La nostra rassegna settimanale ci porta a conoscere un protagonista dell'arte africana del XX secolo, George Lilanga, l'artista americano Bill Fontana, due giovani artisti italiani, Luca Petti e Elisa Caldana, e infine lo scultore Filippo Tincolini.
1. Black Liquid Art Gallery presenta George Lilanga
A vent'anni dalla sua scomparsa, la galleria romana rende omaggio a George Lilanga con la mostra Shetani, spirits, and other stories: George Lilanga, the return of a forgotten genius, inaugurata sabato 15 febbraio. Nato nel 1934 nel villaggio di Kikwetu, si tratta di uno degli artisti africani più iconici. In un contesto come quello attuale, in cui l'arte contemporanea africana ha ormai conquistato un riconoscimento solido, sia critico che di mercato, la riscoperta di George Lilanga offre l'opportunità di celebrare un artista che ha saputo portare le sue immagini oltre i confini dell'Africa, creando dialoghi globali. Il suo lavoro non solo ha mantenuto un profondo legame con le radici culturali Makonde, ma ha anche contribuito a definirne una matrice identitaria unica e riconoscibile.
Le opere di Lilanga celebrano la commistione culturale, trasformando gli Shetani (spiriti o esseri soprannaturali della mitologia e delle credenze tradizionali dell'Africa orientale, in particolare nella cultura Swahili e nelle tradizioni del popolo Makonde della Tanzania e del Mozambico) in protagonisti di narrazioni contemporanee. Nelle sue opere popolate da spiritii multicolori, si percepisce la capacità dell'artista di reinterpretare il mito Makonde con ironia e vivacità. Scopri di più.
2. Una scultura sonora di Bill Fontana per il Porticato della Basilica di San Pietro
Domenica 16 febbraio, in occasione della "Notte Bianca" per il Giubileo degli Artisti e del Mondo della Cultura, una particolare opera di arte contemporanea ha fatto il suo debutto nella Basilica di San Pietro a Roma. Un'installazione sonora dell'artista americano Bill Fontana, curata da Umberto Vattani insieme a Valentino Catricalà, ha dato voce al "silenzio" del Campanone, la maestosa campana fusa dal Valadier, simbolo della cristianità e della Basilica.
L'artista americano, riconosciuto come una delle maggiori autorità nel campo dell' arte sonora, è noto per aver trasformato suoni di ambienti estremi – dai ghiacciai alle profondità marine – in opere d'arte. Con la collaborazione dell'IRCAM di Parigi (Institut de Recherche et Coordination Acoustique/Musique) e un team di ingegneri del suono. Bill Fontana ha registrato le vibrazioni del Campanone, rendendole udibili tramite un sistema di 12 altoparlanti di ultima generazione collocati nel portico di San Pietro. Questo sistema restituisce ogni sfumatura e sottigliezza, trasformando la campana in una "scultura sonora" che comunica pace e speranza. D'ora in poi, nelle ore serali e fino alla conclusione del Giubileo, i visitatori e i pellegrini che attraverseranno il Portico della Basilica saranno accolti da questo suono, che accompagnerà spiritualmente il loro cammino. Scopri di più.... leggi il resto dell'articolo»
3. Luca Petti dialoga con la Collezione Fabio Frasca a Napoli
Installation view (Dal primo piano: Luca Petti, Endosimbionti IV ed Endosimbionti III, 2025; Isadora Neves Marques, GMO are a Direct Evolution of Botanical Expeditions to the Colonies Throughout Modern Times, 2017) Ph credits Danilo Donzelli, Courtesy Attiva Cultural Projects
Da domenica 16 febbraio, un corpus di opere inedite di Luca Petti incontra la Collezione Fabio Frasca, negli spazi de La Santissima Community Hub - Ex Ospedale Militare di Napoli. La Collezione viene esposta per la prima volta in mostra, arricchita di recenti acquisizioni, insieme alle sculture di Petti, che indagano la relazione simbiotica fra esseri viventi, in occasione del progetto espositivo "L'istinto ha preservato la mia specie". La mostra, a cura di Martina Campese, Letizia Mari e Alberto Navilli, è realizzata in collaborazione con il Museo di Storia Naturale di Verona e la Fonderia Artistica Guastini di Vicenza.
Tredici le opere in mostra, che fanno parte di un progetto che si è sviluppato nel tempo tessendo una relazione tra artista e collezionista. Le sculture di Luca Petti, sette lavori intitolati "Endosimbionti" che riconducono a esseri atemporali, incroci di più specie che convivono e si difendono a vicenda: roccia, alluminio, bronzo, ferro, ceramica e ottone, incontrano elementi organici come corni di bue, denti di squalo, licheni, coralli, teschi. Scopri di più.
4. Elisa Caldana al MACTE di Termoli
Elisa Caldana, The Falcon of Karachi. Installation view @ MACTE. Foto © Gianluca Di Ioia
Dal 14 febbraio al 3 maggio 2025, il MACTE Museo di Arte Contemporanea di Termoli presenta l'anteprima italiana del progetto Il falco di Karachi di Elisa Caldana. Nata a Venezia nel 1986, l'artista vive a L'Aia, nei Paesi Bassi. Dopo avere conseguito la laurea in arti visive presso l'Università IUAV di Venezia, il suo percorso di formazione è proseguito alla Städelschule di Francoforte e alla Jan van Eyck Academie di Maastricht.
Caldana lavora principalmente con la scultura, i film e la scrittura. Le sue opere adottano l'astrazione per portare l'attenzione su questioni politiche e sociali, analizzando i paradossi e gli spazi liminali che si producono nella coesistenza di diverse prospettive di comprensione del mondo. La mostra di Termoli presenta una serie di opere ispirate dalla figura poco nota del falco Laggar, una specie endemica di Pakistan, India e Myanmar a rischio di estinzione. Elisa Caldana si interroga sul rapporto tra la fauna selvatica e l'addomesticamento e sui processi che si mettono in moto quando una natura selvaggia è costretta in condizioni di cattività. Il falco diventa una metafora per pensare ai rapporti di potere, all'inquinamento, ma anche mettere al centro i diritti non solo umani. Scopri di più.
5. Filippo Tincolini e le sue Human Connections a Pietrasanta
Filippo Tincolini, Bust of Dioniso, Bianco Carrara Marmo Patinato, 2024, 38x68x90, Carrara - Courtesy Filippo Tincolini Studio - Ph.Laura Veschi
Sabato 15 febbraio a Pietrasanta ha preso il via una mostra personale di Filippo Tincolini intitolata Human Connections, con la collocazione diffusa di sue sculture particolarmente rappresentative in diversi punti focali della città: Piazza Duomo, Piazza Carducci, il Complesso di Sant'Agostino e lungo il Pontile di Marina di Pietrasanta.
La ricerca di Tincolini nasce da un forte spirito di sperimentazione che lo porta a esplorare le svariate possibilità offerte dalla fusione tra antica tecnica scultorea e innovazione tecnologica applicata alla lavorazione del marmo. Le sue opere, infatti, nascono dall'utilizzo libero e fluido di scalpelli, lime, modelli digitali e in argilla, scanner 3D e robot antropomorfi. La mostra di Pietrasanta esplorerà il tema delle relazioni umane dialogando con lo spazio urbano e mettendo in scena sculture di medie e grandi dimensioni realizzate dal 2008 a oggi. Le opere monumentali, dalla forte presenza scenica, vogliono stupire e al contempo far pensare, stimolando una riflessione sulla condizione umana e sulla nostra contemporaneità. Le sculture resteranno visibili fino al 2 giugno. Scopri di più.
Redazione
Pubblicato il 17/02/2025
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