
Nicoletta Boschiero, responsabile Casa d’Arte Futurista Depero,e Duccio Dogheria, curatore Archivio del ’900, propongono negli spazi della Casa Depero una mostra che mette in dialogo le azioni teatrali futuriste con la performance del secondo novecento.
Nell’unico museo italiano dedicato al Futurismo, in dialogo con l’allestimento permanente, il percorso di mostra si snoda tra una selezione di opere appartenenti alle Collezioni del Mart e materiali provenienti dall’Archivio del ’900. A confronto tra loro, patrimoni eterogenei e complementari permettono di sviluppare un’indagine su uno dei temi centrali della storia dell’arte del novecento: l’uso del corpo, inteso come oggetto e soggetto, strumento e luogo di ricerca.
Dalle declamazioni Futuriste, alle performance nelle gallerie e negli spazi pubblici, artisti di epoche diverse risposero con la performance alla stessa necessità di sconcertare e coinvolgere il pubblico, di rompere con le pratiche accademiche, di proporre una nuova visione di mondo, di politica e di impegno, di decostruire, sovvertire e ricostruire.
La storia artistica di Depero è stata declinata attraverso varie mostre che hanno approfondito ogni aspetto del suo multiforme ingegno: l’attività pubblicitaria o quella teatrale, l’uso innovativo della lingua e le parolibere, la sua attitudine architettonica e l’arte applicata. Una fase fondamentale della sua ricerca è quella connessa al corpo e alla sua messa in scena: anticipando di qualche decennio il concetto di performance Depero e i futuristi realizzavano esibizioni pseudo-teatrali basate sull’improvvisazione e sul coinvolgimento del pubblico.... leggi il resto dell'articolo»
Unaparte introduttiva della mostra è dedicata all’espressività corporea delle avanguardie storiche, dalle aerodanze di Giannina Censi alle teatrali fotografie solarizzate di Edmund Kesting.
Nel secondo Dopoguerra un’idea di corpo ferito si ritrova in alcune performances radicali legate all’Wiener Aktionismus – in mostra opere di Hermann Nitsch e Arnulf Rainer – mentre un accento più ironico caratterizza la raccolta di frammenti corporali (traslati ma anche reali) esposti nel 1973 al Centro Tool di Milano per “Bodies”, mostra interamente riproposta a Casa Depero.
Il corpo come strumento di azione politica è un leitmotiv che ricorre in molte performance degli anni Sessanta e Settanta, ben documentate anche tra le carte dell’Archivio del ’900. Un primo gruppo di documenti rimanda ad azioni collettive, come nel caso delle performance di teatro politico del Living Theatre o di Enrico Baj, mentre altre azioni, pur svolte in una dimensione pubblica, riconducono ad azioni individuali, come nei public poems di Sarenco.
Il lavoro di Cindy Sherman e Andres Serrano sviluppa invece l’idea di corpo artificiale, frutto di un travestimento che porta alla trasformazione e ridefinizione dell’identità; anche in questo caso le opere sono contestualizzate da documenti d’archivio, dalle fotografie di performance di Giuseppe Desiato e da alcuni libri d’artista di Luigi Ontani.
L’idea di corpo come luogo di ricerca ha portato anche a commistioni tra performance e scrittura: significative in tal senso alcune opere di Arias Misson e Ketty La Rocca, affiancate nel percorso da libri d’artista e documenti.
In mostra anche tre esemplari video di performance: Cut piece (1964) di Yoko Ono, che attesta l’inizio di un percorso molto importante sull’identità femminile; Applications (1970) di Vito Acconci; e un inedito video amatoriale della performance Mein Gott Nein Gott Non Dieu Kein Gott di Sarenco, eseguita a Bienne il 30 maggio 1970 in occasione del Festival de l’imagination
Mostra: Performance: corpo privato e corpo sociale
Rovereto - Casa d’Arte Futurista Depero
Apertura: 19/11/2016
Conclusione: 07/05/2017
Curatore: Nicoletta Boschiero, Duccio Dogheria
Indirizzo: Corso Bettini 43 38068 Rovereto (TN)
Sito web per approfondire: http://www.mart.trento.it
Facebook: https://www.facebook.com/martrovereto
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