"Non sono un artista. Cerco di costruire immagini che un giorno ci aiuteranno a comprendere l'essenza del verbo 'vedere'."
Tommaso Calabro presenta la mostra "Matta" nella sede di Palazzo Donà Brusa in Campo San Polo a Venezia. Prorogata al 14 dicembre, la mostra celebra Roberto Sebastián Matta (Santiago del Cile, 1911 – Civitavecchia, 2002), uno degli artisti più visionari del ventesimo secolo.
Definito da Marcel Duchamp come "il pittore più profondo della sua generazione", Matta nasce a Santiago del Cile, ma inizia la sua carriera in Europa lavorando come architetto, insieme a Le Corbusier. L'incontro con Picasso e il suo capolavoro Guernica lo spinge a dedicarsi alla pittura. Trasferitosi a New York nel 1939, frequenta la comunità di Surrealisti emigrati – tra cui Max Ernst, Yves Tanguy, André Masson e André Breton – e diventa presto un punto di riferimento per la pittura contemporanea. Matta contribuisce a creare un nuovo concetto di spazio all'interno della pittura Surrealista, anticipando alcune innovazioni dell'Espressionismo astratto. Rompe i principi concettuali e costruttivi della rappresentazione spaziale, aprendo quest'ultima a esplosioni cosmiche e implosioni soggettive, abitate da forme organiche fluttuanti dai colori squillanti, spesso audaci.
Le opere
La mostra "Matta" presenta una serie di oltre venti opere, tra tele, lavori su carta e sculture, realizzate dall'artista durante i suoi anni più creativi e prolifici. Sono opere del periodo newyorkese (1939-1949), quando Matta espone presso le più importanti gallerie della città – dalla Julien Levy Gallery, alla Pierre Matisse Gallery fino alla celebre Art of This Century di Peggy Guggenheim – e affascina artisti quali Pollock, Rothko, Gorky e Motherwell con l'estremo automatismo del suo gesto. La mostra include poi opere degli anni Cinquanta, realizzate a Roma e Milano, e, dal 1954, a Parigi, in cui l'artista raggiunge la maturità stilistica. In questi anni Matta elabora la sua visione del "cubo aperto" e realizza cicli di grandi tele improntati a un'epica di impianto cosmologico, in cui prendono forma l'evoluzione delle specie, l'universo onirico della mente, la mutazione della natura nell'infinitamente piccolo e nell'infinitamente grande.
Design
Una sezione della mostra sarà interamente dedicata a pezzi di design realizzati da Matta per la collezione Ultramobile, pensata e prodotta nel 1971 da Dino Gravina in collaborazione con i maestri del Surrealismo. Sono incluse le sedute Sacco Alato – nelle due versioni in bronzo e alluminio – Margarita e Malitte, un sistema di sedute continuamente modificabile di cinque blocchi in poliuretano, che è oggi nella collezione permanente di importanti musei, tra cui il MoMA di New York e la Galleria Nazionale di Roma.... leggi il resto dell'articolo»
Dopo le grandi mostre dedicate a Leonor Fini, Stanislao Lepri, Tiger Tateishi, William Copley e Harold Stevenson, con questa mostra Tommaso Calabro continua a sostenere la riscoperta e la valorizzazione di artisti legati al movimento surrealista e alla figura di Alexander Iolas.
Note biografiche
Roberto Antonio Sebástian Matta-Echaurren nasce a Santiago del Cile l’11 novembre 1911.
Appena laureato in architettura presso l’Università Cattolica del Cile, si imbarca per l’Europa e raggiunge Parigi.
Dal 1934 al 1936 lavora nello studio di Le Corbusier e nel 1935 incontra Federico García Lorca che gli dona un libro con qualche parola di presentazione per Dalí. È quest’ultimo a metterlo in contatto con André Breton.
Matta viaggia in tutta Europa incontrando figure di spicco del panorama culturale e artistico del momento, da Alvar Aalto a Gabriella Mistral, da Gropius a Moholy- Nagy, da Magritte a Henry Moore e Roland Penrose.
Nel 1937 Matta riceve l’incarico di sollecitare Pablo Picasso a concludere Guernica per l’esposizione Universale di Parigi.
Matta si accosta al gruppo dei surrealisti frequentando il Deux Magots ed è decisivo l’incontra con Gordon Onslow Ford che lo incoraggia a dipingere le prime tele.
Importante nel 1939 l’incontro estivo con Breton, Tanguy, Marcel Jean presso Chemillieu, nella casa scelta per loro da Gertrude Stein. Matta dialoga con Marcel Duchamp su Il passaggio da vergine a sposa. A Parigi, nello stesso anno, divide la casa con Pablo Neruda.
Allo scoppio della Seconda guerra mondiale, Matta parte con molti dei surrealisti europei per New York dove, essendo l’unico a parlare inglese e avendo una personalità molto carismatica esercita un’influenza decisiva sui giovani artisti americani. Incontra Fernand Léger, Kurt Seligmann, Piet Mondrian, Walter Gropius e Moholy-Nagy che a Chicago hanno organizzato la nuova Bauhaus.
Nel 1942 tiene la prima personale alla Galleria Pierre Matisse. L’anno successivo nascono i gemelli Gordon e Batan.
Nel 1947 Matta prende parte alla mostra Le Surréalisme en 1947 e nel 1948 partecipa per la prima volta alla Biennale di Venezia. Alla fine dell’anno lascia definitivamente New York.
Nel 1949 Matta rientra in Europa fermandosi a Roma dove rimane fino al 1954: il suo contributo per gli artisti romani è significativo e rappresenta una nuova fusione tra spirito surrealista e nuova pittura americana.
Nel 1950 Matta sposa Angela Faranda da cui nasce nel 1951 il figlio Pablo Echaurren.
Nel 1954 Matta si trasferisce a Parigi dove rafforza la collaborazione con Iolas, che si conferma come il suo migliore mercante d’arte e si stabilisce con l’americana Malitte Pope da cui, l’anno successivo nasce la figlia Federica e nel 1960 il figlio Ramuntcho.
William Rubin allestisce la prima retrospettiva di Matta nel 1957 al Museum of Modern Art di New York.
Nel 1958 Matta si esprime contro la tortura in Algeria con un’opera politicamente impegnata, La question, in risposta al libro omonimo di Henri Alleg. Fino al 1968
si dimostra particolarmente attivo a livello sociale partecipando a molte iniziative del maggio francese e lavorando a numerose opere di denuncia.
All’inizio del 1968 Matta arriva a Tarquinia dove acquista un vecchio convento che trasforma in studio e casa e nello stesso anno, a Milano, incontra Germana Ferrari, ultima moglie che gli resterà accanto fino alla fine dedicandosi con amore e passione al suo lavoro.
Nel 1970 nasce la figlia Alisée che ispira l’opera Dar à la vida una luz.
In occasione dell’elezione di Salvatore Allende Matta dipinge, con la Brigata Ramona Parra, El primer gol del pueblo chileno per la piscina comunale di La Granja a Santiago.
Dopo il colpo di stato dell’11 settembre in Cile, i comuni di Livorno, Bologna e Ravenna organizzano manifestazioni di solidarietà e una mostra, Per il Cile con Matta, in cui sono esposti molti dipinti legati a eventi politici.
Nel 1974 Matta partecipa alla Biennale di Venezia che in quell’anno s’intitola Per una cultura democratica e antifascista, presentandovi in particolare i murales e i manifesti realizzati per la Brigada Ramona Parra.
In seguito al colpo di stato di Pinochet Matta viene privato della sua nazionalità cilena. Ottiene un passaporto cubano e uno algerino. Nel 1979 diventa cittadino francese.
Nel 1984 Matta si accosta all’arte digitale su cui continuerà a lavorare fino all’ultimo.
Nel 1985 il Centre Georges Pompidou di Parigi organizza la più importante retrospettiva a lui dedicata, evento straordinario per un artista vivente.
Nel 1995 Matta riceve a Tokyo il Premio Imperiale per la pittura.
Il 23 novembre 2002 Matta si spegne all’ospedale di Civitavecchia. Il presidente del Cile Ricardo Lagos Escobar dichiara un lutto nazionale di tre giorni.
Mostra: Tommaso Calabro presenta "Matta"
Venezia - Tommaso Calabro, Palazzo Donà Brusa
Apertura: 31/08/2024
Conclusione: 14/12/2024
Organizzazione: Tommaso Calabro
Indirizzo: Campo San Polo, 2177 Venezia
Inaugurazione: sabato 31 agosto 2024, ore 12:00 – 20:00
Orario: martedì- sabato ore 11:00 - 19:00 | lunedì su appuntamento
Per info: info@tommasocalabro.com
Sito web per approfondire: https://www.tommasocalabro.com/
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