Arriva in ritardo, ma arriva. Dall'8 marzo tutti al Colosseo che diventa un luogo d’esposizione museale con la mostra “Colosseo, storia di un’icona”. Un’esposizione che ripercorre la storia del monumento più visitato al mondo che negli anni ha subito molte trasformazioni sino a divenire un’icona pop. La mostra arriva in ritardo perché doveva accompagnare il Giubileo. Qualcuno aveva anche pensato addirittura di cancellarla, poi la decisione di portarla comunque in porto per supportare la decisione politica di fare dell’Anfiteatro Flavio un parco archeologico alla stesso livello di Pompei (decisione contenuta nell’ultima legge finanziaria). Ora quindi verranno ridisegnati confini e competenze di un’area che comprende anche il Palatino, il Foro Romano e la Domus Aurea. Che cosa significhi tutto ciò per i cittadini romani e i milioni di turisti che visitano ogni anno la zona ancora non si è capito. Del resto già due anni fa il Ministero per i Beni Culturali e Roma Capitale avevano sotto sottoscritto un accordo per il rilancio della zona che è rimasto lettera morta. Oggi dovrebbe in qualche modo essere rivitalizzato, ma ci vorrà ancora tempo. Non a caso la mostra che si inaugura l'8 marzo chiuderà i battenti l’8 gennaio del 2018. Ma che cosa verrà esposto? In visione principalmente i reperti del Basso Medioevo, i dipinti, gli acquerelli e i disegni che ritraggono il “paesaggio” che ha ispirato moltissimi pittori dal Rinascimento in poi.
Il Colosseo è senz'altro la costruzione più celebre e la più scenografica di Roma. Questo enorme anfiteatro romano, commissionato dall'imperatore Vespasiano, venne costruito con calcestruzzo, torba e mattoni e poteva ospitare oltre 50.000 spettatori. Ci vollero 8 anni, dal 72 all'80 d.C. affinché l'esercito di schiavi giudei terminasse la costruzione di quest’edificio alto 50 metri. All’interno delle bellissime curve del Colosseo i gladiatori combattevano tra loro o contro animali selvaggi, sotto gli occhi degli spettatori. Qui si tenevano anche le corse dei carri, incontri di pugilato o gare di tiro con l'arco. Nel 523 d.C. hanno fine ufficialmente i giochi gladiatori: il monumento cade a poco a poco in rovina ma non viene abbandonato. Come oggi, ai tempi del Gran Tour il Colosseo è un monumento visitato da tutti coloro che intraprendevano un viaggio in Italia, era una delle mete più importanti di cui sovente si acquistava un souvenir: all’epoca erano riproduzioni in marmo, micromosaici che lo raffiguravano e tanti altri; oggi il souvenir di massa è molto più pop e viene prodotto in paesi lontani, ma la fama del Colosseo è la stessa. Restaurato, liberato da tutti gli interventi e le decorazioni che nei secoli si erano accumulate, il Colosseo prende nuova vita proiettandosi nell’immaginario collettivo non solo degli Italiani: il suo mito continua. La storia raccontata nella mostra arriva sostanzialmente fino al Fascismo e fu proprio nel 1939 che con la legge Bottai, Colosseo, Foro e Palatino furono istituiti come Soprintendenza a sé e tali rimasero fino al 1968.
Pubblicato il 07/02/2017
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