Arte contemporaneaMostre a Napoli

TRENTATREESIMOCANTO - Mariangela Calabrese

  • Quando:   17/09/2020 - 28/09/2020
  • evento concluso
TRENTATREESIMOCANTO - Mariangela Calabrese

Presso la Chiesa di San Severo al Pendino di Napoli, sarà ospitata la mostra temporanea titolata TRENTATREESIMOCANTO dell’artista Mariangela Calabrese. L’installazione è ispirata al XXXIII canto del Paradiso dantesco e racconta la ricerca del sacro tramite la dialettica dell’arte tra realtà e utopia, attraverso una rappresentazione indiretta fatta di accenni e frammenti allusivi, in dialogo con lo spazio che l’accoglie. Seguendo la “via celeste” rappresentata da una lunga tela adagiata sul pavimento della Chiesa, e accompagnati da una serie di figure antropomorfe (immagini dell’intera umanità), i “visitatori” giungono infine all’altare, dove un trittico rappresenta con un’allegoria cromatica l’ascesa verso il Divino, meta finale di questo viaggio simbolico.

La mostra è a cura dell'Associazione Connessioni Culture Contemporanee di Napoli, direttore artistico Giovanni Mangiacapra, la presentazione, con testi in catalogo sarà affidata ai Critici d’Arte Rocco Zani e prof. Marcello Carlino. L'inaugurazione avrà luogo alle ore 17:00 del 17 settembre 2020 e potrà essere visitata fino al 28 settembre.

Mariangela Calabrese

Dal 1980 la sua ricerca è intesa soprattutto come sguardo innovativo e relazionale nei confronti della tradizione artistica novecentesca. La sua esperienza espressiva, quale rigoroso percorso di contaminazione e proiezione, è un itinerario ricco di approdi e di linguaggi esplorati: la pittura, la scultura, i libri d’artista, le installazioni, le opere ambientali, le performance relazionali. E’ docente di Discipline grafiche e pittoriche presso il Liceo artistico di Frosinone. Si è formata all’Istituto Statale d’Arte di Roma al corso di ceramica sotto la guida del prof. Nino Caruso e diplomata all’Accademia di Belle Arti di Frosinone nel 1982 al corso di pittura con il massimo dei voti e lode, tesi discussa con il prof. A.B. del Guercio.
Successivamente, nel 2008, ha conseguito il Diploma di Laurea in Arti Visive e Discipline dello Spettacolo specializzazione in pittura, con il massimo dei voti e lode.
Nell’anno accademico 2017/18 presso l’Accademia di Belle Arti di Frosinone ha conseguito l’idoneità all’insegnamento accademico in Didattica dei Linguaggi artistici e l’idoneità all’insegnamento di Tecniche del mosaico.

Trentatreesimocanto - Rocco Zani

C’è un lavoro che più di altri sembra accogliere e risolvere la preferenzialità poetica di Mariangela Calabrese perché l’articolata “scrittura” dell’opera poggia su piani autonomi ma confinanti, in un sottile gioco di supposizioni, di riferimenti predati, di intervalli decodificati. Finanche la titolazione, “Trentatreesimocanto” è una sorta di offerta dovuta, percepita come viaggio introspettivo nei possibilismi di una verità celata. Verità storica, spirituale, intima. E come ogni verità, assediata dal dubbio.
L’opera segna, a mio avviso, il recupero di un pluralismo espressivo – e pertanto linguistico – assai caro a Mariangela Calabrese, ovvero quella “dimensione aperta” in cui l’artista rimescola le carte del suo personale sillabario covando, nello spazio, l’equilibrata ed efficace mistura di simboli e artifici. L’opera sembra snodarsi in un formulario comunque strutturato tra piani, volumi, identità tonali, indizi di memoria, prospettive di luce. Come ci fosse una sorta di solidarietà incalzante tra l’autrice e gli “strumenti del dire”. Senza privilegio alcuno nei rapporti di forza – materia, trasparenze, sguardi – piuttosto spogliando ogni disciplina della propria identità narrativa per ricomporle tutte in una sorta di recuperato “cortile” dove l’uso/abuso della scrittura suggerisce una inedita visione.
E’ in quello spirito di costruzione culturale – nell’intimo palinsesto di Mariangela Calabrese – che il “Trentatreesimo canto” si delinea come percorso capace di integrare, accogliere e mediare l’apparente intransigenza di ogni modello espressivo. E’ allora che le sagome scultoree si fanno interlocutori tonali e lo spazio alveo di umori e residenza di un ininterrotto incedere. E’ allora che le cromie dell’oro, della biacca e del lapislazzuli si fanno cielo di intenti e di stupore.

Trentatreesimocanto - Prof. Marcello Carlino 

Se al culmine della Commedia, in cui segno distintivo, come scrisse Capitini, è quello del più, Dante confessa che la parola, di per sé insufficiente, può tradurre solo in minima parte, e per incommensurabile difetto, la vista di Dio, manifestatasi miracolosamente per istanti assai fugaci; e se, per renderne la suggestione come in un’eco, egli scrive un’immagine astratta, che delinea in monocromo un profilo umano per subito riassorbirlo in un trionfo di luci e di colori, Mariangela Calabrese, intrattenendosi in dialogo con il XXXIII del Paradiso, sceglie di accrescere, ancora nel segno del più, le trame e i modi di una rappresentazione indiretta, per accenni, per rinvii, per riflessi di riflessi. Perciò, nella sua installazione, s’attiene alla poetica del minimalismo e schiera lungo il percorso una sequela di simboli, in una semantica dalle cangianze allusive. Ecco, per un verso, il rimando al capolavoro dantesco, in forza di frammenti citati con discrezione, con pudore, come letture di memorabilia compiute in un silenzio ammirato, non davvero come didascalie; ed ecco, al contempo, la via celeste posata sull’impiantito, quale indice del cammino che si può compiere colorando di chiaro e di puro la terra (e colorata, in un monocromo che reca però le tracce dell’intervento dell’uomo, è la tela lungamente sciorinata nel corpo della chiesa); ecco, infine, le sagome antropomorfe, nelle quali il personaggio-uomo si moltiplica, così che è di scena l’intera umanità, e la stilizzazione che ritaglia le figure e il bianco che ne scorpora il sembiante valgono a rammentare la necessità di un superamento del troppo umano che ci appesantisce, che ci stringe.... leggi il resto dell'articolo»

Anche il modello del viaggio, qui restituito all’essenziale (un sentiero, alcuni viandanti, la compunzione racchiusa in un marcato rasciugamento espressivo: il tutto per scansioni lievi e sommesse), sa di configurazione minimalista, mentre pure conserva intera la sua carica simbolica e la sua funzione di architesto a fondamento delle testualità espressive. Il chiamarsi dei simboli in corrispondenza avviene su di uno spartito numerologico, che conduce al tre; ma in particolare una simbologia caratteristica della tradizione dell’arte occidentale, ovvero la ripresa del leitmotiv iconografico delle figure in movimento o di una teoria di attanti (volta all’agnizione del sacro; o indirizzata verso il mistero, come in Canova), e la simbologia in proiezione minimalista dall’architettura di una chiesa, nel suo disporsi tra navata centrale ed altare, assumono nell’opera di Mariangela Calabrese un rilievo ben marcato. Ad esse specialmente è affidata la postulazione dei significati e, al contempo, è demandata la definizione dell’evento, speso tra la sperimentazione delle forme propria di una installazione, che si alloca appunto nei domini dell’evento, e il racconto archetipo, in una riduzione “astratta”, del presepe.

Il trittico apicale, che è l’analogo del riflesso di un riflesso di una pala d’altare, appare da meta sullo sfondo. Come il percorso suggerito dalla dislocazione delle sagome antropomorfe, il trittico suppone una scala ascendente, misurata dalla simbologia dei colori, fino all’oro che è, nelle religioni, simbolo di regalità e di sacralità, a richiamare il divino. Che poi il trittico racchiuda i segni di una matericità, che riporta per metafora alla condizione dell’uomo e al suo difficoltoso cammino di liberazione, si deve ancora all’intento di sottolineare l’intreccio che mai viene meno tra immanenza e trascendenza, fallibilità e perfezione, redenzione ed esperienza mai davvero conclusa del percorso che salva. Non irriferibile a questa dinamica polisensa è, letta nella contemporaneità, la consapevolezza dantesca della istantaneità, che non si lascia fermare e trattenere, della vista di Dio, ovvero del suo farsi riflesso di riflesso, in predicato di svanire, nella rappresentazione.
L’installazione di Mariangela Calabrese, infatti, “racconta” la ricerca del sacro e, contemporaneamente, concerne metalinguisticamente la dialettica dell’arte tra potere e impotere, tra realtà e utopia.

La tua iscrizione non può essere convalidata.
La tua iscrizione è avvenuta correttamente.

Utilizziamo Sendinblue come nostra piattaforma di marketing. Cliccando qui sotto per inviare questo modulo, sei consapevole e accetti che le informazioni che hai fornito verranno trasferite a Sendinblue per il trattamento conformemente alle loro condizioni d'uso

Mostra: TRENTATREESIMOCANTO - Mariangela Calabrese

Chiesa di San Severo al Pendino di Napoli

Apertura: 17/09/2020

Conclusione: 28/09/2020

Organizzazione: Associazione Connessioni Culture Contemporanee di Napoli

Curatore: Giovanni Mangiacapra

Indirizzo: Via Duomo, 286 - 80138 Napoli



Altre mostre a Napoli e provincia

Arte contemporaneamostre Napoli

Ugo Levita. Ondaperpetua

Sale espositive della Casina dei Mosaici del Parco sul Mare di Villa Favorita a Ercolano ospitano "Ondaperpetua", personale di Ugo Levita, dal 28 aprile al 26 maggio 2024. leggi»

28/04/2024 - 26/05/2024

Campania

Napoli

ingresso libero

Pittura del '600mostre Napoli

Velázquez. Un segno grandioso

Alle Gallerie d'Italia – Napoli dal 24 aprile 2024 al 14 luglio 2024 sarà possibile ammirare i due capolavori di Diego Velázquez provenienti dalla National Gallery di Londra. leggi»

24/04/2024 - 14/07/2024

Campania

Napoli

Arte visiva Poesiamostre Napoli

Klara Charlotte Zeitz. Writing on the edge - Versus. Utopia

Dal 24 aprile al 25 maggio 2024 Il Complesso Museale di Santa Maria delle Anime del Purgatorio ad Arco presenta "Writing on the edge", progetto di Klara Charlotte Zeitz, poetessa e artista visuale. leggi»

24/04/2024 - 25/05/2024

Campania

Napoli

Arte contemporaneamostre Napoli

iMPRONTE&fORME

Il Museopossibile ArteContemporanea di Nola inaugura il 19 aprile 2024 la mostra d'arte collettiva iMPRONTE&fORME, ispirato all'ideale estetico dell'euritmia. leggi»

19/04/2024 - 10/05/2024

Campania

Napoli

Arte contemporaneamostre Napoli

Mary Cinque. Big City Life

Big City Life è la personale di Mary Cinque, a cura di Alba La Marra, che, attraverso scorci di vita in città, racconta l'attuale ricerca dell'artista. leggi»

20/04/2024 - 18/05/2024

Campania

Napoli

Arte contemporaneamostre Napoli

Domenico Natale. Morphogenesis

"Morphogenesis" è la mostra di Domenico Natale a cura di Paola Pozzi presso la galleria Frame Ars Artes di Napoli. leggi»

17/04/2024 - 29/04/2024

Campania

Napoli

Mostre tematichemostre Napoli

Tolkien. Uomo, Professore, Autore

Napoli ospita dal 16 marzo al 2 luglio 2024 a Palazzo Reale la grande mostra dedicata a John Ronald Reuel Tolkien. leggi»

16/03/2024 - 02/07/2024

Campania

Napoli

Arte moderna Arte contemporaneamostre Napoli

Vitalità del Tempo

Le Gallerie d'Italia - Napoli di Intesa Sanpaolo aprono al pubblico il rinnovato percorso espositivo dedicato alle opere del Novecento delle collezioni del Gruppo: "Vitalità del Tempo". leggi»

21/12/2023 - 21/06/2024

Campania

Napoli