Nella nostra selezione della settimana trovano spazio due eventi dedicati alla grande fotografia, con Luigi Ghirri, che ci porta di qualche chilometro fuori dai confini italiani, e col Lagazuoi Photo Award New Talents. Dallo splendido dipinto del 1870 di Pierre-Auguste Renoir, facciamo poi un salto nel contemporaneo con Walter Trecchi, e infine, parlando di panorama, non potevamo trascurare l'iniziativa "Panorama Monferrato".
I. Luigi Ghirri e il viaggio al MASI di Lugano
Domenica 8 settembre ha aperto al pubblico la mostra "Luigi Ghirri. Viaggi Fotografie 1970-1991", con la curatela di James Lingwood, per il Museo d'arte della Svizzera italiana a Lugano. La mostra, che resterà visitabile fino al 26 gennaio 2025, presenta circa 140 fotografie a colori, per lo più stampe vintage degli anni Settanta e Ottanta provenienti principalmente dagli Eredi di Luigi Ghirri e dalla collezione dello CSAC di Parma, selezionate sia tra i soggetti più noti che tra quelli meno conosciuti.
Il grande fotografo italiano, negli anni Settanta e Ottanta, ha creato un corpus di opere senza eguali nell'Europa del suo tempo, sviluppando la sua fascinazione per il viaggio, sia reale che immaginario. Dopo le diverse esperienze di viaggio degli anni Settanta, per tutti gli anni Ottanta, Ghirri viaggia in quasi tutta Italia, realizzando diversi servizi per enti turistici e per il Touring Club Italiano. Destinati a un vasto pubblico, questi lavori su commissione combinano le immagini stereotipate del genere divulgativo con altre più insolite e particolari.
"Se le fotografie 'di viaggio' di Ghirri sembrano talvolta affini alle foto scattate dai turisti, sono tuttavia sempre diverse. Non mira a creare una raccolta di momenti memorabili, né a sottolineare la bellezza o l'importanza di un luogo, ma a costruire un quadro riflessivo di una cultura definita e modellata dalle immagini e dalla loro creazione" afferma il curatore James Lingwood.
Per chi avesse la possibilità di raggiungere Lugano entro la fine di gennaio, la mostra si configura come una bella occasione per immergersi nello straordinario mondo di Luigi Ghirri e del suo modo unico di guardare alle cose e alla natura, con un'esposizione di sue opere fotografiche significativa, per numero e soggetti. Scopri di più.
II. Lo sguardo di giovani fotografi sulle Dolomiti
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Fotografia da "Vicini alle nuvole, oscilliamo come rocce" di Giorgio Garzella
Sabato 7 settembre è entrata nel vivo l'edizione 2024 del Lagazuoi Photo Award New Talents, un'esperienza immersiva tra le cime dolomitiche che coinvolge tre studenti con altrettanti fotografi professionisti a fare da tutor. Il progetto è curato da Lagazuoi EXPO Dolomiti, lo spazio museale situato all'arrivo della funivia Lagazuoi, tra Cortina d'Ampezzo e l'Alta Badia, e prende il via con una residenza d'artista che rappresenta un vero e proprio progetto formativo di alto profilo. Il Premio vuole stimolare i giovani fotografi ad esplorare il tema della montagna come metafora di sfida, superamento e ricerca di nuovi orizzonti.
La mostra con l'esposizione dei tre progetti sarà inaugurata la mattina di sabato 14 settembre, a Lagazuoi EXPO Dolomiti, la sede espositiva più alta delle Dolomiti, nella stazione di arrivo della funivia Lagazuoi. Il progetto vincitore è quello di Giorgio Garzella: "Vicini alle nuvole, oscilliamo come rocce".
Fotografia da "Vicini alle nuvole, oscilliamo come rocce" di Giorgio Garzella
Così parla del suo progetto Giorgio Garzella:
'Vicini alle nuvole, oscilliamo come rocce' è un racconto visivo in cui la morfologia del territorio viene correlata all'eterogeneità dell'essere umano, in modo che uno sia archetipo dell'altro.
Le condizioni meteorologiche e il susseguirsi delle stagioni determinano senza dubbio la
transitorietà del paesaggio del Lagazuoi, tanto quanto la variegata presenza antropica che giunge a visitare la vetta della montagna.
Con le prime luci dell'alba e del tramonto, però, la montagna si mostrava per quella che era realmente; un luogo mistico, mozzafiato, dove il tempo appariva sospeso e nel quale era possibile riconciliare se stessi con i propri pensieri più distaccati. Era lì che avveniva la suggestione, era in quel momento che capivo perché quel luogo fosse così necessario.
Per scoprire di più su questo e sugli altri progetti premiati, continua a leggere.
III. La Promenade di Renoir alla Fondazione Magnani-Rocca
Pierre-Auguste Renoir, La Promenade, 1870. J. Paul Getty Museum, Los Angeles
Il paesaggio celebrato in pittura, per catturarne i colori e la luce, ci porta naturalmente a pensare all'Impressionismo, che in questo 2024, anche in Italia, è stato protagonista di diverse belle esposizioni, in occasione dei 150 anni dalla prima mostra, che ne sancì la nascita ufficiale. A partire dal 1° settembre è possibile ammirare in Italia uno splendido dipinto di Pierre-Auguste Renoir, uno dei massimi esponenti di quel movimento, e tra i più amati oggi, realizzato prima di quella celebre mostra del 1874, e per questo in qualche modo anticipatore di quell'esperienza. Si tratta della "Promenade", del 1870, proveniente dal J. Paul Getty Museum di Los Angeles, dove si ritrovano molti degli "ingredienti" tipici dei dipinti impressionisti: l'istantaneità e la spontaneità con cui si cattura la scena, lo sfondo naturale che diventa altrettanto protagonista rispetto alle figure umane, abbracciandole, e gli stessi soggetti: un piccolo borghese, appartenente alla classe medio-bassa, e la sua compagna, che raffigura una delle famose grisettes, le ragazze di buon cuore, comuni nella mitologia della vita bohémien parigina. E ancora, la luce che filtra attraverso il fogliame, che diventerà un marchio distintivo delle migliori opere impressioniste di Renoir degli anni 1870 e 1880.
Il dipinto viene esposto alla Villa dei Capolavori, sede della Fondazione Magnani-Rocca a Mamiano di Traversetolo, presso Parma, insieme ad altri dipinti riconducibili a quell'esperienza artistica facenti parte della collezione della Fondazione: un Monet, dei Cézanne e altri due Renoir. Per saperne di più continua a leggere.
IV. A Bellagio Walter Trecchi cattura "il suono del fruscio delle foglie"
Walter Trecchi, Naturae XXXI, cm100x150, tela, 2024
La luce che filtra attraverso il fogliame: centocinquant'anni dopo la rivoluzione impressionista, ha ancora ragione di essere al centro di una pratica artistica contemporanea? La risposta senza essere affermativa, secondo l'artista italiano Walter Trecchi, nato a Como nel 1964. La mostra "The Sound of rustling leaves (Il suono del fruscio delle foglie)" è ospitata dalla galleria Valentinarte di Bellagio, a partire dal 6 settembre e visitabile fino a domenica 22. Da sempre Trecchi si dedica alla pittura di paesaggio, sia paesaggi antropici, dominati dalle costruzioni urbane, nei primi cicli, sia in scenari ancora metropolitani, ma focalizzati su elementi naturali, in bianco e nero, o coloristici come alberi e vegetazioni. La natura, quindi, anche soffocata dallo sviluppo urbano moderno, non smette di affascinare e di catturare lo sguardo di chi crede ancora nella pittura figurativa come strumento espressivo e di indagine del rapporto tra uomo e elemento naturale. Per saperne di più sulla mostra e sull'artista, continua a leggere.
V. Panorama Monferrato: una grande mostra diffusa per celebrare un Patrimonio Unesco
Panorama Monferrato 2024 - Courtesy Italics - Photo ©Louis De Belle
La natura e il panorama che si offrono come soggetto intramontabile per pittura e fotografia, ma anche palcoscenico intriso di storia e cultura del territorio, per un unico, grande racconto fatto d'arte figurativa e performance. Oltre 60 artisti – da grandi nomi che hanno fatto la Storia dell'Arte internazionale ad artisti affermati e giovani emergenti dall'Italia e dall'estero – con opere che spaziano dalla pittura alla performance, dalla scultura alla video-arte all'installazione, accanto a grandi capolavori di arte antica.
Panorama Monferrato, giunto quest'anno alla quarta edizione, è organizzato da ITALICS - rete istituzionale che riunisce oltre 70 gallerie di arte antica, moderna e contemporanea - per mettere in relazione architettura, arte, paesaggio con il territorio e le sue comunità, per restituire uno spaccato di Storia dell'Arte dal II secolo ai giorni nostri.
L'area in cui si sviluppa è quella che si estende tra le province di Alessandria e Asti fino ai piedi dell'Appennino ligure, tra le Langhe e il Roero e la storica regione lombarda della Lomellina, un paesaggio di colline, dove la terra e la tradizione contadina compongono un patrimonio unico di cultura, storia e tradizioni riconosciuto anche dall'UNESCO. Un contesto da scoprire con lentezza con itinerari artistici che vanno dal Romanico ai percorsi contemporanei con installazioni site-specific e d'arte pubblica, che lo rendono un museo diffuso a cielo aperto. Per chi si è perso l'edizione di quest'anno, conclusa domenica 8 settembre, appuntamento per il 2025!
Redazione
Pubblicato il 08/09/2024
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