Ma.Co - Maratona del Contemporaneo: Stills of Peace and Everyday Life 2024

  • Quando:   06/07/2024 - 08/09/2024
  • evento concluso

Arte contemporaneaAtri


Ma.Co - Maratona del Contemporaneo: Stills of Peace and Everyday Life 2024
J. Hartley, Greek dog - 1978

L'arte è un germoglio che può rigenerare la pace, "Stills of Peace", la rassegna di Fondazione Aria che mette in dialogo l'Italia e il Messico sul tema della Global Humanity.  

È cominciata il 6 luglio scorso la Ma.Co - Maratona del Contemporaneo di Fondazione ARIA nel cortile di Palazzo Duchi d'Acquaviva ad Atri, con l'inaugurazione dell'edizione XI della Rassegna "Stills of Peace and Everyday Life", l'ormai ultra decennale rassegna in dialogo con il Messico sul tema della Global Humanity.

L'importanza di questa rassegna internazionale è inoltre bivalente, come evidenziato dalla Vice Presidente di Fondazione Tercas, Martina Di Musciano: Stills of Peace, specialmente quest'anno, testimonia drammi come la violenza e la guerra, ma allo stesso tempo la resistenza, attraverso l'arte e la bellezza. Lo scopo è alimentare un dibattito culturale, stimolando le coscienze e cercando di superare le paure, delineando l'arte stessa come portatrice e generatrice di pace, grazie al confronto e al dialogo tra i popoli.

Cinque le mostre previste in questa edizione tra cui "Rumbos de vida" a cura Giulia Palladini e Rodolfo Suarez, "Verso dove / Attraverso cosa" curate da Antonio Zimarino e ospitate nelle Cisterne di Palazzo Acquaviva e "Superlunare o celeste" a cura di Mariano Cipollini nel Museo Archeologico sempre ad Atri.

A Pescara è visitabile la mostra "Flanery" di Jill Hartley curata da Paolo Dell'Elce e ospitata dallo spazio slm00 -zerozerosullivellodelmare.... leggi il resto dell'articolo»

Finissage

Nell'ultimo weekend di apertura, Fondazione Aria presenta due eventi per salutare Stills of Peace e tutto il pubblico che ha partecipato all'edizione XI della Rassegna Internazionale d'Arte e Cultura contemporanea del 2024.

Sabato 7 settembre alle ore 18 è l'ultimo giorno per visitare la mostra di fotografia Jill Hartley - Flânerie curata da Paolo Dell'Elce nello spazio s.l.m.00 -zerozerosullivellodelmare a Pescara che per l'occasione ospiterà la presentazione in anteprima del catalogo che racchiude l'indagine critica e l'intensa ricerca svolta da curatori e artisti protagonisti delle mostre e dei numerosi eventi che hanno animato i sessantacinque giorni della Rassegna S.o.P.

Domenica 8 settembre, sempre alle 18, la giornata conclusiva nel Teatro Comunale di Atri, che ospiterà l'artista messicano Damián Comas in dialogo con la curatrice Eva Comuzzi con la visione di tre cortometraggi del regista ospite: Contro la bellezza (2023), Cuerpos de Sal (2019) e il documentario Lacanianos (2023). La domanda intorno a cui ruotano questi tre lavori è rivolta alla capacità dell'individuo di spingersi oltre un limite, di considerarlo possibilità, impedimento o di non considerarlo affatto. Una riflessione esistenziale che si porta dietro numerosi concetti trasversali alle epoche, legati all'inconscio e alle relazioni (fisiche o virtuali), probabilmente allo scopo di interrogarsi sull'origine e sullo svolgimento della vita stessa verso un obiettivo, mediante i suoi strumenti. In questo senso il progetto si inserisce come un passaggio fondamentale nel percorso che Stills ha compiuto nell'XI edizione, portando il pubblico a ragionare attraverso le mostre e tutte le sue proposte sul confronto e l'incontro con l'Altro, ritrovando un senso di umanità e cercando una stabilità nel rapporto con il reale che vive intorno a noi, talvolta drammatico e avverso.

L'8 settembre sarà dunque l'ultimo giorno per visitare le mostre nelle Cisterne di Palazzo Acquaviva Rumbos de vida a cura di Giulia Palladini e Rodolfo Suarez Molnar, Verso dove e Attraverso cosa a cura di Antonio Zimarino e la mostra ospitata dal Museo Archeologico Vito Bucciarelli - Sovralunare o celeste a cura di Mariano Cipollini.

Orari 10-12,30/16 - 19,30 e 21-23. Ingresso gratuito.

 

Eventi Collaterali

Tanti gli eventi collaterali di Stills of Peace in collaborazione con lo Spazio Matta di Pescara e la Riserva Naturale Oasi dei Calanchi di Atri che animeranno i 65 giorni della rassegna fino all'8 settembre 2024 annunciati dalla giornalista Evelina Frisa, moderatrice della serata, che ha invitato per un breve intervento Rodrigo Fernandez De Gortari, editore, scrittore e curatore messicano che segue i progetti di Teatro Ojo a livello istituzionale.

E' stata inaugurata anche la rassegna di cinema in lingua originale con sottotitoli in italiano, Cine Mexico, a cura di Pino Bruni, con il capolavoro del regista messicano Alejandro González Iñárritu 'Amores Perros' nella splendida cornice del cortile di Palazzo Acquaviva di Atri.

Ma.Co., sempre ad Atri, ha previsto l'esperienza immersiva nella Riserva Naturale Regionale Oasi WWFCalanchi di Atri per il primo dei tre incontri programmati (9, 12, 16 luglio alle ore 21) dal titolo "Bagno sonoro - Ipogeo. Un giusto ritorno delle cose" a cura di Teatro Ojo sempre nell'ambito della mostra Rumbos de vida a cura di Giulia Palladini e Rodolfo Suárez.

Le mostre

Cisterne di Palazzo Acquaviva - Atri | Rumbos de Vida
Francis Alÿs, Sara Leghissa, Francisco Mata Rosas, Monica Mayer, Rosa Maria Robles, Francisco Toledo, Antonio Turok, Teatro Ojo
A cura di Giulia Palladini e Rodolfo Suarez Molnar
6 luglio - 8 settembre 2024

Alle bambine e ai bambini "insegniamo a parlare con la verità, cioè con il cuore". Queste parole ormai leggendarie pronunciate dal Subcomandante Marcos, forse il poeta messicano più importante della sua generazione, sono alla base della visione politica su cui si è fondata la rivolta zapatista del 1994: il movimento di guerriglia nato in Chiapas esattamente trent'anni fa e dilagato come un contagio di passione politica in tutto il mondo. Il movimento zapatista ha reso la parola e la musica, la danza e la festa, parti integranti dell'arsenale di una lotta che non mira a imporre una forma specifica del mondo, ma ad affermare che un altro mondo è possibile: un mondo che contiene tutti i mondi.
In un certo senso, è questo il desiderio della mostra Rumbos de vida: riunire sotto uno stesso tetto opere che riflettono e prendono posizione su questioni cruciali per la storia politica e sociale del Messico contemporaneo: tra questi, le sparizioni forzate, le migrazioni, le violenze di genere, ma anche la resistenza politica. Nel loro insieme, tanto le opere esposte in mostra quanto gli interventi performativi che compongono Rumbos de Vida, formano una sorta di canto, sempre doloroso, ma altrettanto speranzoso: è il microcosmo dell'immaginazione al potere, in cui queste e altre ferite sono solo una parte della vergognosa storia globale dell'infamia e dell'oppressione, che caratterizza tutte le epoche, così come tutte le nazioni.

Cisterne di Palazzo Acquaviva - Atri
Bruno Ceccobelli | Verso dove
A cura di Antonio Zimarino
6 luglio - 8 settembre 2024

Una prima mostra ospitata nella grande sala delle Scuderie che presenta una selezione di alcuni lavori di Bruno Ceccobelli, un maestro della pittura italiana contemporanea, tratti dalla serie Iridi - Pupille. Il titolo intende sottolineare come l'artista proponga, coerentemente alla sua lunga ricerca formale e visuale, un approccio etico e profondo per l'arte: lo studio delle caratteristiche fisiche e simboliche delle forme e dei materiali nelle loro relazioni, genera l'esperienza "poetica" dell'arte, quella che ci apre a ulteriori sensi e significati permettendoci di proiettare lo sguardo verso ulteriori orizzonti di senso.

Cisterne di Palazzo Acquaviva - Atri Attraverso cosa
Simone Camerlengo - Luciano Sozio
A cura di Antonio Zimarino
6 luglio - 8 settembre 2024

Negli ambienti successivi una seconda mostra, distinta ma contigua riflette su quali siano le radici poetiche dell'"oggi". Luciano Sozio e Simone Camerlengo con una analoga sostanza di autenticità etica, mostrano i due approcci necessari e fondamentali per restituire alla contemporaneità dell'arte un senso e un orizzonte poetico: Camerlengo recupera la "radice" poetica del gesto e dell'istante, destrutturando criticamente e ironicamente ogni retorica visiva, spaziale e concettuale. Sozio affronta una ricostruzione critica, analitica ed intima dell'immagine per rivelarne la potente consistenza memoriale, metaforica e poetica.

Museo Archeologico - Atri | Sovralunare o celeste
Vito Bucciarelli
A cura di Mariano Cipollini
6 luglio - 8 settembre 2024

Artista tanto concreto quanto visionario.
L'intero suo lavoro è un elogio alla follia creativa fondata sull'ignoto e i suoi misteri.
Uno spingersi oltre che non conosce confini, se non quelli dettati da una visione cosmica degli spazi atta a rendere possibile l'accoglienza di evoluti passaggi esistenziali.
Tra il tangibile e il visibile, lentamente tesse nel tempo rapporti gravitazionali che lo liberano dalla barriera di una fisicità che ne ridurrebbe le canoniche espressioni comportamentali.
Proiezioni ardite di "spazi profondi". Orbite che vanno ad accrescere e modificare il potere liberatorio da una gravità che il suo "Psiconauta" non può più concepire e dalla quale si allontana alla ricerca di una corporeità sempre più rarefatta, estesa in uno spazio indefinibile ma percepibile attraverso i sensi.
Costruisce opere, le cui rotazioni circolari, perenni, in cui l'etere, quinta essenza, è materia distinta da quella del mondo corruttibile, differente dai quattro elementi sublunari. Uomo che, nel suo lungo cammino, pur conservando intatta una storia millenaria, è anticipatore, in un divenire cosmico, di avveniristiche frontiere dell'essere. L'ologramma che lo materializza è stella polare per concepire virginali spazi basilari in un cosmo in cui il tempo asseconda la fisica, la materia, nonché i riferimenti psicologici dell'anima, senza i quali non potrebbe sussistere. La sua relatività, spesso scandita dalle incertezze dell'ignoto, diventa nuovo assioma dal quale attingere possibili percorsi esistenziali sostitutivi, costruiti su pause di un prima e un poi.
La quinta essenza e il suo tempo permettono a Bucciarelli, al suo "Psiconauta" e a parti d'intelligenze mai attivate, di trovare evolute rotazioni coincidenti con la perfezione, nel tentativo di ricongiungersi all'essenza primaria genitrice, prescindendo dai credo. Espansioni metafisiche che ci indicano possibili percorsi affrontabili da un'umanità in cerca di se stessa.

00 s.l.m. zerozerosullivellodelmare - Pescara | Flânerie
Jill Hartley
A cura di Paolo Dell'Elce
7 luglio - 8 settembre 2024

Jill Hartley ha cominciato la sua lunga passeggiata in compagnia della macchina fotografica lungo le strade di una Polonia stremata che sul finire degli anni Settanta si stava preparando ai grandi sconvolgimenti sociali e politici interni che ebbero ripercussioni sull'intera Europa e costituirono i prodromi del crollo del Comunismo e dell'Unione Sovietica. Di questo momento storico eccezionalmente importante Jill è stata una testimone acuta quanto discreta. Il suo fotografare 'sulle gambe' le ha dato l'opportunità di andare incontro agli eventi, quasi di preconizzarli, per poterli poi cogliere con la fotocamera nell'istante di massima corrispondenza. L'evento più importante a cui la giovane fotografa si è esposta e non ha potuto più sottrarsi è stato l'epifania dell'umano. L'amore, come anelito alla vita, come speranza e come sogno, è la "causa prima" che spinge Jill a vagare per il mondo. Dopo la Polonia Jill Hartley si innamora del Messico al punto di sceglierlo quale Paese dove vivere e lavorare: «Come spiegare un incantesimo? Potrebbe avere qualcosa a che fare con ciò che ci manca in un certo momento. Suppongo che il Messico sia stato come un antidoto alla mia vita parigina.» Dagli anni Ottanta incomincia a fotografare a più riprese in terra messicana e, come era già accaduto in Polonia, Jill riesce a connettersi profondamente con i luoghi e i suoi abitanti e il suo lavoro fotografico è quanto di più aderente alla dimensione antropica nella quale si inserisce.

CINE MEXICO 
a cura di Pino Bruni

L'epopea americana, anche attraverso il cinema, ci ha consegnato l'idea di un Messico come una zona di frontiera dove potevano trovare accoglienza tutti i "fuorilegge" in fuga dai territori sterminati del "selvaggio West". Il Messico è rimasto un paese di frontiera, dentro cui si può restare per costruirsi un proprio posto nel mondo, o oltre il quale si tenta di fuggire per cercare di migliorare le proprie condizioni di vita. Gli USA, un Paese grande ed ingombrante, che per i messicani può essere centro d'attrazione permanente o bersaglio deputato di rivendicazioni giustizialiste, fonte di opportunità lavorative o fulcro d'irradiazione di un pericoloso spirito di emulazione, modello da imitare o terra di "gringos" da detestare. Sembra che in Messico convivano due atteggiamenti: la consapevolezza di essere un grande Paese e la sensazione sempre invasiva di dovere vivere di luce riflessa. Tutti questi aspetti non necessariamente vengono esplicitati in maniera chiara nel cinema messicano di questi anni, ma vi fanno capolino in vari modi e in diverse forme espressive: nella cruda rappresentazione della violenza urbana, nelle profonde diseguaglianze che permeano il tessuto sociale del paese, nel dominio capillare e indiscriminato delle bande criminali, nel corto circuito latente che intercorre tra i ricchi che esercitano il potere e il popolo minuto che lo subisce, nella circostanza psicologica di sentirsi un Paese autosufficiente ma di dovere sempre stare a rimorchio. Se da un lato si può dire che la coeva cinematografia messicana sfugge alla tentazione di essere presentata come un corpo sufficientemente omogeneo per temi trattati e stile adottato, dall'altro lato possiamo indicare come elemento comune che lo attraversa, con una consistenza più o meno marcata, l'esistenza di "nuovi figli della violenza", altrettanto emarginati e più arrabbiati di prima, prodotti dalle contraddizioni planetarie e cresciuti all'ombra dei più autorevoli gestori del mondo globalizzato.

Sei le proiezioni previste presso il Cortile di Palazzo Acquaviva, Atri:

8 luglio ore 21.00
AMORES PERROS (2000) di Alejandro González Iñárritu
Il capolavoro che ha fatto conoscere Iñárritu al grande pubblico è il primo capitolo della trilogia della morte, continuata con 21 grammi e Babel. Tre storie si incrociano sullo sfondo di una convulsa Città del Messico. Il giovane proletario Octavio, innamorato di Susana, la moglie adolescente del fratello criminale violento, si mette in testa di fuggire con lei e prova a racimolare i soldi necessari introducendo il suo cane in un giro di combattimenti clandestini: ma questo è solo l'inizio. Quello del cineasta messicano è un esordio duro, violento, disincantato, rabbioso, amaro, disperato. Aggettivi che per il regista costituiscono i tasselli del puzzle di una megalopoli, Città del Messico, che ha tante contraddizioni quanti sono i suoi oltre venti milioni di abitanti.

15 luglio ore 21.00
ROMA (2018) di Alfonso Cuaron
Già dalla trama, Roma (vincitore del Leone d'Oro a Venezia) è piuttosto insolito. C'è una storia – intesa come un susseguirsi di eventi, anche se per ampi tratti non succede granché – ma "vedere come finisce" non è la cosa più importante. Il film parla di una famiglia messicana degli anni Settanta che vive a Colonia Roma, un quartiere di Città del Messico, e lo fa attraverso il punto di vista di Cleo, la domestica e tata della famiglia. Cuarón ne ha parlato come di un film semi-autobiografico, composto perlopiù da scene che si ricorda dalla sua infanzia. Roma è un film personale ma pieno di riferimenti e collegamenti a questioni sociali sul Messico di quegli anni. Vari critici hanno di volta in volta evidenziato diversi temi del film: se ne è parlato come di una "ode al matriarcato" ma anche come di un "vivido ritratto dei conflitti interni e della gerarchia sociale al tempo dei disordini politici".

22 luglio ore 21.00
IL LABIRINTO DEL FAUNO (2006) di Guillermo Del Toro
Nella Spagna franchista la giovane Ofelia avrà la possibilità di inseguire il mondo fiabesco da lei tanto sognato. Incontrerà un fauno e delle fate, ma quanto di quello che vedrà sarà reale? Dall'estro del regista messicano Del Toro non poteva che nascere un lavoro così bello, così affascinante, ma al tempo stesso tanto brutale. Senza i mezzi delle mega produzioni statunitensi (cui il regista approda a volte) ma con un'accuratezza e sensibilità che spesso a quelle dimensioni produttive finiscono con lo sfuggire, Del Toro ci parla di soprusi e di innocenza, di ricerca di un mondo 'altro' in cui trovare la pace senza però rinunciare alla propria integrità di essere umano in formazione

29 luglio ore 21.00
PROFUNDO CARMESI' (1996) di Arturo Ripstein
Nel 1970, un raffinato indipendente americano, Leonard Kastle, diresse un noir cattivissimo a basso costo, "I killers della luna di miele", la storia di un'infermiera grassa e sensuale e del suo amante che scorrazzavano per l'America massacrando vedove. La storia di "Profundo carmesì" è ispirata dallo stesso fatto di cronaca. Ispirandosi ai terrificanti delitti perpetrati da una coppia di amanti negli Stati Uniti alla fine degli anni quaranta, Ripstein costruisce il film come un ibrido sanguigno di classici americani e generi della cinematografia messicana di metà secolo, sostenuto da un umorismo nerissimo tipicamente ispanofono.

5 agosto ore 21.00
JAPON (2002) di Carlos Reygadas
Camera d'or 2002 a Cannes, un'opera prima diretta da un regista messicano che ama il cinema di Andreij Tarkovskij. La storia di un uomo che abbandona Città del Messico per prepararsi a morire lontano dalla metropoli potrebbe essere risaputa considerando poi che vi compare un'anziana saggia che vive a contatto con la Natura. Ma non è così perché lo sguardo di Carlos Reygadas sa essere originale nonostante la fonte d'ispirazione dichiarata.

19 agosto ore 21.00
LA PERLA (1947) di Emilio Fernandez
Tratto da un romanzo di John Steinbeck e premiato a Venezia, impreziosito dalla fotografia in bianco e nero di Gabriel Figueroa, il film racconta la storia d'un pescatore che sogna di trovare un giorno la perla che consentirebbe a lui e alla sua famiglia d'uscire dalla miseria. Il sogno s'avvera, ma la notizia suscita la cupidigia dei compaesani dell'uomo. Fernandez ha una visione accesa, ora ieratica, ora melodrammatica, di una realtà che dev'essere trasfigurata a ogni costo, anche a dispetto di una solida coerenza.

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Mostra: Ma.Co - Maratona del Contemporaneo: Stills of Peace and Everyday Life 2024

Atri - Pescara, evento diffuso

Apertura: 06/07/2024

Conclusione: 08/09/2024

Organizzazione: Fondazione Aria

Indirizzo: Piazza Duchi d'Acquaviva, 191-64032 Atri (TE)

Orari delle mostre ad Atri: 10.00-12.00 e 16.30-19.30 e  21.00-23.00 | chiuso lunedì mattina

Orari delle mostre a Pescara: martedì-sabato 17.00 – 21.00

Per info: info@fondazionearia.it

Sito web per approfondire: https://www.stillsofpeace.com/