Unione dei Popoli – Rapporti, comportamenti, abitudini è il titolo della mostra che la Galleria Visioni Altre presenta in concomitanza con la 60° Esposizione Internazionale d'Arte di Venezia 2024.
Un occasione per raccontare attraverso l'opera il ruolo dello straniero nello scenario quotidiano delle nostre città.
Rapporti, comportamenti, abitudini, disagi interiori cambiamento culturale nel quale fare "crescere o decrescere " le conoscenze del mondo dell'Arte.
Contaminazioni o intrusioni nella fusione delle arti e contaminazioni nella creatività dell'artista.
I sei artisti Mathieu Weemaels, Gabriella Giuriato, Mauro Vaia, Mirella Boso, Dino Paccagnella, Sabina Romanin sono stati selezionati in base alla originalità della propria ricerca basata sul potere della trasformazione della società, sullo stimolo alla riflessione, aprendo il dialogo con prospettive trasparenti lontano da preconcetti statici del senso comune.
L'arte portavoce dei mutamenti, in questo periodo storico di cambiamenti è un terreno fertile per la creatività capace di rimuovere terreni sterili per nuovi percorsi proiettati in avanti.
Mathieu Veemaels: «Il vero soggetto dei miei dipinti è la contemplazione di cose semplici a cui la luce del nord del Belgio porta un filo di nostalgia.» Artista e pittore contemporaneo trae ispirazione dagli ambienti intimi, silenziosi, poetici dove il silenzio è la regola per la riflessione sulla propria esistenza. Dipinge tele astratte in cui rappresenta elementi semplici del mondo reale. Il suo lavoro si distingue per una forte relazione con i materiali che usa. Inizia con i pastelli asciutti che realizza da sé e che ama per la loro morbidezza e leggerezza, quindi si rivolge alla pittura con oli che gli consentono di rielaborare i suoi dipinti ancora e ancora.
Gabriella Giuriato: artista veneziana, la sua poetica si nutre degli stimoli originati dalle provocazioni di movimenti quali Dada, Futurismo e Surrealismo, correnti d'avanguardia del XX secolo, mediate operazioni concettuali che sconfinano nel METAFISICO.
Nella sua fase creativa l'artista lavora tenendo ben presenti elementi formativi stabilizzati, quali il segno (geometrico per lo più), la superficie, il colore, il collage, che diventa il principale elemento dell'opera.
E' un linguaggio la cui comprensione richiede I tempi pacati della riflessione, una sosta necessaria a recuperare la dimensione ludica non priva di una matura consapevolezza ironica. I suoi collage e le sue installazioni hanno un unico filo conduttore che passa per la conoscenza, per l'apertura culturale e per la curiosa e insaziabile voglia di comunicare attraverso il proprio mezzo espressivo.
La geometria, le figure solide, I fondi piatti e perfetti non abbandonano mai lo spettatore, accompagnandolo alla straordinaria scoperta di un cromatismo mutevole - spesso materico - e di una commistione di vari linguaggi che accomunano il suo "fare arte" ad uno spettacolo teatrale senza fine.... leggi il resto dell'articolo»
Mauro Vaia si distingue per la sua particolare tavolozza intrisa di un cromatismo sempre delicato ed equilibrato dove le velature lasciano emergere figure espressive e nello stesso tempo determinate.
Grande cultore, delle avanguardie del primo novecento, dove trova lo stimolo per comprendere la tecnica pittorica dei grandi pittori, riproduce ricercandone le campiture, le sfumature e le tecniche dei capolavori di Egon Schiele e di Edvard Munch. Con attenta osservazione cerca negli strati pittorici le inquietudini i disagi che emanano le grandi opere dei grandi maestri. Attratto dai temi drammatici, in particolare dove i soggetti rappresentati sono la figura femminile cerva di penetrare negli stati d'animo del pittore che ha originato l'opera e trasferire sulla tela quella forte emozione provata.
Mirella Boso, L'albero che cresce da un piccolo seme diviene metafora della creatività; l'umanità come una foresta dove le radici degli alberi diventano segno di appartenenza: le differenze sono esterne, ogni albero dà frutti diversi così come le Culture sono diverse fra loro, le radici sono però condivise, sono messe in comune, si tengono strette le une alle altre; valorizzare le nostre radici per fare crescere i cambiamenti culturali. Tre lavori sono stampati su acetato, sono trasparenti per sottolineare comunque la latente fragilità delle nostre 'foreste'.
Dino Paccagnella, dal suo percorso di formazione e contemporaneamente l'insegnamento, possiamo dedurre che Dino Paccagnella, non ha mai tralasciato lo studio della Forma e Figurazione di Klee, la Teoria del colore di Kandinskij e di Itten.
Questi studi, hanno creato le solide basi per una ricerca personale che dopo le esperienze evocative fine anni '70 e 80, si concretizza nel 2019 in una nuova stagione che re-inventa la realtà e ne racconta la potenza emotiva attraverso forme geometriche, colori e segni.
La strada è aperta a suggestioni e riflessioni che fanno parte del suo vissuto. "L'umanità è l'unica cosa che mi interessa. Non posso fare nulla senza un caldo sentimento umano" scrive Lyonel Feininger, ecco, queste parole si adattano molto bene al nostro artista che affronta tematiche attuali come la guerra: in Bagliori nel delirio dell'annientamento, il viola inquietante diventa presagio tragico tra lampi e l'architettura compositiva che sembra gridare.
Ecco allora che la geometria e la rigorosità compositiva attraverso forme e colori fondamentali trova soluzioni che assumono un carattere simbolico.
Le opere dell'artista parlano di bellezza che si fa sentimento e che solo così trova compimento, quel sentimento che trasmette la materia che guida il suo percorso di uomo e di artista.
Sabina Romanin presenta una serie di ritratti tra astrazione e figurazione, una rivisitazione personale contemporanea del tradizionale tema del ritratto, con la tecnica dell'arte tessile.
Cinque sono le opere: ragazza, attesa, autoritratto e due tele sul tema delle Tre Grazie. La grazia e la gentilezza che l'artista riesce a trasmettere attraverso la delicatezza dei segni leggeri rappresentati attraverso il filo e la macchina da cucire è sempre stata la sua caratteristica, come una macchina fotografica imprime attraverso l'obbiettivo una immagine l'artista rappresenta l'animo interiore oltre che la fisionomia dei personaggi.
Note biografiche
Mathieu Veemaels: Nato il 14 giugno 1967 a Bruxelles, Mathieu Weemaels è un artista e pittore contemporaneo che trae ispirazione dai famosi pittori astratti come l'artista americano Mark Rothko. Una famiglia di artisti. Con un padre che era un pittore (Jacques Weemaels) e una madre violinista (Jacqueline Rosenfeld), Mathieu Weemaels era immerso in un mondo artistico fin dalla tenera età. Da bambino ha già disegnato molto ed è stato naturale, quindi, che sarebbe stato attratto dallo studio dell'arte in uno studio di disegno di una delle migliori scuole d'arte di Bruxelles, La Cambre. Si dice che dipinge tele astratte in cui rappresenta elementi del mondo reale. Il suo lavoro si distingue anche per una forte relazione con i materiali che usa.
Gabriella Giuriato, nata, vive e lavora a Venezia.
Negli anni novanta si specializza nella tecnica mista e nel collage, tecniche che riprenderà più tardi su forme sferiche e opere parietali.
Segue corsi di collage, di analisi e stesura del colore, studio dell'arte e delle tecniche miste, frequenta corsi alla Scuola Libera del Nudo, di pittura presso il Liceo Artistico di Venezia diretti dal Prof. Maurizio Favaretto, di disegno e pittura con l'artista Maria Teresa Sartori.
Nei primi anni del duemila, si avvicina alle tecniche grafiche. Segue dei corsi di litografia con l'artista Nicola Manfredi. Frequenta corsi e seminari tenuti all'Atelier Aperto del Centro Internazionale della Grafica di Venezia, diretto dall'artista Nicola Sene che la definisce "pittoscultrice, collagista e grafico". All'Atelier Aperto segue inoltre seminari con diversi artisti di spicco, tra cui: Riccardo Licata, l'asturiano Elias Garcia Benavides, l'americana Patricia Moore Segnan, la giapponese Junko Hoshino e la veneziana Roberta Andolfi. Entra a far parte del gruppo degli artisti dell'Atelier Aperto nel 2014. L'attività espositiva dell'artista veneziana ha toccato, con personali e collettive, città italiane ed estere.
Mauro Vaia autodidatta, nasce ad Arquà Petrarca e oggi vive e lavora a Solagna (VI). Frequenta dal 2016 i corsi tenuti dall' arch. Leonardo Priore di Bassano del Grappa. Partecipa a numerose esposizioni collettive in Italia e all'Estero. Attratto dai grandi capolavori dell'espressionismo tedesco cerca di indagare non solo la forma, ma il rigore compositivo che gli permette di praticarlo nei suoi dipinti con il soggetto la figura femminile.
Mirella Boso, si diploma all'Istituto d'arte Petro Selvatico di Padova, prosegue gli studi all'Accademia di Venezia e si specializza in grafica all'Istituto di Cittadella. Ha insegnato Discipline Pittoriche e Grafiche presso l'Istituto D'arte di Castelmassa e al Liceo Artistico di Rovigo. Negli anno ottanta partecipa a numerose organizzate dalla Fondazione Bevilacqua la Masa di Venezia. Personali a Francoforte, Faenza e, ultimamente a VEnezia presso la Galleria VISIONI ALTRE. Attualmente gestisce un laboratorio di disegno e pittura per adulti.
Dino Paccagnella, frequenta Istituto d'Arte Pietro Selvatico per conseguire il diploma di Maestro d'Arte prima in orificeria e di seguito in Scultura. Scopre quella passione di sentire e lavorare la materia. Sperimenta le tecniche plastiche con il legno, la terracotta, la pietra e il marmo.
Dal 1970 al 1974, frequenta l'Accademia di Belle Arti di Venezia e qui, seguito dal maestro Giuseppe Santomaso, si diploma con una tesi sul De Stijl, delineando, così, un ben preciso percorso creativo nella sua ricerca espressiva. Insegna Disegno e Storia dell'Arte e successivamente Educazione Artistica nelle scuole secondarie di primo e secondo grado. In questi anni approfondisce la teoria del colore e la percezione visiva di Goethe, Kandinskij, Itten, Mondrian, ampliando la propria conoscenza dei maestri dell'astrazione. Dal 1969 espone in mostre personali allestite in Italia, Norvegia, Siria, e partecipa a numerose rassegne nazionali suscitando consenso di pubblico e di critica con riconoscimenti e recensioni dalla stampa specializzata. Le sue opere si trovano in diverse collezioni private in Italia, Germania, Norvegia, Austria, Spagna e Siria. Dal 1970 al 1978 è membro dell'Associazione Italiana Belle Arti di Venezia e del Centro di Cultura Internazionale Jesulum di Jesolo Lido-Ve.
Sabina Romanin si è laureata in lingue e letterature straniere all' Università di Ca' Foscari e, in pittura, presso l' Accademia di Belle Arti di Venezia. Ha inoltre frequentato l'Accademia di Plymouth (GB) con una borsa di studio Erasmus. Dopo aver approfondito la tecnica dell'incisione, rimane affascinata dall'essenzialità del bianco e nero nella resa di temi figurativi, essenzialità cromatica che permane nel suo iniziale lavoro pittorico orientato all'astrazione e che caratterizza la sua successiva ricerca extramediale. Si occupa inoltre di poesia partecipando a rassegne poetiche e reading. Dal 1995 espone regolarmente in mostre personali e collettive, in Italia e all'estero, ottenendo premi e segnalazioni. Vive a Pordenone dove insegna arte e immagine in una scuola pubblica.
Mostra: Unione dei Popoli
Rapporti, comportamenti, abitudini
Venezia - Galleria Visioni Altre
Apertura: 01/09/2024
Conclusione: 30/09/2024
Curatore: Adolfina de Stefani
Indirizzo: Campo del Ghetto Novo 2918 - Venezia
Inaugurazione: sabato 7 settembre 2024 ore 19.00
Orari: da mercoledì a domenica, 10 -14 | 17 - 20
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