Laura Omacini ci fornisce prova evidente che con strumenti espressivi classici come la pittura e ancor prima il disegno si possono dire ancora molte cose, originali ed attuali, pur in una società così disarmonica e sempre più dominata da "artifici" digitali, nella costruzione delle immagini, come nel nostro modo di connetterci alla realtà.
Laura si dichiara interessata soprattutto ai margini e alla marginalità. Nei margini e nei dettagli dell'architettura e degli spazi fisici ricerca tracce di un'umanità essa stessa emarginata o schiacciata dal senso di precarietà e di incertezza che caratterizza il nostro tempo. Ecco quindi la combinazione di rappresentazioni del corpo con elementi geometrici e architettonici nei suoi Portrait, con una delicatezza del segno che si ribella all'apparente necessità di usare una comunicazione urlata ed eccessiva, che è dominante oggi. Potremmo dire che non si tratta di un linguaggio artistico assertivo, quanto piuttosto evocativo, che richiede la partecipazione e il coinvolgimento dell'osservatore, la pazienza di astrarsi dal momento, dal luogo e dai propri pensieri, per farsi guidare dalle linee che sembrano suggerire una geometria dell'anima che si specchia negli intrecci di elementi materiali, giustapponendosi al corpo, che emerge come fosse un paesaggio, a ricordarci che dietro ogni esperienza si svolge quell'esistenza umana, spesso precaria, che l'artista indaga.
Laura Omacini, Congiungimenti (I). Grafite su carta, 2023
La serie dei Portrait, realizzati appositamente per la mostra al Museo Civico di Bassano, trova il suo momento germinale nell'opera Congiungimenti (I), realizzata nel 2023, in cui troviamo un omaggio al dipinto di Tintoretto "San Marco libera uno schiavo", nel dettaglio del corpo dello schiavo, conservato alle Gallerie dell'Accademia di Belle Arti a Venezia, dove Laura ha studiato. Questo lavoro è stato il primo in cui l'artista ha preso piena coscienza del ruolo centrale della tematica sociale nella sua ricerca che fino a quel momento era rimasta più latente. Come nei due disegni che in mostra si affiancano, è il busto la parte del corpo che la Omacini sceglie di rappresentare, forse perché è il luogo della parte più viscerale della nostra corporeità, da cui ci si aspetta che nascano quelle tensioni individuali e sociali, che l'artista cerca poi di contrastare con le velature e stratificazioni fisiche che si sovrappongono.
Laura Omacini, Barricades, Installation view
Questo senso di "contenimento" e contrasto ritorna nel titolo stesso scelto per la mostra, Barricades, che è anche il titolo di uno dei dipinti realizzati con tecnica mista qui esposti. Torna il soggetto dell'impalcatura, non tanto come elemento strumentale alla costruzione di nuove architetture, quanto come barriera che si frappone e impedisce la libera fruizione di spazi fisici, ma anche di spazi sociali. In queste opere la stessa tecnica dell'artista procede per strati successivi di collage, e di pittura con diversi mezzi (pastelli, olio e acrilico), per costruire delle immagini piene di dettagli, ma al tempo stesso mascherate e sfuggenti.... leggi il resto dell'articolo»
Di fronte ad esse si ha in effetti la sensazione di guardare attraverso uno schermo o una tenda, da cui emerge un'ulteriore frapposizione di linee, siano esse di una rete o di un intreccio che si confonde con le geometrie di un'architettura classica, con un gioco di riflessi e ombre forse ispirati anche dalle atmosfere e dalla luce mossa dall'acqua di quella Venezia dove l'artista vive e lavora. Ancora una volta le velature richiamano l'osservatore a partecipare, con un'introspezione personale legata al proprio vissuto, alla "ricostruzione" dell'immagine, e a riflettere su quel senso di distacco e isolamento che le barriere, siano fisiche o mentali, ci portano a subire.
La mostra "Laura Omacini. Barricades" resterà visitabile negli usuali giorni e orari di apertura del Museo Civico di Bassano fino al 12 gennaio 2025, con l'ingresso che consente di visitare anche le sale delle collezioni permanenti dei Musei Civici, oltre l'altra esposizione temporanea "Brassaï. L'occhio di Parigi".
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Antonio Giuliani
Pubblicato il 16/11/2024
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