La grande saggezza (e bellezza) nelle foto di Cristina Mittermeier

Grazie alle Gallerie d'Italia, il pubblico italiano può conoscere da vicino l'enorme talento di Cristina Goettsch Mittermeier, fotografa e biologa marina nata a Città del Messico nel 1966, co-fondatrice e presidente dell'associazione SeaLegacy, i cui scatti hanno conquistato le pagine di prestigiose pubblicazioni e riviste come Science, Nature e National Geographic.
di Antonio Giuliani

Silver Bank - Repubblica Dominicana, 2015 © Cristina Mittermeier

Come ha ricordato Michele Coppola, Executive Director Arte, Cultura e Beni Storici di Intesa Sanpaolo, non è consuetudine per le Gallerie d'Italia riproporre una stessa mostra in più sedi del polo museale. Nel caso di Cristina Mittermeier, però, la qualità del lavoro e la forza del messaggio trasmesso hanno convinto a fare un'eccezione. Così, dopo l'esposizione alle Gallerie d'Italia di Torino nel 2024, e la tappa alla Galleria d'Arte Moderna di Palermo nella scorsa primavera, la mostra – arricchita da alcuni scatti inediti – approda ora a Palazzo Leoni Montanari a Vicenza, prima storica sede delle Gallerie d'Italia, dal 3 ottobre 2025 al 15 febbraio 2026, a cura di Lauren Johnston e in collaborazione con National Geographic.

"Enoughness", termine difficilmente traducibile in italiano, è il concetto su cui Cristina Mittermeier invita a riflettere con il suo lavoro e con questo progetto espositivo. Per l'artista, l'"enoughness" non è soltanto una mentalità o un'idea astratta, ma una vera e propria ricerca personale: il senso dell'"abbastanza", inteso come tensione verso un modo di vivere che sappia recuperare il valore delle conoscenze tradizionali e rifiutare il falso bisogno di un consumo continuo. Un consumo che impoverisce progressivamente le risorse naturali del nostro pianeta, un piccolo granello nell'infinità dello spazio cosmico, quindi preziosissimo, come la stessa Mittermeier ha sottolineato nel corso della presentazione a Vicenza.

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Ecco quindi la testimonianza fotografica di popoli indigeni, gli ultimi ancora connessi al funzionamento naturale del pianeta Terra, o le foto dei ghiacci dei Poli e degli animali che li popolano, destinati probabilmente a scomparire entro pochi decenni, e gli splendidi scatti del mondo sottomarino. Proprio dall'ecosistema marino è partita l'avventura alla scoperta della grande bellezza e fragilità del nostro mondo di Cristina Mittermeier, co-fondatrice e presidente dell'associazione SeaLegacy, nata nel 2014 dall'unione tra fotografi, registi e scrittori di fama internazionale per sensibilizzare sul tema della difesa degli oceani, fondamentali per la salvaguardia di tutta la vita sulla Terra.

La mostra espone circa 80 fotografie, di cui tre inedite, che vanno guardate non solo per la loro estetica, ma per sentire ancora più pressante l'urgenza di fare il possibile per preservare una simile bellezza, per riscoprire e sentirci parte della trama di un arazzo globale interconnesso, che ci chiede di ripristinare l'equilibrio tra umanità e natura.

Le prime immagini che accolgono il visitatore all'inizio del percorso espositivo sono dedicate alle popolazioni indigene. Colpiscono subito i colori vividi dei ritratti e della grande foto di gruppo scattata nel 2006 nello Stato del Parà, in Brasile.

Stato del Parà, Cristina Mittermeier

Stato del Parà, Brasile. 2006 © Cristina Mittermeier

Non meno intensi sono gli scatti in bianco e nero, come quelli realizzati in Etiopia o in Papua Nuova Guinea nel 2023. La scelta del bianco e nero conferisce alle immagini una dimensione intima, sospesa fuori dal tempo e dal luogo, che invita a un contatto più profondo con chi osserviamo. Le decorazioni sui volti, gli ornamenti e le maschere tribali – dal significato per noi ignoto – simboli di una comunicazione non verbale potente, ci richiamano al legame, per noi sempre più raro, con le tradizioni dei popoli e con un'esistenza in cui la natura vive tanto fuori quanto dentro di noi. In queste espressioni riaffiora quella "grande saggezza" che l'uomo contemporaneo sta progressivamente smarrendo.... leggi il resto dell'articolo»

Cristina Mittemeier, Etiopia, 2023

Valle dell'Omo, Etiopia. 2023 Tribe: Surma © Cristina Mittermeier


Il percorso espositivo prosegue affrontando altri due grandi temi, strettamente legati alla natura e ai fragili ecosistemi messi sempre più in pericolo dallo sfruttamento del pianeta. Si parte dai ghiacci del Circolo Polare Artico e dell'Antartide, che l'artista e attivista ha voluto immortalare "prima che sia troppo tardi". Le sue fotografie restituiscono immagini di rara bellezza: dai colori sorprendenti della natura fino all'eleganza intrinseca degli animali che popolano quelle terre desolate.

Antartide, Cristina Mittermeier

Penisola Antartica, Antartide, 2017 © Cristina Mittermeier

Segue poi il mondo sottomarino, da sempre al centro del cuore e della ricerca di Cristina Mittermeier, biologa marina. «Ad ogni immersione, vedo sempre più chiaramente come l'oceano regga l'equilibrio della vita», afferma l'artista.

L'oceano è infatti il più vasto ecosistema del pianeta, capace di influenzare direttamente o indirettamente ogni forma di vita, anche quelle lontane dalle coste. Più della metà dell'ossigeno che respiriamo è prodotto dagli oceani e dagli organismi che li abitano, mentre almeno un quarto dell'anidride carbonica accumulata a livello globale viene da essi riassorbita. Inoltre, i mari garantiscono cibo a circa mezzo miliardo di persone e contribuiscono a regolare il clima terrestre.

Azzorre, Cristina Mittermaier

Azzorre, 2018 © Cristina Mittermeier

Proprio alla fine del percorso espositivo troviamo una delle immagini più coinvolgenti, uno degli scatti inediti presentati in questa tappa vicentina, scelto non a caso come immagine guida della mostra. È la fotografia di un magnifico esemplare di elefante africano di 52 anni. La sua possente posa, cristallizzata nello scatto e resa ancor più intensa dai dettagli visibili dal vivo, sembra lanciare una sfida allo spettatore: non oltrepassare quella soglia, quel punto di non ritorno in cui neppure creature tanto straordinarie e forti potranno fare nulla per proteggere la ricchezza e la profonda "saggezza" della Natura.

Kenya, 2025, Cristina Mittermeier

Kenya. 2025 © Cristina Mittermeier


E per concludere, riprendiamo ancora una volta le parole dell'artista e fotografa:

Che cosa è Abbastanza?
"Quanto basta per vivere bene ed essere sereni. Quanto basta perché i nostri bambini e nipoti trovino la felicità. Più proviamo a dare una risposta a questa ingarbugliata domanda, più ci renderemo conto di quanto l'essere umano sia indissolubilmente legato a ogni altra forma di vita sulla Terra. [...] 
Avere abbastanza significa vivere in armonia con il mondo naturale che vive fuori e dentro di noi, significa prendersi cura gli uni degli altri attraverso la responsabilità collettiva che abbiamo nei confronti del pianeta. [...]

Non posso dire di essere in possesso di tutte le risposte, ma posso affermare con assoluta certezza che il nostro è un mondo tanto meraviglioso e selvaggio quanto fragile. Prima troviamo il modo di ristabilire l'equilibrio degli ecosistemi, prima potremo veder sorgere un futuro forte di tutti gli insegnamenti della grande saggezza."

Per le informazioni relative alla visita e altri dettagli sulla mostra, continua a leggere la scheda dell'evento.


Pubblicato il 04/10/2025

Co-fondatore e attuale editore di Itinerarinellarte.it, oltre che ideatore e editore di Itinerarinelgusto.it, appassionato e collezionista di arte contemporanea, in qualità di fisico si è occupato di indagini micro-climatiche per la conservazione di manufatti artistici ed è tra gli autori di "La tomba di San Pietro: restauro e illuminazione della Necropoli Vaticana". edito da Electa. Dal 2017 coordina l'attività editoriale di questo magazine online e scrive di mostre d'arte moderna e contemporanea e di turismo dell'arte.

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