Il 2024 è stato un anno segnato dalla celebrazione di diversi movimenti artistici storici, con l'Impressionismo in primo piano grazie al 150° anniversario della nascita del movimento che ha coinvolto alcuni tra i pittori più amati anche dal pubblico di oggi. Anche il Surrealismo ha avuto la dovuta attenzione, nel centenario della pubblicazione del suo manifesto, presentandosi come una delle correnti più influenti nel Novecento, e anche nel panorama contemporaneo.
Molte esposizioni si sono concentrate sul periodo che va dalla metà dell'Ottocento alla metà del Novecento, un passaggio cruciale che ha traghettato l'Europa verso la modernità. L'Impressionismo ha segnato il superamento della pittura accademica, con Parigi al centro del mondo culturale, immersa nella Belle Époque e nella vitalità sociale che ha favorito la nascita delle avanguardie. In questo contesto, sono emersi nuovi protagonisti come Picasso e Matisse, che hanno influenzato più di ogni altro l'evoluzione dell'arte nei decenni a venire.
Il 2024 ha visto anche un rinnovato interesse per l'arte al femminile, soprattutto nell'ambito dell'arte contemporanea, con grandi protagoniste sia a livello nazionale che internazionale. La fotografia d'autore ha continuato a occupare un ruolo centrale, con un'attenzione speciale alle donne che, attraverso la loro storia personale oltre che artistica e professionale, hanno lasciato un'impronta indelebile, raccontando con una sensibilità straordinaria il loro tempo, e offrendo esempi di emancipazione e coraggio che possono essere di ispirazione anche oggi.
L'Impressionismo: da Monet a Berthe Morisot
Claude Monet, Passeggiata vicino ad Argenteuil, 1875, olio su tela, 61x81,4cm © Musée Marmottan Monet, Paris
Quest'anno ha visto uno sforzo generalizzato per portare in mostra i grandi maestri del movimento artistico la cui nascita ufficiale viene indicata nel 15 aprile 1874, data in cui, a Parigi, 31 artisti decisero di abbandonare le vie ufficiali per mostrare al pubblico una nuova idea di pittura. Le opere più belle che abbiamo potuto ammirare in Italia sono probabilmente quelle di Claude Monet, tra singoli dipinti "ospiti illustri" in esposizioni tematiche e un'importante monografica allestita a Padova nel Centro Altinate San Gaetano. Agli amanti del maestro della luce non sono certo mancate le occasioni per incontrare dal vivo le sue opere. Già a gennaio avevamo proposto l'articolo Monet in Italia: dove ammirarlo, che preannunciava, tra le altre, la mostra Monet. Capolavori dal Musée Marmottan Monet, Paris.
Gli ultimi capitoli di questo lungo racconto sono quelli di Napoli, dove fino al prossimo aprile è presentata la mostra Impressionisti e la Parigi fin de siècle, a cura di Vittorio Sgarbi con Stefano Oliviero, un doppio appuntamento dedicato all'unica donna presente nella mostra del 15 aprile 1874, Berthe Morisot, ed una mostra dedicata agli Impressionisti in Normandia, al Museo degli Innocenti a Firenze.... leggi il resto dell'articolo»
A Torino è la GAM - Galleria Civica d'Arte Moderna e Contemporanea ad avere portato dal Musée Marmottan Monet e dal Musée d'Orsay di Parigi alcuni tra i più grandi capolavori dell'artista nella mostra Berthe Morisot. Pittrice impressionista, che resterà aperta al pubblico fino a marzo 2025. Pochi giorni prima della mostra di Torino, lo scorso ottobre, apriva a Genova, a Palazzo Ducale, Impression, Morisot, a cura di Marianne Mathieu, che presenta 86 opere, tra dipinti, acqueforti, acquerelli, pastelli, cui si aggiungono documenti fotografici e d'archivio, molti dei quali provenienti dai prestiti inediti degli eredi Morisot.
Van Gogh, Matisse, Picasso: i più amati
Insieme a Monet, gli altri nomi che, nell'ambito della pittura tra la fine dell'Ottocento e i primi decenni del Novecento, sono sempre capaci di attirare l'interesse del grande pubblico sono certamente Vincent van Gogh, Henri Matisse e Pablo Picasso. Per la fortuna dei tanti appassionati, tutti e tre sono stati protagonisti di diverse mostre, alcune delle quali ancora in corso.
Il primo ad essere celebrato da una grande mostra nel 2024, a Trieste, al Museo Revoltella fino al 30 giugno scorso, è stato Van Gogh. Abbiamo dato ampio risalto a questa mostra, scrivendone in Van Gogh a Trieste: dieci ragioni che rendono la mostra imperdibile. Possiamo anche offrire un video con un focus sui dipinti più belli esposti in quella sede.
Ne abbiamo anche testimoniato il grande successo di pubblico, insieme a quella su Monet a Padova e altre, nell'articolo Le mostre più viste del 2024. Da Van Gogh a Monet, da Kiefer a Cézanne e Renoir.
Matisse è stato presente fin dalle prime esposizioni dell'anno dedicate al passaggio epocale tra Otto e Novecento, a Palazzo Zabarella a Padova, nella mostra terminata lo scorso aprile Da Monet a Matisse. French Moderns 1850–1950, per arrivare alla mostra ancora in corso a Mestre, al Centro Culturale Candiani, Matisse e la luce del Mediterraneo, senza dimenticare la nuova mostra di Palazzo Zabarella a Padova Matisse, Picasso, Modigliani, Miró. Capolavori del disegno dal Musée de Grenoble.
A chi non l'avesse ancora vista, possiamo offrire la video presentazione della mostra di Mestre.
Per ultimo, non certo in ordine di importanza, c'è Picasso, che è protagonista di un progetto espositivo concepito in due parti e due sedi, a Palazzo Te a Mantova, con Picasso a Palazzo Te. Poesia e Salvezza, e a Palazzo Reale a Milano con Picasso lo straniero, oltre a essere co-protagonista della già citata mostra di Palazzo Zabarella, e di altre due mostre dedicate alla grafica, alla Reggia di Monza e a Bagnacavallo. Di queste esposizioni e di altre presenze in collezioni permanenti abbiamo recentemente scritto su Picasso: dove vederlo in Italia e dove ammirare i suoi capolavori.
Parlando di grandi protagonisti a cavallo tra i due secoli, non possiamo trascurare di ricordare anche l'arrivo a Palazzo Reale di Munch. Il grido interiore, mostra ancora visitabile fino al 26 gennaio 2025, organizzata in occasione dell'80° anniversario della morte dell'artista norvegese divenuto celebre in particolare per l'Urlo. Si tratta di un ritorno a Milano dopo ben 40 anni, di quello che è considerato un precursore dell'Espressionismo e uno dei più grandi esponenti simbolisti della fine dell'Ottocento, nonché l'interprete per antonomasia delle più profonde inquietudini dell'animo umano.
Henri de Toulouse-Lautrec e Antonio Ligabue
Antonio Ligabue, Autoritratto (1951; olio su faesie, 72 x 51 cm) (dettaglio)
Un accostamento che può sembrare insolito, e infatti non è per ragioni di vicinanza stilistica o storica che li accomuniamo, ma perché hanno entrambi primeggiato per intensità di progetti espositivi a loro dedicati durante tutto l'anno. Basti pensare che Antonio Ligabue è tutt'ora il protagonista di ben due mostre nella sola città di Bologna, con Antonio Ligabue. La grande mostra a Palazzo Albergati e con Ligabue a Palazzo Pallavicini. Queste si aggiungono alla mostra romana Antonio Ligabue. I misteri di una mente allestita Museo Storico della Fanteria fino al prossimo 12 gennaio. Nel corso dell'anno si sono poi susseguite mostre a Trieste, in parallelo a quella su Van Gogh, a Centuripe (Enna), a Sorrento, a Fermo nelle Marche, e a Torino alla Promotrice delle Belle Arti. Una gradita attenzione per l'artista nato in Svizzera, ma assolutamente italiano nella sua personalissima avventura artistica, che difficilmente potrà ripetersi in questa misura negli anni a venire.
Henri de Toulouse-Lautrec, le cui opere grafiche sono da tempo molto popolari in diverse esposizioni più o meno significative, è stato riscoperto anche nella veste di pittore e di artista completo in una bella e importante mostra a Rovigo a Palazzo Roverella, aperta al pubblico fino allo scorso 30 giugno, curata da Jean-David Jumeau-Lafond, Francesco Parisi, Fanny Girard. Una mostra decisamente superiore alle altre a lui dedicate nei tempi recenti, che meritava di essere vista. Per chi l'avesse persa, ecco il nostro video racconto.
Alla mostra di Rovigo si sono susseguite quelle di Torino e di Parma, quest'ultima ancora in corso fino al 12 gennaio prossimo, entrambe dedicate alle opere grafiche e Il mondo del circo e di Montmartre.
Anche in questo caso possiamo offrire un video per l'allestimento di Torino al Mastio della Cittadella.
Il Surrealismo e il suo retaggio
Leonor Fini, Femme assise sur un homme nu, 1942, olio su tela © Leonor Fini, by SIAE 2024
Anche i 100 anni dalla pubblicazione, nell'ottobre del 1924, del celebre Manifesto del Surrealismo da parte di Andrè Breton, dove affermava la superiorità dell'inconscio sulla ragione, sono stati degnamente celebrati, con diversi progetti espositivi, non solo sui protagonisti della prima fase del movimento, ma anche per approfondire l'influenza che questo ha avuto, in particolare nell'ottica dell'Italia, fino ad artisti contemporanei.
E' il caso del Mart di Rovereto che attorno alla mostra Surrealismi. Da de Chirico a Gaetano Pesce, chiusa lo scorso 20 ottobre, ha proposto una serie di altre esposizioni dedicate ad artisti assimilabili ai temi del sogno, come Luigi Serafini, o Italo Cremona. La mostra Italo Cremona. Tutto il resto è profonda notte è tutt'ora allestita nella sede di Rovereto.
E' però stata certamente la mostra proposta dalla Fondazione Magnani-Rocca a Mamiano di Traversetolo (Parma), Il Surrealismo e l'Italia, a richiamare su di sé una grande attenzione e ottime recensioni. Restano ancora pochi giorni, fino al 15 dicembre, per vederla.
Da parte nostra, tra le mostre che abbiamo qui richiamato, possiamo offrire una panoramica video di quella dedicata ai Surrealismi al Mart.
La grande fotografia del Novecento: da Tina Modotti a Brassaï
I maestri della fotografia del Novecento continuano ad attirare grande attenzione e a meritare una costante presenza in importanti sedi espositive. Il Veneto merita una menzione particolare tra le regioni che offrono con continuità nuovi progetti espositivi ai tanti appassionati di quest'arte. L'anno si è aperto con la conclusione di un'importante mostra a Palazzo Roverella a Rovigo: Tina Modotti. L'Opera. Si trattava della più importante esposizione, per numero di opere presenti, mai allestita in Italia fino a quel momento, dedicata alla figura straordinaria della fotografa, nata a Udine il 17 agosto 1896.
La mostra, con un nuovo allestimento, è oggi proposta a Torino, CAMERA - Centro Italiano per la Fotografia, a cura di Riccardo Costantini – promossa da Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo e realizzata in collaborazione con Cinemazero.
Di seguito possiamo proporre un video racconto dell'allestimento di Rovigo.
In Veneto è invece il Museo Civico di Bassano del Grappa a proporre una nuova bellissima esposizione, dedicata ad uno degli altri massimi artefici dell'affermazione della fotografia nel Novecento, in questo caso a partire dagli anni Trenta. Si tratta di Brassaï. L'occhio di Parigi, a cura di Philippe Ribeyrolles, nipote di Brassaï, e Barbara Guidi, dedicata all'autore di immagini che tutt'oggi identificano nell'immaginario collettivo il volto della capitale dell'arte moderna, Parigi, e che espone quasi 200 stampe d'epoca, realizzate nel suo laboratorio dallo stesso Brassaï.
Oltre alle mostre dedicate a Brassaï a Bassano del Grappa e a Tina Modotti a Torino, ancora visitabili sono In breve, Robert Doisneau, alla Galleria Nazionale dell'Umbria fino al 4 maggio 2025, Inge Morath. La fotografia è una questione personale, al Centro Saint-Bénin ad Aosta, dedicata alla prima fotografa ad essere nominata membro della celebre agenzia Magnum Photos, e Henri Cartier-Bresson e l'Italia, di nuovo a Palazzo Roverella a Rovigo fino al 26 gennaio 2025, con la curatela di Clément Chéroux, e Walter Guadagnini, che per la prima volta vede documentato in maniera esaustiva e approfondita il rapporto tra colui che è stato definito "l'occhio del secolo" e l'Italia.
Grandi artisti internazionali: da Anselm Kiefer a Niki de Saint Phalle
Il 2024 ha portato in Italia anche alcune importanti figure del panorama artistico contemporaneo internazionale. E' stato certamente l'anno di Anselm Kiefer e i suoi Angeli caduti, grande e spettacolare mostra allestita fino al 21 luglio 2024 a Palazzo Strozzi a Firenze, dedicata a uno dei più grandi maestri dell'arte tra XX e XXI secolo, celebre per le sue opere di forte impatto che, attraverso pittura, scultura e installazione, investigano i temi della memoria, del mito, della guerra e dell'esistenza.
Il Mudec di Milano ospita fino al 16 febbraio 2025 una mostra dedicata a Niki de Saint Phalle (Neuilly-sur-Seine, 1930, La Jolla, 2002), una delle artiste che maggiormente ha sfidato gli stereotipi di genere attraverso l'arte, portando in esposizione le sue celebri Nanas (parola che letteralmente significa "ragazzine di piccola statura"), coloratissime sculture con sembianze femminili a grandezza naturale, dalla forma un po' grottesca, rese particolari grazie anche al contributo di Jean Tinguely, per cui l'artista si ispirò alle sculture del Parco Güell di Antoni Gaudí di Barcellona.
Niki de Saint Phalle, Le tre Grazie, 1995-2002, © 2024 NIKI CHARITABLE ART FOUNDATION, Photo: Carlotta Coppo
Ancora a Palazzo Strozzi a Firenze, dopo Kiefer è arrivata Helen Frankenthaler, la più grande mostra mai realizzata in Italia, dedicata a una delle più importanti artiste americane del Novecento, tutt'ora visitabile fino al 26 gennaio prossimo. Sempre a Firenze il 2024 ha visto protagonista anche Louise Bourgeois, nella doppia sede del Museo Novecento e del Museo degli Innocenti. In questo caso le mostre si sono concluse a fine ottobre. Il progetto ha portato per la prima volta le opere di Louise Bourgeois (Parigi, 1911 - New York, 2010) a Firenze, tra cui le sue spettacolari sculture raffiguranti grandi ragni. Opere di Louise Bourgeois sono state esposte quest'anno anche a Roma, a Villa Medici e alla Galleria Borghese.
Louise Bourgeois. L'inconscio della memoria, Installation View, Galleria Borghese. © The Easton Foundation/Licensed by SIAE 2024 and VAGA at Artists Rights Society (ARS), NY. Ph. by A. Osio
A proposito degli eventi espositivi più recenti e ancora in corso, leggi anche Il Futurismo e la sua eredità: a Roma e Milano due nuove mostre.
Redazione
Pubblicato il 08/12/2024
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