Partiamo dal Mudec di Milano con la nuova mostra dedicata a Niki de Saint Phalle, andiamo alla scoperta della straordinaria tecnica nel disegno e nella pittura dell'artista e accademico cinese Yu Ming, protagonista a Firenze, facciamo un passo indietro nella storia dell'arte con la nuova esposizione di Palazzo Zabarella a Padova, dedicata alla grande arte grafica di Picasso, Matisse e altri grandi artisti di inizio Novecento, andiamo a Roma alla scoperta del Biochar e di come l'arte lo può raccontare, e infine, a proposito di arte compenetrata da elementi naturali, presentiamo il nuovo progetto espositivo di Roberto Ghezzi, anch'esso a Firenze.
I. Niki de Saint Phalle al Mudec
Dal 5 ottobre il Mudec di Milano propone un nuovo progetto espositivo sui grandi protagonisti del panorama internazionale con la mostra dedicata all'artista franco-americana Niki de Saint Phalle (Neuilly-sur-Seine, 1930 – La Jolla, San Diego, 2002). Si tratta della prima retrospettiva antologica completa organizzata in un museo italiano che racconta una delle protagoniste più importanti della scena artistica d'avanguardia, conosciuta per le sue grandi e colorate Nanas, che rivela anche il lato impegnato dell'artista, attraverso una diversa lettura della sua opera.
La mostra racconta in otto sezioni la densa attività artistica di Niki, dagli esordi degli anni '50 fino agli ultimi lavori, ripercorrendo, attraverso il mondo colorato, polimorfo, tondeggiante e materno delle sue Nana (e non solo), una complessa storia sia personale sia collettiva. Ha vissuto da vicino il movimento femminista negli anni '60, fu protagonista del Nouveau Réalisme negli anni '70, e ha continuato a sfidare gli stereotipi di genere attraverso l'arte, rompendo gli schemi attraverso intense provocazioni. E' nota in Italia anche per il suo "Giardino dei Tarocchi", parco di sculture e suo capolavoro di scultura monumentale pubblica realizzato nelle colline toscane vicino a Capalbio.
Realizzata in collaborazione con la Niki Charitable Art Foundation, la mostra espone 110 opere, di cui una decina di grandi dimensioni, e una scultura allestita nel cortile esterno del Museo. Per saperne di più continua a leggere.
II. Yu Ming all'Accademia delle Arti del Disegno di Firenze
Yu Ming, L'assioma del vero, all'Accademia delle Arti del Disegno di Firenze... leggi il resto dell'articolo»
Anche se nella storia dell'arte moderna e contemporanea sono stati introdotti nuovi linguaggi che si sono allontanati dallo stile accademico nella pittura e nel disegno, il panorama contemporaneo della figurazione presenta artisti di grande talento, e il Realismo nell'arte continua ancora oggi a rinnovare la sua ricerca. Yu Ming, nato nel 1977 a Qiqihar, la città più settentrionale della Cina, nella provincia di Heilongjiang, cresce a Benxi, nella provincia di Liaoning, circondata da belle montagne, ruscelli e fiumi, e forse proprio questa esperienza ha determinato il suo interesse verso la pittura paesaggistica. Professore dell'Accademia Centrale di Belle Arti (CAFA) e dottore di ricerca in Arte, Yu Ming coniuga perfettamente tecniche tradizionali e tematiche moderne, favorendo il dialogo tra Oriente e Occidente. La mostra "L'assioma del vero", organizzata dall'Accademia delle Arti del Disegno di Firenze in collaborazione con Beijing Jin Shangyi Art Foundation, espone 51 opere realizzate con tecnica ad olio e 12 disegni. I suoi ritratti e i paesaggi trascendono la semplice replica del vero, immergendosi nella complessità e nei dettagli rintracciabili sotto la superficie delle cose e delle persone.Una delle sezioni della mostra è dedicata al disegno, strumento di primaria importanza per l'artista, sia come elemento preparatorio alla pittura a olio, sia come opera autonoma e fine a se stessa.
Nella pratica del disegno Yu Ming dimostra piena maestria, oltre ad una meticolosa attenzione ai processi esecutivi, alla composizione, al volume, allo spazio, così come alle luci e alle ombre. Per saperne di più e vedere altre sue opere continua a leggere.
III. Matisse e Picasso tra i capolavori del disegno a Padova
Édouard Vuillard - Madame Hessel e Lulu nella sala da pranzo, rue de Naples 1936. Gouache su carta foderata di cartone, 94 x 119 cm. Lascito di Édouard Vuillard, tramite i coniugi K.X. Roussel, cognato e sorella dell'artista, 1941 - Parigi, Musée d'Orsay, in deposito al Musée de Grenoble / AM 2378 - foto VILLE DE GRENOBLE / MUSÉE DE GRENOBLE-J.L. LACROIX
Continuiamo ad occuparci di mostre che nobilitano il disegno come espressione artistica capace di affrancarsi dalla semplice pratica preparatoria per la pittura, ricordando l'inaugurazione della nuova mostra proposta a Palazzo Zabarella a Padova, visitabile fino a gennaio 2025. "Matisse, Picasso, Modigliani, Miró - Capolavori del disegno dal Musée de Grenoble" espone la raccolta di arte grafica del Museo di Grenoble, la seconda più grande di Francia con quella del Musée National d'Art Moderne - Centre Pompidou. Da Matisse e Picasso a Chagall, Miró, e Modigliani, per continuare con Signac, Bonnard, Vuillard, Rouault, Delaunay, Arp, Balthus, Cocteau e tanti altri: 130 opere per 47 artisti dei principali movimenti artistici che hanno segnato la prima metà del XX secolo. Mostra nella mostra è il corposo nucleo di opere del grande Matisse, tra cui una straordinaria versione del tema prediletto de La danza del 1910, e le splendide litografie realizzate con la tecnica del decoupage destinate a diventare delle vere e proprie icone del Novecento, come la famosa serie Jazz del 1947. L'altro grande protagonista è Picasso, rappresentato nelle sue diverse stagioni, e di cui è presente il magnifico Ritratto di Olga del 1921, uno dei fogli più grandi in mostra. Per conoscere tutti gli altri dettagli leggi la scheda della mostra.
IV. L'alchimia del carbone nell'opera di 30 artisti e in un Terzo Paradiso
Dettaglio fotografia fine art di Andrea Ferrari - RAW
Il Biochar è il carbone vegetale ottenuto da riscaldamento ad alte temperature di scarti, biomasse, perlopiù certificate, in assenza di ossigeno (pirolisi) e risultante dall'evitamento di combustione e di emissione di CO2 in atmosfera, oltreché prezioso alleato nella cattura e nello stoccaggio della stessa CO2. Cos'ha a che fare questo prodotto dai molteplici impieghi con l'arte? Lo si può scoprire con la mostra "Alchimia del Carbone. Esplorando il Biochar", allestita dal 4 ottobre, fino al 28 del mese, nella sede dell'ISA, Istituto Superiore Antincendi (Ministro dell'Interno), in occasione del Trentennale dell'Istituto, al Porto Fluviale di Roma.
L'evento ha coinvolto 30 artisti che in varie discipline - pittura, scultura, fotografia, installazioni, arti performative - hanno sperimentato il Biochar. Tra gli artisti che hanno aderito al progetto espositivo c'è anche Michelangelo Pistoletto con un Terzo Paradiso realizzato interamente con il Biochar, collocato nell'area verde esterna dell'Istituto Superiore Antincendi. La mostra prevede anche una serie di eventi, tra cui una dimostrazione dell'antica arte della scrittura Shodō in occasione della ventesima giornata del Contemporaneo, e sarà anche inserita tra gli eventi della RomeArtWeek 2024. "Alchimia del carbone" è più di una mostra d'arte, dando impulso ad un movimento che unisce arte, scienza e attivismo, dimostrando che la creatività può contribuire a cambiare il mondo. Scopri di più.
V. Roberto Ghezzi e le sue Naturografie© di acqua e di terra a Firenze
Studio di Roberto Ghezzi
Da sabato 5 ottobre, Galleria d'arte la Fonderia presenta La memoria dell'acqua, mostra personale di Roberto Ghezzi, esponendo Naturografie© di acqua e di terra, opere che nascono da un processo ideato dall'artista che permette agli elementi naturali di depositarsi nel tempo su tessuti in materiali ecosostenibili.
In gran parte inedite e create per questa personale fiorentina, le tele di Roberto Ghezzi racchiudono un lento processo creativo, che si basa su un'educazione alla pazienza e al rispetto per la materia naturale con il quale si va ad interfacciare. Interagendo con il paesaggio, l'artista è come se esortasse la natura ad esprimere sé stessa, la sua storia, i suoi impeti. Nelle opere esposte all'interno della Galleria si raccontano le acque e le terre stesse, ci raccontano la loro storia e ci immergiamo in quelle atmosfere catturate. E d'altrocanto anche noi assorbiamo quello che abbiamo intorno e con cui entriamo in contatto, reagiamo per quello che già siamo con un qualcosa che esiste al di fuori di noi. La memoria di quello che eravamo e di quello che siamo diventati.
Le opere di oggi sono il risultato di un percorso ventennale che ha portato Ghezzi, nato a Cortona nel 1978, a lavorare in tutto il mondo. Le Naturografie© di Roberto Ghezzi, oltre a possedere una forte connotazione artistica, stanno acquisendo sempre più una valenza scientifica, un efficace mezzo di ricognizione sullo stato degli ambienti (naturali o antropizzati) in cui vengono installate. Grazie alla collaborazione iniziata nel 2021 con il CNR-IOM di Trieste e il CNR-ISMAR di Venezia, alcuni campioni di tessuto di questo progetto sono stati oggetto di studi scientifici grazie alle indagini condotto con il microscopio elettronico a scansione (SEM). Per saperne di più, continua a leggere.
Redazione
Pubblicato il 06/10/2024
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