quotidiano si trasformi in traduzione silente di grande potenza e che desidera, attraverso questo progetto, innervarsi in quel ciclo di ricerca e visione che ha scelto di indagare l'entroterra in modo non più didascalico e meramente documentale, quanto secondo una nuova letteratura visiva, frutto di un profondo e ancestrale dialogo che trova voce e sguardo negli scatti, nei luoghi, nelle diramazioni di natura e connessione antropica. Guardare, osservare per riscoprire, comprendere, offrire nuovi orizzonti.

In concomitanza con gli Stati Generali delle Aree Interne e in occasione della 21^ Giornata del Contemporaneo AMACI, Benevento diventa protagonista di una riflessione più ampia nella quale la visione di Peppe Biancardi, declinata secondo la forza propulsiva ed evocatrice del bianco e nero fotografico genera una eco alla quale a rispondere non è solo lo sguardo, quanto, semmai, una intera pulsione civica, culturale, artistica che non cede alla visione residuale delle aree periferiche dell'entroterra appenninico, semmai ne osserva le dinamiche più solenni e profondi che il fotografo ha saputo decrittare, narrando per immagini una dimensione sospesa, tra memoria e attesa.

Al pubblico il compito di accogliere le istanze di una richiesta che giunge da quelle 'memorie del sottosuolo' fatte di storie antiche ma anche di prospettive contemporanee tese ad un futuro che, sempre più, abbisogna di nuove risposte. Compito dell'artista è mostrare, raccontare, interagire attraverso il proprio linguaggio, compito di chi accompagna un progetto come Echi d'Entroterra è carpirne le istanze più profonde e veicolarle sino a renderle percorso condiviso e tragitto di ritrovata bellezza.

La mostra sarà accompagnata da innesti scultorei di Claudia D'Andrea.... leggi il resto dell'articolo»

Echi d'Entroterra, allegoria di un territorio è un progetto di FUTURIDEA e Francesco Nardone, volto ad indirizzare lo sguardo verso la dimensione ancestrale delle aree interne secondo una visione nuova, non cristallizzata che possa, al contrario, essere volano propulsore di nuove azioni programmatiche per uno sviluppo sostenibile e culturalmente ramificato, in cui antiche radici e nuove espansioni possano dar nuova linfa ad un mondo altrimenti destinato a soccombere.

Catalogo: Edizioni Futuridea - Stampa Grafiche Iuorio S.r.l. 

BIOGRAFIA

Peppe Biancardi. Nato a Napoli, ha intrecciato il proprio cammino con l'arte molto presto, sviluppando una relazione intima e viscerale con la fotografia. Per lui, l'obiettivo non è un semplice strumento tecnico, ma un'estensione del suo essere, mezzo per esplorare ciò che si cela oltre la superficie visibile delle cose. Ogni immagine è un frammento di verità, una finestra su un universo nascosto, sospeso tra l'apparenza e l'essenza. La sua ricerca artistica si concentra sui paesaggi delle aree interne, luoghi intrisi di silenzio e mistero, custodi di una bellezza primordiale che spesso sfugge allo sguardo distratto del mondo contemporaneo. Questi territori diventano per lui specchi dell'anima, spazi dove la natura si carica di un significato spirituale e simbolico. La montagna, emblema di resilienza; l'albero, radicato come lo spirito; il fiume, flusso incessante della vita. Ogni elemento dialoga con l'osservatore, trasformandosi in un'allegoria potente della condizione umana. Attraverso il suo obiettivo, Biancardi non cattura semplicemente la luce, ma distilla l'essenza stessa dei luoghi. Le sue fotografie sono sospese in un equilibrio tra poesia e sacralità, tra bellezza estetica e profondità spirituale. Ogni scatto diventa un invito a fermarsi, a guardare oltre, a riscoprire il legame primordiale tra l'uomo e la natura, tra il finito e l'infinito. Nella sua poetica, il paesaggio non è mai solo una cornice, ma un protagonista silenzioso: custode di memorie, narratore che racconta storie di restanza, di fragilità ed eterna trasformazione. La fotografia diventa così un dialogo tra l'umano e il divino, un percorso di conoscenza e trascendenza che invita chi osserva a immergersi nel mistero e a riscoprire la propria anima attraverso i dettagli più semplici e autentici della natura.