In questo momento in Italia sono diverse le mostre dedicate alla produzione grafica di alcuni dei più grandi e amati artisti della storia dell'arte tra la fine del XIX e la prima metà del XX secolo. Scopriamo quali sono e dove si possono visitare.
KLIMT. Grafica d'Arte
Partiamo da una mostra inaugurata verso le fine del mese di marzo a Salò, in provincia di Brescia, precisamente al MuSa, e che resterà allestita fino al 25 maggio 2025. La mostra KLIMT. Grafica d'Arte trae origine dal rapporto che Gustav Klimt (Baumgarten, 14 luglio 1862 – Vienna, 6 febbraio 1918) ebbe col Lago di Garda. Fu nel 1903 il primo contatto, per soli due giorni, ma tanto lo affascinò che decise di tornarvi dieci anni dopo, in questo caso per un lungo soggiorno estivo che si protrasse dal 25 luglio all'11 settembre 1913.
L'arte di Klimt torna quindi sulle rive del Lago grazie alla mostra di Salò, presentando al pubblico oltre 70 opere grafiche – collotipi, eliografie, litografie, disegni e alcune edizioni della celeberrima rivista Ver Sacrum - attraverso i quali è possibile ripercorrere le fasi salienti ed i capisaldi tematici che scandirono la produzione del padre nobile della Secessione viennese.
La morte e la vita Gustav Klimt. Una retrospettiva, a cura di Max Eisler, 1931, op. n. 18 Collezione Silvestri
Con la curatela di Federica Bolpagni ed Elena Ledda, in collaborazione con la Klimt Foundation di Vienna, la mostra documenta una produzione copiosa, testimonianza di quell'idea di "opera d'arte totale" perseguita dal Maestro dello Jugendstil, e anticipatrice del concetto di riproducibilità tecnica teorizzato da Walter Benjamin di lì a poco.
Il percorso espositivo, scandito secondo criteri cronologici e tematici, si apre con la litografia Amore (1896 – 1900) e l'eliografia La Speranza (1907-1908) provenienti dalla Klimt Foundation di Vienna. Seguono Donna con violoncello, disegno originale vergato da Klimt nel 1906 - 1907, e oltre sessanta collotipi selezionati dalle tre cartelle d'epoca Das Werk von Gustav Klimt (Hugo Heller, 1918), Gustav Klimt. Fünfundzwanzig Handzeichnungen (Gilhofer & Ranschburg, 1919) e Gustav Klimt. Eine Nachlese (Max Eisler 1931). Scopri di più.... leggi il resto dell'articolo»
Gauguin. Il diario di Noa Noa e altre avventure
Paul Gauguin Tehura dal Diario di Noa Noa 1894 Xilografia 9 x 7,7 cm Collezione privata
Paul Gauguin (1848–1903), pittore post-impressionista francese, visse una vita inquieta e affascinante, segnata da viaggi, ricerca spirituale e una profonda insoddisfazione per la modernità europea. Dopo una carriera iniziale come agente di cambio e una parentesi da pittore autodidatta nel tempo libero, Gauguin si dedicò all'arte a tempo pieno verso il 1883, spinto anche dalla crisi finanziaria.
Nel 1884 si trasferì con la famiglia a Rouen e poi in Danimarca, ma le difficoltà economiche e le tensioni familiari lo portarono a separarsi dalla moglie. Rientrato in Francia, trascorse un periodo formativo in Bretagna, a Pont-Aven, dove entrò in contatto con altri pittori e sviluppò uno stile personale, più sintetico e simbolico.
Nel 1886 soggiornò anche in Normandia, attratto dai paesaggi e dalla luce del nord. Ma fu un'esperienza che, seppur utile, non lo appagò. Cominciava a sentire forte il rifiuto della civiltà industriale europea, che percepiva come moralmente corrotta e spiritualmente sterile. Cercava un'arte più pura, essenziale, libera dalle convenzioni del mondo occidentale.
Questa spinta lo portò a maturare l'idea del viaggio come forma di rigenerazione, ispirato anche da letture esotiche e dal mito del "buon selvaggio" di Rousseau. Dopo una breve e turbolenta permanenza ad Arles con Van Gogh (1888), Gauguin decise di partire per Tahiti nel 1891, con il desiderio di "ritrovare il paradiso perduto" e attingere a una cultura primitiva che fosse fonte di rinnovamento artistico e umano. Il soggiorno nelle isole polinesiane segnò una svolta definitiva nel suo stile: colori più audaci, forme semplificate e simbolismi tratti dalla mitologia e spiritualità locale.
Una mostra al Museo Storico Nazionale d'Artiglieria dell'Esercito Italiano - Mastio della Cittadella a Torino, Gauguin. Il diario di Noa Noa e altre avventure, che resterà aperta sino al 29 giugno 2025, presenta in particolare le 23 preziose xilografie del Diario di Noa Noa (1893-94), scritto dall'artista durante il suo primo soggiorno nella Polinesia francese e arricchito da sue illustrazioni realizzate con l'antica tecnica dell'incisione su legno, stampate da Daniel de Monfreid.
Complessivamente sono oltre 160 le opere esposte, tutte provenienti da collezioni private italiane, francesi e belghe, e da alcune collezioni museali francesi e italiane, con oltre 100 tra xilografie, disegni e litografie realizzate da Gauguin, insieme a due opere a lui attribuite: l'olio su tela Femme de Tahiti (1891) e l'acquerello Paysage Tahitien. Scopri di più.
M.C. Escher, la mostra a Conversano
Maurits Cornelis Escher, Relatività - 1953; 27,7x29,2 cm; The Escher Foundation Collection
Artista geniale e visionario, le cui opere non smettono di stupire anche le nuove generazioni, Escher è protagonista al Polo Museale - Castello Conti Acquaviva d'Aragona di Conversano, con un'esposizione inaugurata il 28 marzo e visitabile fino al al 28 settembre 2025. Maurits Cornelis Escher (Leeuwarden, 17 giugno 1898 – Laren, 27 marzo 1972), padroneggiava le tecniche incisorie su legno, la litografia e la mezzetinta, per rappresentare costruzioni impossibili e paradossi geometrici, in un viaggio nell'universo infinito dei numeri, tra arte, scienza e natura.
A Conversano, attraverso l'esposizione di circa 80 opere, corredato da approfondimenti didattici, video e sale immersive, viene presentato l'intero percorso artistico di Escher, dagli inizi ai viaggi in Italia alle varie tecniche artistiche che lo videro impegnato per tutta la vita e che lo hanno reso un artista unico, fino alle opere che dagli anni '50 ne hanno accresciuto la popolarità. In mostra vengono presentati alcuni tra i lavori più noti dell'artista olandese come Cascata (1961), Belvedere (1958), Relatività (1953), Giorno e notte (1938) Galleria di stampe (1956) e tante altre.
Proprio nell'opera "Relatività", che si vede rappresentata sopra, è emblematica dalla straordinaria capacità di Escher di creare architetture che giocano con le leggi della matematica e della fisica. L'opera rappresenta un mondo architettonico dove le leggi della gravità sono sovvertite: tre diverse fonti di gravità convivono nella stessa scena. Ogni gruppo di personaggi si muove coerentemente con una propria verticale, anche se per l'osservatore esterno le direzioni risultano incompatibili. Questo crea un effetto visivo straniante e affascinante, in cui scale e pavimenti si intrecciano in un labirinto illogico ma perfettamente costruito.
L'opera è un classico esempio di ciò che si può definire "logica visiva impossibile": ogni parte dell'immagine ha senso localmente, ma l'insieme è irrealizzabile nello spazio tridimensionale reale. Questo aspetto ha ispirato matematici, artisti e persino architetti, oltre a numerose citazioni nella cultura pop (come nei film di Inception o in alcune scene dei videogiochi come Monument Valley).
Nonostante la complessità e l'impatto visivo, l'opera è di piccole dimensioni: solo 27,7 x 29,2 cm. È realizzata con la tecnica della litografia, che Escher padroneggiava con straordinaria precisione. Questo formato compatto rende ancora più sorprendente la ricchezza di dettagli e la chiarezza spaziale ottenuta.
I personaggi presenti nell'opera non hanno tratti distintivi o volti riconoscibili: sono figure stilizzate, quasi robotiche, tutte uguali, che contribuiscono al senso di universalità e alienazione. Sono prigioniere di una realtà regolata da leggi diverse dalle nostre, ma che per loro sembrano del tutto naturali. Scopri di più sulla mostra.
Baj + Milton. Paradiso perduto
BFF Gallery_ installation views, Foto Giancarlo Pradelli, 2025
Il 3 aprile 2025 ha aperto a Milano BFF Gallery, il nuovo museo dedicato all'arte moderna e contemporanea all'interno di Casa BFF, la sede centrale di BFF Bank progettata da OBR - Open Building Research.
A inaugurare la sede espositiva, accessibile gratuitamente, è la mostra Baj + Milton "Paradiso Perduto" i paradossi della libertà, a cura di Maria Alicata e Giovanni Carrada, che espone la serie completa delle quaranta acqueforti realizzate da Enrico Baj per illustrare il Paradiso perduto di John Milton, pubblicate nel 1987 in un libro d'artista da Mastrogiacomo editore con l'introduzione, la selezione e le traduzioni di alcuni versi a cura di Roberto Sanesi. Tra i progetti meno conosciuti nella produzione di Baj che racconta il suo rapporto con la letteratura.
Attraverso gli immaginari dell'artista e il suo segno unico, le quaranta acqueforti ripercorrono alcuni temi centrali dell'opera di Milton - che, nei suoi oltre 10.000 versi sciolti, racconta le origini dell'Umanità dalla creazione di Adamo alla cacciata dall'Eden - proponendo un'occasione di riflessione sulla condizione umana e sui paradossi che sfidano molte delle nostre intuizioni spontanee sulla libertà. Scopri di più.
HOKUSAI. L'acqua e il Segreto della grande onda
Hokusai Katsushika, La grande onda al largo di Kanagawa della serie Le 36 vedute del monte Fuji, xilografia policroma su carta di gelso, 257x379 mm, seconda metà XIX, collezione privata
Alla fine dell'Ottocento, l'arrivo in Europa delle stampe giapponesi Ukiyo-e suscitò un profondo interesse tra molti artisti occidentali, dando vita al fenomeno del Japonisme. Queste opere, caratterizzate da composizioni asimmetriche, colori piatti e contorni marcati, influenzarono profondamente la pittura impressionista e post-impressionista. Artisti come Monet, Degas, Van Gogh e Toulouse-Lautrec trovarono ispirazione nella semplicità formale, nella prospettiva ribaltata e nell'attenzione ai dettagli della vita quotidiana propria dell'arte giapponese. Le stampe di Hokusai e Hiroshige, in particolare, suggerirono nuovi modi di guardare il paesaggio, la figura umana e la scena urbana, contribuendo a liberare la pittura europea dai vincoli della rappresentazione accademica.
Dal 29 marzo il Museo civico "Luigi Bailo" di Treviso ospita la mostra "HOKUSAI - L'acqua e il SEGRETO della grande onda", che resterà aperta fino a domenica 28 settembre 2025. Famoso per la straordinaria e ormai proverbiale capacità di catturare la potenza e il dinamismo dell'acqua, Hokusai ha saputo creare un dialogo misterioso con la cultura europea, superando i confini geografici, ma soprattutto politici, di un Giappone che all'epoca viveva la fase storica di massimo contrasto e isolamento verso l'Europa.
Per la prima volta una mostra tratta del "segreto" che si cela dietro "La Grande Onda", l'opera più iconica di Hokusai, simbolo di una produzione artistica in cui l'acqua occupa un ruolo centrale. Fluida, dinamica, impetuosa, Hokusai ne ha catturato ogni sfumatura, dedicandosi particolarmente alle onde del mare, simbolo della forza straripante della natura. La mostra ripercorre lo studio cronologico delle diverse prove che portarono all'onda perfetta in cui Hokusai seppe unire la sua straordinaria creatività al rigore scientifico.
La mostra di Treviso svela in modo approfondito e inedito la tecnica compositiva dell'artista, attraverso l'esposizione di circa 150 opere che consentono di comprendere il metodo con cui Hokusai realizzò i suoi lavori più celebri, dove si riscontrano anche richiami subliminali ai modelli classici di alcuni maestri rinascimentali. Scopri di più.
Redazione
Pubblicato il 09/04/2025
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