I Solisti Veneti. Vivaldi: l'Opera Undicesima

I Solisti Veneti diretti da Giuliano Carella per la rassegna "I Concerti della Domenica 2024" eseguono Vivaldi: l'Opera Undicesima, esecuzione integrale il 20 ottobre 2024 alle  11.00 a Padova presso l'Auditorium Pollini.

Un programma tutto vivaldiano quello di domenica 20 ottobre firmato dall'Orchestra de I Solisti Veneti diretti da Giuliano Carella. L'appuntamento è all'Auditorium Pollini di Padova in Via Cassan alla ore 11.00. Nella matinée del 20 ottobre I Solisti presenteranno l'esecuzione integrale dell'Opera Undicesima di Antonio Vivaldi.

Pubblicata ad Amsterdam nel 1729 l'Opera Undicesima appartiene alla piena maturità del compositore veneziano e raccoglie sei concerti solistici: cinque per violino, archi e basso continuo ed uno – l'ultimo – per oboe, archi e basso continuo.
Sono quasi venti gli anni che separano quest'Opera Undicesima dal celebre "Estro Armonico", Opera Terza con la quale il "Prete Rosso" aveva imposto all'attenzione internazionale la nuova forma musicale del concerto solista – forma nella quale un solo solista dialoga con l'insieme dell'orchestra, a differenza di quanto avveniva nei precedenti "concerti grossi" ove la dialettica formale opponeva l'intera orchestra ad un gruppo di solisti – forma, quella del concerto solista, destinata a straordinario successo per i due secoli successivi e per tanti versi di fondamentale importanza ancora oggi.

Vivaldi, che era certamente cosciente della portata rivoluzionaria della sua innovazione, dopo averla presentata nell'Opera Terza, la conferma e perfeziona in tutte le sue opere successive, a partire dall'Opera Quarta ("La Stravaganza") via via sino alle ultime, applicandola non solo al violino – cui resta destinata la maggior parte dei concerti di Vivaldi- ma anche ad altri strumenti, come per esempio il flauto al quale il compositore veneziano ha consacrato l'intera Opera Decima.

È significativo osservare che nell'evolversi dell'estetica e dell'ispirazione vivaldiana al consolidarsi e perfezionarsi della forma musicale corrisponde anche un espandersi dell'ispirazione: se nelle opere della giovinezza prevale un'elettrizzante energia ritmica e il gusto per il virtuosismo (Vivaldi era un grandissimo virtuoso: il contemporaneo Uffenbach scrisse che egli suonava "come non si è mai suonato nel passato e probabilmente non si suonerà mai nel futuro") nel procedere degli anni il "Prete Rosso" elabora un impareggiabile gusto per la melodia e una potenza descrittiva quasi senza eguali nell'intera storia della musica, basta pensare – per averne un esempio - ai quattro concerti delle Stagioni, appartenenti all'Opera Ottava, o ai sei concerti per flauto dell'Opera Decima o proprio ai sei concerti dell'Opera Undicesima in programma, esempio fra i più alti della meravigliosa poetica musicale di Vivaldi.... leggi il resto dell'articolo»