Iperrealismo

Iperrealismo? "Punti di vista", secondo Ventrone

Uno dei più importanti protagonisti mondiali dell'Iperrealismo, Luciano Ventrone, torno in Italia con una mostra a Pescara, presso il Museo delle Genti d'Abruzzo. Fortemente voluta dalla sua Fondazione, l'artista romano viene rappresentato nell'esposizione come snodo della classicità per capire l'avanguardia di cui è anch'esso protagonista.

Era dal 2014 che il numero uno dell’iperrealismo italiano, Luciano Ventrone, non esponeva più nel nostro paese. Ma l’artista romano, si sa, per questo genere d’arte, è tra i più famosi al mondo ed è invitato ovunque.
Ora torna in Abruzzo fino al 26 marzo con una mostra fortemente voluta dalla sua Fondazione dal titolo “Punti di vista” al Museo delle Genti d’Abruzzo di Pescara.

La mostra, a cura di Mariano Cipollini, attraverso un corposo nucleo di opere, provenienti sia dalla raccolta del maestro sia da collezioni private e pubbliche, traccia un percorso mirato a riattualizzare le letture storico - antropologiche del complesso espositivo passando attraverso una narrazione “atemporale, ammaliatrice e ingannevole” che Ventrone fa della realtà.  In realtà si cerca di ricollocare l’opera del maestro all’interno di un contesto storico e di mercato. L’iperrealismo è un movimento artististico mondiale che ha assunto, a seconda degli interpreti, varie declinazioni. Luciano Ventrone esce dalla storia e dalla tradizione della pittura italiana per reimmeterla addirittura nelle avanguardie. La rassegna, quindi, non rappresenta dunque solo una rilettura filologica delle nature morte del maestro, ma è protesa a riconsiderare e rivedere alcuni aspetti fondamentali che fanno di Ventrone un artista appunro delle avanguardie.
I lavori dell’ultimo ventennio vengono infatti messi in relazione con le sperimentazioni che l’hanno formato, dai primi anni sessanta, per circa un quindicennio. L’esperienza e l’insegnamento di Capogrossi furono per lui fondamentali.

Una mostra questa dalle mille sfaccettature che svela un artista maturo e complesso, stimolato dall’ambiente che lo accoglie e che lo invita a relazionarsi in uno spazio dove il manufatto esposto è parte in causa anche del suo narrato. E’ evidente nel suo lavoro che l’estetica è qualcosa che travalica tempo e percorsi artistici e nel suo lavoro ne diviene regola costante, rendendo l’arte sempre giudicabile e comprensibile.

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Pubblicato il 13/02/2017

Itinerarinellarte.it