
Il museo Madre presenta la mostra collettiva Vai, vai, Saudade, a cura di Cristiano Raimondi, che propone un itinerario poetico articolato in una serie di racconti legati all'arte prodotta in Brasile a partire dal secondo dopoguerra. L'esposizione prende il titolo da una samba composta da Heitor dos Prazeres (Rio de Janeiro, 1898 – 1966), artista Carioca che fu tra i primi a subire la censura della dittatura militare nel 1964. La mostra è stata prorogata fino al 4 novembre 2024.
Le sale del piano terreno e del secondo piano del museo ospitano 194 opere - oltre a documenti e fotografie - di 52 artisti brasiliani di diverse generazioni: Jhony Aguiar (Marabá, PA, 2001), Maxwell Alexandre (Rio de Janeiro, RJ, 1990), Sidney Amaral (San Paolo, SP, 1973 – 2017), Antonio Henrique Amaral (San Paolo, SP, 1973 – 2017), Bajado (Maraial, PE, 1912 – Olinda, PE, 1996), Hércules Barsotti (San Paolo, SP, 1914 – 2010), Conceição dos Bugres (Provinho de Santiago, RS, 1914 – Campo Grande, MS, 1984), Amilcar de Castro (Paraisópolis, SP, 1920 – Belo Horizonte, MG, 2002), Willys de Castro (Uberlândia, MG, 1926 – San Paolo, SP, 1988), Alex Červený (San Paolo, SP, 1963), Lygia Clark (Belo Horizonte, MG, 1920 – Rio de Janeiro, RJ, 1988), Antonio Dias (Campina Grande, PB, 1944 – Rio de Janeiro, RJ, 2018), Juraci Dórea (Feira De Santana, BA, 1944), Jaider Esbell (Normandia, Roraima, 1979 – San Paolo, SP, 2021), Hermelindo Fiaminghi (San Paolo, SP, 1920 – 2004), Davi de Jesus do Nascimento (Pirapora, MG, 1997), Eleonore Koch (Berlino, Germania, 1926 – San Paolo, SP, 2018), Lucia Koch (Porto Alegre, RS, 1966), Advânio Lessa (Lavras Novas, MG, 1981), Laura Lima (Governador Valadares, MG, 1971), Lidia Lisbôa (Guaíra, SP, 1970), Renata Lucas (Ribeirão Preto, SP, 1971), Ivens Machado (Florianópolis, SC, 1942 – Rio de Janeiro, RJ, 2015), Matheus Marques Abu (Rio de Janeiro, RJ, 1997), Maria Martins (Campanha, MG, 1894 – Rio de Janeiro, RJ, 1973), Arjan Martins (Rio de Janeiro, RJ, 1960), Ana Mazzei (San Paolo, SP, 1979), Cildo Meireles (Rio de Janeiro, RJ, 1948), Hélio Melo (Vila Antimari, Boca do Acre, 1926 – Goiânia, GO, 2001), Tomie Ohtake (Kyoto, Giappone, 1913 – San Paolo, SP, 2015), Hélio Oiticica (Rio de Janeiro, RJ, 1937 – 1980), Opavivará! (Collettivo artistico fondato in Brasile nel 2005), José Pancetti (Campinas, SP, 1902 – Rio de Janeiro, RJ, 1958), Lygia Pape (Nova Friburgo, RJ, 1927 – Rio de Janeiro, RJ, 2004), Ana Prata (Sete Lagoas, MG, 1980), Heitor dos Prazeres (Rio de Janeiro, RJ, 1898 – 1966), Matheus Rocha Pitta (Tiradentes, MG, 1980), Gilvan Samico (Recife, PE, 1928 – 2013), Miguel dos Santos
(Caruaru, PE, 1944), Agnaldo dos Santos (Ilha de Itaparica, BA, 1926 – Salvador, BA, 1962), Mira Schendel (Zurigo, Svizzera, 1919 – San Paolo, SP, 1988), José Antônio da Silva (Sales Oliveira, SP, 1909 – San Paolo, SP, 1996), Francisco (Chico) da Silva (Alto Tejo, AC, 1910 – Fortaleza, CE, 1985), Miriam Inez da Silva (Trindade, RJ, 1937 – Rio de Janeiro, RJ, 1996), Ariano Suassuna (João Pessoa, PB, 1927 – Recife, PE, 2014), Tunga (Palmares, PE, 1952 – Rio de Janeiro, RJ, 2016), Rubem Valentim (Salvador, BA, 1922 – San Paolo, SP, 1991), Adriana Varejão (Rio de Janeiro, RJ, 1964), Alfredo Volpi (Lucca, Italia, 1896 – San Paolo, SP, 1988), Liuba Wolf (Sofia, Bulgaria, 1923 – San Paolo, SP, 2005), Niobe Xandó (Campos Novos Paulista, SP, 1915 – 2010), Yuli Yamagata (San Paolo, SP, 1989).
Organizzata per associazioni, a volte inattese, e dialoghi tra artisti, Vai, vai, Saudade inizia con un primo capitolo rappresentato dal confronto tra l'opera Livro da Arquitetura (1959-60) di Lygia Pape, che descrive la storia dell'uomo come costruttore di civiltà attraverso un inventario di archetipi architettonici e una via sacra dell'artista della regione di Acre, Hélio Melo, che racconta la distruzione dell'habitat naturale da parte dell'essere umano definito "civilizzato" attraverso metafore e allegorie poetiche. Il percorso si conclude con la serie Era uma vez a Amazônia di Jaider Esbell, dove l'artista racconta dell'impoverimento delle condizioni di vita delle popolazioni originarie dell'Amazzonia e del futuro incerto di questa terra vissuta per generazioni nel rispetto dell'ecosistema.
Dalla fine della schiavitù, abrogata soltanto nel 1888, alle immigrazioni di massa dall'Italia, il Libano, il Giappone e la Germania, sino al più recente bolsonarismo, il Brasile ha vissuto a cavallo tra positivismo e democrazia, dittatura e censura, frustrazione e speranza senza mai abbandonare lo spirito resiliente tipico dei paesi che hanno vissuto una storia coloniale: ha esportato la lotta per i diritti delle popolazioni originarie e afrobrasiliane in tutto il mondo facendosi baluardo di valori umanistici e democratici.
L'obiettivo della mostra è quindi presentare il Brasile come terra fertile di idee e rivoluzioni artistiche, un paese che ha saputo costruire un'identità basata sulla valorizzazione del multiculturalismo e fusione di linguaggi plurimi sfidando le visioni eurocentriche per una storia dell'arte a una sola direzione. Il Brasile è dall'inizio del secolo scorso tra i grandi att ori delle avanguardie nella scena mondiale e non esiste avanguardia senza l'osservazione delle culture ancestrali o semplicisticamente considerate popolari.
"Grazie al supporto della Regione Campania, al lavoro del curatore Cristiano Raimondi e a quello dello staff del museo, oggi il Madre inaugura una esposizione che comprende molti dei temi più importanti della nostra contemporaneità: la diversità, la riflessione su uno sviluppo economico che procede spesso a scapito dell'ecosistema di cui facciamo parte. Ci guidano, in questo racconto, gli sguardi di più di cinquanta artisti, portatori di una grande quantità di spunti e di linguaggi eterogenei. Il mio ringraziamento si estende a tutti i prestatori – grandi collezioni museali, gallerie e collezionisti privati europei e brasiliani – che hanno contribuito, con le loro opere, alla
realizzazione di questo progetto."
Angela Tecce, Presidente della Fondazione Donnaregina per le arti contemporanee – museo Madre... leggi il resto dell'articolo»
"Nell'anno in cui il Brasile è protagonista di importanti eventi internazionali legati all'arte contemporanea – primo fra tutti la Biennale di Venezia – il Madre arricchisce la propria programmazione con uno sguardo rigoroso quanto ampio sulla produzione artistica recente di una nazione che racchiude in sé diverse anime culturali. Impariamo dal Brasile che la coesistenza tra linguaggi differenti crea un intreccio fitto e molto ricco, ben oltre la somma delle sue singole parti"
Eva Fabbris, Direttrice del Madre – museo d'arte contemporanea Donnaregina
"Il progetto della mostra è stato ideato come una raccolta di appunti di viaggio che si fondono in un percorso espositivo libero, ma interconnesso da tematiche formali e concettuali, spirituali e terrene, politiche e geografiche alla base di una narrazione che segue una logica simile a quella di un romanzo diviso per capitoli."
Cristiano Raimondi Curatore di Vai, vai, Saudade
L'esposizione è accompagnata da una guida in italiano e inglese, distribuita gratuitamente ai visitatori del museo, che contiene l'introduzione della Presidente Angela Tecce e della Direttrice Eva Fabbris, il testo del curatore Cristiano Raimondi, le note al percorso espositivo corredate dalle immagini delle opere e cenni biografici sugli artisti. Il catalogo, che approfondirà i contenuti del progetto, verrà pubblicato entro l'anno.
Mostra: Vai, vai, Saudade
Napoli - Museo Madre
Apertura: 04/07/2024
Conclusione: 04/11/2024
Organizzazione: Museo Madre
Curatore: Cristiano Raimondi
Indirizzo: Via Luigi Settembrini, 79 - 80139 Napoli
Tel. 081 19528498
Orari:
Lunedì, mercoledì, giovedì, venerdì e sabato, dalle ore 10.00 alle ore 19.30
Domenica dalle ore 10.00 alle ore 20.00
Martedì chiusura settimanale
Sito web per approfondire: http://www.madrenapoli.it
Facebook: madrenapoli
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