Spiegati i segreti del Carcere Mamertino, ma non tutti.

Ai Fori di Roma una nuova attrazione: Il Carcere Tullianum, più conosciuto come Mamertino o il carcere dove fu imprigionato San Pietro prima del martirio. Svelati molti segreti della struttura dopo il restauro, ma molti ancora da svelare. Per i turisti un percorso che inizia lì e termina al Colosseo.

Sono molti i misteri che dovranno essere ancora sciolti per capire e conoscere la vera storia del luogo dove sorse il Carcere Mamertino. Situato a ridosso del Foro romano a Roma è conosciuto come il carcere in cui fu rinchiuso San Pietro, il carcere Tullianum, meglio conosciuto come il carcere Marmertinum è tornato agli antichi splendori grazie ad un lungo restauro promosso anche in collaborazione con l’Opera Romana Pellegrinaggi, e riaperto al pubblico alcuni mesi fa nel corso dell’anno giubilare della Misericordia.

Ora il Mamertino ha assunto un ruolo molto importante nella visita ai Fori Imperiali e all’area del Colosseo.
Le opere di restauro, infatti, hanno svelato alcuni reperti che sono stati celati, ci racconta don Giorgio Picu, tra le guide autorizzate dell’ORP, per circa 2 mila anni.
Il reperto più misterioso riguarda un corpo trovato in alcune tombe portate alla luce. Ebbene l’esame di datazione con il carbonio ha sentenziato che le ossa erano risalenti a circa l’anno mille prima di Cristo, cioè quando Roma non esisteva in quanto veniva fondata oltre 300 anno dopo. Secondo testimonianze riportate negli scritti il Carcere Mamertino fu realizzato intorno al 640 avanti Cristo, ma probabilmente la sua destinazione carceraria è successiva.
Si ritiene infatti che in quel posto esistesse una sorta di tempio, una zona sacra, perché c’era una sorgente d’acqua. Cosa che infittisce maggiormente la questione delle ossa umane. Ma le scoperte a cui ha portato il restauro non si riferiscono solo a quel periodo. In un’intercapedine tra il piano più basso (9 metri al di sopra della via Sacra) e il secondo piano (su un totale di quattro) è riemersa una fornace dove i romani costruivano manufatti in terra cotta e dove, con certezza quasi assoluta, Michelangelo Bonarroti smorzava la calce viva che gli servì per i suoi interventi al Campidoglio.
Una cosa appare certa. Se prima il carcere entrava nelle visite dei turisti solo per l’aspetto storico religioso (la presenza di San Pietro è stata accertata, quella di San Paolo no) oggi il Tullianum è un preciso passaggio per conoscere parte della storia cristiano-romana riassunta all’interno da un piccolo museo multimediale in grado di raccontare questa storia con il supporto di moderne tecnologie (molto interessanti quelle che svelato gli affreschi, tra cui quello di Sant Pietro e San Paolo). Tra l’altro si vede l’evoluzione di circa tre mila anni di architettura. Sopra il carcere, al quarto piano, c’è da scoprire un gioiello: la chiesa e l’oratorio dei maestri falegnami, un vero e proprio gioiello del barocco che non va assolutamente perso e che gli stessi romani non conoscono più di tanto.

Per i turisti che vengono da fuori Roma c’è da ricordare che partendo dal Carcere Mamertino, con un biglietto unico, si può accedere direttamente al Foro e al Colosseo, senza fare altre file ai botteghini.

Pubblicato il 16/02/2017

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