Dalla pittura tra Otto e Novecento, fino all'arte sonora di un artista contemporaneo. Tra le nuove mostre inaugurate negli ultimi giorni c'è spazio per alcune tra le espressioni artistiche più significative sviluppatesi dalla fine del XIX secolo, ma anche per la sperimentazione del XXI secolo. Dai pittori italiani della Belle Époque a Parigi, al linguaggio pittorico carico di simbolismo e inquietudine di Munch, per arrivare ad una grande mostra dedicata al Surrealismo, ospitata dalla Fondation Beyeler in Svizzera. Senza dimenticare la grande Fotografia, con Henri Cartier-Bresson protagonista a Torino.
Munch a Palazzo Bonaparte di Roma
Munch. Il grido interiore. Allestimento mostra
Dopo decenni, uno degli artisti più amati al mondo torna a Roma con una grande mostra ospitata a Palazzo Bonaparte fino al 2 giugno 2025. La mostra Munch. Il grido interiore offre al pubblico l'opportunità di immergersi nell'universo artistico del pittore norvegese, attraverso l'esposizione di cento capolavori provenienti dal Munch Museum di Oslo.
La mostra, curata da Patricia G. Berman con la collaborazione scientifica di Costantino D'Orazio, ripercorre l'intero percorso artistico di Munch, dai primi lavori alle ultime creazioni, esplorando i profondi interrogativi esistenziali che segnano la sua produzione, dall'angoscia all'amore, fino alla morte. Questa esposizione rappresenta un'occasione unica per apprezzare la profondità e la complessità dell'opera di Munch, grazie a un prestito eccezionale del Munch Museum di Oslo.
La precedente tappa della mostra a Palazzo Reale di Milano ha registrato un record di visitatori, confermando l'interesse e l'apprezzamento del pubblico per l'arte di Munch. Iole Siena, Presidente di Arthemisia, ha espresso orgoglio per la realizzazione di questo progetto in collaborazione con il Munch Museum, sottolineando l'importanza di rendere accessibili al pubblico italiano le opere di un artista di tale rilevanza.
Tra le opere più significative in esposizione, "La morte di Marat" (1907) rappresenta un momento cruciale nella produzione di Munch, mentre "Notte stellata" (1922–1924) e "Le ragazze sul ponte" (1927) evidenziano la sua maestria nell'uso del colore e della composizione per esprimere stati d'animo complessi. La presenza di una versione litografica de "L'Urlo" (1895) offre ai visitatori l'opportunità di confrontarsi con una delle immagini più iconiche dell'arte moderna. Scopri di più.... leggi il resto dell'articolo»
Casorati a Palazzo Reale
Casorati, Allestimento © Filippo Romano
Dal 15 febbraio al 29 giugno 2025, il Comune di Milano e Marsilio Arte a Palazzo Reale presentano una delle più ampie e complete retrospettive dedicate a Felice Casorati (Novara, 1883 – Torino, 1963). La mostra propone un percorso espositivo dedicato a una delle figure di riferimento della pittura italiana del Novecento, mettendo in luce la peculiarità della sua ricerca formale e la capacità di trasporre la realtà in composizioni sospese e geometriche.
La mostra, ambientata nel suggestivo contesto architettonico di Palazzo Reale, offre una panoramica cronologica dell'opera dell'artista, a partire dalle prime pitture caratterizzate da una rappresentazione quasi scultorea della figura umana, fino alle opere mature in cui la tensione tra solidità e fragilità diventa l'elemento chiave. Sono oltre cento le opere presentate per l'occasione, tra dipinti su tela e tavola, sculture, opere grafiche della stagione simbolista, bozzetti per scenografie di opere realizzate per il Teatro alla Scala, tutte di assoluto rilievo e raffinata qualità, selezionate per la loro esemplare storia espositiva.
Tra le opere esposte si evidenziano pezzi provenienti da importanti collezioni private e museali, capaci di raccontare l'evoluzione del linguaggio casoratiano. Le composizioni pittoriche, spesso realizzate con colori intensi e linee marcate, creano un dialogo intenso con lo spazio, suggerendo un continuo passaggio tra il visibile e l'astratto. In questo contesto, il Palazzo Reale, con la sua storia e la sua imponenza, diventa il palcoscenico ideale per interpretare l'eredità artistica di Casorati e per invitare il visitatore a immergersi in un'atmosfera sospesa, in cui ogni opera diventa una soglia verso una dimensione contemplativa e meditativa. Scopri di più.
Pirelli HangarBicocca presenta Tarek Atoui
Tarek Atoui. Improvisation in 10 Days, Installation View
Dal 6 febbraio al 20 luglio 2025, il Pirelli HangarBicocca di Milano ospita Improvisation in 10 Days, la prima mostra personale in Italia dell'artista e compositore elettroacustico Tarek Atoui. Nato a Beirut nel 1980 e residente a Parigi, Atoui è noto per il suo approccio innovativo al suono, esplorando come elementi naturali quali acqua, aria, pietra e bronzo possano assorbire e restituire il suono con sfumature inaspettate.
La mostra, curata da Lucia Aspesi, trasforma lo spazio dello Shed in un ambiente sonoro dinamico, dove le opere interagiscono con l'architettura e il pubblico. Atoui smonta e ricompone installazioni precedenti, creando nuove armonie e sintonizzazioni che evolvono nel tempo, invitando i visitatori a un'esperienza collettiva e partecipativa.
La pratica artistica di Atoui si distingue per la creazione di strumenti musicali innovativi e scultorei, frutto di collaborazioni con compositori e artigiani di diverse culture. Questi strumenti combinano materiali e competenze eterogenee, riflettendo sulle realtà sociali e politiche contemporanee e mettendo in luce l'importanza della musica e delle nuove tecnologie come forme di espressione e identità.
Improvisation in 10 Days rappresenta un omaggio all'improvvisazione, esplorando le potenzialità compositive nello spazio espositivo e instaurando una relazione dinamica tra lo spazio, gli strumenti e le persone. Questa mostra imperdibile offre un'immersione profonda nel mondo sonoro di Tarek Atoui, stimolando processi di apprendimento non convenzionali e nuove forme di interazione sensoriale. Scopri di più.
L'Arte nella Parigi di Boldini e De Nittis a Brescia
Giuseppe De Nittis, Sulla panchina agli Champs-Élysées, 1875, olio su tavola, 18 x 31 cm. Collezione privata
Fino al 15 giugno 2025, Palazzo Martinengo a Brescia ospita La Belle Époque. L'Arte nella Parigi di Boldini e De Nittis, un evento imperdibile per gli appassionati d'arte. L'esposizione presenta oltre 80 capolavori di artisti italiani come Giovanni Boldini, Giuseppe De Nittis, Federico Zandomeneghi, Vittorio Corcos e Antonio Mancini, che hanno vissuto e lavorato a Parigi tra la fine dell'Ottocento e l'inizio del Novecento.
Giovanni Boldini (1842-1931) e Giuseppe De Nittis (1846-1884) sono tra i protagonisti della mostra. Boldini, noto per i suoi ritratti eleganti e dinamici, catturava l'essenza della società parigina dell'epoca. De Nittis, invece, combinava l'impressionismo francese con la tradizione italiana, creando opere che riflettono la vita quotidiana e l'atmosfera della Belle Époque.
Tra le opere esposte, spiccano il "Ritratto di Miss Bell" di Boldini e "Accanto al laghetto dei giardini del Lussemburgo" di De Nittis. La mostra offre anche una selezione di abiti d'epoca, manifesti pubblicitari e vetri artistici, permettendo ai visitatori di immergersi completamente nell'atmosfera parigina di fine secolo.
Curata da Francesca Dini e Davide Dotti, l'esposizione si articola in nove sezioni tematiche che esplorano vari aspetti della Belle Époque, dalla vita urbana ai ritratti femminili, offrendo una panoramica completa di questo periodo storico e artistico.
La mostra rappresenta un'occasione unica per ammirare opere provenienti da collezioni private e musei prestigiosi, molte delle quali raramente esposte al pubblico, celebrando l'influenza e il talento degli artisti italiani nella Parigi di fine Ottocento. Scopri di più.
I Pittori del silenzio a Palazzo Roverella
Vilhelm Hammershøi, Sunshine in the Drawing Room III. Strandgade 30, 1903. Stoccolma, Nationalmuseum
Apre al pubblico sabato 22 febbraio la nuova mostra di Palazzo Roverella a Rovigo, dedicata al più grande pittore danese della propria epoca: Vilhelm Hammershøi (Copenaghen, 1864-1916). Praticamente coetaneo di Munch, la sua riscoperta è recente, e quella di Palazzo Roverella è la prima mostra italiana dedicata al pittore danese, ed anche l'unica a livello internazionale. In "Hammershøi e i pittori del silenzio tra il nord Europa e l'Italia" le sue opere sono poste a confronto con quelle di importanti artisti a lui contemporanei, con un occhio di riguardo – in tali accostamenti – all'Italia, ai Paesi scandinavi, alla Francia e al Belgio. Il filo conduttore che unisce le loro esperienze artistiche è una certa poetica del silenzio, della solitudine, tra vedute cittadine deserte e "paesaggi dell'anima".
La pittura di Hammershøi è stilisticamente molto lontana da quella di Munch, eppure I visitatori scopriranno che anche nelle sue opere c'è qualcosa di sottilmente inquietante, di angoscioso e forse addirittura di torbido: le sue donne sono ritratte quasi sempre di spalle; gli ambienti domestici, in apparenza ordinati e tranquilli, lasciano in realtà presagire o sospettare drammi segreti, o l'attesa di tragedie incombenti, con un senso claustrofobico. Più di 100 opere per accompagnare il visitatore alla scoperta di una pittura misteriosa ed affascinante. Scopri di più.
Henri Cartier-Bresson e l'Italia a Camera di Torino
Henri Cartier-Bresson, Siena, 1953 © Fondation Henri Cartier-Bresson / Magnum Photos
Ha aperto al pubblico il 14 febbraio presso CAMERA – Centro Italiano per la Fotografia di Torino la mostra Henri Cartier-Bresson e l'Italia, un'esplorazione approfondita del legame tra il celebre fotografo francese e il nostro Paese. Curata da Clément Chéroux e Walter Guadagnini, l'esposizione è realizzata in collaborazione con la Fondation Henri Cartier-Bresson di Parigi.
Henri Cartier-Bresson (1908-2004), considerato il pioniere del fotogiornalismo, ha visitato l'Italia in diverse occasioni a partire dagli anni Trenta. Durante il suo primo viaggio nel 1932, ha sviluppato temi chiave della sua arte, come la gestione dello spazio nell'immagine e la capacità di cogliere l'istante decisivo. Nel dopoguerra, come fotoreporter, ha documentato sia le difficoltà sociali del Meridione che le tradizioni e le trasformazioni introdotte dalla riforma agraria. Negli anni Settanta, il suo obiettivo si è concentrato sull'industrializzazione del Sud, con reportage negli stabilimenti Olivetti di Pozzuoli e Alfa Romeo di Pomigliano d'Arco.
La mostra offre un percorso cronologico attraverso le fotografie scattate da Cartier-Bresson in Italia, mettendo in luce l'effervescenza e la profondità del paesaggio umano italiano che tanto lo affascinava. Oltre alle immagini iconiche, l'esposizione presenta una ricca selezione di materiali editoriali, tra cui giornali, riviste e libri, che testimoniano il rapporto intenso tra il maestro della fotografia e l'Italia.
Un'occasione imperdibile per immergersi nell'opera di un artista che ha saputo raccontare con sensibilità e maestria le sfumature del nostro Paese, offrendo uno sguardo unico sulla società italiana attraverso decenni di storia. Scopri di più.
I Capolavori surrealisti della Collezione Hersaint a Basilea
Installation view «La chiave dei sogni. Capolavori surrealisti della Collection Hersaint», Fondation Beyeler, Riehen/Basilea, 2025.ò Foto: Mark Niedermann
Oltrepassiamo il confine italiano per questa mostra che celebra i capolavori surrealisti della Collezione Hersaint: in Svizzera, la Fondation Beyeler ospita fino al 4 maggio La chiave dei sogni, un'esposizione che presenta circa 50 opere chiave di artisti come Salvador Dalí, Max Ernst, René Magritte, Joan Miró, Pablo Picasso, Man Ray, Dorothea Tanning, Toyen, Balthus, Jean Dubuffet e Wifredo Lam. I temi affrontati includono la notte, il sogno, l'inconscio, la metamorfosi e il bosco come luogo del mistero.
La collezione è stata iniziata da Claude Hersaint (1904-1993), uno dei primi e più importanti estimatori del surrealismo. Cresciuto in Brasile e trasferitosi a Parigi nel 1921, Hersaint acquistò il suo primo quadro di Max Ernst all'età di 17 anni, dando inizio a una passione che lo portò a raccogliere circa 150 opere, tra cui uno dei più significativi nuclei di dipinti di Max Ernst in mani private.
Tra le opere in mostra, spiccano "L'angelo del focolare (Il trionfo del surrealismo)" di Max Ernst (1937), "Il gioco lugubre" di Salvador Dalí (1929) e "Passage du Commerce-Saint-André" di Balthus (1952-1954). La mostra offre un dialogo tra le opere della Collezione Hersaint e quelle della Fondation Beyeler, evidenziando analogie e differenze che arricchiscono la comprensione del movimento surrealista.
Un'occasione unica per immergersi nell'universo onirico e misterioso del surrealismo, attraverso capolavori raramente esposti al pubblico. Scopri di più.
Redazione
Pubblicato il 19/02/2025
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