Questo numero della nostra Settimana d'Arte è dedicato al fotografo Maurizio Galimberti, protagonista al Monza Photo Fest, alla mostra di Loris Cecchini, allestita negli spazi di Ca' Rezzonico, ad artisti dalla grande storia internazionale come Michele Zaza e Jan Fabre, e alle sculture di Cristian Cimatti a Forlì.
I. Maurizio Galimberti al Monza Photo Fest
Dal 20 settembre all'11 novembre 2024 va in scena la prima edizione di Monza Photo Fest, festival diffuso dedicato alla fotografia d'autore che coinvolge diversi luoghi espositivi tra le più importanti sedi istituzionali, le gallerie d'arte e gli esercizi commerciali. Tra le mostre già inaugurate c'è la personale che racconta l'opera dell'artista e fotografo contemporaneo Maurizio Galimberti, divenuto famoso a livello internazionale per i suoi mosaici in Polaroid. L'esposizione, organizzata in collaborazione con Polaroid, è allestita nella Sala Convegni della Villa Reale di Monza fino al 6 ottobre 2024. Questa Per scoprire di più su questa e le altre iniziative del Festival, continua a leggere.
II. Le opere di Loris Cecchini al Museo del Settecento Veneziano - Ca' Rezzonico
Loris Cecchini. Leaps, gaps and overlapping diagrams - Foto allestimento - Irene Fanizza
Dal 20 settembre gli spazi esterni e le sale di Ca' Rezzonico ospitano una serie di opere dell'artista Loris Cecchini, artista nato a Milano nel 1969. La mostra "Leaps, gaps and overlapping diagrams" propone dieci nuove sue opere che articola un dialogo con le collezioni e l'architettura dei tre piani del Museo del Settecento Veneziano. La sua pratica artistica ha come nucleo, da oltre 15 anni, l'elemento modulare per indagare gli spazi intermedi e la morfologia determinata da salti, lacune e diagrammi sovrapposti.
Le architetture del portego esterno fanno da supporto alle monumentali installazioni rampicanti, Waterbones e Arborexence, che proliferano a partire da singole unità in acciaio e in alluminio. Nel Salone da Ballo si possono ammirare le grandi strutture Otherworldly Winds, red narrative and black narrative, opere in resina a stampo con vellutazione di nylon increspata - che evocano vibranti paesaggi desertici. Per saperne di più e vedere altre opere, leggi la scheda della mostra.
III. Le sculture di Cristian Cimatti a Forlì per il Festival del Buon Vivere
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Human Translation di Cristian Cimatti
In occasione del Festival del Buon Vivere a Forlì, in programma dal 23 al 26 settembre, anche l'arte è protagonista con esposizioni di artisti che realizzano la propria interpretazione sul tema Ri(e)voluzione. Tra questi il meldolese Cristian Cimatti e il suo progetto espositivo site-specific "Human Translation". Per le sue sculture privilegia la ceramica raku, andando poi ad evidenziare le screpolature che sono una delle peculiarità delle sue opere. La mostra di Cimatti induce a riflettere sulle possibili prossime evoluzioni del genere umano, in una dialettica tra il presente e un futuro dominato dalla meccanica e dalla macchina. L'essenza dell'uomo contemporaneo, allontanandosi dagli schemi classici, sarà in grado di coniugare e a conciliare i differenti mondi della tecnologia e della meccanica con i mondi arcaici e primari della natura? Per conoscere la risposta continua a leggere.
IV. Le trasfigurazioni di Michele Zaza in mostra a Milano
Michele Zaza, Spazio Arborescente (5 el.), 2024, fotografia (particolare 2)
Michele Zaza, nato a Molfetta nel 1948, è uno degli artisti italiani contemporanei che può vantare una storia espositiva e presenze museali internazionali più significative. Sue opere sono nelle collezioni permanenti del Museo del Novecento di Milano e al Centre Pompidou di Parigi. Dopo le presenze nel 1977 e nel 1982 a documenta (Kassel) e nel 1975 alla Biennale di Parigi e nel 1977 alla XIV Biennale di San Paolo, nel 1980 viene invitato alla Biennale di Venezia con una sala personale ed espone a New York da Leo Castelli con la mostra "Neo-terrestre".
Dal 19 settembre, ABC-ARTE nella sua sede milanese presenta la mostra "Spazio arborescente", che presenta un viaggio tra le varie fasi della produzione artistica di Zaza, mettendo in luce la continua trasformazione del corpo e dell'animo. Nelle opere la trasfigurazione del corpo e la trasformazione dello spazio rivelano un cosmo materiale e psichico, dove si sedimentano segni e simboli. Nella decostruzione e reinvenzione dell'immagine il corpo diviene zona di trasformazione dal naturale al culturale e viceversa. Scopri di più.
V. Galleria Gaburro presenta "Stella" di Jan Fabre
Jan Fabre, Smoking Stella, 2020, fotografia analogica su alluminio. Edizione di 30, 23.5x35x0.1cm. Foto: Angelos, Jan Fabre @Parallelo42
Nelle settimane in cui al Teatro Out Off di Milano è in corso il "Festival Fabre 2024. Amore e Bellezza sono i poteri supremi", la Galleria Gaburro nella sua sede milanese, presenta la mostra "Stella". Jan Fabre è un artista visivo, creatore teatrale e autore belga (nato ad Anversa nel 1958) che vanta una presenza alla Biennale di Venezia nel 1984 dove presentò The power of theatrical madness, alla rassegna documenta 8 di Kassel, dove propose la prima coreografia per Dance Sections, e ancora a documenta IX nel 1992 con Difficult Dreams.
Il Teatro Out Off di Milano presenta, in prima visione, cinque monologhi dell'artista, tra cui I'm sorry con Stella Höttler, una drammaturgia visiva inedita, che attraversa diversi medium espressivi e trasporta lo spettatore in un viaggio nello spazio e nel tempo, dove la protagonista-performer Stella Höttler veste i panni di Cassandra, mitica profetessa inascoltata. La Galleria Gaburro propone una serie di fotografie dal titolo Smoking Stella, dove l'attrice, con indosso ancora i vestiti colorati di scena, è nella versione rilassata da backstage. Vediamo questa donna bellissima che gioca con una sigaretta accesa: in queste fotografie, rigorosamente scattate dall'artista in analogico, c'è il richiamo alla pittura d'interni fiamminga ma anche alla fotografia erotica anni Settanta. Per saperne di più continua a leggere.
Redazione
Pubblicato il 22/09/2024
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