Il titolo della mostra è Mario Cavaglieri: tra il vero e il falso. All'interno degli spazi del Policlinico San Marco a Zingonia, è esposto un gruppo di riproduzioni delle opere dell'artista, tutte derivate da tele appartenenti alla medesima collezione privata.
Considerando il successo ottenuto dalla mostra dell'anno scorso, allestita presso il Policlinico San Pietro, che aveva visto protagonista Antonio Cifrondi, autore di spicco della pittura di genere lombarda del Settecento, la nuova esposizione, presso il Policlinico gemello di Zingonia, mantiene lo schema di una "personale", ma con un artista di altra epoca. La mostra propone non le opere originali ma derivazioni a grandezza pressoché reale, realizzate su alluminio con stampa diretta UV, offrendo così lo spunto per mostrare le possibilità che le nuove tecniche offrono nel riprodurre i quadri. A questo scopo, sono state accostate alle copie tratte dalle opere di Mario Cavaglieri, altre copie, quasi fossero "citazioni" di opere di artisti quali, Vincenzo Irolli, Andrea Tavernier e Plinio Nomellini, tutti contemporanei di Cavaglieri, mostrando i loro quadri, anch'essi a grandezza reale, su plexiglass. Completano la mostra due piccoli olii su tela, già un tempo proposti come autentiche opere di Cavaglieri, ma che in realtà sono risultati di altre mani, con firma contraffatta, offrendo così allo spettatore sia una riflessione sul tema dell'autenticità e della falsificazione nell'arte, che un confronto diretto tra un'opera "dipinta" e la sua riproduzione.
Su Mario Cavaglieri molto si è scritto già quando era in vita che negli ultimi tempi e a lui sono state dedicate numerose mostre monografiche, che ben hanno evidenziato il suo ruolo, assolutamente primario, nella pittura italiana del Novecento. Mai statico, mai scontato, Cavaglieri imprime alla materia che tratta, un ritmo, un movimento frenetico, a tratti rotatorio, definito in forzature espressionistiche, caratteristiche che le riproduzioni esposte in mostra, sanno mantenere.
L'artista nasce a Rovigo, nel 1887, da una famiglia agiata tanto che non dipingerà mai per necessità, ma sempre per diletto, in una totale libertà espressiva densa di materia, di esuberi cromatici, di pennellate apparentemente senza controllo, sempre aristocratico negli atteggiamenti e nel pensiero. Presente a numerose biennali a Venezia e al Salon d'Automne a Parigi, trovando grande consenso di pubblico e di critica, Cavaglieri si trasferirà poi in Guascogna, nel 1925, con Giulietta, l'amore di tutta una vita, a Peyloubère, dove morirà nel 1969.
Nella mostra è presente la riproduzione di un quadro, L'heure du thé a Peyloubére, nel quale l'artista dipinge la sua casa francese, proponendo, nel giardino, un gruppo di amici, cronaca di una quotidianità raffinata dove alla figura di Giulietta, in piedi, viene dato il risalto abituale. L'afflato emotivo che sempre Cavaglieri mostra nei confronti delle figure femminili è diventato spunto per un volume, Giacomo Francesco Cipper e Mario Cavaglieri il femminile oltre l'immagine in una collezione privata, curato da Maria Silvia Proni, centrato sulle opere riprodotte ed esposte a Zingonia, poste in relazione al mondo del collezionismo "al femminile" e in rapporto ad un autore del Settecento, Giacomo Francesco Cipper detto Todeschini, di cui un nutrito gruppo di quadri appartiene alla stessa collezione che conserva le tele di Cavaglieri, in una vicinanza apparentemente contraddittoria ma in realtà di raffinato e coltissimo risultato.
Con la mostra al Policlinico San Marco, GSD Foundation ETS continua l'impegnativo percorso di "umanizzare" gli ospedali utilizzando l'arte quale possibile mezzo di guarigione. Nell'arte è la bellezza la cui contemplazione può allontanare, anche per uno spazio di tempo minimo, il dolore, sia del corpo che della mente. Ha dichiarato Gilda Gastaldi, Presidente della GSD Foundation ETS: «Portare arte negli ospedali non è solo una ricerca decorativa, ma una possibilità di cura che possa donare conforto, stimolare la speranza, in un ambiente dove la bellezza possa coadiuvare il processo di recupero fisico ed emotivo, un rifugio che diventi fonte di speranza per tutta la comunità ospedaliera. Arte come linguaggio universale che, oltre a curare il corpo, nutre l'anima».
GSD Foundation ETS
Nata nel 1995, GSD Foundation ETS è un'organizzazione non profit che ha il fine di promuovere la ricerca scientifica nel campo delle scienze biomediche e, in particolare, nelle malattie cardiovascolari. Prevenzione, umanizzazione delle cure e sostegno alla ricerca, sono i tre principali obiettivi sui quali GSD Foundation concentra la propria attività, impegnandosi nella realizzazione di progetti di umanizzazione delle cure per il sostegno ai pazienti nei reparti e per accompagnare i loro familiari, nel sostegno alla ricerca scientifica che ha l'obiettivo di sviluppare metodiche diagnostiche e terapeutiche innovative nell'applicazione clinica, nella promozione di attività di sensibilizzazione e diffusione della cultura della salute.
Gruppo San Donato:
Il Gruppo San Donato (GSD), fondato nel 1957, è oggi fra i primi gruppi ospedalieri europei e il primo in Italia. È costituto da 63 sedi, di cui 3 IRCCS (Policlinico San Donato, Ospedale San Raffaele, IRCCS Ospedale Galeazzi-Sant'Ambrogio). Questi numeri si traducono in una capillare presenza in tutte le principali province lombarde (Milano, Monza, Como, Pavia, Bergamo, Brescia), alle quali si aggiunge Bologna. Cura circa 5 milioni di pazienti all'anno, in tutte le specialità riconosciute, essendo tra i leader, a livello nazionale e internazionale, in Cardiochirurgia, Cardiologia, Chirurgia Vertebrale, Chirurgia Vascolare, Neurochirurgia, Ortopedia e Cura dell'Obesità. Realizza l'80% dell'attività clinica in convenzione con il Sistema Sanitario Nazionale (SSN). Conta più di 17.000 collaboratori, di cui più di 7.000 medici. Oltre all'eccellenza dell'attività clinica, ciò che rende unico GSD in Europa è la qualità dell'attività di didattica universitaria e di ricerca scientifica: 225 docenti di ruolo, 665 docenti a contratto e circa 1.200 ricercatori, 5.535 studenti, 1.314 specializzandi, 3.414 pubblicazioni scientifiche nell'ultimo anno e 19.142 punti di Impact Factor.
Comunicato stampa
Pubblicato il 20/12/2024
Itinerarinellarte.it