12 Mostre Fotografiche da vedere adesso in Italia

Anche in queste settimane sono tantissime le occasioni nel nostro paese per gli appassionati della Fotografia d'autore, con una serie di mostre che celebrano grandi maestri, talenti emergenti e temi di straordinaria attualità. Da nord a sud, gallerie e musei ospitano esposizioni che permettono di esplorare l'evoluzione del linguaggio fotografico, immergendosi in universi visivi capaci di raccontare storie intime, sociali e culturali.

Bart Herreman. Villa Gelsomino

Dalla poetica di Henri Cartier-Bresson e Tina Modotti alla visione ironica e irriverente di Martin Parr, passando per l'intensità delle immagini di Inge Morath, ogni mostra offre un percorso unico che stimola la riflessione e il dialogo. Non mancano poi appuntamenti di respiro internazionale, come il World Press Photo, che portano alla ribalta la fotografia documentaria e di denuncia. Per chi desidera addentrarsi nell'arte fotografica e scoprirne le molteplici sfaccettature, queste dodici mostre rappresentano un viaggio imperdibile nel mondo dell'immagine e del suo potere narrativo.


Henri Cartier-Bresson e l'Italia a Rovigo

Henri Cartier-Bresson, L’Aquila, 1951© Fondation Henri Cartier-Bresson / Magnum Photos

Henri Cartier-Bresson, L'Aquila, 1951 © Fondation Henri Cartier-Bresson / Magnum Photos

La nuova mostra di Palazzo Roverella di Rovigo, inaugurata a fine settembre, si configura come la più importante mostra monografica italiana su Henri Cartier-Bresson, incentrata sul lungo rapporto tra il maestro francese e il nostro paese. "Henri Cartier-Bresson e l'Italia" documenta per la prima volta in maniera esaustiva e approfondita il rapporto tra colui che è stato definito "l'occhio del secolo" e l'Italia, attraverso circa 200 fotografie e numerosi documenti – giornali, riviste, volumi, lettere. Un rapporto iniziato prestissimo, già negli anni Trenta, e proseguito sino al momento in cui Cartier-Bresson ha abbandonato la fotografia, negli anni Settanta.

La mostra è composta di opere vintage provenienti dalla Fondation Cartier-Bresson, con foto che documentano i diversi viaggi compiuti da Besson in Italia. Si parte col primo viaggio italiano avvenuto all'inizio degli anni Trenta quando era ancora giovanissimo, il suo secondo viaggio, all'inizio degli anni Cinquanta in Abruzzo e in Lucania, e infine quello degli anni Cinquanta e Sessanta, quando realizza servizi per le grandi riviste illustrate dell'epoca, tra cui "Holiday" e "Harper's Bazaar", dedicati soprattutto a Roma, Napoli, Venezia, ma anche Ischia e Sardegna.

In particolare, i diversi scatti realizzati a Roma restituiscono appieno il clima di quegli anni e la specificità di un paese non ancora omologato alla dominante cultura proveniente da oltreoceano. Alcune di queste immagini confluiscono non a caso in uno dei libri più noti del fotografo, "Les Européens" (1955), nel quale si racconta la nuova Europa che è ormai in pieno sviluppo dopo la tragedia della Seconda Guerra Mondiale. Continua a leggere.

Ugo Mulas. L'operazione fotografica a Milano

Verifica 13 Autoritratto con Nini. A Melina e Valentina, 1972. © Eredi Ugo Mulas. Tutti i diritti riservati. Courtesy Archivio Ugo Mulas,  Milano... leggi il resto dell'articolo»

Verifica 13 Autoritratto con Nini. A Melina e Valentina, 1972. © Eredi Ugo Mulas. Tutti i diritti riservati. Courtesy Archivio Ugo Mulas, Milano

Fino al 2 febbraio 2025 Palazzo Reale dedica a Ugo Mulas una grande esposizione, con oltre 250 immagini, di cui molte mai esposte prima d'ora, preziosi scatti vintage, oltre a documenti, libri e filmati, che ripercorrono l'intera produzione del fotografo. "Ugo Mulas. L'operazione fotografica", a cura di di Denis Curti e Alberto Salvadori, costituisce una delle più ampie e dettagliate retrospettive dedicate a Mulas, con un taglio inedito che trova il suo principale nucleo narrativo nella città di Milano, colta nelle sue molteplici sfaccettature.

Dal teatro alla moda, dai ritratti di artisti internazionali, protagonisti della Pop art americana, a intellettuali, architetti, e personaggi del mondo della cultura e dello spettacolo. In mostra suoi ritratti di Dino Buzzati, Giorgio De Chirico, Marcel Duchamp, Jasper Johns, Roy Lichtenstein, Arthur Miller, Eugenio Montale, Louise Nevelson, Gio Ponti, Salvatore Quasimodo, Giorgio Strehler, Andy Warhol e molti altri, ma anche le foto degli spazi urbani, fino al nudo e ai gioielli. Scopri di più.

Martin Parr. Short & Sweet a Bologna

Martin Parr. Short & Sweet - Foto di Roberto Serra

Martin Parr. Short & Sweet Veduta di allestimento Bologna, Museo Civico Archeologico Foto Roberto Serra Courtesy 24 ORE Cultura - Gruppo 24 ORE

Dopo l'allestimento al Mudec di Milano, la mostra "Martin Parr. Short & Sweet", dallo scorso 12 settembre è arrivata al Museo Civico Archeologico di Bologna, con oltre 60 fotografie da lui selezionate appositamente per questo progetto e affiancate al corpus di immagini della serie Common Sense, che lo ha reso famoso, per ripercorrere, anche attraverso una intervista inedita a cura della storica e critica della fotografia Roberta Valtorta, la carriera di uno dei più famosi fotografi della nostra epoca. 

Il primo progetto a colori è The Last Resort (1982-1985), reportage condotto dal fotografo sulle spiagge di Brighton, sobborgo balneare di Liverpool, nella metà degli anni Ottanta. In precedenza il fotografo usava il bianco e nero, e in mostra si trovano le serie The Non-Conformists, fatta di immagini scattate dal 1975 al 1980 nelle periferie dello Yorkshire, e Bad Weather, realizzato tra la fine degli anni Settanta e l'inizio degli Ottanta e incentrato su un'ossessione nota britannica. Spazio poi all'installazione Common Sense, con 250 fotografie in formato A3, selezionate tra le 350 esposte nella mostra omonima del 1999, che offrono uno studio ravvicinato del consumo di massa e della cultura dello spreco, in particolare occidentale ed europea. Combinando tutti gli elementi che avevano caratterizzato la fotografia di Parr negli anni Settanta e Ottanta, la serie dà seguito all'ossessiva ricerca visiva dell'artista di tutto ciò che è volgare, stonato, assurdo. Scopri di più.

Bart Herreman. Esefossevero 2024/2025 a Genova

MAN AT WORK

Bart Herreman, Man at Work

Anche in omaggio al surrealismo, che nel 2024 festeggia il centenario dalla pubblicazione del Manifeste du surréalisme per mano del critico francese André Breton, vogliamo segnalare una mostra allestita presso la sede di Banca Generali Private in via XX Settembre 42 a Genova, visitabile su appuntamento negli orari di apertura, dedicata al fotografo, belga di nascita e milanese d'adozione, Bart Herreman.

Bart inizia la sua carriera fotografica alla fine degli anni Sessanta, dedicandosi a diversi ambiti, come moda, reportage, arredamento e architettura, ma con l'avvento del digitale la sua ricerca artistica si è concentrata su un mondo di fantasia, di ascendenza onirico surrealista. L'esposizione, organizzata dalla Galleria Open One di Pietrasanta, dal titolo "Esefossevero 2024/2025", presenta 46 immagini, alcune di grande formato, che descrivono il percorso creativo di un'artista, padrone delle tecniche di Photoshop, che usa la sua macchina fotografica, ma anche lo smartphone, per cogliere alcuni particolari della realtà per re-inventarli e collocarli in un nuovo mondo, del tutto irreale e immaginifico. Per saperne di più continua a leggere.

World Press Photo Exhibition a Bari

The Two Walls © Alejandro Cegarra, Venezuela, The New York Times/Bloomberg

The Two Walls © Alejandro Cegarra, Venezuela, The New York Times/Bloomberg

Fino all'8 dicembre 2024, Bari ospita, presso il Teatro Margherita, la più importante mostra al mondo di foto­giornalismo. Il "World Press Photo Exhibition" presenta i risultati del 67° concorso annuale indetto dalla Fondazione World Press Photo, dal 1955 punto di riferimento del fotogiornalismo mondiale.

Il concorso premia i fotografi professionisti di tutto il mondo che nell'anno precedente hanno realizzato i migliori scatti, in grado di fornire uno spaccato autentico, accurato e coinvolgente del nostro tempo. I 24 vincitori, le sei menzioni d'onore e le due menzioni speciali della giuria sono stati selezionati grazie al lavoro di una giuria indipendente tra 61.062 candidature di 3.851 fotografi provenienti da 130 Paesi.

Deloitte Photo Grant a Milano

Reinas, FabiolaFerrero, Photo Grant Deloitte 2024

Reinas, Fabiola Ferrero, Photo Grant Deloitte 2024

Passiamo ad un altro prestigioso riconoscimento fotografico, promosso da Deloitte Italia, che presenta il vincitore del Photo Grant di Deloitte al Mudec di Milano, dal 9 novembre 2024 al 15 dicembre 2025. Il tema proposto per la seconda edizione del premio era Possibilities: fotografe e fotografi sono stati chiamati a guardare al futuro con l'obiettivo di cogliere le possibilità di cambiamento e di trasformazione che il tempo presente, personale e storico offre. 

In mostra sono esposte le opere di Davide Monteleone, che con Critical Minerals – Geography of energy è il vincitore della sezione Segnalazioni del Photo Grant di Deloitte 2024, insieme alle opere della fotografa brasiliana Fernanda Liberti, vincitrice della Open Call 2023, con il progetto "Dust From Home", al quale l'artista ha lavorato grazie al contributo del grant, che viene presentato per la prima volta al MUDEC. Scopri di più.

Inge Morath. La fotografia è una questione personale ad Aosta

Inge Morath - Monroe

Inge Morath, Marilyn Monroe

Inge Morath è la prima fotografa ad essere stata nominata membro della celebre agenzia Magnum Photos, realtà fondata nel 1947 a New York da Robert Capa, Henri Cartier-Bresson, David Seymour, George Rodger e William Vandiver. Un nuovo progetto espositivo a lei dedicata permette di interfacciarsi con il lavoro e la sensibilità di questa autrice, ma soprattutto di conoscere, per la prima volta in Italia, nuove parti del suo lavoro mai esposte prima, alcune di esse di stretta attualità. Si tratta della mostra "Inge Morath. La fotografia è una questione personale", allestita presso il Centro Saint-Bénin di Aosta fino al 19 marzo 2025.

Attraverso oltre 150 immagini e documenti originali, l'esposizione ripercorre il cammino umano e professionale di Morath, dagli esordi al fianco di Ernst Haas ed Henri Cartier-Bresson fino alla collaborazione con prestigiose riviste quali Picture Post, Life, Paris Match, Saturday Evening Post e Vogue, attraverso i suoi principali reportage di viaggio. Il titolo scelto per la mostra, "La fotografia è una questione personale", è tratto da una dichiarazione dell'autrice che evidenzia la stretta correlazione fra il suo cammino umano e quello professionale. Scopri di più.

Tina Modotti. L'opera a Torino

Tina Modotti Concha Michel e i suoi assistenti

Tina Modotti, Concha Michel e i suoi assistenti all'inaugurazione della Escuela Libre de Agricultura No. 2 "Emiliano Zapata" a Ocopulco, Messico, 1928 Archivi Cinemazero - Pordenone

CAMERA - Centro Italiano per la Fotografia di Torino ha recentemente inaugurato due nuove mostre, dedicate a due personaggi di primissimo piano del panorama della fotografia del Novecento: Tina Modotti e Mimmo Jodice.

La mostra "Tina Modotti. L'opera", a cura di Riccardo Costantini, promossa da Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo, e realizzata in collaborazione con Cinemazero, presenta uno straordinario insieme di opere, ben 300, raccontano in tutte le sue sfaccettature la poliedricità, le peculiarità artistiche, l'indole curiosa e libera di Tina Modotti, raccogliendo inoltre diversi materiali inediti, video, riviste, documenti, ritagli di quotidiani, ritratti dell'artista, nonché fotografie che risalgono alla prima e unica esposizione che realizzò Tina Modotti nel 1929 e che testimoniano e rendono giustizia all'arte della fotografa.

Il percorso espositivo si snoda intorno alla sua vita, partita da un'umile famiglia di Udine, per giungere negli Stati Uniti e successivamente in Messico, da dove è stata esiliata, migrando in Germania, Russia, Spagna, per poi ritornare in Messico, dove si è spenta a soli 46 anni. Continua a leggere.

Narciso. La fotografia allo specchio a Roma

Fotografia allo specchio

Ph F.Caricchia per SSABAP

Narciso. La fotografia allo specchio è il titolo della mostra fotografica visitabile alle Terme di Caracalla, la cui apertura è stata prorogata fino al 12 gennaio 2025. Il progetto espositivo è promosso dalla Soprintendenza Speciale di Roma, diretta da Daniela Porro, e organizzato da Electa con la cura di Nunzio Giustozzi. 78 iconici scatti d'autore suddivisi in tre sezioni sono allestiti in due ambienti coperti e nella natatio del monumento.

Un percorso avvincente sulla passione dello sguardo attraverso l'opera di alcuni dei più illustri fotografi del Novecento (e nell'arte a partire dalle avanguardie con Claude Cahun e Florence Henri), ma anche di molte altre fotografe finalmente riconosciute e di nomi più attuali, forse meno noti al grande pubblico, che l'esposizione aiuta a scoprire e apprezzare. Continua a leggere.

Ivana Sunjic. Reborn a Torino

REBORN - Ivana Sunjic

Ivana Sunjic - Sadhu in a Death Hostel

La Rotonda di Talucchi, della Pinacoteca Albertina di Torino, dal 7 novembre presenta la mostra personale "Reborn – Through India To My Soul" della fotografa Ivana Sunjic, docente Nikon School e autrice di libri bestseller. La mostra è un percorso che comprende una selezione di 80 scatti fotografici realizzati nell'autunno del 2023 dall'artista fotografa, in un unico piccolo ghetto di Varanasi nel Nord dell'India, considerata la capitale spirituale del paese e lì dove il fiume sacro Gange costituisce l'unico posto della terra in cui gli Dei, secondo l'induismo, permettono agli uomini di sfuggire al Samsara e al Mokcha, un perpetuo ciclo di vita, morte e rinascita, da cui ogni anima è imprigionata.

Ivana, con il tema della rinascita, ha incontrato storie, paesaggi, tradizioni e sguardi di un Paese dalla storia millenaria e, con lo stile essenziale e mai ovvio che la caratterizza, ha restituito le suggestioni del suo obiettivo in immagini intitolate «Reborn». In esse vita e morte, inizio e fine, acquistano un sapore unico e inscindibile: una stagione tra le infinite stagioni si consuma tra le strade più affollate del globo, in un Paese dai mille contrasti e in cui l'accentuata componente spirituale è proverbiale. Scopri di più.

Le mostre del Siena Awards Festival 2024

Ali Jadallah

Ali Jadallah | Siena International Photo Awards 2024 - Photographer of The Year

Sono Ali Jadallah, Gilad Topaz e Lurdes Santander i tre vincitori assoluti premiati sabato 28 settembre presso il Teatro dei Rinnovati di Siena nel corso della cerimonia del Siena Awards 2024. Fino al 24 novembre sarà possibile visitare con un biglietto unico otto mostre allestite, come ogni anno, all'interno di location straordinarie.

Gli spazi dell'Accademia dei Fisiocritici ospiteranno la personale di Jaime Rojo "Saving the Monarchs" dedicata alla spettacolare migrazione delle farfalle Monarca e ai pericoli di estinzione, aumentati vertiginosamente negli ultimi trent'anni.

L'Accademia dei Rozzi accoglie la mostra 'Piatsaw' del fotografo italiano Nicola "Ókin" Frioli, per mostrare la resistenza delle popolazioni indigene nella foresta amazzonica ecuadoriana. Il festival delle arti visive torna ad animare anche il Comune di Sovicille con un doppio appuntamento: 'American Edge', la più vasta mostra antologica organizzata in Italia per il fotografo americano Steve Schapiro, scomparso nel 2022 e noto per le sue iconiche immagini dedicate a momenti cruciali della storia americana degli anni '60 e '70, e 'Sovicille Creative', che trasformerà, per il terzo anno consecutivo, le vie del centro storico in un palcoscenico di arte fotografica all'aperto. Scopri di più.

"Chronostasis" di Axel Hütte a Vicenza

Aphrodisias Night

Un modo diametralmente opposto di riflettere sul presente, attraverso immagini che ci riconnettono ad una storia lontana nel tempo, e con luoghi assolutamente estranei alla frenesia del nostro quotidiano. Immagini che realizzano una sospensione del tempo, una "Chronostasis", come il titolo della serie di fotografie e della mostra, inaugurata venerdì 18 ottobre nella sede della Fondazione Bisazza, dedicata al fotografo tedesco Axel Hütte, esponente della famosa Scuola di Düsseldorf. 

Per la prima volta esposte in Italia, le opere in mostra rendono omaggio alla bellezza di alcuni siti archeologici dell'Asia Minore – Afrodisia, Sagalassos, Efeso e Ierapoli - attraverso una documentazione ragionata e al tempo stesso visionaria, che mira non solo a raffigurare il patrimonio storico, ma anche a raccontare lo spirito del luogo, regalando un'esperienza unica e coinvolgente. Le fotografie si presentano in grandi dimensioni e suddivise in due categorie, in base alla differente tipologia di stampa: ditone print e glass print. "Nelle mie fotografie cerco di documentare l'aspetto storico ma anche restituire il senso dell'esperienza. Catturare il mistero di queste antiche città attraverso la fotografia vuole stimolare l'immaginazione dell'osservatore, incoraggiarlo a visitare questi luoghi e a comprendere la ricchezza di diverse civiltà." (Axel Hütte).

La mostra rappresenta un ulteriore motivo per visitare la splendida sede della Fondazione Bisazza in provincia di Vicenza, dove è possibile ammirare le opere in mosaico nate dalle collaborazioni con grandi artisti e designer, come Sandro ChiaAlessandro MendiniEttore Sottsass e molti altri. Scopri di più.

Pubblicato il 06/11/2024

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