Torino: da Botticelli a Mucha
Apre al pubblico il 17 aprile nelle Sale Chiablese dei Musei Reali di Torino la mostra "Da Botticelli a Mucha. Bellezza, Natura, Seduzione", un viaggio nella seduzione e nella bellezza espresse attraverso il mito, la natura e l'universo femminile, da sempre principali soggetti della creazione artistica.
Tra i capolavori in mostra, la Venere di Botticelli della Galleria Sabauda e la Dama con l'unicorno di Luca Longhi da Castel Sant'Angelo. Verranno anche svelate, per la prima volta, le indagini diagnostiche realizzate sulla Venere di Botticelli, da cui si potranno scoprire i pensieri e i ripensamenti dell'artista.
In tutto sono oltre 100 le opere esposte, tra dipinti, disegni, sculture antiche e oggetti d'arte provenienti dai Musei Reali di Torino, dalle Gallerie degli Uffizi e da molte altre prestigiose istituzioni. La mostra spazia da magnifiche statue e bassorilievi archeologici di età romana, a opere rinascimentali, fino ad arrivare all'inizio del Novecento con la seduzione delle opere di Alphonse Mucha, maestro dell'Art Nouveau. Scopri di più.
Le Scuderie del Quirinale presentano Barocco Globale
Appuntamento dal 4 aprile con la nuova mostra alle Scuderie del Quirinale, realizzata con la Galleria Borghese di Roma e con la partecipazione e la collaborazione di prestigiose istituzioni e musei nazionali e internazionali. "Barocco Globale. Il mondo a Roma nel secolo di Bernini" presenta un viaggio attraverso una Roma cosmopolita, al centro di una complessa rete di viaggi e rapporti che trascendono confini nazionali e culturali. L'Africa, l'America, l'Asia erano presenze tangibili e visibili nella Roma di questa epoca; opere d'arte di maestri del Barocco come Gian Lorenzo Bernini, Pietro da Cortona, Nicolas Poussin, ci proiettano in un mondo sorprendentemente multietnico e multiculturale, in cui missionari e diplomatici mettevano in dialogo, alla corte dei Papi, il Giappone con la Persia, il Congo col Nuovo Mondo.
Da Caravaggio a Morandi a Villa Bardini a Firenze
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Michelangelo Merisi detto Caravaggio, Ragazzo morso da un ramarro, 1597 ca., olio su tela, Firenze, Fondazione Roberto Longhi
In arrivo qualche giorno prima dell'inizio di aprile, il 27 marzo, una grande mostra d'arte porta a Villa Bardini a Firenze un affascinante viaggio alla riscoperta di una coppia – lui storico dell'arte, lei scrittrice e traduttrice – che riunì un cenacolo di artisti e intellettuali che hanno plasmato il 900 italiano e non solo. Si tratta di Roberto Longhi e Anna Banti. A Longhi si deve la riscoperta del nostro Seicento, grazie al suo lavoro su Caravaggio e altri, insieme a quello di Anna Banti, pseudonimo di Lucia Lopresti, su Artemisia.
La mostra "Caravaggio e il Novecento. Roberto Longhi, Anna Banti", a cura di Cristina Acidini e Claudio Paolini, consentirà di ammirare capolavori come "Ragazzo morso da un ramarro" di Caravaggio, gli "Apostoli" di Jusepe de Ribera o l'emozionante sequenza di 10 Morandi intimi, creati dall'artista bolognese, regalati in occasioni diverse a Roberto Longhi e alla fortunata padrona di casa. Oltre a essi, si trovano esposti 40 dipinti, tra disegni e acquarelli, nuclei rilevanti di fotografie originali e di documenti d'archivio che testimoniano la frequentazione della coppia con Ungaretti, Bassani, Pratolini, Gadda, Pea, Bigongiari, Pasolini, tra i molti amici letterati e scrittori, o con de Pisis, Socrate, Guttuso, Mafai, oltre al già citato Morandi, tra i tanti artisti. Scopri di più.
A Napoli un ospite illustre: Raffaello
Raffaello Sanzio, Dama col liocorno, inizio del 1505, olio su tavola trasportata su tela (applicata su tavola), 67 x 56 cm. Roma, Galleria Borghese / foto A. Novelli
Anche in questo caso l'evento viene inagurato il 27 marzo, per proseguire fino al 26 giugno. Le Gallerie d'Italia a Napoli, per la rassegna "L'Ospite illustre", ospiterà la Dama col liocorno di Raffaello Sanzio, proveniente dalla Galleria Borghese di Roma.
Il dipinto sarà allestito nella sala dedicata al Martirio di sant'Orsola di Caravaggio che, contestualmente, sarà in esposizione a Roma presso le Gallerie Nazionali di Arte Antica - Palazzo Barberini per la mostra Caravaggio 2025. La Dama col liocorno è un dipinto a olio su tavola trasportata su tela databile all'inizio del 1505. L'aspetto dell'opera, quale si presenta oggi ai nostri occhi, è il risultato di uno storico intervento di restauro seguito a una fitta vicenda critica sviluppatasi a partire dalla seconda metà del XIX secolo. Fino al 1936 infatti il personaggio ritratto era raffigurato come Santa Caterina d'Alessandria, caratterizzata dal consueto attributo della ruota dentata visibile al posto dell'attuale unicorno; sulle sue spalle un pesante manto modificava il profilo della figura, coprendo parte della veduta sul paesaggio retrostante. Scopri di più.
Tomaso Binga al Madre di Napoli
Ritratto di Tomaso Binga durante la mostra Playgraphies alla Galleria La Cuba d'Oro, 10 maggio 2001, Roma. Courtesy Tomaso Binga – Archivio Tomaso Binga
Restiamo a Napoli, ma cambiamo decisamente periodo storico. Il 18 aprile apre al pubblico al museo Madre la mostra "Euforia Tommaso Binga", la più ampia retrospettiva museale dedicata all'artista, che presenta i quaranta anni della sua pratica artistica attraverso più di centoventi opere tra poesie visive, installazioni, fotografie, collage, documenti, testimonianze di performance – molte delle quali mostrate per la prima volta o a decenni di distanza dalla loro prima esposizione – provenienti da musei e collezioni private.
Tomaso Binga, nome d'arte di Bianca Pucciarelli Menna (nata a Salerno nel 1931, vive e lavora a Roma), dal 1971 ha scelto di entrare nel mondo dell'arte con uno pseudonimo maschile per evidenziare i privilegi dell'uomo anche nel campo culturale. Afferma l'artista "Il mio nome maschile gioca sull'ironia e lo spiazzamento; vuole mettere allo scoperto il privilegio maschile che impera nel campo dell'arte, è una contestazione per via di paradosso di una sovrastruttura che abbiamo ereditato e che, come donne, vogliamo distruggere. In arte, sesso, età, nazionalità non dovrebbero essere delle discriminanti. L'Artista non è un uomo o una donna ma una PERSONA". Scopri di più.
El Greco e la pittura tra Creta e Venezia
Michele Damaskinos (attr.): Nozze di Cana (da Tintoretto), 1575 – 1580 ca. Venezia, Museo Correr
La mostra a Palazzo Ducale, in programma a partire dal 30 aprile 2025, mira a testimoniare i profondi rapporti di Venezia con Creta, Costantinopoli e la Grecia.
Ricca di almeno una sessantina di opere, la mostra attinge a numerosi i dipinti conservati in città dal Museo Correr e dal Museo delle Icone presso l'Istituto Ellenico di Studi Bizantini e Postbizantini, nonché in collezioni private italiane e straniere.
L'enfasi è posta sulla scoperta del Rinascimento in Grecia, anche come evoluzione dell'arte negli ultimi anni dell'impero dei Paleologhi, non tanto sul dominio marittimo veneziano e neppure su dialettiche Creta-Grecia continentale, come sottolinea la presenza in mostra di alcuni dipinti di El Greco, proiettate in un ambito creativo europeo che trascende l'epoca di realizzazione. Molte opere di scuola veneto-cretese sono ancora in possesso di famiglie allora legate alla città di Venezia, spesso committenti originarie. Scopri di più.
Fotografia a Venezia con Maurizio Galimberti e Robert Mapplethorpe
Johnny Depp, lastra Polaroid, 2015, 50x60 cm. By Maurizio Galimberti/Photomovie
Le Stanze della Fotografia, sull'isola di San Giorgio Maggiore a Venezia, dal 10 aprile presentano la mostra Maurizio Galimberti tra Polaroid/Ready Made e le lezioni americane di Italo Calvino, curata da Denis Curti. Internazionalmente noto per i ritratti di star come Lady Gaga, Robert De Niro, Johnny Depp e Umberto Eco, e per aver realizzato pubblicazioni e mostre site specific su New York, Parigi, Milano, Roma e Venezia, Maurizio Galimberti presenta a Venezia alcuni tra i più iconici mosaici di polaroid, tra i quali Johnny Depp, Barbara Bouchet e Angelica Huston, in un percorso che si articola in sei sezioni: Cenacolo, Storia, Sport, Ritratti, Taylor Swift e Luoghi.
Lo stesso giorno inaugura anche una mostra dedicata a un protagonista assoluto della fotografia internazionale: Robert Mapplethorpe (New York, 1946 - Boston, 1989). Anch'essa curata dal direttore artistico de Le Stanze della Fotografia, Denis Curti, Robert Mapplethorpe. Le forme del classico è organizzata e promossa da Marsilio Arte e Fondazione Giorgio Cini in collaborazione con la Fondazione Robert Mapplethorpe di New York. Concepita come primo atto di una più ampia trilogia, parte di un percorso di studio e ricerca sulla figura di Mapplethorpe, che toccherà Milano, a Palazzo Reale, e Roma, al Museo dell'Ara Pacis, la mostra presenta oltre 200 immagini, alcune delle quali presentate in Italia per la prima volta, che approfondiscono in particolare la dimensione classica della fotografia di Mapplethorpe, attraverso perfetti corpi maschili e femminili, così come con magnifiche immagini dei fiori, svelati nella loro nudità, vere e proprie composizioni poetiche, ambigue e delicate al tempo stesso. Scopri di più.
Collezione Maramotti presenta Viviane Sassen
Viviane Sassen Untitled from Roxane II, 028 2017 c-print 45 x 30 cm © Viviane Sassen Courtesy of the artist and Stevenson (Cape Town, Johannesburg, Amsterdam)
A partire dal 27 aprile, Collezione Maramotti presenta This Body Made of Stardust, ampia esposizione personale di Viviane Sassen composta da oltre cinquanta fotografie e un'opera video realizzate dal 2005 al 2025, con alcuni nuovi lavori ideati specificamente per questa occasione. In dialogo con alcune sculture della Collezione Maramotti (di Evgeny Antufiev, Kaarina Kaikkonen, Fabrizio Prevedello, TARWUK), nelle quali Sassen ha intercettato un'immediata empatia, le fotografie esposte fanno parte di diverse serie di lavoro provenienti dal suo ampio archivio, che da anni l'artista rielabora in differenti configurazioni, in una sorta di progetto di ricerca a lungo termine.
Intimamente legata alle arti plastiche, oltre che al design e alla moda, Sassen si definisce anche scultrice: plasma la luce – e ancor più l'ombra, metafora di angosce e desideri della psiche umana –, modella corpi e oggetti, dà forma a opere dai colori intensi, vibranti e vitali, giungendo a introdurre nella propria pratica anche pittura, inchiostri e collage, con cui imprime una dimensione extra all'immagine fotografica. Scopri di più.
Al monastero benedettino di Polirone la Street Art di Jisbar
Jisbar. Ritratto
Jisbar (1989), uno degli esponenti più apprezzati e acclamati della street art internazionale, sarà protagonista, dal 13 aprile, nel Refettorio del monastero benedettino di Polirone a San Benedetto Po (MN), luogo sacro e magico, la cui genesi risale, in piena epoca medievale, agli albori dell'anno 1000.
Un accostamento non casuale, visto che la cifra espressiva più caratteristica dell'artista francese risiede nelle reinterpretazioni dei capolavori dell'arte antica, dalla Monna Lisa di Leonardo da Vinci alla Nascita di Venere di Sandro Botticelli, dalla Ragazza col turbante di Johannes Vermeer all'Urlo di Edvard Munch, su cui inserisce un caleidoscopio di riferimenti della cultura pop. La mostra, dal titolo Timeless Icons, allestita nel Refettorio monastico polironiano, curata da Sandie Zanini, organizzata da Zanini Arte, si svilupperà in un percorso visivo di oltre 25 tele inedite, in un gioco di contrasti e armonie, dove ogni opera getta un ponte tra la memoria del luogo e le visioni dell'artista. Scopri di più.
Sebastião Salgado al Mart e al MUSE
Sebastião Salgado, Dalla serie "Ghiacciai" (1995 - 2020), Fotografia, Courtesy l'artista
Nell'anno internazionale dedicato ai ghiacciai, da un'idea del Trento Film Festival, il Mart e il MUSE portano in Trentino il nuovo grande progetto espositivo di Sebastião Salgado, in collaborazione con Contrasto e Studio Salgado. Dal 12 aprile, la mostra "Sebastião Salgado. Ghiacciai" propone un'esposizione di oltre 50 fotografie in grande e grandissimo formato di ghiacciai di tutto il mondo negli spazi del Mart di Rovereto, mentre al MUSE di Trento vi sarà una grande installazione site specific negli spazi del "Grande Vuoto" che l'architetto Renzo Piano ha immaginato come cuore pulsante del museo. Scattate tutte in Canada, nel Parco Kluane Park, le fotografie esposte a Trento costituiscono un unico grande nucleo.
La fotografia tedesca del Novecento alla Fondazione Prada
Heinrich Riebesehl, Menschen Im Fahrstuhl, 20.11.1969 [People in the Elevator, 20.11.1969] 1969 Kicken Berlin © Heinrich Riebesehl, by SIAE 2025
Terminiamo questa rassegna con un altro evento dedicato alla fotografia. Dal 3 aprile Fondazione Prada presenta "Typologien", un'estesa indagine dedicata alla fotografia tedesca del Novecento. Il progetto, ospitato nel Podium, lo spazio centrale della sede milanese, è curato da Susanne Pfeffer, storica dell'arte e direttrice del Museum MKF für Moderne Kunst di Francoforte.
Il percorso espositivo segue un ordine tipologico e non cronologico, riunendo oltre 600
opere fotografiche di 25 artiste e artisti affermati e meno noti, essenziali per ricostruire un secolo di fotografia in Germania, come Bernd e Hilla Becher, Sibylle Bergemann, Karl Blossfeldt, Ursula Böhmer, Christian Borchert, Margit Emmrich, Hans-Peter Feldmann, Isa Genzken, Andreas Gursky, Candida Höfer, Lotte Jacobi, Jochen Lempert, Simone Nieweg, Sigmar Polke, Gerhard Richter, Heinrich Riebesehl, Thomas Ruff, August Sander, Ursula Schulz-Dornburg, Thomas Struth, Wolfgang Tillmans, Rosemarie Trockel, Umbo (Otto Umbehr) e Marianne Wex. Un sistema di pareti sospese che divide lo spazio espositivo in partizioni geometriche suggerisce connessioni inaspettate tra pratiche artistiche diverse, ma accomunate da un comune principio o intenzione di classificazione. Scopri di più.
Redazione
Pubblicato il 27/03/2025
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