
Galleria Leòn presenta YOUniverse di Lulù Withheld, in collaborazione con Emiliano Mondini e a cura di Alberto Gross.
Smartphone, tablet e computer sono la nostra finestra sul mondo. La realtà e i nostri corpi sono ogni giorno esperiti attraverso il filtro di uno schermo tecnologico che espone e dà visibilità, promette protezione e connessione, ma invece isola e crea visioni anestetizzate e artificiali in cui non esiste contatto o autenticità.
Lulù Withheld propone scatti ed installazioni che sono documentazione e prolungamento di azioni performative realizzate da persone incontrate nel suo cammino artistico, alle quali dà letteralmente luce attraverso uno schermo. Il suo è un universo di essenze fisiche e reali, di corpi nudi che nei movimenti urlano il desiderio di libertà e corporeità, ma che rimangono intrappolati da un monitor dal quale sembra impossibile uscire.
L'obiettivo è esplorare la solitudine nell'era digitale e l'ardente desiderio di relazioni umane, offrendo un'esperienza visiva ed emotiva che rispecchia la complessità della vita contemporanea.
Presso la Galleria Leòn viene proposta la collaborazione con il performer Emiliano Mondini che, rompendo la distanza imposta dalle tecnologie, si esibirà dal vivo in occasione dell'inaugurazione.... leggi il resto dell'articolo»
La mostra è costituita da una serie di scatti di cui Mondini è protagonista, insieme a due ritratti femminili realizzati in precedenti sessioni fotografiche.
A mescolarsi sono presenza fisica e immagine, carne e pixel.
Ad accompagnare la mostra, il testo critico del curatore Alberto Gross.
"Ipotesi, annotazioni e chiose"
di Alberto Gross, curatore della mostra YOUniverse – A LIGHT SERIES
"Chi non sa popolare la propria solitudine, nemmeno sa esser solo in mezzo alla folla affaccendata". Così scrive Baudelaire sottolineando - indirettamente - lo spleen dell'individuo clandestino, di chi vive da dissidente e marginale le comuni volgarità quotidiane. Non accidentalmente proprio lui fu tra i primi a considerare il mezzo fotografico come il più conveniente a lasciare emergere e - ad un tempo - affogare l'essenza dell'essere umano, nel confondersi di buio e luce che aggrava, icasticamente, l'intrico e l'intrecciato aggrovigliarsi delle profondità nostre. A distanza di circa due secoli la proliferazione tecnologica in balìa di chiunque e l'uso smodato e intemperante di soluzioni per soddisfare un narcisismo greve ed autoreferenziale hanno reso l'uomo mostruosamente inconsapevole di sé stesso e del proprio corpo, oramai smarrito nel magma di una babele visiva fagocitante e privata di ogni significato. L'occhio fotografico di Lulù Withheld è taglio di vetro a sgretolare lo specchio di Narciso: dischiude e protegge il segreto delle numerose moltitudini dell'individuo, sulla soglia dell'istante scioglie il tempo dei gesti, del movimento liberato e intimo.
Le immagini si configurano come narrazione visiva di un'azione scenica: il soggetto e protagonista Emiliano Mondini - simbolicamente protetto da un telo, un diaframma a schermarlo e difenderlo dall'invadenza indiscreta della realtà - è tuttavia reso vulnerabile dalla trasparenza, scorto e non ancora mai veduto. Come un corifeo danza una musica muta, grida un silenzio di luce, luminosissima caligine che confonde e disvela, rosseggiando avvampa e si estingue. Lo schermo che separa diviene allora un correlativo oggettivo, emblema e simulacro di ogni accessorio tecnologico che ci lascia scrutare l'intimità altrui illudendoci di esserne in diritto, a nostra volta osservati da un doppelgänger verso il quale specchiarci senza riconoscerci.
Ogni ritratto è movimento di luce, graffio di vita che annaspa nel buio e dal buio risale; presenza e assenza si sovrappongono e confondono, il tentativo di sedizione dell'individuo nei confronti della propria identità continuamente disatteso e irrisolto. L'artista si pone come testimone del tempo nostro, producendo una suite di inquadrature dall'andamento anaforico ma dissimile sottolinea la reiterazione ossessiva dell'immagine, una frenesia d'apparenza, di esserci, equivalente a non esser stati mai.
Nell'altro da sé lo spettatore è posto di fronte al silenzio di una solitudine in cui riflettersi: la scena agisce come una mise en abyme della contemporaneità nostra, appisolata e stordita dalla riproposizione ìrrita e sterile di sé medesima. Quali sono i contorni del nostro universo, attraverso quali occhi riconoscere il profilo che separa realtà e illusione?
Lulù Withheld suggerisce uno spazio, un esperimento artistico attraverso il quale prendere coscienza dell'identità nell'alterità, sciogliere l'immagine del corpo affrancandola dal torpore che la imprigiona, accompagnandoci - infine - ad essere vittime sublimi anziché carnefici ordinari.
LULÙ WITHHELD (Cosenza - Bologna) è un'artista che, dopo un percorso di studi in pittura e architettura, decide di dedicarsi alla fotografia. Tra il 2018 e il 2019 suoi lavori sono stati esposti durante Paratissima a Milano e a Bologna, e nel 2023 presso la Ad Gallery di Firenze. Nello stesso anno ha esposto a Bologna presso DAS, Circolo HEX e FluArt. Suoi scatti sono stati pubblicati su Spytt Mag, In Allarmata Radura, Fish Eye Magazine, Perimetro, Apologie Magazine, Uncertain Magazine, Life is Scene e Baby Punk. Nel 2025 pubblica The Others, edito da Cavie Project. Nel 2024 inizia una collaborazione con Emiliano Mondini dando vita al collettivo artistico Kaip Baisu, che esplora varie forme d'espressione artistica tra le quali scrittura e regia di film indipendenti, installazioni e performance.
EMILIANO MONDINI (Milano - Bologna) è un attore, performer e poeta. Nel 2016 inizia il suo percorso artistico come attore, frequentando laboratori di formazione professionale con Serena Sinigaglia di ATIR teatro di ringhiera a Milano, presso la Civica Accademia d'Arte Drammatica Nico Pepe di Udine e con l'attore e regista Danio Manfredini. Ha ricoperto diversi ruoli come attore, regista e autore in Immersion - Il nodo che mi stringe alla gola (2022), My Truth (2023), Fragile Things (2024), lo spettacolo teatrale Vinum in Fabula (2024) e Bulimia (2025). Nel 2023 crea con l'artista Lulù Withheld il collettivo artistico Kaip Baisu. Nel 2025 pubblica Trincee Epilettiche, silloge poetica edita da Anticamente Presente Editore.
ALBERTO GROSS (Rimini - Bologna) è un critico d'arte e curatore. Ha studiato letteratura antica presso la facoltà di lettere e filosofia dell'Università di Bologna. Ha collaborato con riviste d'arte tra le quali ArtKey, Teknemedia, Artribune, Art&trA, Art Journal, WL Magazine - scrivendo recensioni di mostre e curando personali rubriche di arte e poesia. Dal 2005 è cofondatore della Popcorner Factory e caporedattore dell'omonima rivista. Nello stesso anno esce il suo primo volume di poesie Pour El. (con autonomia) edito da Giraldi Editore. Ha collaborato come critico e curatore con Fondantico di Bologna, Artiscope di Bruxelles, Paci Contemporary di Brescia e Galerie Italienne di Parigi. Nel 2012 presenta in catalogo la mostra Epica, Mito y Estética del maestro Marcelo Bottaro presso la Galleria di Arte Nazionale di Caracas.
Mostra: YOUniverse - A Light Series
Bologna - Galleria Leòn
Apertura: 16/05/2025
Conclusione: 31/05/2025
Curatore: Alberto Gross
Indirizzo: via Galliera 42/A - 40121 Bologna (BO)
Opening: venerdì 16 maggio 2025 ore 18.30
con performance di Emiliano Mondini
Orari: Da martedì a sabato 10.00 – 12.30 / 16.00 – 19.30
INGRESSO GRATUITO
Contatti: info@gallerialeon.com
Instagram: https://www.instagram.com/galleria.leon/
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