
Martina Simeti presenta Sylvie Auvray, Strange things in my soup, con un testo di Franck Gautherot.
Esiste una teoria scientifica che i biologi chiamano "zuppa primordiale" (o primitiva...), che cerca di definire, modellare o persino riprodurre la prima forma di vita sulla Terra. Questo ambiente prebiotico sarebbe stato il contesto in cui la vita avrebbe preso forma a partire da protocellule.
Possiamo vedere la presenza di una simile "zuppa" nell'arte di Sylvie Auvray, che rivelerebbe le componenti biochimiche all'opera nella genesi formale della sua arte?
Pare proprio di sì, e la sua zuppa sembra risiedere nella gesticolazione intellettuale che non smette mai di animare la sua riflessione, nella sua ricerca incessante di nuove forme, di mescolanze inaspettate di materiali, tecniche, tessuti, storie, oggetti situati e referenziati che assemblano frammenti culturali e pop-culturali provenienti dall'Oriente e dall'Occidente, fonti di nuove opere. Le fonti primarie non saranno ora completamente portate alla luce...
La serie presentata a Milano offre un comfort visivo e un'attrazione cromatica che richiama le partizioni binarie riscontrabili nei suoi *Pompon Brooms*, che esibiscono con audacia il bastone da majorette, irrigidito in ceramica colorata e ruvida, prolungato con ciuffi di stoppa, nastri ricci di plastica e capelli d'angelo o grezzi fili di paglia, in agitazione perpetua e in un movimento gioioso simile a quello delle danze delle cheerleader o delle pompom girls. Questa volta, esse sono vestite di composizioni bidimensionali, in cui pezzi di tessuto approssimativamente rettangolari sono fissati su rigidi pannelli di gesso, supporto liscio su cui possono avvenire eventi pittorici.... leggi il resto dell'articolo»
(*Estratto dal testo di Franck Gautherot*)
Sylvie Auvray è un'artista visiva con sede a Parigi. Auvray gioca con diversi materiali e tecniche, tra cui pittura, scultura in bronzo, gesso, alluminio e ceramica. Lavorando su scale diverse, dal monumentale al minuzioso, combina forme primitive con colori accesi e stridenti. La ceramica le permette di modellare con vivacità volumi duttili e piacevoli, mentre le texture possono essere tese, arricciate, triturate, e gli smalti lucidi possono essere dipinti, versati e intrecciati, con il fascino aggiunto delle magiche sorprese che il processo di cottura porterà. Le sue opere, tra cui oggetti indossabili come gioielli e maschere, nonché totem dalle sembianze umane e animali, possiedono una qualità narrativa nostalgica, ma sono anche pervase dall'energia delle paure infantili informi, di esperimenti barbarici e di gioie distruttive evocate dalle loro ferite bizzarre e deformazioni inquietanti.
Le esposizioni più rilevanti dell'artista includono MAMCO, Le Capucin, MO.CO. Panacée, la Chinati Foundation a Marfa, Texas, durante la sua residenza; MAMVP, Parigi; MAMCO, Ginevra; FRAC Champagne-Ardenne; Consortium, Digione; Dairy Art Center, Londra; Musée d'Art Moderne Grand-Duc Jean, Lussemburgo; Centre Pompidou, Parigi; Centre d'Art Contemporain Circuit, Losanna; Palais de Tokyo, Parigi.
Le sue opere fanno parte delle collezioni di: Collection du Centre National des Arts Plastiques, Paris, France; Musée d'Art Moderne de Paris, France; FRAC Nouvelle Aquitaine MECA, France; FRAC Champagne-Ardenne, France; FRAC Normandie Caen, France; Consortium Museum, France; Fonds d'Art Contemporain – Paris Collections, France; Musée des Beaux-Arts de Dole (collection XXe).
Mostra: Sylvie Auvray. Strange things in my soup
Milano - Martina Simeti
Apertura: 14/02/2025
Conclusione: 21/03/2025
Organizzazione: Martina Simeti
Indirizzo: Via Benedetto Marcello 44 - 20124 Milano
Orari: mercoledì – sabato 14.30 – 18.30
Info: Tel. +39 02 36 51 33 26 - elisa@martinasimeti.com
Sito web per approfondire: https://martinasimeti.com/
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