Matisse e la luce del Mediterraneo illuminano le sale del Centro Culturale Candiani

Apre al pubblico sabato 28 settembre a Mestre, negli spazi espositivi del Centro Culturale Candiani, la mostra dedicata a Matisse e alla pittura che nei primi decenni del Novecento è stata ispirata dalla luce e dai colori del Sud della Francia e del Mediterraneo, portando l'arte visiva verso la modernità.

Henri Matisse, Icaro, 1947 - Stencil su carta, cm 42 x 32,5 - inv. Bx 2007.0.1.8 donazione | donated by Henri Matisse 1947 Bordeaux, Musée des Beaux-Arts © Succession H. Matisse by SIAE 2024

Con le sue 52 opere di cui 12 di Matisse, e alcuni importanti prestiti da istituzioni museali di primissimo livello come il Philadelphia Museum of Art, il Musée des Beaux-Arts di Nancy, e il Centre Pompidou di Parigi, la mostra, a cura di Elisabetta Barisoni, porta ancora una volta la grande arte del Novecento al Centro Culturale Candiani di Mestre.

L'esposizione, organizzata dalla Fondazione Musei Civici di Venezia (MUVE), e che attinge dalla grande e preziosa collezione conservata a Ca' Pesaro, conduce i visitatori alla scoperta dei luoghi e dei colori che hanno visto la nascita della pittura moderna alla fine dell'Ottocento, in quel sud della Francia dove tutti i grandi dell'epoca, da Picasso a Van Gogh, da Monet allo stesso Matisse, e molti altri artisti legati all'Impressionismo e alla nascita dell'espressionismo, hanno soggiornato per catturare la luce che avrebbe rivoluzionato la pittura. Non solo il Midi, ma anche la Corsica, dove Matisse nel 1898 realizzò un piccolo dipinto presente in mostra che si intitola L'Albero (The olive), come testimonianza della liberazione dei colori fauve che avrebbe portato alla nascita dei Selvaggi pochi anni più tardi.

Guarda e scopri la mostra

Iscriviti al nostro canale per non perdere i nuovi contenuti!

La "geografia" della nuova pittura viene rappresentata anche con una mappa tattile, con una scelta rivendicata dalla curatrice Elisabetta Barisoni in sede di presentazione, per consentire di collocare quei luoghi, attorno al Mediterraneo e in particolare nel Midi della Francia, divenuti mete imprescindibili per tutti i grandi nomi della pittura tra la fine Ottocento e l'inizio del Novecento.

Il Midi fino alle coste spagnole, e ancora le coste della Corsica, della Sardegna, del Marocco e dell'Algeria, divengono il luogo di ricerca di una nuova Arcadia, di una nuova "età dell'oro" (questo il titolo scelto per una delle sezioni della mostra), fatta di natura selvaggia e luminosa, che diviene straordinario nutrimento per la creatività dell'arte moderna.

Mappa

Matisse e la luce del Mediterraneo, foto allestimento - ph. Itinerarinellarte.it

Il mare, quindi, come origine della modernità, è il soggetto sviluppato nelle prime sale della mostra in cui spiccano, tra gli altri, dipinti come la bella veduta di Rotterdam del 1908 di Maximilien Luce (collezione Ca' Pesaro), una vista dalla finestra aperta dalla casa di Matisse a Nizza del 1919 (proveniente dal Centre Pompidou di Parigi) e uno splendido e monumentale dipinto di Filippo De Pisis del 1948, un Grande Paesaggio che ha come soggetto una marina, anch'esso di provenienza Ca' Pesaro.... leggi il resto dell'articolo»

Fa un'incursione in questo racconto coloristico anche il sole di Roma, attraverso un dipinto di Jules Flandrin (Sole di mezzogiorno a Roma, 1928, Ca' Pesaro). 

Sole di mezzogiorno a Roma

Jules Flandrin, Sole di mezzogiorno a Roma, 1928, olio su tela, cmm 54,3x81 - Ca' Pesaro

Si passa quindi a gettare luce anche sulla grande espressività raggiunta da Matisse nel disegno ("Il mio disegno al tratto è la trasposizione diretta e la più pura della mia emozione" sono le parole di Matisse scelte a sottolineare l'importanza di queste realizzazioni), nell'arabesco e nella decorazione.

Il tutto in dialogo con diversi altri autori che hanno lavorato sulla pittura come linguaggio poetico: Henri Manguin, André Derain, Albert Marquet, Maurice de Vlaminck, Raoul Dufy e Pierre Bonnard.

Lusso, calma e voluttà è il titolo scelto per la sesta sala, ispirato ad un celebre quadro di Matisse del 1905, dove possiamo ammirare un Nudo allo specchio di Pierre Bonnard del 1931 (provenienza Ca' Pesaro), ma soprattutto un "trittico" di opere di Matisse, ispirate al tema dell'odalisca, che rappresenta uno dei punti più alti e interessanti dell'intera mostra. Si tratta di Giovane ragazza in un interno giallo del 1921 (provenienza Musée des Beaux-Arts di Nancy), di Odalisca gialla del 1937 (dal Philadelphia Museum of Art), e di Odalisca del 1925 (provenienza Museo del Novecento di Milano).

Allestimento mostra

Matisse e la luce del Mediterraneo, foto allestimento - ph. Itinerarinellarte.it

La mostra ha anche il merito di ricercare l'eredità della lezione di Matisse dando spazio ad artisti dell'area Veneziana, come Vittorio Zecchin, presente con diversi disegni, Renato Borsato, Alberto Viani, Corrado Balest, Paolo Scarpa ed altri, per arrivare agli artisti contemporanei. E' in particolare nell'ultima sala dove si crea un ideale passaggio di testimone. Qui è esposto l'Icaro di Matisse, l'immagine scelta come icona rappresentativa di questa esposizione.

Si tratta di un'opera del 1947 che Matisse realizzò come parte di un libretto intitolato "Jazz", impiegando una tecnica di collage e stampa di sua invenzione, un papier découpé, che ancora oggi è uno dei più celebri tra quelli da lui realizzati. Costruiti con il taglio e l'assemblaggio di fogli di carta colorata, i papiers découpés rappresentano l'estrema evoluzione della sua produzione e ridefiniscono il concetto stesso di arte. Si tratta di una tecnica che Matisse aveva già sperimentato, ma che a partire dagli anni Quaranta diventa centrale nel suo lavoro. La stessa tecnica impiegata dai ragazzi del Summer Camp Musei in gioco per realizzare il loro progetto "Come Matisse", che si trova allestito lungo il percorso espositivo.

Matisse, Centro Candiani, allestimento

Matisse e la luce del Mediterraneo, foto allestimento - ph. Irene Fanizza

Nell'Icaro di Matisse riconosciamo la definitiva transizione dal primato del colore a quello della forma, con un ritorno ai colori primari. Il blu non è più quello del mare, ma di un fondale blu da cui emergono stelle gialle stilizzate, e la figura di Icaro con un cuore rosso. La stilizzazione della figura, lo stile decorativo ed ornamentale, la sintesi del disegno e nella scelta dei colori, sono tratti che si ritrovano negli artisti di area veneziana, di ieri e di oggi.

Ecco quindi le figurine di Chris Ofili e le ricomposizioni di Marinella Senatore, e ancora l'opera di Luca Rubegni, protagonista del concorso Artefici del Nostro Tempo, edizione 2023, iniziativa che da cinque anni mette in mostra la creatività di giovani artisti under 35 al Forte Marghera. 

Un lungo filo partito dal mare e dalla luce delle coste del sud nei primi anni del Novecento, che non si è spezzato a distanza di più di un secolo, e che possiamo riscoprire oggi a Mestre, nel racconto realizzato con "Matisse e la luce del Mediterraneo".

Per conoscere altri dettagli sulla mostra e sulle modalità di visita, continua a leggere la scheda dedicata.

Pubblicato il 27/09/2024

La tua iscrizione non può essere convalidata.
La tua iscrizione è avvenuta correttamente.

Utilizziamo Sendinblue come nostra piattaforma di marketing. Cliccando qui sotto per inviare questo modulo, sei consapevole e accetti che le informazioni che hai fornito verranno trasferite a Sendinblue per il trattamento conformemente alle loro condizioni d'uso

Itinerarinellarte.it