Fausto Melotti, Afro Basaldella, Alberto Burri, Giuseppe Capogrossi, Tomaso Binga e Carol Rama sono i nomi, tra i più grandi e innovatori protagonisti dell'arte italiana e internazionale del Novecento, che tornano, con le loro opere, a dare dimostrazione concreta dell'evoluzione dell'arte nel secolo scorso: dalla figurazione alle sperimentazioni informali, dall'impegno per le istanze femministe, fino al gioco come forma espressiva.
1. Alla GAM di Torino una grande mostra su Fausto Melotti
A oltre cinquant'anni di distanza, la GAM di Torino dedica all'artista una nuova grande mostra, realizzata in collaborazione con la Fondazione Fausto Melotti di Milano e curata da Chiara Bertola e Fabio Cafagna. Un percorso espositivo che ripercorre l'intera produzione di Melotti dagli esordi astratti degli anni Trenta fino alla maturità artistica.
Fausto Melotti (1901–1986) è stato uno dei protagonisti dell'arte italiana del Novecento, noto per la sua ricerca poetica tra scultura, musica, matematica e astrattismo. Nato a Rovereto, si forma come ingegnere e pianista prima di dedicarsi all'arte, studiando all'Accademia di Brera, dove incontra Lucio Fontana. Negli anni Trenta aderisce al movimento astratto milanese, distinguendosi per un linguaggio personale, fatto di equilibri sottili e forme leggere, spesso in metallo o ceramica. Dopo un periodo figurativo nel dopoguerra, torna all'astrazione con opere che uniscono rigore e lirismo. Melotti è stato anche scrittore e poeta, e la sua produzione è oggi riconosciuta a livello internazionale come una delle più originali del panorama europeo.
Fausto Melotti La ballata del cervo, 1979 terracotta dipinta, ceramica smaltata, lana, ottone, tessuto 38,5 x 32,1 x 7 cm Fondazione per l'Arte Moderna e Contemporanea CRT in comodato alla GAM - Galleria Civica d'Arte Moderna e Contemporanea, Torino
Il titolo della mostra inaugurata il 16 aprile, "Lasciatemi divertire!", trae ispirazione da un'ironica affermazione dell'artista e sottolinea l'approccio giocoso e sperimentale che ha caratterizzato la sua ricerca. L'esposizione presenta oltre centocinquanta opere, provenienti da collezioni pubbliche e private e si articola intorno al nutrito nucleo di lavori conservati dalla GAM, tra cui la grande Modulazione ascendente (1977), collocata nel giardino del Museo. Scopri di più.
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2. Loving Picasso: a Jesolo una mostra su Picasso e le donne
Pablo Picasso Le Repas frugal, 1904 Acquaforte, 46,3x37,7 cm © Succession Picasso by SIAE 2025
L'esposizione allestita al JMuseo, dal titolo Loving Picasso, a cura di Piernicola Maria Di Iorio, esplora la complessa e controversa relazione dell'artista con l'universo femminile, tra i numerosi legami sentimentali e relazioni con donne che hanno avuto un impatto significativo sulla sua arte. La mostra, aperta al pubblico da sabato 19 aprile, si concentra in particolare su quattro serie grafiche di Picasso: la Tauromaquia del 1959, dove la corrida diventa metafora della seduzione; Dans L'atelier de Picasso che svela lo spazio intimo della creazione, Suite des Saltimbanques (1905) e Barcelona Suite (1901-1907).
Oltre a queste, una selezione delle sue ceramiche più rappresentative realizzate tra il 1952 e il 1969, opere di Dora Maar, e i ritratti realizzati da Robert Capa a Picasso nel 1948 in Costa Azzurra. Tra queste la celebre foto che ritrae Pablo Picasso e la sua compagna di allora, la pittrice Françoise Gilot, sulla spiaggia di Golfe Juan. È un periodo in cui Capa frequenta spesso Picasso e il suo entourage: è amico personale del pittore e documenta alcuni momenti della sua vita privata con uno sguardo diretto ma affettuoso. Di Françoise Gilot, unica donna che ebbe il coraggio di abbandonare Picasso, sono esposte delle litografie. Scopri di più.
3. Afro Burri Capogrossi. A Perugia una mostra celebra tre protagonisti dell'Informale italiano
Giuseppe Capogrossi, Superficie 14, 1953; courtesy Repetto Gallery
Palazzo della Penna - Centro per le Arti Contemporanee - ospita un'esposizione, curata da Luca Pietro Nicoletti e Moira Chiavarini, con il coordinamento scientifico di Alessandro Sarteanesi, dedicata a tre grandi artisti del Novecento italiano, Afro Basaldella (1912-1976), Alberto Burri (1915-1995) e Giuseppe Capogrossi (1900-1972), indagando in particolare il passaggio dalla figurazione all'astrazione.
La mostra Afro Burri Capogrossi. Alfabeto senza parole, che vede la partecipazione della Fondazione Archivio Afro, Fondazione Palazzo Albizzini Collezione Burri, Fondazione Archivio Capogrossi, si concentra – attraverso più di cento opere, provenienti dalla Galleria Nazionale d'Arte Moderna e Contemporanea di Roma, l'Accademia di Belle Arti di Perugia, le Fondazioni e gli Archivi degli artisti e numerosi prestatori privati – sul momento di svolta stilistica che vide i tre artisti superare le ricerche figurative degli anni Trenta e Quaranta per seguire, nei primi anni Cinquanta, una individualità formale di respiro internazionale. Scopri di più.
4. Euforia. Tomaso Binga al museo Madre
Ritratto di Tomaso Binga durante la mostra Playgraphies alla Galleria La Cuba d'Oro, 10 maggio 2001, Roma. Courtesy Tomaso Binga – Archivio Tomaso Binga
Ancora un protagonista dell'arte del Novecento, in questo caso una donna, che ha saputo unire l'interesse per l'arte e l'impegno femminista, con opere che hanno sfidato gli stereotipi, mettendo in discussione i codici del linguaggio patriarcale e riflettndo sul ruolo della donna nella società e nella cultura. Venerdì 18 aprile ha aperto al pubblico al museo Madre di Napoli la mostra "Euforia Tommaso Binga", la più ampia retrospettiva museale dedicata all'artista, che presenta i quarant'anni della sua pratica artistica attraverso più di centoventi opere tra poesie visive, installazioni, fotografie, collage, documenti, testimonianze di performance – molte delle quali mostrate per la prima volta o a decenni di distanza dalla loro prima esposizione – provenienti da musei e collezioni private.
Tomaso Binga, nome d'arte di Bianca Pucciarelli Menna (nata a Salerno nel 1931, vive e lavora a Roma), dal 1971 ha scelto di entrare nel mondo dell'arte con uno pseudonimo maschile per evidenziare i privilegi dell'uomo anche nel campo culturale. Afferma l'artista "Il mio nome maschile gioca sull'ironia e lo spiazzamento; vuole mettere allo scoperto il privilegio maschile che impera nel campo dell'arte, è una contestazione per via di paradosso di una sovrastruttura che abbiamo ereditato e che, come donne, vogliamo distruggere. In arte, sesso, età, nazionalità non dovrebbero essere delle discriminanti. L'Artista non è un uomo o una donna ma una PERSONA". Scopri di più.
5. La "Geniale sregolatezza" di Carol Rama a Torino
Carol Rama Senza titolo, 1950 Olio su tela 79,5x99,8 cm Collezione privata
Carol Rama, nata Olga Carolina Rama (1918 - 2015), in occasione del decimo anniversario dalla sua scomparsa, è protagonista di una vasta retrospettiva promossa dalla Fondazione Accorsi-Ometto, che presenta un'accurata selezione di circa un centinaio opere provenienti da importanti collezioni pubbliche e private, che documentano le principali tappe della ricerca dell'artista dagli anni Trenta ai primi anni Duemila.
Carol Rama, artista torinese di fama internazionale, può vantare una carriera artistica costellata da importanti riconoscimenti, tra cui il Leone d'oro alla carriera alla Biennale di Venezia nel 2003, il Premio Presidente della Repubblica nel 2010, e mostre antologiche a Milano, Torino, Rovereto, Genova, Ulm, Innsbruck, Barcellona, Parigi, Dublino e New York. Si può definire un'artista autobiografica. Ogni personaggio, ogni oggetto che compare sulla scena della sua opera trova il suo riscontro nella storia e nella memoria personale.
L'esposizione Carol Rama. Geniale sregolatezza, che si articola in 8 sezioni, si apre con una serie di acquerelli della fine del decennio Trenta, caratterizzati dalla libertà espressiva del segno grafico e da un'esplicita carica erotica, nei quali l'artista riversa le fantasie e le inquietudini della sua adolescenza, raffigurando personaggi e oggetti, allusivi ed emblematici, tratti dal suo vissuto. Si affianca la parallela produzione espressionista degli anni Quaranta di oli denotati da una densa materia pittorica e di disegni raffiguranti volti, figure e paesaggi. La mostra prosegue esplorando i diversi cicli succedutisi nei decenni successivi, fino alla sua produzione più recente tra gli anni Novanta e i primi Duemila. Scopri di più.
Redazione
Pubblicato il 22/04/2025
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